EMOZIONI DA EST Di MARKO MOSETTI

EMOZIONI DA EST Di MARKO MOSETTI

TRIMESTRALE DELLA SEZIONE DI GORIZIA DEL CLUB ALPINO ITALIANO, FONDATA NEL 1883 125 ANNO XLII - N. 2 - APRILE-GIUGNO 2008 “Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB/Gorizia” In caso di mancato recapito restituire a CAI Gorizia, Via Rossini 13, 34170 Gorizia TrentoFilmFestival EMOZIONI DA EST di MARKO MOSETTI i ritorna a casa dal TrentoFilm - molto in tempi in cui tutto appare già Festival sempre un po’ storditi e fatto, visto, conosciuto, raccontato e un po’ esaltati dalle tante cose nulla pare più emozionarci. A emozio - viste e sentite, dagli stimoli rice - nare e sul serio è stata la serata-evento Svuti, e si fa fatica, per un po’, a rimette - dedicata all’alpinismo russo. Splendi - re tutto nella giusta casella. Poi ci sono damente condotta da Simone Moro che i rimpianti per le cose, molte, che non si quella lontana realtà e quei personaggi è riusciti a fare, a vedere, a seguire. conosce molto bene: ha portato sul La lamentela che si sente più spes - palco dell’Auditorium S. Chiara lo spac - so tra i frequentatori della manifestazio - cato di un mondo per noi semiscono - ne trentina, ma che poi è riconducibile sciuto. Diverse sono le generazioni che alla gran parte dei festival oggi così in rappresentano quella grande scuola auge, è la massa di eventi, incontri, con in testa Boris Korshunov, classe proiezioni, dibattiti e via avanti, che si 1935, una leggenda con oltre 70 cime susseguono a ritmo serrato, che non la - superiori ai 7000 metri salite in carriera, sciano respiro a chi vorrebbe seguirli dall’Everest senza ossigeno a 69 anni in tutti, che il più delle volte si sovrappon - giù; Alexander Odintosov “Piolet d’or” gono obbligando l’appassionato ad per la salita del 2004 alla parete nord operare una scelta a volte difficile, so - dello Jannu; Pavel Shabalin salito agli vente dolorosa. Sono anni che si sento - onori delle cronache alpinistiche occi - no queste geremiadi; io stesso non ne dentali per il capolavoro sulla nord del sono immune, salvo poi storcere il naso Changabang, confermatosi nel 2006 se il programma non è farcito e sbrodo - con la scalata nel cuore della nord lante come un “super-big-mac”. dell’Everest e nel 2007 con l’exploit sul Quest’anno, forse in misura mag - pilastro centrale della parete ovest del giore che nei precedenti, il programma K2; la cordata Mikhail Davy e Alexander era davvero ricco, vario e, probabil - Klenov che hanno raccontato della loro mente, qualitativamente superiore a ultima salita, la prima al versante est molte edizioni passate. L’impressione è dello Shingu Charpa (5600 m, Kara - rafforzata e da una connotazione sem - korum), 2400 metri con difficoltà di 7a, pre più cinematografica dell’appunta - A3 e M5; infine le giovani leve che sono mento trentino che si affranca dalla im - già qualcosa di più di semplici promes - magine un po’ naïf di passerella e in - se, Denis Savel’ev e Sergey Nilov che lo contro fra alpinisti. Dall’annuale rimpa - scorso anno in tredici giorni consecuti - triata con contorno di film si è arrivati (o vi in parete hanno tracciato Fragments ritornati) alla centralità del film, cuore of Freedom sulla parete sud-est della della rassegna. Contemporaneamente Shipton Spire (5852 m, Karakorum), crescono però proprio quelle manife - 1450 metri di via, A4 e 6b le difficoltà, stazioni “di contorno” dedicate agli al - usando solamente 3 spit intermedi per pinisti e all’alpinismo. Dall’unica serata sicurezza. Semplicità, entusiasmo, ca - tematica, a volte criticata su quste pa - lore, emozioni che il pubblico ha sapu - gine, si è passati a ben tre e tutte di va - to apprezzare, riconoscendole e facen - lore e interesse assoluti. Sembra una dole proprie, quasi una rivincita o una contraddizione, un controsenso, ma sana boccata d’aria buona dopo tante, solo apparentemente. Come già anno - troppe “imprese” che odorano tanto di tato in recenti edizioni il FilmFestival si ufficio stampa, di spinte dello sponsor, apre al mondo, tout court. Esce dal - di plastica. Il discorso sull’alpinismo l’ambito ristretto e monotematico degli russo, sul quale il FilmFestival ha pun - addetti ai lavori e si contamina coinvol - tato per una serata il suo faro, non può, gendo i soggetti più diversi, mettendo come ha continuamente ricordato in comunicazione, dando e ricevendo Simone Moro, essere risolto così. Si nuova visibilità. tratta di un universo che si è spalanca - Passati gli anni dei convegni, dei di - to davanti agli occhi e nelle menti degli battiti ci accontentiamo di vedere le spettatori e meriterebbe attenzioni e idee, le realizzazioni, le emozioni illu - trattazioni molto più approfondite. Per strate dai protagonisti. Ci pare già Propaggini orientali del Modeon del Montasio sopra la Forca del Palone ora ci è venuto l’appetito. 