Percorso meditato _________________________________________________________________________________________________________________________________ La chiesa al suo interno si presenta a navata unica divisa in cinque campate con volte a crociera su pilastri polistili addossati alle pareti nelle quali si aprono le cappelle: quelle di destra sono a pianta rettangolare, mentre quelle di sinistra sono chiuse da un' abside poligonale. Sul fondo la cappella maggiore, il coro, che si innesta sulla cripta e si conclude con la cupola del 1574, il cui cantiere fu diretto, sembra, da Andrea Palladio. La costruzione delle cappelle è stata compiuta tra il XIV e il XVI secolo grazie ai lasciti testamentari delle famiglie nobili vicentine (Loschi; Barbarano; de' Proti; Thiene), o anche per iniziativa di alcune confraternite (Santa Maria; S. Giuseppe; Santissimo Sacramento). Limportanza che rivestono dal punto di vista devozionale è chiaramente espressa dalle titolazioni che testimoniano il culto per i santi legati alla città, o per i santi eponimi degli stessi donatori. Le famiglie nobili lasciavano così un segno tangibile del loro potere nella chiesa "cittadina per eccellenza" dove chiedevano di trovare sepoltura e dove il loro prestigio si traduceva nella commissione di importanti decori e opere d'arte tuttora visibili. 1. Cappella - battistero, già dedicata a S. Giustina e ai Santi Pietro e Paolo (vedi Approfondimento liturgico). 2. Cappella di S. Gaetano (già dedicata ai Ss. Tommaso e Pietro). L’altare è del sec. XVII, con tabernacolo di linee barocche. La pala raffigurante San Gaetano in estasi visitato dall'angelo, è stata attribuita da F. Barbieri a Pietro Dalla Vecchia (1603-1678). L’apparato ornamentale della cappella sembra riferibile agli Albanese. 3. Cappella di S. Giuseppe o della Sacra Famiglia (già dedicata a S. Agostino). Dalla fine del sec. XV ospita la Confraternita di S. Giuseppe. Gli stucchi e le statue (S. Gioacchino, S. Elisabetta, S. Anna e S. Zaccaria) sono della bottega dei fratelli Albanese (1640-1650); conserva i dipinti: l'Adorazione dei pastori, forse di Alessandro Maganza, e la splendida Adorazione dei magi dell'artista vicentino Francesco Maffei (1600 ca.-1660). La fascia superiore è tutta dedicata alle Storie di S. Giuseppe, opete dello stesso artista. Di difficile attribuzione è invece la pala della Sacra Famiglia col Crocefisso collocata sull' altare degli Albanese. 4. Cappella di S. Vincenzo (già dedicata a S. Teobaldo). Della decorazione si conservano: la pala con S. Teobaldo, la Trasfigurazione sul monte Tabor e al centro l'altare del Pittoni, qui trasportato dalla collocazione originaria del 1562 quando assieme a quello gemello era stato posto ai lati della porta principale per sostenere le pale dello Zelotti (La pesca miracolosa e La conversione di S. Paolo); sopra la pala dei Ss. Vincenzo e Marco che presentano alla Madonna la cittàdi Vicenza, opera commissionata dal Comune nel sec. XVI. 5: Cappella dei SS. Giacomo e Antonio Abate. Fu ordinata da Giampietro de' Pro ti con testamento del 1412, quando anche a Vicenza si erano diffusi i pellegrinaggi a S. Giacomo di Compostela e a S. Antonio di Vienna. Conserva il capolavoro di Lorenzo Veneziano: la Dormitio Virginis (1366),36 tavole che rappresentano al centro il trapasso della Vergine circondata dagli Apostoli con l'animula che Cristo accoglie per conduda in cielo; sopra la Crocefissione e ai lati i santi con accanto, inginocchiati, i due donatori Tommaso e Giampietro de' Proti, le spoglie dei quali sono racchiuse nell'arca gotica della stessa cappella. 6. Porta laterale destra. È incorniciata da quella del 1290, come attesta l'iscrizione verso l'esterno. 7. Cappella di S. Paolo e di S. Gregorio, interamente ricostruita, conserva un altare del sec. XVIII, con la pala di G. Pittoni (1687-1767) raffigurante la Vergine onorata dai Santi Nicola da Tolentino e Nicola da Bari. 8. Cappella dedicata a S. Giovanni Battista, recentemente vi è stato collocato l'Organo. 