Sabato 29 Ottobre 2011

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chitarrainitalia.it 29 ottobre 2011 Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti Modena Sabato 29 Ottobre 2011 PRESENTAZIONE DELLE RELAZIONI chitarrainitalia.it 29 ottobre 2011 MASSIMO LONARDI Comiença la musica para guitarra La vihuela ebbe una vita piuttosto breve: dall’edizione di El Maestro (1536) di Luys Milan, che fu la prima intavolatura stampata in Spagna, all’apparente scomparsa dello strumento trascorse poco più di mezzo secolo. Tuttavia in questo breve arco di tempo furono composti e pubblicati i libri di intavolatura che, grazie all’eccelsa qualità artistica, pongono la musica scritta per questo strumento ai vertici della produzione musicale del Rinascimento. La vihuela è inoltre il vero predecessore della chitarra: Juan Bermudo, nel suo libro intitolato Declaracion de instrumentos musicales (1555) afferma che la chitarra della sua epoca (uno strumento di dimensioni ridotte, munito di quattro ordini di corde) altro non era che una piccola vihuela privata del primo e del sesto ordine di corde. Diffusa anche in Italia con il semplice nome di viola, la vihuela non scomparve ma si trasformò attraverso graduali metamorfosi nella chitarra. Il repertorio della vihuela costituisce la base della vastissima letteratura chitarristica che attraverso epoche, stili e generi diversi, rappresenta una parte rilevante della nostra cultura musicale, come dimostrano alcune pagine di autentico valore musicale che proporrò all’ascolto: Fantasia - Pavana di Luys Milan; Diferencias e Cancion del Emperador di Luys de Narvaez; Folia di Diego Pisador; Ricercare - Fantasia di Francesco da Milano; Gallarda - Fantasia di Alonso Mudarra. Massimo Lonardi è nato a Milano nel 1953, ha studiato composizione con Azio Corghi e si è diplomato in chitarra classica con Ruggero Chiesa presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. In seguito si è specializzato nella prassi esecutiva del liuto seguendo seminari di studio a Milano, Firenze, Venezia e Basilea con il liutista Hopkinson Smith. Svolge attività concertistica in Italia e all’estero. Ha curato edizioni di opere di Claudio Monteverdi e Girolamo Frescobaldi, una raccolta di musica popolare tedesca in collaborazione con Brigitte Gras e uno studio sulla realizzazione liutistica del basso continuo. Ha preso parte a registrazioni radiofoniche e televisive ed effettuato cinquanta incisioni discografiche collaborando con numerosi gruppi di musica antica, tra i quali il Conserto Vago da lui fondato con la clavicembalista Ero Maria Barbero. Come solista ha registrato cd dedicati a Francesco da Milano e Petro Paulo Borrono, a Joan Ambrosio Dalza e alle composizioni per vihuela di Luys Milan. Ha inciso antologie dedicate alle musiche per arciliuto del Barocco italiano, alle composizioni per chitarra rinascimentale ( Comiença la musica para guitarra ), ai compositori spagnoli ( Libros de musica para vihuela ) e alla musica del tempo di Leonardo da Vinci ( La figurazione delle cose invisibili , con la cantante Renata Fusco). Il cd monografico dedicato alle composizioni per liuto di John Dowland ha vinto il primo premio per la musica strumentale Musica e Dischi 1999. Recentemente ha registrato i Concerti e i Trii per liuto ed archi di Antonio Vivaldi e, per la rivista Amadeus, le Villanelle alla napolitana con Renata Fusco. Da alcuni anni collabora con Matteo Mela e Lorenzo Micheli con i quali ha registrato un cd dedicato alle musiche per liuto, chitarra barocca e tiorba di Andrea Falconieri ( La Suave Melodia ). Insegna liuto e musica d’assieme per strumenti antichi presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “F. Vittadini” di Pavia, la Scuola di Musica Antica di Venezia, i corsi estivi “Chitarra e altro” di Brisighella e “ILMAestate” di San Vito al Tagliamento. Dal 1990 è succeduto Ruggero Chiesa nell’insegnamento presso i corsi internazionali di perfezionamento di Gargnano. ANNA RADICE Ricostruzione di una chitarra a quattro ordini di corde del XVI secolo La prima intavolatura per chitarra finora conosciuta compare nei Tres libros de musica en cifra para vihuela di Alonso Mudarra, una raccolta di musiche per vihuela pubblicata nel 1546. È proprio grazie alla stampa musicale che la chitarra – intendendo con tale termine uno strumento con cassa a forma di otto, di ridotte dimensioni e montata con quattro ordini di corde di budello – si diffuse con notevole successo in Spagna, Francia, Paesi Bassi e Inghilterra fino alla fine del XVI secolo. La produzione maggiore di composizioni per tale strumento, caratterizzata dallo stesso stile polifonico del repertorio per liuto e vihuela, si colloca in particolare tra il 1546 e 1573, anche se l’ultima testimonianza risale al Seicento inoltrato (Conserto vago , Roma, 1645). Verso la fine del XVI secolo col mutare dei gusti musicali