Il Conte di Carmagnola e il suo palazzo Le prime notizie del palazzo risalgono al 1415, di Genova. Di fatto, un esilio. 1 quando Filippo Maria Visconti lo dona a L’ingratitudine del Duca non sfuggì al Condottiero. Francesco Bussone Conte di Carmagnola, come Si licenziò e si rifugiò con un gruppo di fedelissimi in premio dell’opera prestata quale comandante Savoia. Isolato, tradito ed espropriato di titoli e beni, delle truppe viscontee. Carmagnola puntò su Venezia. La pianta storica di Milano del 1472 lo Vi giunse sotto mentite spoglie il 23 febbraio del 1425. comprende nella ridotta selezione dei più La Serenissima lo ingaggiò, lo nominò Capitano Generale rilevanti palazzi della città e ne fa emergere della coalizione veneto/toscana e lo acquartierò a Treviso. importanza e dimensioni. Animato solo da desiderio di rivalsa e vendetta, Chi è dunque costui dal quale prese il nome il palazzo? 2 Francesco Bussone, nato presumibilmente nel 1382 a Carmagnola (Torino) da umili e poveri contadini, militò come mercenario addestrato da Facino Cane e scelse come nome di battaglia il nome della località di origine. Ebbe ruolo di rilievo nelle lotte di potere del Ducato di Milano, 3 Carmagnola vinse le truppe di Filippo Maria a Maclodio e conquistò tutto il Veneto, Brescia e Bergamo. Con insistenza , il Visconti proponeva al Carmagnola il reintegro nei beni, nei gradi e nel rango. Il potere veneziano incominciò a coltivare diffidenza nei confronti del Conte, il quale, adducendo a motivo il recupero dei suoi familiari, chiese lo svincolo del suo contratto con la Serenissima per un anno. Il Senato della Repubblica respinse la richiesta, riassumendolo d’ufficio. Si riaprirono le ostilità con il Ducato di Milano e Bussone scese in campo come Comandante supremo dell’Armata veneziana, ma la sua sconcertante lentezza di azione e il fallimento dell’assedio del castello di Soncino si ribaltarono in una immane catastrofe. La disfatta fu imputata al disimpegno e forse alla defezione del Carmagnola, ormai posto sotto un tiro incrociato di sospetti e delazioni e sostanzialmente sotto processo. La convinzione che egli avesse tradito e che si fosse lasciato corrompere dal Visconti con la promessa della Signoria di Brescia, indusse il Consiglio dei Dieci a convocarlo a Venezia col pretesto di consultazioni: accompagnato dal Gonzaga, Francesco Bussone vi giunse la sera dell’8 aprile del 1432 sotto la scorta di otto Gentiluomini. Una volta varcata la soglia del palazzo ducale, lo arrestarono. La messa in stato di accusa si concluse rapidamente con la condanna a morte. La sera del 5 maggio, alla presenza della moglie e delle quattro figlie, 4 il Conte di Carmagnola, al secolo Francesco Bussone, fu decapitato in faccia alla Torre 1. Francesco Hayez guidato, a partire dal 1412 da Filippo Maria Visconti. dell’Orologio, in Studio per la testa del Carmagnola (Ritratto del Conte Alfonso Porro Schiaffinati) Leale e coraggioso servitore della potente famiglia quell’area destinata 1820-1821 olio su tela milanese, il Carmagnola espugnò Monza; occupò Brescia, alle esecuzioni e (Milano, collezione privata) Bergamo, Piacenza e Cremona; sconfisse ripetutamente circoscritta dalle 2. Giuseppe Beretta dal dipinto di Francesco Hayez (andato distrutto) Pandolfo Malatesta; vinse i Lucchesi; pacificò gli Aretini; due colonne Il conte di Carmagnola mentre sta per essere tenne a bada i Senesi; piegò il Duca di Urbino e, di San Todaro e condotto al supplizio, raccomanda la sua famiglia all’amico Gonzaga, ultima scena della tragedia soprattutto, conferì dignità professionale alle sue squadre San Marco. di Alessandro Manzoni mercenarie. Rendendolo protagonista dell’omonima tragedia, Manzoni 1834-1838 incisione (Milano, Biblioteca Nazionale Braidense) Fu incaricato di riorganizzare l’esercito milanese: arruolati ritrasse il Conte di Carmagnola come un leale e fedele 3. Milano 1472 ed istruiti ottomila cavalieri e duemila fanti, rese al Visconti servitore di una Repubblica incapace di opporsi agli intrighi Codice Vaticano Urbinate tutti gli antichi domini lombardi. ed ai veleni delle varie Corti. Colpevole di tradimento o 4. Targa araldica della famiglia Carmagnola con le iniziali CO FR, “Comes Franciscus” La sua fedeltà fu premiata: il Duca gli conferì il titolo di vittima di una congiura esaltata dalla ingratitudine della unica traccia relativa alla prima fase costruttiva Conte, gli concesse la mano della parente Antonia e gli Serenissima? Le carte del processo andarono distrutte da del palazzo diede in dono il palazzo. un incendio. Alla gloria e alla fama popolare subentrarono l’invidia e la Nella divisione ereditaria, il palazzo Carmagnola passò diffidenza dello stesso Visconti, allarmato dal sospetto che alle figlie Antonia e Luchina, moglie di Luigi Dal Verme: il Bussone ambisse ad usurpargli il soglio