Breve Storia Della Accademia Dei Lincei

Breve Storia Della Accademia Dei Lincei

Digitized by the Internet Archive in 2010 with funding from University of British Columbia Library http://www.archive.org/details/brevestoriadellaOOcaru BREVE STORIA DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI SCRITTA DA DOMENICO CARUTTI rUBlìLICAZIONK DKLL\ i;. ACCADEMIA ROMA COI Tiri DEL SALVIUCCI 1883 CSI BREVE STORIA DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI Opere del barone Domenico Garutti Storia della Diplomazia della Corte di Savoja. Torino, fratelli Bocca, 1875-1880. Quattro volumi in 8°. Storia del regno di Vittorio Amedeo II. Torino, 1856 - Seconda edizione: Firenze, Lemonnier, 1863 Un volume. L'autore ne prepara la terza edizione con aggiunte e correzioni. Storia del regno di Carlo Emanuele III. Torino, 1859, Gian- nini e Fiore; Tip. Botta. Due volumi in 8^ Il conte Umberto I {Biancamano) e il re Arduiìio. Eicerche e documenti. Firenze, 1878-1882. L'autore ne pubblicherà una ristampa corretta e rifusa.' Dèi principii del Governo Libero e Saggi politici. Firenze, Lemonnier, 1801. Terza edizione. Breve storia deWAccademia dei Lincei. Un volume in 8°. Koma, 1883. Tip. Salviucci. PROEMIO L'opera degli antichi Lincei dal i603 al 1630, parte non ul- tima del rinnovamento scientifico italiano ed europeo, rimase nella memoria degli uomini, come quella di ingegni valorosi, che consapevolmente e con fermezza propugnarono il metodo sperimentale, e per esso e coll'abbandono dell'autorità aristo- telica, della sofistica e delTopinativa vollero dissigillato il libro della natura. I primordi e il fiorire dell'Accademia furono dili- gentemente narrati da I). Baldassarre Odescalchi ('), e dopo di lui, ma forse non meglio, dall'abate Francesco Cancellieri in due grossi volumi inediti ('); né alcuna istoria delle scienze o delle lettere li passa in silenzio. Non cosi la sua fine, vuoi per la scarsità e incertezza delle notizie, vuoi per certi rispetti, o veramente perchè troppo attristante spettacolo sia quel cadimento silen- zioso e senza onore di pubblico rimpianto infra i coetanei. La mia narrazione dirà della istituzione della Società nostra, e delle cose seguite dopo alla morte del principe Cesi ; quindi esporrà come, dopo cent'anni, fosse per breve tempo richiamata in vita a Rimini da Giovanni Bianchi; in qual maniera sul prin- cipio di questo secolo risorgesse in Roma, e fosse nel 1847 ricosti- tuita; e finalmente ricorderà l'ampliamento e la riforma del i875. (') Memor te istorico critiche dell'Accademia dei Lincei del principe Fede- rico Cesi^ secondo duca di Acquasparta^ fondatore e principe della medesima, raccolte e scritte da Balpassare Odescalchi duca di Ceri, Roma MDCCCVI. (') Memorie dei Lincei raccoUe da Francesco Cancellieri M. S. Lu r. Accademia ne possiede una copia, presentata dal »Socio Gilberto Govi. In appendice sarà data un saggio di Bibliografia Lincea^ cui laranno seguito taluni documenti. L'argomento della Prima parte, involto in molta oscurità, riceverà, io spero, qualche lume, e sarà purgata da certi errori coll'aiuto di carte, o pria non cono- sciute, trascurate. La Seconda parte fu da un benemerito Lin- ceo ampiamente trattata, onde io dovrò piuttosto spigolare che mietere altrove (')•, ma siccome i tempi concedono maggiore libertà al discorso che non fosse lecita nei passati tempi, riuscirà in alcuni luoghi più intiero il mio racconto. Della Terza parte noi siamo stati e siamo testimoni e attori. Piccoli fatti sono ma- teria della narrazione; pure essi fanno pensare. (-) (') SuW Accademia dei Liìicci, dal terzo suo risorgimento nell'l'èo sino alla governativa sua isnliizione del 1847. Memoria di Paolo Volpicelli. Fu inserita nel Voi. I degli Atti dell' Accademia pontifìcia dei Nuovi Lincei; Roma, 1847-48. (•) Questa Breve Storia che ripubblico con qualche giunta e correzione, fu distesa dapprima in quattro distinte Comunicazioni fatte alla r. Accade- mia, e stampate nelle sue Memorie. Esse aveano per titolo : I. Di Giovanili Echio e della instituzione dell' AcQod'ìmia dei Lincei., con alcune note inedite intorno a Galileo. Comunicazione del socio Domenico Ca- RUTTi. Memorie della Classe di scienze morali, storiche e filologiche (dei Lincei) serie S'' voi. I, 1877. II. Di un nostro maggiore, ossia di Cassiaiio Dal Pozzo il Giovine. Cornimi- cazione etc. Memorie predette serie 2* voi, IH. III. Degli ullimi tempi, deU'ultinia opera degli antichi Lincei e del insor- gimento deirAccademia. Comunicazione etc. Memorie predette, serie 3* voi. II. IV. Delle lettere inedite del principe Federico Cesi fondatore dell' Accademia dei Lincei. Comunicazione etc. Memorie predette, serie 3* voi. III. PARTE PIUMA 1 LINCEI DAL 1G03 AL 1G30 L 1 cxuattro fondatori. La famiglia dei Cesi chiamavasi anticamente Equifani o Chi- tani, e abitava il comune di Cesi, nel circondario di Terni. Pietro Chitani venne a Roma nel secolo XV, prese il cognome di Cesi, sebbene né egli né i suoi maggiori avessero mai posseduto la terra; fu avvocato concistoriale, senatore di Roma nel 1468 e nel 1477. Federico, uno dei due suoi fìgli^ ebbe la porpora cardi- nalizia (t 1565); Angelo^ suo nipote, il marchesato di Monticelli nel 4550. Acquistata la terra di Acquasparta, Sisto V la innalzò a ducato in favore di Federico Cesi, padre del fondatore dei Lincei, e nel 1615 Paolo V gli decorò le terre di S. Angelo e S. Polo del titolo di principato, portato da' primogeniti. Barto- lomeo Cesi, suo fratello, fu cardinale, e morì nel d6'21. 