Archivio della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria 1884 – 1985 Riordinato dalla Cooperativa degli Archivisti-Paleografi di Trieste INVENTARIO A cura di Sandi Deschmann Marina Dorsi Barbara Sablich Caterina Zocconi Anno 2017 INTRODUZIONE CENNI STORICI La Società Istriana di Storia Patria nacque nel 1884, sotto la dominazione dell’impero austroungarico, a Parenzo per volontà di un Comitato promotore composto da A. Amoroso, B. Benussi, G. Cleva, C. De Franceschi, F. Glezer, A. Marsich, N. Rizzi e A. Scampicchio. Lo scopo dichiarato nello statuto all’art. 1 era l’investigazione, raccolta e studio di tutto ciò che appartiene al campo storico della provincia d’Istria, e la diffusione e pubblicazione delle notizie relative. L’attività si doveva estendere alle antichità preistoriche e romane; alla storia medioevale e alla storia patria in generale. Si prevedeva di istituire a Parenzo un Museo provinciale dove raccogliere tutte le collezioni di oggetti antichi, libri, documenti storici, giornali, ecc. Il 24 luglio 1884 si tenne l’adunanza generale costitutiva a cui seguì, il 9 settembre dello stesso anno, la prima seduta di Direzione. Il primo presidente fu Andrea Amoroso (Carlo De Franceschi lo affiancò e sostituì per due anni, nel 1887 e 1888), che portò avanti gli scavi archeologici a Vermo e ai Pizzughi, quindi la rilevante scoperta di Nesazio. Dopo la morte nel 1910, fu sostituito da Bernardo Benussi, in carica fino al 1925. È l’anno del trasferimento della sede da Parenzo a Pola. Dal 1926 la presidenza venne affidata al senatore Francesco Salata fino al 1935 quando, per il riordinamento degli istituti di ricerca, il Consiglio direttivo venne sciolto e Salata e De Franceschi furono rispettivamente nominati commissario e sub-commissario della sezione della Deputazione di Storia Patria per le Venezie, poi sezione istriana con Camillo De Franceschi come presidente. A causa della guerra la pubblicazione del periodico Atti e Memorie subì una lunga interruzione di ben otto anni, riprendendo solo nel 1949 con una nuova serie. Nel frattempo la sede della Società si spostò a Venezia, dove si riunì un’assemblea generale straordinaria, il 12 gennaio 1947. Appena l’11 maggio 1952, dopo più di vent’anni dall’ultimo congresso ad Albona, si tenne una nuova adunanza generale dei soci, sempre a Venezia. Alla morte del presidente Camillo De Franceschi nel 1953 fu nominato Attilio Degrassi, in carica fino al 1969, anno in cui la biblioteca fu trasferita a Trieste presso l’Archivio di Stato. Nel 1970 anche la sede si stabilì definitivamente a Trieste, prima in Archivio di Stato. Inoltre, grazie alla donazione Curri, la Società ha acquisito una sede in via Crispi n. 5 . La presidente Bruna Forlati Tamaro portò la Società fino al centenario nel 1984. Le successero Mario Mirabella Roberti, poi Ruggero Fauro Rossi, Marialaura Iona, e l’attuale presidente Giuseppe Cuscito. NOTE METODOLOGICHE Gli atti prodotti, ricevuti, raccolti dalla Società Istriana di Storia Patria non sono mai stati oggetto di una classificazione o quantomeno di una sistematica organizzazione. Gli atti considerati essenziali o obbligatori - verbale del congresso poi dell’assemblea, elenchi soci e scambio pubblicazioni, rendiconto annuale – venivano e vengono tuttora pubblicati su Atti e Memorie mentre non si è ritenuto necessario conservare gli originali, le minute, gli atti preparatori se non in maniera occasionale e sporadica, fatta eccezione per le minute dei rendiconti accompagnate spesso da allegati alle entrate e uscite ed eventualmente da libri cassa. I verbali delle assemblee sono stati registrati in due quaderni dal 1947 al 1986. Non c’è quasi traccia dei verbali del Comitato direttivo, a parte un quaderno con i verbali dal 1970 al 1972 e poche minute. Nel corso del tempo la situazione non è certo migliorata, anzi. Durante la presidenza di Andrea Amoroso, fino al 1909, sembra che lui stesso si occupasse dell’archiviazione degli atti, protocollandone una parte, nel corso degli anni sempre più esigua. Si è conservato il Registro degli atti ricevuti e spediti dal 1884 al 1895: gli atti protocollati appartenenti a questo periodo sono stati pertanto ordinati dietro numero. C’è qualche singola lacuna. Non si spiega la scelta di protocollare alcuni atti rispetto ad altri. Molta corrispondenza ne resta fuori, probabilmente perché inviata ad Amoroso privatamente o professionalmente. Si possono trovare anche lettere non inviate alla Società. In genere gli argomenti trattati sono scavi e rinvenimenti archeologici, la possibilità o meno di partecipare alle adunanze, nuove adesioni, doni per il Museo e la Biblioteca, la pubblicazione e gli scambi istituiti con altri enti. Dal 1896 gli atti, raccolti sempre per anno sociale, sono distinti in fascicoli, alcuni già costituiti (non risulta