1 - PREMESSA GENERALE Il presente piano provinciale di gestione delle popolazioni di cinghiale si inserisce nel quadro delle attività di programmazione e pianificazione faunistico venatoria a livello provinciale previste dalla Legge quadro sulla caccia n° 157/92 ( art. 10 ) e dalla legge regionale sulla caccia L.R. 10/2004 ( art. 10 ) ed è regolato dal Regolamento regionale d’Abruzzo 5/2014 (DPRA 27 maggio 2014 ). Le azioni di controllo sulle stesse popolazioni trovano fondamento altresì nelle stesse normative ( art. 19 L.157/92 e art. 47 L.R. 10/2004 ) nonché previste dal vigente Piano faunistico venatorio provinciale ( Del.C.P. 39 del 28/05/2001 ). Esso va ad aggiungersi e ad integrarsi con gli altri Piani di gestione e controllo (cinghiale, volpe, corvidi, ecc.) adottati dalla Provincia negli anni precedenti a partire dall’anno 1997, previo parere ISPRA e seguendo le modalità e le prescrizioni indicate dallo stesso Istituto. In particolare occorre precisare che la Provincia di Teramo ha in adozione dal 2004 un Piano di gestione della specie “Pianificazione, Programmazione e Gestione Faunistico-venatoria del cinghiale in Provincia di Teramo (Del.C.P. 55 del 4 maggio 2004 – mod. con Del.C.P. n° 28 del 24 luglio 2012) , con le medesime finalità e obiettivi del presente Piano, il quale ne costituisce naturale e congrua prosecuzione. Allo stesso modo il controllo selettivo della specie è stato programmato e condotto dalla Provincia a partire dall’anno 2007 (parere INFS n° 3747/T-A 23 del 11 giugno 2007) , con interventi nei soli istituti di tutela. Solo successivamente a partire dall’anno 2008 l’Ente si dotava del primo piano quinquennale di controllo delle popolazioni di cinghiale da attuare nel periodo 2008/2012 sull’intero territorio provinciale (parere ISPRA N. 574/T-A23 del 28/1/2008 e N. 1692/T-A23 del 11/3/2008 ). Lo studio e le analisi del territorio provinciale che sono a fondamento del Piano proposto come di altri strumenti di pianificazione e programmazione provinciale (Piano F.V.P. 2008, Pianificazione cinghiale 2004/2013, ecc.), prendono origine da un precedente lavoro della Provincia di Teramo realizzato con la supervisione dell’ISPRA ( Dott. Piero Genovesi ) dal titolo “Analisi del territorio provinciale finalizzata alla creazione su base geografica ed ecologica delle aree di gestione faunistico-venatoria ” ( Castiglione G., 1998 ). Il lavoro consisteva nell’analisi del territorio provinciale e la sua classificazione in aree omogenee di gestione faunistica attraverso la classificazione multivariata (analisi dei cluster ) su numerose variabili ambientali e la successiva gestione dei dati mediante l’utilizzo di sistemi informatici territoriali digitali (GIS). Questo lavoro il cui grado di approfondimento su area vasta è stato adeguatamente commisurato allo scopo della pianificazione e della programmazione faunistico-venatoria, ha consentito nello specifico di realizzare quel Sistema Informativo Territoriale che risulta indispensabile per la definizione e la gestione della strategia da attuare per il controllo della specie cinghiale. _______________________________________________________________________________________________ PROVINCIA DI TERAMO Settore B5 – Servizio Caccia, Pesca, Micologia PIANO DI GESTIONE QUINQUENNALE DELLE POPOLAZIONI DI CINGHIALE 2015/2019 Art. 19 L. 157/92 - Art. 44 L.R. 10/2004 – Reg.5/2014, DPRA 27maggio 2014 _________________________________________________________________________________ Per la stesura del Piano viene utilizzato il modello di gestione proposto dai documenti ISPRA ed in particolare utilizzando le metodiche contenute nei protocolli e nelle seguenti linee guida ISPRA : • Monaco A., B. Franzetti, L. Pedrotti e S. Toso, 2003 – Linee guida per la gestione de cinghiale. Min. Politiche Agricole e Forestali – Ist. Naz. Fauna Selvatica.”; • Monaco A., Carnevali L. e S. Toso, 2010 – Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette. 2° edizione - Quad. Cons. Natura , 34, Min.Ambiente – ISPRA.”; • Toso S. e L. Pedrotti, 2001 – Linee guida per la gestione de cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette. Quad. Cons. Natura, 2, Min.Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica.”; Il Piano di prelievo verrà attuato attraverso un ben definito schema operativo, basato su un modello di gestione “adattativo” che prevede un processo di acquisizione sistematica e successiva applicazione di informazioni affidabili al fine di migliorare l’efficacia della gestione nel tempo (Wilhere, 2002 ). Si tratta dunque di un processo “iterativo” nel quale le azioni di gestione sono accuratamente pianificate, applicate e verificate ad intervalli prestabiliti. Lo schema operativo proposto che ne risulta è il seguente: definizione piano e obiettivi (Provincia) => realizzazione interventi di prevenzione (ATC)/prelievi (Squadre) => verifica risultati danni e prelievi (Provincia) => premialità/sanzioni sulle Squadre => ridefinizione obiettivi. 