IMI Del Comune Di Pistoia Deportati Nei Lager Nazisti

IMI Del Comune Di Pistoia Deportati Nei Lager Nazisti

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI nati nel Comune di Pistoia. DEPORTATI NEI LAGER NAZISTI 1943 – 1945 Ricerca curata da Marco Paolini. 27 Gennaio 2019. 2 I.M.I. Nati nel Comune di Pistoia. Internati Militari Morti 63 Internati Militari Dispersi 13 Totale Internati Militari della Ricerca 584 La sigla I.M.I., non è altro che il raggruppamento delle iniziali di tre parole tedesche che, tradotte letteralmente in lingua italiana significano “Italiano Militare Internato”. La figura giuridica di Internato Militare non esiste, non se ne trova menzione in nessun trattato internazionale e nella Convenzione di Ginevra del 1929 sui prigionieri di guerra. Esiste invece la figura di “Militare Internato” che rappresenta lo stato giuridico di quei militari che, per qualsiasi ragione o accidentalità (diserzioni, sconfinamenti, atterraggi di fortuna in 3 territori neutrali, ecc.), vengono a trovarsi in un dato momento nel territorio metropolitano o coloniale di una nazione non in guerra. Questa Nazione, allo scopo di difendere la propria neutralità e di non essere tacciata di “cobelligeranza” da parte di una delle Nazioni in guerra, è costretta a prendere nei confronti dei suddetti militari il provvedimento dell’internamento militare, il quale non è altro che un provvedimento di polizia mirante ad impedire a questi individui una qualsiasi attività a favore della Nazione in guerra a cui appartengono. Quindi risulta che la qualifica di I.M.I. è assolutamente falsa e priva di fondamento. Inoltre si deve osservare che detta qualifica di Internati Militari oltre ad essere giuridicamente inesistente è anche sprovvista di valore giuridico perché concordata tra due Governi (Reich e Repubblica Sociale Italiana) dei quali uno (quello della Repubblica) mancante di ogni prerogativa e di ogni potere in quanto Governo illegittimo, non Costituzionale, sorretto dai Tedeschi. Quando la Croce Rossa Internazionale manifestò al Governo nazista il desiderio di inviare pacchi ai prigionieri Italiani quest’ultimo oppose un netto rifiuto asserendo che gli I.M.I. non erano dei prigionieri. Gli chiameremo ancora I.M.I. perché quantunque la sigla sia errata nel suo concetto e nel suo significato, è ormai accettata dall’uso corrente. Resta fermo però che essi non sono degli ex Internati Militari, ma bensì una parte degli ex prigionieri di guerra nella lotta combattuta con le armi e con il sacrificio per la Resurrezione della Nuova Italia Libera. ____________________________________ 4 Per comprendere le vicende che comportarono l’internamento di migliaia di soldati Italiani nei lager tedeschi nel periodo 1943 – 1945 è necessario partire dall’8 settembre 1943 giorno dell’armistizio. Alle ore 18.30 dell’8 settembre 1943 il generale Eisenhower, trasmise un comunicato del quale dava notizia che il governo Italiano aveva chiesto la resa incondizionata dell’Esercito Italiano, e Unione Sovietica, Gran Bretagna e Stati Uniti avevano concesso l’armistizio. Il proclama del Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio. Discorso letto alle 19.42 dai microfoni dell'EIAR da parte del Capo del Governo, maresciallo d'Italia Pietro Badoglio con il quale si annunciava l'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile firmato con gli anglo-americani il giorno 3 dello stesso mese. Richiesta di Armistizio da parte dell’Italia Il Governo Italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto l’armistizio al Generale Eisenhower Comandante in Capo delle Forze Alleate anglo-americane. La richiesta è stata accettata. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le Forze anglo-americane deve cessare da parte delle Forze Italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi provenienza. 5 Lo stesso giorno alle ore 20.30 il generale Rommel, comandante tedesco ordinò tramite la parola d’ordine “Achse” in Italiano “Asse”, il piano prevedeva il disarmo immediato dei soldati e ufficiali italiani, la loro cattura e l’internamento, coloro che dichiaravano di essere disponibili a continuare a combattere al fianco delle unità germaniche non venivano internati. La netta maggioranza rispose “NO”; da allora iniziò il loro calvario. In quelle ore migliaia di soldati Italiani vennero fatti prigionieri dall’esercito tedesco su tutti i fronti di guerra in Italia, Francia, nei Balcani, e trasportati nei Lager. Di essi, oltre 650.000 furono trasferiti in campi di prigionia situati nel Terzo Reich, oppure nei territori polacchi occupati dalla Germania. I militari italiani vennero posti nelle peggiori condizioni fisiche e morali col preciso intento di costringerli ad accettare ogni proposta di adesione alla R.S.I. e alla Germania, ma 650.000 militari Italiani rifiutarono, invece di collaborare in qualsiasi forma con il Terzo Reich e con i suoi alleati di Salò. La loro condizione di internamento fu particolarmente dura, il prezzo che pagarono fu oltre le 50.000 vite umane: 25.000 circa per inedia e malattie. 