9. Ingressi alla Cripta. Vi si trova l'altare in onore di S. Dionisio, fatto costruire nei primi anni del XVII secolo dal vescovo Dionisio Dolfin (la cui lapide tombale è al centro del pavimento), probabilmente con materiale proveniente dai ruderi del Teatro Berga. Sull' altare poggia un gruppo scultoreo in pietra dipinta raffigurante la Madonna con bambino detta anche Madonna Mora tra i santi Pietro e Paolo, attribuita ad Antonino da Venezia (prima metà del XV secolo). 10. Abside. Al centro del presbiterio, si erge l'altar maggiore, ripristinato in occasione dei recenti restauri nell' originaria posizione arretrata, eseguito nel 1535, su commissione del ricco giureconsulto vicentino Aurelio Dall'Acqua, da due artisti della locale ed affermata Bottega di Pedemuro; essi espressero la propria bravura anche nell'impiego attento e sapiente di una quantità di pie- tre dure e marmi pregiati raccolti per anni dal Dall'Acqua a questo scopo. Negli anni 16751682 l'altare fu affiancato e solennizzato dalle ali del grande Paramento Civran (vedi Approfondimento tematico). 11. Cappella di S. Girolamo, è la più antica, fondata nel 1383 dal vescovo Giovanni de Surdis, fu poi più volte rimaneggiata, conserva oggi i due monumenti funebri a Girolamo e Giovanni Battista Gualdo (sec. XVI) con i busti dei due defunti attribuiti ad Alessandro Vittoria. 12. Sacrestia. Sopra la porta è collocato il monumento al Vescovo Civran morto nel 1679. 13. Cappella del SS.mo Sacramento. Di proprietà dal 1580 della confraternita del Santissimo che collocò sull' altare la Gloria di angeli di A. Maganza (1556-1660) e alle pareti i dipinti con gli episodi della Passione di Gesù del medesimo artista, datati intorno al 1600 e incorniciati da stUcchi del sec. XVIII. Conserva inoltre il Tabernacolo ligneo del 1607 di G. Montecchio, impreziosito da piccoli dipinti del Maganza che raffigurano il Risorto, l'Eterno Padre e le allegorie di Fede, Speranza, Carità e Temperanza (copia degli originali). 14. Porta laterale sinistra. Aperta nel 1575 e secondo alcuni studiosi riferibile ad Andrea Palladio. 15. Cappella dell'Incoronata o del Gonfalone fatta costruire nel 1426 dall' antica fraglia (dal latino medievale fratalea, fratellanza) di S. Maria, trasformatasi intorno al 1591 nella Confraternita del Gonfalone. Fu probabilmente per l'altare di questa cappella che Antonino di Niccolò da Venezia scolpì la statua della Madonna con Bambino (oggi conservata nella cripta); questa fu rimossa appena vent'anni dopo in conseguenza ad un'imponente opera di restauro che dotava l'altare di una nuova pala: l'Incoronazione della Vergine (1448), sempre dello stesso artista. Si tratta di un rilievo policromo in pietra, che raffigura- Cristo davanti all'Eterno nell' atto di incoronare la Madonna, inginocchiata a destra. Assistono al rito dieci angeli che srotolano due cartigli musicali. Il soggetto della pala offre ai fedeli l'immagine del trionfo di Maria che, assunta in cielo, viene accolta da regina. Va inoltre ricordato che fu realizzata in concomitanza di un altro evento importante per la devozione della confraternita: la traslazione, nella stessa cappella, del corpo del vescovo Cacciafronte (1441). Nella predella infatti, affiancata dai santi della tradizione: Leonzio, Carpoforo, Eufemia ed Innocenza, è rappresentata la sua uccisione, avvenuta in piazza del Duomo il 16 marzo 1184. Fa da altare un'urna di marmo con al centro il busto a tutto tondo del vescovo, che nel 1824 fu beatificato dalla Sacra Congregazione dei Riti. 16. Cappella di S. Caterina d'Alessandria. Al centro la pala raffigurante Maria Vergine col Bambino tra le sante Lucia e Maddalena, opera di Bartolomeo Montagna (1450 ca.-1523) e a destra quella della Vergine con Bambino di G. Carpioni (1611-1674). 17. Cappella di S. Antonio di Padova. Lungo le pareti sono riunite lapidi e monumenti tombali della nobile famiglia vicentina Loschi. 18. Cappella della Madonna Pellegrina. Accoglie il secondo altare del Pittoni con la statua della Vergine; l'altare originario era però dedicato alla Trasfigurazione di Cristo e recava una pala di Giovanni Bellini. Sulla parete di destra è collocata la pala dell'Assunta, opera di A. Maganza. 19. Cappella del Crocefisso. Sopra la mensa dell'altare si innalza un crocifisso ligneo del vicentino Lucchetta (sec. XIX), ai lati due monumenti funebri di casa Thiene, opere del sec. XVI. .
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