11 primo duca di Acquasparta ebbe due tigli: il nostro Federico, primo- genito, che non lasciò discendenza maschile, e Giovanni, che continuò la casa. Roma le è debitrice di molte fabbriche di chiese, in diversi tempi edificate o riedilìcate. Federico Cesi nacque in Roma nel 1585; e non si sa il giorno né il mese; innamorò giovinetto delle scienze naturali. Da' suoi discorsi e nei convegni con Francesco Stelluti, Anastasio De Filiis e Giovanni Eckio ebbe nascimento la nostra Compagnia. Fede- rico, che portava allora il titolo di marchese di Monticelli, avea diciott'anni, quando vi pose mano; lo Stelluti, di nobile casato di Fabriano, 1' Eckio, olandese, e il conte Anastasio De Filiis, nativo di Terni e parente dei Cesi, contavano tutti e tre ventisei anni di età. Giova narrare chi fosse T olandese. Giovanni Hecii, in latino Heckius, e da noi Echio nacque aDeventer verso il 1577, da onesta e agiata famiglia cattolica ('). Suo padre avea nome Guglielmo, e nel 4603 più non vivea. Gli rimanevano parenti, fra i quali un fratello che portava lo stesso nome del padre. Giovanni coltivò da giovinetto le discipline natu- rali. Cattolico in paese calvinista e in mezzo alle intolleranze, e ai furori delle sette, abbandonò la patria: Haerelicormn injuriis in Italiam coactus, studiis rerum natiiralium ab ineunte assuetus aetafe, scrive egli nelle Gesta Lynceorum. Venne in Italia, nella Università di Perugia studiò medicina e vi si addottorò nel 1601, addì 6 di Agosto, come risulta dalla vacchetta delle Lauree dal 1598 al 1602, a carte 124. Nelle annotazioni marginali si legge: Gratis quoad 7?."» D. Episcopum prò Doctoratu. E più sotto: Die 29 A ugusti habuit privilegium ; prò signo solvit paulos sex ('). Nt ir anno stesso della sua laurea l'Eckio compose T opera: De mirabilibus creaturarian Dei, super Cali Plinii Secundi Historias Naturales Commenta riutn. Opus ab eo scriptum in Musaeo Deaurato, anno 1601, Divo Joanni Baptistae dicatum. Esercitò quindi la medicina a Maenza, castello dei Caetani, per un anno. Nel 1602 fu chiamato dal duca Giovanni Antonio Or- sini ad esercitarla a Scandriglia (Rieti), con assegnamento di cento scudi e quindici rubbia di grano. Qui scrisse un'altra opera : Experimenta ìnedica habita Scandi'illae an. 1602 prae- sidio Ducis S. II (forse S. Gemini). A Scandriglia eravi uno speziale chiamato Raniero Casolini. Il dottore si accorse che nella composizione dei medicinali non venivano messi tutti gringredienti prescritti nelle ricette, o che vi si metteva roba cattiva ; e avendone fatta a messer Raniero ammonizione più d' una volta, questi prese a malvolerlo. Ag- giugnevasi che l'Eckio ai poveretti provvedeva, potendolo, con semplici; onde quegli, vedendosi scemare i guadagni, più in- veleniva. Un dì il dottore ordinò a certo suo ammalato non so che preparazione del Diacodion, e non avendo ella giovato, (') I registri di Battesimo della città di Deventer cominciano solamente coiranno 1693; perciò non si può ricavare la data certa della nascita. L'anno si desume dalla dichiarazione dell'Eckio scritta nel Catalogo, clie sarà citato più innanzi. (*j II documento fu per mia richiesta ricercato dalla cortesia del Conte Gian Carlo Conestabilc, nostro illustre collega ora defunto. dubitò che dallo speziale non fosse stata ammannita a dovere. Perciò disse al figlio dell'ammalato andasse da Raniero dicen- dogli che preparasse di nuovo l'ordinazione, ma in presenza di esso medico. Fu risposto che si, e l'Eckio si condusse alla bottega in compagnia di un messer Fulvio, capitano. Ma trovò la composizione già fatta, e fatta in mezzo quarto d'ora, mentre, a suo credere, richiedevasi un'ora e più. Vennero a parole, a minacce, e già levavano le mani, sicché un compare di Raniero trattenne costui, e il capitano Fulvio trattenne il medico, né per quel di vi fu altro guaio. Ma Raniero non volea che la fi- nisse così, e il 1° di giugno 1605, o per agguato o per caso, incontratolo fuori del luogo, l'assalì a tradimento nel modo che segue. Trascrivo la deposizione del dottore fatta nelle carceri dei Savelli in Roma, il '20 dello stesso mese, innanzi a D. Giam- battista Gottarello : « Il primo di giugno, mese presente, io ve- « Diva da Ponticelli, castello del signor Duca et ero a cavallo « su un mio cavallo, et havevo con me un mio servitore che è « ragazzo di 13 o 14 anni, e me ne tornavo a Scandriglia per « veder gli ammalati dove io risedo ... e poi me ne volevo « andare a saji Salvatore Monasterio delli Monaci di Farfa.

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