5.000 furono uccisi 3.000 circa, furono vittime di bombardamenti aerei. 10.000 perirono per varie cause (incidenti, malattia, fame, percosse). 7.000 morirono sul Fronte Orientale, fra gli I.M.I. inquadrati nei Battaglioni militarizzati al seguito dell’Esercito tedesco, per lo sgombero delle macerie o per la realizzazione delle fortificazioni. A questi Caduti si deve aggiungere un numero altissimo di decessi di malati, dopo il rientro in Italia, in conseguenza della loro permanenza nei Lager. 6 Il loro trattamento fu molto peggio degli altri prigionieri di guerra, solo i militari russi avevano un trattamento peggiore. I Militari Italiani con il loro “NO” alla collaborazione con i nazisti e la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), scissero una pagina importante, ma spesso dimenticata nella storia Italiana. Campi di Concentramento All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, l’Esercito tedesco era diviso in 17 distretti militari, a ciascuno dei quali era assegnato un numero romano. Una lettera dopo il numero romano segnalava i diversi Stalag. 7 Definizione di Campo di Concentramento. Vernichtungslager – sigla VL – Campo di sterminio, concepito esclusivamente per lo sterminio razziale. Konzentrationslager – sigla KL – Campo di concentramento, Lager. Stalag – acronimo di Stammlager, campo permanente per prigionieri di guerra, e campo principale. Oflag (Offizierslager) era un campo di prigionia per i soli Ufficiali prigionieri di guerra. Straflager – Campo di punizione per detenuti ribelli. Aussenlager – Campo esterno principale. Gefangenenlager – Campo per prigionieri Hauptlager – Campo Principale Kriegsgefangenenlager – Campo per prigionieri di guerra. Sonderlager – sigla SOL – Campo speciale, in genere venivano rinchiusi coloro che costituivano un rischio per il Reich (come stranieri che si rifiutavano di lavorare o boicottavano la produzione industriale, asociali, criminali). Gefangenennumer 6585 – Prigioniero di guerra 6585. Arbeitskommandos – I Prigionieri venivano selezionati per le Arbeiteinsatz. Venivano principalmente impiegati nell’industria da guerra ed erano organizzati secondo i cosiddetti Arbeitskommandos (Kfg. Arb. Kdo). Spesso stanziati in prossimità dei luoghi di lavoro. 8 Elenco dei Campi di Concentramento 9 10 Slovenia - Campo di Concentramento di Sternthal Pettau. Kidricevo 11 DISLOCAMENTO DEL REGIO ESERCITO ITALIANO ALLA DATA DELL’8 SETTEMBRE 1943. ITALIA SETTENTRIONALE – Divisioni: Cosseria, 3° Celere, Cuneense, Tridentina, Torino, Sforzesca, Julia, Re, Alpi Giulie, Rovigo. ITALIA CENTRALE – Divisioni: Ravenna, Piave, Granatieri, Piacenza, Centauro, Sassari, Ariete, 18° Bersaglieri. ITALIA MERIDIONALE – Divisioni: Pasubio, Piceno, Legnano, Mantova. SARDEGNA – Divisioni: Calabria, Bari, Sabauda, Nembo, Raggruppamento Scalabrino. PROVENZA – Divisioni: Taro, Pusteria, 2° Celere, Lupi di Toscana. CORSICA – Divisioni: Friuli, Cremona, 10° Alpini, Regg.to Granatieri, Regg.to Motocorazzato. SLOVENIA – CROAZIA – DALMAZIA – Divisioni: Cacciatori, Isonzo, Lombardia, 1° Celere, Macerata, Murge, Zara, Bergamo, 4° Bersaglieri ciclisti. ERZEGOVINA – MONTENEGRO – Divisioni: Messina, Marche, Emilia, Taurinense, Ferrara, Venezia. ALBANIA – Divisioni: Puglie, Parma, Arezzo, Firenze, Brennero, Perugia. 12 GRECIA – Divisioni: Modena, Pinerolo, Casale, Forlì, Piemonte, Cagliari, Acqui. CRETA – Divisione: Siena. EGEO Divisioni: Regina, Cuneo. All’atto dell’Armistizio erano presenti in Italia queste Forze: Grandi Unità mobili 400.000; Truppe costiere, contraeree, reparti protezione impianti e antiparacadutisti 400.000; Marinai a terra. 160.000; Avieri 130.000; Totale 1.090.000. Forze Armate Italiane oltre frontiera: Francia e Corsica 223.000; Slovenia, Croazia e Dalmazia 223.000; Montenegro e Bocche di Cattaro 80.000; Albania 105.000; Grecia 209.000; Egeo 53.000. Totale 900.000. 13 27 gennaio 1944. Stalag XVIII A – Thalerhof ( Graz). Austria. Modulo di corrispondenza per prigionieri di guerra. 14 Lettera di un Internato Militare. 15 16 17 18 Campo di Concentramento di Fallingbostel. Germania. Il Campo è simile a una ragnatela, fitte siepi di reticolati dividono i prigionieri a gruppi di 200 (duecento), vigilati da una sentinella. Una torretta munita di sentinella armata con mitragliatrice e un faro, può controllare un gruppo di quattro baracche. Il filo spinato che divide il campo con l’esterno è attraversato da corrente ad alta tensione, poi viene una zona disseminata di mine anticarro, poi ci sono ronde, che girano per il campo armate di mitra e cani lupi.

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