l’interesse per la vihuela e la chitarra a quattro ordini di corde diminuì, rivolgendosi piuttosto verso la chitarra a cinque ordini di corde, che assume una nuova forma estetica affiancata di pari passo dall’introduzione di una nuova tecnica esecutiva. Nessun esemplare cinquecentesco di chitarra a quattro ordini di corde è giunto sino a noi. Per poter ricostruire esemplari verosimilmente esistiti, in mancanza di trattati specifici i liutai oggi devono quindi basarsi su fonti testuali e iconografiche coeve, da cui desumere particolari estetici, dimensioni, accordature, corde, materiali e montatura dei tasti, ma in realtà alcune informazioni preziose relative alle tecniche costruttive si possono ricavare dall’osservazione diretta di tre strumenti sopravvissuti 1 chitarrainitalia.it 29 ottobre 2011 che mostrano particolari connessioni con la chitarra a quattro ordini, e cioè due dei tre esemplari di vihuelas conosciuti, databili attorno alla fine del XVI secolo, e uno strumento montato con cinque ordini di corde del 1581. Il lavoro di Anna Radice consiste nello studio, nella ricostruzione e nel restauro degli strumenti musicali antichi a corde pizzicate appartenenti alla famiglia del liuto e della chitarra. Dopo la maturità scientifica ha frequentato la Scuola di Liuteria del Comune di Milano ottenendo nell’anno 1984 il diploma professionale quadriennale di Operatore e Conservatore di beni liutari sotto la guida del M° Tiziano Rizzi; negli stessi anni ha frequentato corsi di perfezionamento riguardo la costruzione del liuto con il liutaio Gerhard Sohne. Nel corso degli anni ha ricostruito circa 180 strumenti, alcuni dei quali per i Conservatori di Milano, Parma, Pesaro, Novara, Bolzano e la Civica Scuola di Musica di Pavia; ha restaurato strumenti storici appartenenti a collezioni private e pubbliche come il Museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco di Milano e l’Accademia Nazionale di “S.Cecilia” di Roma. Ha tenuto corsi inerenti alla costruzione e alla manutenzione degli strumenti musicali a pizzico presso la scuola di Liuteria del Comune di Milano, la scuola di Artigianato Artistico di Pieve di Cento (Bo) e il Conservatorio di Musica di Lisboa. ELEONORA VULPIANI La lira-chitarra: storia e immagini La lira-chitarra ebbe il suo momento di grande notorietà e splendore a Parigi, tra la fine del Settecento e il primo ventennio dell’Ottocento. Se ne può collocare la nascita verso il 1780 circa. Cornice culturale fu il Neoclassicismo che, auspicando un ritorno ai valori e all’estetica del mondo greco-romano, diede vita ad una vera e propria moda stile classico. Si diffuse un particolare e raffinato gusto per l’antichità e l’entusiasmo per la classicità raggiunse l’apice nell’età napoleonica. In linea con il revival di stampo classico, lo strumento era capace di richiamare molto da vicino le sembianze dell’antenata lyra . Inizialmente la lira-chitarra trovò largo consenso tra l’aristocrazia francese e in breve tempo si diffuse nelle maggiori corti europee. Il repertorio destinato alla lira-chitarra abbraccia musiche di alcuni tra i più autorevoli compositori dell’Ottocento chitarristico come Ferdinando Carulli, Matteo Carcassi, Mauro Giuliani, Francesco Molino, Fernando Sor, Pierre Jean Porro, Jean Baptiste Pastou e Antoine Marcel Lemoine. La lira-chitarra fu certamente uno strumento che diede ampia possibilità ai liutai di liberare la propria creatività sia per quanto riguarda l’aspetto morfologico che quello puramente figurativo ed artistico. L’infatuazione per la lira-chitarra finisce nello stesso momento in cui anche il mito napoleonico che ne aveva decretato la fortuna decade, insieme a tutto quello che esso simboleggiava. La lira-chitarra ha quindi una vita breve, circa 40-50 anni tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, ma fortemente rappresentativa dell’estetica musicale che tanto affascinava la Parigi di quegli anni. Eleonora Vulpiani dopo aver compiuto i suoi studi in chitarra presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, sotto la guida del M° Giuliano Balestra, intraprende un percorso di ricerca che concerne la riscoperta di un suggestivo strumento in voga tra il XVIII e il XIX secolo: la lira-chitarra. Questo lavoro ha inizio nel 2002 ed è il risultato di accurati e approfonditi studi di un copioso materiale musicologico per la gran parte sconosciuto e non più edito dal 1800. Eleonora Vulpiani svolge un’intensa attività concertistica, in Italia e all’estero, attraverso la quale completa l’opera di divulgazione della lira-chitarra, della sua storia e della sua letteratura. Ripropone in concerto, sia nel repertorio solistico che in diverse formazioni cameristiche, composizioni inedite per lira-chitarra scritte da autorevoli compositori dell’Ottocento chitarristico come Ferdinando Carulli, Matteo Carcassi,

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