ducale. Decise, questa riscattò la parte della sorella, divenendone unica così, di allontanarlo, affidandogli il governatorato proprietaria nel 1470. Bramante e Leonardo a Milano 1 Verso la fine del 1400, il Ducato di Milano, passato tecnico e formale. Intraprende il progetto per agli Sforza, prima sotto Francesco e poi sotto la grandiosa piazza davanti al castello, che avrebbe Ludovico il Moro, gode di una certa floridezza ospitato il suo capolavoro scultoreo, il gigantesco economica, prosperano le arti e la cultura. monumento equestre in bronzo a Francesco Sforza. Intorno al 1480 Bramante e Leonardo arrivano a A questo colosso, che col piedistallo avrebbe dovuto Milano e vi trovano una scuola locale vivace e arrivare a quasi venti metri di altezza, Leonardo lavorò profondamente caratterizzata: essi non si molto, riuscendo però a realizzare soltanto il modello limitano quindi ad “esportarvi” i modi dell’Italia in terracotta, perché fu bloccato dagli irrisolvibili problemi centrale, ma entrano in contatto con la tradizione posti dalla fonditura. La sterminata piazza disegnata da lombarda. Leonardo era rettangolare, di cinquecento metri per Il lungo soggiorno in Lombardia diventa in tal modo una fase fondamentale nello sviluppo delle loro 2 personalità: al rapporto con la cultura lombarda, certo meno raffinata e rarefatta rispetto all’ambiente neoplatonico della Firenze medicea o di Urbino, ma verosimilmente più stimolante perché concede maggiore libertà all’impegno personale e alla volontà innovatrice di Bramante e di Leonardo, si deve aggiungere la spinta determinante alla crescita individuale data dalla felicissima circostanza del loro incontro e dei sicuri rapporti nella loro contemporanea attività. Primo tra i due a giungere il Lombardia è Bramante, che vi svolge dapprima opera di pittore e di prospettico e che da questa esperienza passa poi definitivamente all’architettura. Di questa fase è la decorazione della sala detta degli “Uomini d’Arme” della casa Panigarola. L’organizzazione prospettica del ciclo diventa trecentotrenta, molto superiore di quella davanti a invenzione di uno spazio S. Pietro. Di fronte avrebbe dovuto aprirsi uno stradone spettacolare, teatrale. Ed è proprio largo circa cinquanta metri, inizio di un percorso Bramante che per la prima volta rettilineo che dal Castello avrebbe portato all’Ospedale applica un simile illusionismo Maggiore, passando di fianco al Duomo. Su questo prospettico anche ad un edificio stradone, costeggiato dalle facciate di eleganti dimore architettonico, nel progetto per la patrizie, si sarebbe trovato allineato anche il Palazzo chiesa di S. Maria presso Dal Verme, che nel frattempo è stato confiscato agli S. Satiro. L’area a disposizione eredi del conte Carmagnola. Viene acquisito dalla per la costruzione della chiesa Camera Ducale; poi, dopo vari trapassi, è rivendicato dal non permetteva di realizzare un coro 4 delle necessarie dimensioni: Bramante risolve il problema con la creazione di un coro “ prospettico” in stucco dipinto, creando una profondità spaziale illusoria, in uno spazio reale che è di pochi centimetri. Tra il 1482 e il 1500 anche Leonardo è a 3 Milano; sono anni in cui si divide tra l’arte 1. Leonardo e la scienza. Nell’ambito dell’architettura, la libertà e Moro, il quale se ne impossessa. “Progetto pilota” per l’espansione di Milano, c. 1493 Codice Atlantico, fol. 65v-b l’originalità del pensiero di Leonardo combaciano Resta, da ultimo, un cenno sulle opere di pittura 2. Donato Bramante perfettamente con il clima di rinnovamento urbanistico condotte da Leonardo a Milano: da ultimo non per Santa Maria presso San Satiro, Milano, 1482- 1486 voluto e pianificato dal Moro. Leonardo si mette a successione cronologica, ma perché la pittura pianta e interno progettare la Milano del futuro, razionale e spaziosa. rappresenta per Leonardo il culmine della sua ricerca, il 3. Leonardo La vergine delle rocce, olio su tavola trasportata su tela Intorno al 1493 propone un piano regolatore con un momento più alto e conclusivo della sua attività, il 1483-1486, (Parigi, Musée du Louvre) progetto pilota, non più utopistico nel senso “maggior discorso mentale” come egli stesso la 4. Leonardo L’ultima cena, tempera su muro quattrocentesco di città ideale, ma basato su esigenze definisce. Tra le opere del periodo milanese, Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, concrete della società contemporanea e dalle situazioni “La Vergine delle rocce”, “L’Ultima cena” e, nel genere refettorio, 1495-1498 reali, geografiche e politiche. Il mecenatismo di Ludovico figurativo del ritratto, “La Dama dell’ermellino” sono a gli affida anche incarichi prestigiosi, di grande impegno buon diritto le più famose. La Dama dell’ermellino 1 Eseguito
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages16 Page
-
File Size-