MAG ‘12 copia omaggio Francesco Traversa, i rifiuti come risorsa Piercarlo Giorgi, un giallo in terra keniota Maria Goretti, il noir tra santi e poveri diavoli Eleonora Bartolomei, la prima Diva latina EGO LATINA SUPPLEMENTO A EGO / 0,10 € EGO LATINA Protagonisti, l’integrazione sociale è possibile La cruna dell’ego La bella morte di Ajmone Se n’è andato un grande uomo. Io l’ho conosciuto tardi. Nel senso che ho imparato a stimarlo per davvero quando con Stefano Gori, il suo terzo figlio dopo Paolo e Carlo, lontano dal clamore della sua vita politica, trascorrevamo pomeriggi e serate a prendere appunti per stendere il romanzo delle memorie della sua vita, che, colpevolmente, non ho terminato. Un po’ perché la vita ti travolge con il suo quotidiano, un po’ perché la vita di quest’uomo, combattente nato, è stata talmente intensa da essere più veloce an- di Gian Luca Campagna che del battere i polpastrelli sulla tastiera. Ajmone Finestra, a cui in maniera arrogante [email protected] davo del ‘tu’ da quando avevo cominciato a scrivere la sua biografia, è un grande uomo, va affermato senza toni nostalgici stantii (che non m’appartengono) e senza ipocrisia di sorta, comprese le inutili e sterili polemiche che lo hanno scortato dopo il cimitero. La sua colpa secondo qualcuno? Quella di essere figlio del suo tempo. E quindi non può certo avere colpe. Bersagliere, leale fino alla fine al suo ideale di fascista, ha abbracciato nella Seconda guerra mondiale il corso della Storia, lo ha scavalcato ed è andato oltre. Dopo la dura prigionia e dopo essere scampato a due sentenze di condanna a morte, ha affrontato la vita come sapeva fare un uomo colmo di coraggio e dignità: mordendola. Si è diplomato all’Isef, ha cominciato a seguire i corsi di fisiochinesiterapia, è diventato un imprenditore con le palle, ha tirato su in vita un partito, ha percorso la filiera politica e amministrativa dal basso, aggredendola, masticandola, prendendo sberle e dandole, ma sempre guardando la vita e l’avversario in faccia. È poi divenuto vero personaggio quan- do (dopo essere stato deputato regionale e senatore della Repubblica) si è seduto sullo scranno di sindaco della sua amata città, pur essendo nato a Todi quando Littoria/Latina non appariva su nessuna carta dell’istituto De Agostini. Qualche sogno l’ha realizzato (la città universitaria su tutti ma anche il rivendicare la storia e le origini di una città che si è sempre vergognata di un presunto peccato originale) qualche altro si è frantumato (l’in- termodale e la melma delle terme che ha avviluppato anche lui) ma ha portato avanti il disegno di città e territorio sempre con la schiena dritta. Mi spiace, Ajmone, non ce l’ho fatta a terminare il romanzo della tua vita. ‘Cercando la bella morte’ lo avrei intitolato. So che ti sarebbe piaciuto. Mag ‘12 Stampa Morconia Print - Benevento È vietata ogni riproduzione, anche parziale di testi, immagini, illustrazio- Direttore responsabile Gian Luca Campagna ni, pubblicità e grafica. Manoscritti, fotografie e tutto il materiale inviato, anche se non verrà pubblicato, non verrà restituito. Le collaborazioni, Grafica e impaginazione Roberto Righetti salvo accordi scritti, sono da intendersi a titolo gratuito. Tutto quanto è pubblicato è coperto dalla vigente normativa in termini di diritti Hanno collaborato Daniele Lembo, Claudio Mascagni, d’autore e copyright. 2011 © Ego Edizioni Carlo Macco, Valentina Picca Bianchi, Maria Assunta D’Alessio, MAG ‘12 Annamaria Casale, Roberta Colazingari, Michele De Luca, Cinzia Volpe, Flavia Capitani, Grazia Izzo Fotografia Claudio Mercuri, Roberto Gabriele, Loris Annapurna Foto di copertina Claudio Mercuri copia omaggio Francesco Traversa, i rifiuti come risorsa Redazione: Via IV Novembre, 16 . Latina Piercarlo Giorgi, un giallo in terra keniota Maria Goretti, il noir tra santi e poveri diavoli Eleonora Bartolomei, la prima Diva latina Telefax 0773.472329, www.egolatina.it, [email protected] SUPPLEMENTO A EGO / 0,10 € EGO LATINA Protagonisti, l’integrazione sociale è possibile 5 - la cruna dell’ego - mag ‘12 Scripta manent Jatevenne Ero alla mensa della Caritas, avevo accompagnato un amico che lì presta la sua opera e, mentre questi imbustava le borse della spesa per far fronte a quell’umanità dolente, ho sentito: «No, la pasta non ce la mettere». «Perche no?» gli è stato chiesto. «Perché ho finito la bombola del gas e non ho i soldi per comprarla» la risposta. Se ne potrebbero raccontare a migliaia di scene come queste, basta girarsi attorno. Il Governo Monti sta facendo un’operazione di vera e propria macel- leria sociale. La madonna del pianto dovrebbe spiegare come è possibile andare a lavorare fino a 67 anni. Certo, quando si tratta di fare lavori di alto prestigio, come quelli che quei signori riservano a Daniele Lembo se stessi e ai loro rampantissimi pargoli, si può lavorare fino