DIORAMA 1 IL PUNTO Nemici falsi, nemici veri Anche se non ce lo avesse spiegato – teorizzandolo dovevano essere considerati tali un buon numero con finezza e soppesandone le implicazioni – Carl di risorse ed energie, fino al punto di accreditare lʼesi- Schmitt, ci basterebbe uno sguardo attento sul tempo stenza di “nemici storici” e di suscitare sentimenti in cui viviamo, accoppiato ad uno studio retrospettivo, di persistente e diffusa ostilità nei loro confronti. Il per renderci conto che la designazione degli avver- ruolo degli intellettuali, in questo processo, è stato sari è un atto fondamentale della vita politica. Pur sen- tuttʼaltro che secondario, come ci ricordano una serie za tacere dei suoi versanti cooperativi e solidali, che di celebri campagne giornalistiche e una fitta produ- lʼhanno fatta dipingere in epoche lontane come lʼarte zione di opere artistiche – saggi, ma anche romanzi della convivenza, la gestione della cosa pubblica si e perfino poesie, senza dimenticare i quadri, le è sempre retta in misura considerevole sulla conflit- sculture e le canzoni – volte alla denuncia dellʼindo- tualità, sulla promessa di difendere la pace civile da le malvagia e dei comportamenti ignobili e crudeli chi di fatto o potenzialmente la insidia, sulla possi- dello Straniero invasore od oppressore. La sinergia bilità di ottenere il consenso dei cittadini offrendo in fra uomini di potere e uomini dʼintelletto si è dimo- cambio lo svolgimento di quelle che tuttora vengono strata, su questo versante, di grande efficacia. considerate le due funzioni basilari del governo: la Chi pensasse che la situazione sin qui descritta di- tutela dellʼordine interno e il presidio delle frontiere pinga un ciclo di vicende del passato ma si possa verso le minacce provenienti dallʼesterno. Nel corso ormai considerare superata, data la dovizia di istitu- dei millenni, e soprattutto nei secoli più recenti, non zioni, agenzie e organizzazioni sovranazionali di cui sono peraltro mancate le teorizzazioni di una mo- il mondo attuale dispone per diffondere ovunque pos- difica di questo paradigma. Sottolineando lo stretto sibile uno spirito di reciproca fiducia e cooperazione rapporto esistente fra conflitto e guerra, e i danni che costruttiva fra i popoli e le nazioni, ha un ampio nu- questʼultima inevitabilmente crea alle collettività che mero di esempi per ricredersi. Ed è proprio la più vi sono coinvolte, si è più volte invocata la necessità stretta attualità a fornirglieli. di fare della pace lʼorizzonte dellʼazione governativa, La retorica largamente profusa a partire dal fatidico spingendosi, con Kant, ad ipotizzare lʼavvento di unʼe- 19891 sulla conclusione della guerra fredda e sul ra in cui la cessazione delle ostilità possa trasformar- conseguente avvio di una fase di distensione che si nella condizione normale e perpetua del genere lʼimmagine mitica di una imminente “fine della sto- umano. Le variegate correnti dellʼideologia pacifista ria” ha fatto supporre destinata a prolungarsi sine e i movimenti che la sostengono riflettono ancora die non è infatti sufficiente a mascherare la prose- oggi quella convinzione e aspirazione, ma ad onta cuzione, e per certi versi il rafforzamento, di quella dei loro sforzi non sono riusciti a sottrarla al regno logica di irriducibile ostilità tra opposte potenze che dellʼutopia. I circa trenta focolai di scontro armato ha per quasi mezzo secolo contraddistinto lʼasset- sparsi sulla superficie del pianeta Terra stanno a di- to bipolare del sistema internazionale. E non cʼè da mostrarlo, ma non ne sono lʼunica prova. stupirsene, perché, se grazie a quella dinamica o- Lʼindividuazione di un nemico, meglio se particolar- gnuno dei due superpoteri era riuscito a garantirsi mente temibile, non conduce infatti per forza ad un un indiscusso predominio allʼinterno della propria confronto aperto sul terreno bellico, e non da oggi. sfera dʼinfluenza, il suo venir meno non poteva che Se così non fosse, non avrebbe mai visto la luce la indurre il gigante rimasto solo e vincente sul campo a diplomazia e non conosceremmo nessuno degli infi- sostituirla nel più breve tempo possibile con unʼaltra niti trattati, compromessi, armistizi, tregue e accordi equivalente, che fosse in grado non solo di lasciare tra Stati in dissenso su questioni territoriali, dinasti- immutato lo status quo in quella parte del mondo che che, religiose o dʼaltro ordine che hanno punteggiato già era sotto il suo controllo, ma anche di aprirgli la il corso della storia, né la sequela di conferenze, strada verso lʼespansione della propria egemonia nel vertici e incontri bilaterali o multilaterali che ne ha “cortile di casa” del rivale sconfitto e ancora oltre, preparato o permesso lʼadozione. Discernere sog- in una prospettiva che è presto divenuta planetaria. getti da