2 Alpinismo goriziano - 2/2008 Interessante, se non altro per le luci per il miglior film di montagna e alpini - ha già fatto incetta di premi in altre ma - gli altri due, fratello e sorella, invece, e soprattutto per le ombre che ha evi - smo, oltre al premio del pubblico e nifestazioni e ha provocato un certo ru - abbandonare il maso, nonostante la vita denziato, riguardo a un certo modo di quello della stampa. Il film è un lungo more in patria. Janez Burger, il regista, ogni giorno più dura e le rinunce ad una intendere il salire le montagne, la sera - spot sulla bellezza dell’andare in mon - nei 15 minuti di Na Soœni Strani Alp si vita sociale sempre più pesanti, è im - ta dedicata all’alpinismo solitario. tagna, sull’importanza della compagnia prende gioco in maniera anche crudele possibile e impensabile. Due mondi che Guest stars Silvia Vidal e Hansjörg di persone che condividono la tua stes - come sa essere crudele la satira, del ca - si separano, dolorosamente, lasciando - Auer. Una, che per l’ultimo suo exploit sa passione, il senso dell’amicizia e la rattere dei suoi compatrioti. A Trento è si dietro incomunicabilità e solitudine. ha trascorso 21 giorni, con 20 bivacchi, grandiosità del paesaggio. Protagonisti passato pressoché inosservato se non È strano come di anno in anno si ri - in parete per aprire una nuova via sul sono una sempre smagliante Catherine per la “stranezza” degli interpreti dei trovino in concorso al FilmFestival versante NE della Shipton Spire; l’altro, Destivelle e il gruppo del Monte Bianco perfetti sloveni che sono tutti di colore, gruppi di film di temi simili che magari all’opposto, ha percorso la via sulle cime del quale la nostra sale in indovinato artificio per mettere in risalto l’anno seguente scompaiono per la - Attraverso il Pesce sulla parete sud compagnia di amici, non per compiere il contrasto tra la natura splendida, il sciare il posto ad altri temi che fanno la della Marmolada, con l’attrezzatura ri - exploit ma per raccontare di bellezza e clima idilliaco del lato solare delle Alpi, loro ricomparsa dopo qualche anno di dotta all’osso (scarpette, magnesite, sentimenti. Riprese spettacolari con l’apparente felicità e tolleranza della assenza o di scarsa rappresentatività. casco, una giacca leggera in goretex) in grande utilizzo di tutti i mezzi e artifizi piccola Svizzera verde dell’est, e il disa - In questa edizione si sono visti, ad meno di tre ore. Anche in questo caso i tecnici oggi a disposizione. Un buon gio del quotidiano, l’incomunicabilità esempio, diversi film sullo sci, inteso commenti, i pensieri, le opinioni, non film, sicuramente non memorabile. con il vicino, il prossimo, il diverso. Ap - come sci estremo o free ride: il norve - possono essere compresse nelle La Genziana d’oro Premio “Città di parentemente surreale, ci mette tutti in - gese Bregtatt av Everest , lo statuniten - poche ore della serata. D’altra parte il Bolzano” per il miglior film di esplora - vece davanti ad uno specchio. se Steep, Fun Fatal dall’Austria; o, nella dibattito sull’alpinismo solitario è avvia - zione e avventura è stata assegnata al La Genziana d’argento per la miglior nuova accezione dello speed riding, la to da tempo immemorabile e non pare documentario del regista svizzero produzione televisiva è andata al film discesa un po’ sciando e un po’ veleg - risolversi in opinioni comuni, condivise, Stefan Schwietert Heimatklänge . Già serbo Journey of a Red Fridge che con giando con una vela tipo kite surf, del univoche, risolutive. noto al pubblico più affezionato del il pretesto di raccontare il viaggio di un francese Eiger Speed Riding e dello Forse meno significativa, anche se TrentoFilmFestival per Das Alphorn frigorifero marchiato Coca Cola che svizzero Play Gravity ; o semplicemente è stato un doveroso omaggio ad un (2003), molto aprezzato dal cronista ma sulle spalle di un giovanissimo portato - dello sci fuori pista nella sua espressio - grande dell’alpinismo, è stata la serata meno dagli spettatori, ci presenta ora re scende dalle valli dell’Annapurna alla ne esteticamente più invitante dell’a - dedicata a Pierre Mazeaud. Accanto ad mericano Nine Winters Old . un curriculum alpinistico impressionan - A fronte di questa abbondanza de - te, che lo colloca nell’empireo dei più ludono per quantità e per qualità i video grandi di tutti i tempi, colpisce soprat - sull’arrampicata. Il britannico Com mit - tutto l’altra vita di Mazeaud: professore ted, pur presentando i migliori arrampi - universitario, giudice, consigliere al catori del Regno Unito, non va oltre al Conseil d’État, Presidente del Consiglio compitino svolto senza impegno. E non Costituzionale di Francia. bastano le cadute impressionanti a ri - Trento è però cinema, è il marcare l’etica rigorosa che è la regola FilmFestival, sono le Genziane. Oltre su quelle pareti, a salvare un film senza 300 i film presentati quest’anno, dei anima e storia.

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