quando ma senz’altro in un secondo momento, in base a una specie di classificazione usata però con criterio discontinuo e non omogeneo. Sono stati corretti tutti gli errori riscontrati, cronologici e di attribuzione), altri sono stati formati in questa fase di riordino, per offrire una descrizione delle molte carte sciolte. Le lettere naturalmente possono contenere diversi argomenti e la loro collocazione in un fascicolo piuttosto che in un altro può risultare a volte fuorviante o limitativa. Dopo la morte di Amoroso (febbraio 1910) la tenuta degli atti risulta ancora più disordinata, nonostante il numero decisamente ridotto. Dopo la guerra, la maggior parte degli atti non era più fascicolata e si è dovuto leggerli uno ad uno per poterli eventualmente riunire e darne una descrizione. Il trasferimento della sede da Parenzo a Pola nel 1925 creò ulteriore confusione. Così la presidenza di Camillo De Franceschi, dal 1935, che non seppe ben distinguere le carte della Società da quelle della Biblioteca provinciale dell’Istria di cui era direttore. Pochi naturalmente gli atti degli anni ’40. Più consistente la documentazione conservata negli anni successivi, purtroppo non ordinata, classificata forse a posteriori, non si sa da chi, con criteri del tutto discutibili e non organici. Sostanzialmente lo stesso tipo di carte si poteva ritrovare in carpette o peggio in fascette di carta mal tagliate denominate in modo diverso senza criterio alcuno; spesso l’impressione era di un titolo dato del tutto casualmente con un contenuto poco corrispondente. In Atti sociali, Consiglio direttivo potevano confluire carte di vario tipo e pregnanza, quasi mai prodotte realmente dalla Società. Si è dovuto quindi riprendere in mano l’intera documentazione cercando di darvi un qualche senso. Molta la corrispondenza, inclassificabile per sua natura per la molteplicità e varietà di argomenti trattati in ogni lettera. Si è cercato di distinguere in particolare quella destinata al presidente, al segretario e al tesoriere. Va sempre tenuto presente che possono essere state conservate anche lettere scritte o ricevute dagli stessi a carattere più personale o nell’ambito dell’attività lavorativa svolta. Il canone sociale si confonde con l’abbonamento per il ricevimento di Atti e Memorie, pertanto carte relative alle quote sociali possono stare nei fascicoli denominati Soci così come Atti e Memorie. La situazione perdura negli anni ’70 e ‘80. La corrispondenza è raccolta senza criterio. Si è cercato di estrapolare quella riguardante la pubblicazione di Atti e Memorie, quella cioè relativa ai costi, forniture e preventivi; a scambi con altre riviste, omaggi, l’invio della pubblicazione, l’attività di collaboratori. Tra questa corrispondenza si può trovare anche quella relativa più genericamente all’arricchimento della biblioteca. In generale nel fascicolo Soci si può trovare corrispondenza relativa a nuove adesioni, il sollecito per il versamento delle quote sociali, comunicazioni varie relative all’associazione. Gli atti che non hanno trovato una loro collocazione nei fascicoli presenti nell’anno di riferimento, non essendo ad essi riconducibili, sono stati raccolti in un fascicolo miscellaneo definito Carte diverse. La cesura cronologica scelta per questo inventario è stato il 1984, anno in cui si è celebrato il centenario della Società. In testa, nei primi due cartolari, si è riunito quanto trovato sugli statuti, in genere copie a stampa, bozze; libri dei soci; libri verbali dell’assemblea e del Comitato direttivo. Seguono gli atti sociali distinti anno per anno. Gli ultimi tre cartolari, 28-29-30, conservano documentazione relativa a più anni che non era possibile smembrare per essere inclusa nei singoli anni sociali. Di particolare interesse il contenuto del cartolare 28 relativo all’annosa questione tra Italia e Jugoslavia sulla proprietà dei beni artistici e culturali dell’Istria e Zara portati in Italia durante la guerra. 1 1 Statuto1 1884 1 2 Statuto2 1915 1 3 Statuto3 1925 1 4 Statuto (approvato l’11 maggio 1952 e modificato il 16 maggio 1954 1954 – la sede della Società è a Venezia)4 1 5 Schema di statuto per l’Istituto di Archeologia e Storia Patria per s.d. Trieste e l’Istria (con sede a Venezia)5 1 6 Schema di statuto riformato per la Società Istriana di Archeologia s.d. e Storia Patria (con sede a Venezia)6 1 7 Atto costitutivo della Società Istriana di Storia Patria, 18 dicembre 1971 19717 1 8 Verbale dell’assemblea generale ordinaria, 22 novembre 1974 con 1974 - 1975 riconoscimento della personalità giuridica e approvazione dello statuto - decreto del Presidente della Repubblica, 9 giugno 1975 e G.U. 29 luglio 19758 - promemoria 1 9 Riforma dello statuto della Deputazione di Storia patria per le s.d. Venezie9
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