indicare al pubblico interno o internazionale Già il rifiuto di tener fede alla promessa di sciogliere come fonte di pericolo è pratica corrente anche e la Nato, ufficialmente strumento militare di “conte- soprattutto in periodi di pace: serve a riscuotere lʼap- nimento” dellʼUnione sovietica, una volta che fosse provazione dei governati, a gettare le basi di allean- venuto meno il Patto di Varsavia, e la mossa con- ze, a giustificare gli atti che si dichiara di compiere a traria di potenziarne il ruolo affidandole una nuova scopo di protezione dei propri interessi. missione strategica, che ne faceva più che mai il Consapevoli di questo dato di fatto, i dirigenti di tutte braccio operativo dei disegni statunitensi, avevano le comunità organizzate, quale che fosse la loro for- fornito il preavviso delle successive avventure belli- ma – dalle tribù agli Stati nazionali, dalle repubbliche che, inaugurate dallʼinvasione di Panama (una sorta agli imperi – hanno sempre dedicato alla definizione di replica di quella di Grenada di sei anni prima) già degli avversari e allʼillustrazione dei motivi per cui nel dicembre 1989, intesa a mostrare i muscoli e a 2 DIORAMA far capire quale vento avrebbe dovuto tirare dopo la gia nucleare per riportare la tensione ai massimi li- caduta del muro di Berlino, continuate con la prima velli, sapendo di poter contare sullʼallineamento dei guerra del Golfo, probabilmente preparata attiran- vassalli dʼoltre Atlantico. La più volte sfiorata esplo- do Saddam Hussein in una trappola2, e culminate sione di un conflitto che avrebbe potuto espandersi prima con lʼattacco via Nato alla Jugoslavia per la a macchia dʼolio, la “guerra sporca” a suon di ucci- vicenda del Kosovo e poi con le aggressioni dirette sioni di scienziati coinvolti nel progetto energetico allʼAfghanistan e allʼIraq. iraniano e le continue evidenti ingerenze nelle vi- Proprio i controversi risultati delle campagne medio- cende politiche interne della Repubblica islamica3 rientali condotte da George W. Bush sotto lʼinsegna dimostrano quanta importanza abbia avuto, nella della guerra al terrore e al retrostante “asse del Male”, gestione del ruolo egemonico degli Usa, questo ver- frenando lo slancio conquistatore dellʼautoproclama- sante di conflitto, ed è difficile dire se nel recente to gendarme planetario e suscitando perplessità in raffreddamento dello scontro che ha portato ad un alcuni dei suoi alleati, hanno inceppato i meccanismi parziale ritiro delle sanzioni abbia avuto più peso una del processo che avrebbe dovuto condurre alla na- riflessione della Casa bianca sui rischi della dege- scita di un ordine internazionale unipolare. E, sul- nerazione di una situazione regionale già incande- lʼabbrivio, si è fatta strada lʼipotesi di una redistri- scente per la crescita del problema-Isis e la guerra buzione dei poli di potenza destinata non soltanto in Yemen condotta dallʼArabia saudita e dai paesi a riconoscere alla Cina, come era ormai inevitabile, del Golfo o la renitenza degli alleati europei ad im- il ruolo di primo piano che la sua crescita economi- boccare una strada senza ritorno. ca le aveva di fatto già garantito, ma anche a fare Ma se il fronte iraniano pare essersi stabilizzato, spazio ai Brics, i popolosi paesi in fase di accelerato molti e continui passi avanti sta facendo lʼaltro ver- sviluppo che, avendo cospicui interessi in comune sante dellʼinimicizia curato con particolare attenzione – fra cui una sempre più accentuata autonomia dagli da Washington4. E, scontata lʼimpossibilità – almeno obiettivi strategici degli Usa –, sembravano avviati a in tempi brevi – di alimentarlo con gli atti di forza più varare forme intense di integrazione commerciale, volte minacciati contro Teheran, è sul soft power che monetaria e politica. A quel punto, la reazione della si è scatenata lʼoffensiva, soprattutto da quando, con potenza che vedeva avvizzire parte dei suoi sogni la fermezza dimostrata nelle vicende ucraine di fron- imperiali era scontata. E passava, appunto, prima te al vero e proprio colpo di Stato messo in atto dal di tutto per una ricerca del Nemico adatto a ribadire fronte filo-occidentale, Mosca ha messo in chiaro di la sua imprescindibilità nellʼassicurazione dei pre- voler difendere e consolidare una zona-cuscinetto senti e futuri equilibri internazionali. fra il proprio territorio e i paesi della Nato. Accantonata rapidamente lʼopzione cinese, per la La costruzione dellʼimmagine della Russia come pae- necessità di mantenere buoni rapporti con chi ha se aggressivo, imperialista per mai sopita vocazione, in mano una consistente parte del debito pubblico corrotto, impregnato di violenza, subdolo, sottomes- statunitense, ed apparsa insufficiente ad interpre- so ad un governo autoritario
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