001-10 Sanÿ Pref Bodei

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1 Momenti e problemi della storia del pensiero 27 2 3 ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI LAURA SANÒ UN PENSIERO IN ESILIO LA FILOSOFIA DI RACHEL BESPALOFF Prefazione di REMO BODEI NELLA SEDE DELL’ISTITUTO NAPOLI 2007 4 In questa collana vengono pubblicati i risultati di ricerche, seminari, convegni o corsi di lezioni su momenti e problemi della storia del pensiero promossi dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. © Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Palazzo Serra di Cassano Via Monte di Dio 14, Napoli www.iisf.it ISBN 978-88-89946-21-3 5 AVVERTENZA Pur essendo stata considerata da coloro che l’hanno incontrata (fra gli altri, Lev Sestovˇ e Benjamin Fondane, Jean Wahl e Gabriel Marcel, Gaston Fessard e Jean Paul Sartre), una donna di straordinaria intelli- genza e di ingegno vivo e penetrante, Rachel Bespaloff (1895-1949) è autrice ancora pressoché sconosciuta. La scarsità dei testi pubblicati durante la sua non lunga esistenza, congiunta alla difficoltà di indivi- duare un’“etichetta” che consentisse di annetterla con sicurezza ad una scuola o orientamento di pensiero, non hanno certamente contribuito alla sua notorietà. Soltanto in tempi relativamente recenti, e limitata- mente ad alcuni contesti culturali, si è assistito ad un fenomeno che può essere considerato alla stregua di una riscoperta – o di una scoperta ex novo – di una personalità che è certamente fra le piú rappresentative della cultura europea fra le due guerre. Fra i pochi studiosi che da alcuni anni a questa parte stanno dedicando le loro migliori energie intellet- tuali per una piú approfondita conoscenza del pensiero della filosofa di origine ucraina, è d’obbligo ricordare Monique Jutrin, docente all’Uni- versità di Tel Aviv, e Olivier Salazar-Ferrer, docente presso l’Università di Glasgow. Ad entrambi rivolgo il mio piú sentito ringraziamento per l’aiuto fornitomi nella stesura del presente lavoro, soprattutto per quanto riguarda il reperimento di testi altrimenti introvabili. Ringrazio anche i responsabili delle biblioteche e degli archivi, presso i quali sono custoditi i manoscritti inediti dell’Autrice, per avermi consentito di accedere alla consultazione di tali documenti. Un ringraziamento parti- colare al prof. Umberto Curi, il quale ha indirizzato e sostenuto con illuminanti indicazioni la realizzazione della presente ricerca, al prof. Remo Bodei, per aver accettato di presentare i risultati del mio lavoro, e al prof. Antonio Gargano per aver accolto questo testo nella presti- giosa collana dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. 6 AVVERTENZA Poiché la quasi totalità degli scritti della Bespaloff – e della lettera- tura critica secondaria riguardante il suo pensiero – sono inediti in ita- liano, tutte le traduzioni da testi in lingua francese ed inglese riportate nel presente volume sono mie. Padova, agosto 2007 7 PREFAZIONE A leggere questo libro vengono in mente i versi di Eugenio Mon- tale ne La storia: «La storia non è poi / la devastante ruspa che si dice. / Lascia sottopassaggi, cripte, buche / e nascondigli. C’è chi soprav- vive. / […] La storia gratta il fondo / come una rete a strascico / con qualche strappo e piú di un pesce sfugge». Rachel Bespaloff, nome finora conosciuto solo a una ristrettissima cerchia, è miracolosamente sopravvissuta alla “devastante ruspa” della storia, è sfuggita alla “rete a strascico” delle tragedie della prima metà del Novecento. Eppure per lei – ebrea ucraina emigrata in Sviz- zera, Francia e negli Stati Uniti – l’Esodo non si è concluso con l’ar- rivo nella Terra promessa. Al pari di Mosè, ha potuto vederla da lon- tano (ne ha appreso il raggiungimento da parte di altri, con la nascita dello Stato di Israele nel 1948). Proprio allora, tuttavia, in maniera apparentemente paradossale, si è tolta la vita. Non ha retto il peso dell’esistenza, delle vicende pubbliche e private, del deserto storico, non privo di gioie, che ha attraversato con la sua acuta intelligenza critica, la sua ‘sismografica’ sensibilità e la sua umana fragilità. La musica, in particolare, le ha aperto un orizzonte in cui l’esat- tezza matematica si concilia con la vaghezza del pathos, attraverso un linguaggio che rinvia oltre se stesso, verso un ultravioletto della fede che non contrasta affatto con la ragione. Ha cercato la completezza in una trascendenza che evita lo schiacciamento dell’esistere nella mera contingenza e l’opposizione canonica di Atene e Gerusalemme. Nella trascendenza la vita rinasce e, nella terminologia heideggeriana della sua Lettre sur Heidegger à M. Daniel Halévy, la metafora mon- taliana sopra ricordata si esprime cosí: «L’esistenza getta lontano le reti nelle quali l’esistente si trova catturato. Essa trasgredisce nel pro- getto i limiti di ciò che sarà». 