RAPPORTO ANNUALE 2007 Le radici della nostra Rete. Come sostenere la Rete Banco Alimentare Donando il tuo tempo come volontario: La Rete Banco Alimentare vive grazie al lavoro quotidiano di volontari: nei magazzini, nelle pratiche di logistica e di amministrazione, per le consegne, per organizzare la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, e anche per darci dei consigli preziosi sul come migliorare la nostra attività. Con il 5 PER MILLE, inserendo il CODICE FISCALE n. 97075370151 nello spazio CINQUE PER MILLE della dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e UNICO) Con una donazione, utilizzando uno dei seguenti canali: c/c bancario BPM IBAN IT56 W 05584 01714 000000002162 c/c bancario Banca Prossima IBAN IT75 K 03359 01600 100000003513 CCP n° 28748200 Intestato a FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE ONLUS Donazioni on line Con carta di credito collegandosi all’indirizzo: www.bancoalimentare.it/donazioni Sommario Premessa - pag. 5 Lo scenario mondiale: la speculazione affama il mondo Emergenza cibo: ecco chi sono i nuovi poveri in Italia Condividere i bisogni per condividere il senso della vita - pag 11 Una sfi da educativa Una risposta concreta Un valore socio-economico Un impatto sociale I principali stakeholder - pag. 19 Le Food Bank I volontari I donatori di alimenti Gli enti caritativi convenzionati I benefattori Gli enti pubblici Rete Banco Alimentare - pag. 45 Come nasce una Rete La governance I riferimenti operativi I programmi speciali Le 20 Associazioni/Fondazioni Banco Alimentare in Italia Premessa Lo scenario mondiale: la speculazione affama il mondo Emergenza cibo: ecco chi sono i nuovi poveri in Italia rapporto annuale 2007 Lo scenario mondiale: la speculazione affama il mondo “Un fenomeno totalmente nuovo si è affacciato nell’ultimo anno sulla scena mondiale: la crescita improvvisa dei prezzi dei prodotti agricoli, con una serie di effetti drammatici per le popolazioni più povere del pianeta, che ha suscitato una grande attenzione da parte dei Governi, delle organizzazioni mondiali e dei media. Gli analisti sono abbastanza concordi nell’attribuire l’aumento vertiginoso dei prezzi agricoli a quattro fattori: gli scarsi raccolti degli ultimi anni, l’aumento della domanda di prodotti alimentari dovuta alla crescita della popolazione e allo sviluppo economico di alcuni paesi del sud est asiatico, l’aumento di domanda derivante dai biocarburanti, la speculazione. La causa dell’aumento dei prezzi non va ricercata solo nei biocarburanti, ma molto di più negli altri fattori: l’aumento di domanda di prodotti agricoli da parte di Cina e India e gli effetti negativi del clima sui raccolti degli ultimi tre anni. Ma anche questi ultimi due fattori non avrebbero prodotto l’impennata vertiginosa dei prezzi che si è verifi cata nell’ultimo anno, se non fosse entrato in gioco un fattore scatenante: le speculazioni fi nanziarie. Un fenomeno totalmente nuovo, non tanto nella natura (gli investimenti nelle commodities agricole ci sono sempre stati), ma per la sua entità che ha sconvolto l’andamento tradizionale del mercato dei cereali. Le speculazioni sulle commodities agricole sono partite dopo la crisi dei mutui americani. I grandi investitori hanno cercato altre fonti di investimento per recuperare le perdite subite, favoriti, dal 2006, dalla possibilità di operare sul mercato delle commodities agricole con sistemi elettronici 24 ore su 24. A questo si aggiunga un altro dato. Il mercato delle commodities è in mano a pochissimi operatori mondiali che sono in grado di infl uenzare l’offerta di mercato e i prezzi, in molti casi agenzie para-governative, le quali sono in grado di governare l’offerta. È un fenomeno simile a quello del petrolio. Occorre, rapidamente, un intervento politico, perché non si può accettare il gioco della speculazione quando questa incide sulla vita di milioni di persone. Inoltre le politiche agricole devono essere rinvigorite per sviluppare il potenziale agricolo mondiale. Una politica di sostegno al ruolo insostituibile dell’agricoltura per lo sviluppo delle zone rurali, una politica per la diffusione di tecnologie che permettano la competitività dei sistemi agricoli, accompagnata da una gestione di stock strategici per affrontare le situazioni di crisi dei mercati, eliminando gli ultimi residui di gestione pubblica dei mercati, come le quote e il set aside (ritiro dei seminativi dalla produzione). Angelo Frascarelli, prof. associato alla Facoltà di Agraria-Perugia. Sintesi dell’art. apparso su www.ilsussidiario.net il 13.05.2008 Premessa 7 rapporto annuale 2007 Emergenza cibo: ecco chi sono i nuovi poveri in Italia L’Istat, come primo dato importante della sua ricerca, conferma una forte tensione sui prezzi dei generi alimentari di base, come pane e pasta, pur defi nendo l’infl azione stabile. Si tratta di un dato in linea con l’andamento della povertà relativa nel nostro Paese (calcolato in base ai consumi medi delle famiglie), che risulta sostanzialmente stabile da alcuni anni (nel 