a duecento anni. Differente, invece, è [email protected] quando si esce di casa alla strenua ricerca del pane quotidiano. Agli italiani, appena dieci anni fa, fu chiesto un sacrificio incredibile: entrare nell’euro. Se si avevano 10.000 lire in banca, appena il gior- no dopo, ci si ritrovò con il potere d’acquisto dimezzato. Non è bastato. Quello che è peggio è che l’attuale Governo esiste perché quello precedente non è stato capace di governare e l’opposizione, che avrebbe vinto le elezioni a furor di popolo, non ha avuto il coraggio di farlo. Insomma hanno delegato ai tecnici il lavoro che loro non sentivano di fare. È questo il punto: quelli che governano oggi sono il frutto preciso di coloro i quali sono stati al governo fino a ieri o all’altro ieri: di fronte all’incapacità di costoro che ci hanno messo nelle mani dei “tecnici” non si può urlare che un na- poletanissimo “Jatevenne” . Andate via per non ritornare mai più. Un solo consiglio al lettore: non faccia l’errore di non andare votare perché a questa classe politica non interessano i numeri, ma le percentuali. Il lettore vada alle urne e voti per chiunque, anche per i marziani, basta votare in modo tale da mandare a casa questa gente, consigliando loro di darsi stabile e proficua occupazione. Semmai, con uno di quei lavori con i quali bisogna lavorare fino a 67 anni per andare in pensione. Quando il De Profundis è segno d’identità Il mio amico Gian Luca Campagna, direttore del mensile Ego Latina, in una delle sue frenetiche giornate lavorative, quindi evidentemente poco lucido…, nell’incontrarmi mi ha chiesto di scrivere “quattro righe” su un argomento a mio piacimento da riportare sul giornale di questo mese, cosa che se da un lato mi inorgoglisce, per il fatto di avere pensato a me, dall’altro un po’ mi ha spiazzato. Perché ragionando mi sono reso conto che non volevo parlare di politica per chi la rappresenta e non volevo parlare del mio lavoro di assicuratore perchè non è nel mio stile farmi pubblicità On. Vincenzo Bianchi gratuita. Quindi, riflettendo, mi sono reso conto che non mi restava altro che parlare di attualità. [email protected] Purtroppo nei primi quattro mesi dell’anno 2012, la nostra città tra i vari lutti che l’hanno colpita, ha visto tre ‘Amici’ passare oltre questa vita terrena. Mi riferisco al dottor Daniele Vacillotto, medi- co primario del Reparto di Urologia dell’ospedale Santa Maria Goretti, al dottor Maurizio Grandi giornalista/scrittore ed al senatore Ajmone Finestra, ex sindaco di Latina. Sia ben chiaro che in questa sede non intendo dare nessuna valutazione di merito a tre prestigiose e grandi figure nelle loro riconosciute attività professionali, civili e politiche. Desidero solo eviden- ziare come questi lutti abbiano lasciato basita e non poco la nostra città di Latina. Basta vedere la successiva grande e commossa partecipazione alle esequie di tantissimi conoscenti, amici ed autorità di ogni ordine e grado. Questo ha evidenziato come i cittadini di Latina sappiano riconoscere e quindi attribuire l’omaggio dell’ultimo saluto a chi in vita lo ha meritato. Penso sia un segnale importante per tutti noi, che può essere decifrato ed interpretato come una crescita di identità che sta sempre più diffondendosi nell’humus della città. E visto i tempi che stiamo vivendo, in cui la crisi economica ci attanaglia, rappresenta certamente un valore e una speranza. 6 - scripta manent - mag ‘12 L’ascensor , i migliori e i peggiori Patrizia Gaetano. Nel momento in cui difettano le quote rosa e si parla di volti nuovi della della politica politica ecco una risposta a metà. Corona il sogno di una vita il neosindaco di Castelforte, in quota all’Udc, che col 52% siede sulla poltrona più alta Fabio Bianchi. Si ritaglia la vetrina del dopo aver trascorso un ventennio come consigliere capoluogo con due manifestazioni che convogliano e assessore ai servizi sociali. Premiata la coerenza. senza distinguo anagrafica gran parte della città, testimonianza dell’indice di gradimento per eventi 10 a fini sociali (Protagonisti) dove è stata amplificata l’integrazione tra disabili e non, e a fini culturali Gerardo Stefanelli. Era la prima volta che (Libri da scoprire, rassegna giunta alla nona edizione), l’assessore provinciale all’ambiente si contava. E portando in piazza autori celebrati. per il battesimo ha scelto una prova del nove e un 9 avversario di fuoco come il candidarsi a sindaco nella sua città, Minturno, contro l’ex sindaco Paolo Graziano. Va al ballottaggio in lieve svantaggio (-1%) Gianluca Di Cocco. Acquistato al mercato ma con la coscienza di rappresentare una forte di riparazione di settembre, il nuovo componente ventata di novità rispetto al passato. della giunta Di Giorgi lavora come assessore 8 factotum, nel calcio si direbbe come giocatore universale.
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