2 – CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO PROVINCIALE 2.1 Geografia La Provincia con i suoi 1948,26 kmq di superficie presenta una larghezza massima est-ovest misurata in linea d’aria di circa 50 km ed una lunghezza (nord-sud) di circa 45 km. Essa confina a nord con la provincia di Ascoli Piceno, a sud-ovest con la provincia dell’Aquila, a sud-est con la provincia di Pescara mentre ad est è lambita dal Mare Adriatico. Con i suoi confini interni, essa si appoggia al tratto centro-meridionale della dorsale appenninica compreso tra il valico delle Forche Canapine, che a nord segna l’inizio della catena dei Monti Sibillini (provincia di Ascoli Piceno), e l’altipiano di Campo Imperatore (provincia de l’Aquila) che segna a sud il termine delle più alte vette del massiccio del Gran Sasso. Esternamente la provincia si affaccia sul mare Adriatico con un fronte di costa di oltre 45 Km che, a partire dalla foce del fiume Tronto che segna il suo confine nord-orientale con la provincia di Ascoli Piceno, termina con la foce del torrente Piomba al suo estremo sud-est. 2.2 Orografia 2___________________________________________________________________________ PROVINCIA DI TERAMO Settore B10 – Servizio Caccia, Pesca, Micologia PIANO DI GESTIONE QUINQUENNALE DELLE POPOLAZIONI DI CINGHIALE 2015/2019 Art. 19 L. 157/92 - Art. 44 L.R. 10/2004 – Reg.5/2014, DPRA 27maggio 2014 _________________________________________________________________________________ Sotto il profilo orografico il territorio provinciale risulta costituito sostanzialmente da tre settori facilmente delineabili: montano, collinare interno e collinare litoraneo. La sua complessiva superficie di 194.826 ha risulta dunque suddivisa approssimativamente per il 57 % in territorio montano e per il restante 43 % di territorio collinare. Il Territorio montano e pedemontano (57%), dell’estensione di ha 111.000 e localizzato nella parte ovest e sud-ovest della provincia ed è costituito sostanzialmente da tre comprensori montani: - la catena dei Monti della Laga , di natura arenacea è situata nel settore più interno della provincia, è disposta in direzione nord-sud e collega la catena dei Monti Sibillini con quella del Massiccio del Gran Sasso; essa presenta numerose vette con altitudine superiore ai 2.000 metri, Macera della morte, Pizzo di Sevo, Monte Pelone, Cima Lepri, Monte di Mezzo e culmina con i 2.458 metri del Monte Gorzano; - la catena del Gran Sasso , anch’essa come la precedente di natura carbonatica, diretta da nord-est a sud-ovest, è la più estesa delle precedenti oltre ad essere la più alta comprendendo numerose vette oltre i 2.000 metri di altitudine, Monte Corvo, Pizzo Intermesoli, Monte Portella, Monte Brancastello, Monte Prena, Monte Camicia, che culminano con i 2.635 metri del Corno piccolo ed i 2.914 metri del Corno Grande; - il gruppo dei Monti Gemelli (Montagna dei Fiori e Monte Foltrone), localizzata a nord della città di Teramo e ad oriente della Laga, è di natura carbonatica e di altitudine decisamente più limitata della precedente presentando la vetta più alta di appena 1.718 metri. Tutta la restante area montana compresa tra le citate dorsali è costituita da numerosi rilievi minori, per lo più ricoperti da fitte boscaglie intervallate da solchi vallivi, aspri torrenti e da pascoli, che mano a mano degradano verso le colline interne di tipo arenaceo-marnoso. Nel settore montano le valli fluviali originate dall’azione erosiva dei corsi d’acqua che ne hanno modificaro la morfologia in funzione soprattutto della litologia delle aree e della pendenza di scorrimento, si presentano generalmente strette ed incassate fino a formare vere e proprie gole come quella del Salinello e quella dell’alto Vomano. Il settore Collinare interno (25%), esteso circa ha 48.000, è costituito da una fascia diretta da nord-ovest a sud-est e disposto a cuscinetto tra le restanti due zone. Il paesaggio è qui dominato da alte colline, modellate su terreni arenacei e argilloso-arenacei, con profili spesso aspri ed impervi costellate da numerosi affioramenti litoidi e ricoperte, per lo più da fitte boscaglie. Le pendenze, seppure diminuite rispetto ai territori montani, risultano ancora piuttosto elevate ed hanno consentito uno sviluppo modesto e marginale dell’agricoltura. Le colline circostanti degradano verso il letto dei corsi d’acqua con pendenze molto variabili, che talvolta sono rotte da ampie fratture calanchive che terminano a strapiombo sulla sottostante vallata; il profilo che ne risulta della valle è spesso asimmetrico tendendo l’alveo a migrare verso il margine destro della 3___________________________________________________________________________
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