2006 il valore era pari all’11,1% delle famiglie italiane). Esiste però una crescente percezione di instabilità e di impoverimento che percorre la società italiana, che si fa più forte ogni anno che passa. Tale percezione è segnata profondamente dall’andamento dei prezzi di generi “sensibili” come gli alimentari, la benzina e la casa (mutui e affi tti). Come se esistesse un’infl azione percepita decisamente più alta rispetto a quella uffi ciale, i cui effetti si fanno più evidenti al Nord (dove il tasso di povertà relativa è in crescita rispetto al 2004) e meno al Sud (dove la povertà è passata dal 25% del 2004 al 22,6% del 2006). A far le spese di questa diffi cile congiuntura sono sempre di più alcune specifi che categorie di persone. Dove c’è almeno un anziano, ad esempio, la povertà è più alta della media di 2-5 punti percentuali. Ma a pagare lo scotto del caro-vita sono soprattutto le famiglie numerose, quelle con tre o più fi gli. Le cifre si fanno qui assai signifi cative: in un anno, le coppie povere con tre fi gli sono cresciute di oltre un punto percen- tuale (dal 24,5 al 25,6%), arrivando a superare ilil 30% nei casi in cui i tre fi gli sono minorenni. IlI dato trova un’ulteriore conferma anche 7.537.000 persone povere in Italia (Fonte ISTAT – ottobre 2007) 1.358. famiglie con diffi coltà ad000 acquistare cibo (Fonte INRAN – ottobre 2007) 1.435.483 persone aiutate attraverso la Rete Banco Alimentare Premessa dall’indagine europea denominata EU-SILC su “Reddito e condizione di vita”, i cui primi risultati sono stati pubblicati a inizio anno. Anche utilizzando i redditi come elemento di analisi, le famiglie con fi gli risultano le più penalizzate: oltre il 40% di queste presentano infatti redditi bassi o medio-bassi, mentre il 44% delle coppie senza fi gli rientra invece nelle fasce di reddito medio-alto o alto. E ancora, solo l’8,2% delle coppie con tre o più fi gli si colloca nella classe di redditi più alti, contro il 25% delle coppie senza fi gli. È la conferma del fatto che fare fi gli in Italia è sempre di più un elemento di impoverimento, in mancanza di adeguate misure com- pen sative in termini fi scali (quoziente famigliare o misure equivalenti). Proprio su questo versante si concentrano le aspettative per una politica famigliare capace di ripristinare l’equità, eliminando una delle più evidenti determinanti di disuguaglianza sociale. Dott. Luca Pesenti, direttore ORES – Osservatorio Regionale Esclusione Sociale. Sintesi dall’art. pubblicato su www.ilsussidiario.net il 15/05/2008 9 Condividere i bisogni per condividere il senso della vita Una sfi da educativa Una risposta concreta Un valore socio-economico Un impatto sociale rapporto annuale 2007 Una sfida educativa “In un tempo che ha smarrito il valore infi nito della persona concreta, perché ha dimenticato la tradizione cristiana, siete chiamati a rinnovare lo spettacolo della condivisione gratuita del destino dei fratelli uomini, a imitazione di Gesù di Nazareth, che ha dato la vita per i suoi amici, anche soccorrendoli nei bisogni fi sici quando li sfamò a migliaia moltiplicando i pani e i pesci. Di questo miracolo, che solo la grazia di Dio può compiere attraverso lo strumento fragile delle nostre persone, il mondo ha bisogno per ritrovare una speranza che sostenga l’infi nita fatica del vivere.” Mons. Luigi Giussani (1999) Dal messaggio inviato per il Decimo Anniversario della Fondazione Banco Alimentare Onlus “… È importante, quest’opera deve andare avanti in tutta Italia, proprio perché è una grande occasione non solo per chi riceve, ma anche per chi dona … ” Cav. Danilo Fossati Da Appunti di un dialogo con i primi volontari 1990 Condividere i bisogni per condividere il senso della vita Una risposta concreta Le evidenti diffi coltà di questi tempi hanno portato alla ribalta il problema della povertà di milioni di persone, molte delle quali non avrebbero mai pensato che un giorno sarebbe diventato un grande dramma trovare il cibo per sé e per i propri familiari. E così abbiamo imparato a guardare di più a quello che succede attorno a noi e a renderci conto della situazione concreta di tante famiglie bisognose e a desiderare di condividere la loro sorte rispondendo anche al loro grido di aiuto. Il senso di impotenza di fronte all’avanzare di questa situazione di emergenza non ci ha paralizzati, ma ha messo in moto il nostro io e la genialità della nostra amicizia operosa. I rapporti che si sono approfonditi tra tutti coloro che lavorano nelle Rete Banco Alimentare hanno permesso di accettare con nuova consapevolezza questa ulteriore sfi da, senza presunzioni stupide di autosuffi cienza e soprattutto senza demoralizzazioni. Se, come dice Papa Benedetto nell’enciclica Deus Caritas Est “Anche nella società più giusta ci sarà sempre bisogno della carità”, a maggior ragione di fronte alle evidenti diffi coltà in cui si trovano così tante persone, diventa più decisiva la nostra presenza fatta di risposte concrete a un bisogno umano.
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