8 Rachel Bespaloff è stata una dei primi in Francia a interessarsi di Heidegger. Tuttavia (malgrado in campo filosofico si sia cimentata con i suoi maestri, come Sˇestov e Marcel, e abbia anzi giocato “Sˇestov contro Marcel, e Nietzsche contro Sˇestov”, riscoprendo Kierkegaard a scapito di Heidegger e cimentandosi poi, al pari di Simone Weil con l’Iliade quale archetipo per comprendere la guerra che si stava allora svolgendo nel mondo) gli autori con cui piú profondamente si è identificata non appartengono all’ambito della filosofia ufficiale. Sono Tolstoj e, ancora di piú, i profeti della Bibbia. Sostenitrice dei pensatori dell’esistenza e non degli esistenzialisti (diffida di Sartre, ma è colpita da Camus), i temi della libertà e della morte sono al centro dei suoi interessi, ma lo sono al di fuori della dimensione immanente in cui i due pensatori francesi li avevano inse- riti. Lo stesso serrato confronto tra il pensiero biblico e quello ome- rico mostra lo sforzo di sfuggire ai condizionamenti storici estrinseci e di cercare delle costanti nella vita personale e collettiva. La guerra infatti, chiosa Laura Sanò, autrice di questo prezioso, avvincente e rigoroso libro, «impone all’uomo la cancellazione del tempo in senso cronologico: non esiste futuro e viene eliminata ogni idea di scopo, sia esso in funzione della guerra o in funzione della fine di essa. Tutto ciò perché la crudeltà della sofferenza priva l’animo di ogni risorsa necessaria ad uscire da essa». Nella Francia in cui giunge Rachel Bespaloff, la fase storica che intercorre fra le due guerre mondiali coincide con un periodo di grande fecondità e importanza per lo sviluppo della ricerca filosofica. Al declino dell’impostazione positivistica, che era stata dominante ben oltre la fine del XIX secolo, corrisponde infatti una fioritura di orientamenti speculativi fra loro anche molto differenziati, e tuttavia accomunati dall’esigenza di inoltrarsi in nuovi territori di indagine e di inaugurare inedite prospettive di analisi. Alla vivacità del clima intellettuale francese di quegli anni non è certamente estraneo il per- sistere di una situazione politica generale aperta e democratica, ben lontana dal conformismo ideologico che andava facendosi strada in Italia e in Germania, e che già si era consolidato in Unione Sovietica, quale riflesso dei regimi autoritari instauratisi in quei paesi. Negli anni venti e trenta del Novecento, la Francia è anzi il luogo nel quale l’elaborazione culturale può svilupparsi in condizioni di grande libertà, finendo cosí per attrarre a sé le migliori energie intel- 9 lettuali. In questo quadro, un rilievo tutto particolare deve essere riconosciuto al fenomeno dell’emigrazione russa, a seguito della quale scienziati, filosofi, artisti e scrittori, in fuga dalla Russia bolsce- vica, approdano prevalentemente a Parigi, trasferendo nella capitale francese un ricco patrimonio di esperienze artistiche e culturali. Come ha benissimo documentato Laura Sanò nella presente monografia – il primo lavoro in assoluto pubblicato sul pensiero di Rachel Bespaloff – il nucleo portante di questo variegato movimento culturale di “importazione” è costituito soprattutto da un cenacolo di pensatori, per lo piú di matrice ebraica, i quali si riuniscono attorno alla figura di Lev Sˇestov, dando vita ad una molteplicità di iniziative che avranno un peso decisivo sugli sviluppi ulteriori della ricerca filo- sofica francese e piú in generale europea nella seconda metà del Novecento. Figure come quelle di Benjamin Fondane, di Jean Wahl (il suo amico piú caro), di Boris de Schloezer, di Michel Halévy, com- paiono a piú riprese nelle cronache filosofiche dell’epoca, finendo ben presto per diventare punti di riferimento ineludibili per la com- prensione del pensiero francese contemporaneo. Fra le figure ora citate (alle quali si potrebbe aggiungere anche quella di Emmanuel Levinas, la cui vicenda esistenziale e speculativa presenta analogie con quella della Bespaloff), un posto di assoluto rilievo va riconosciuto all’autrice ucraina alla cui opera è dedicato questo libro. Introdotta alla filosofia da Sˇestov, amica e collaboratrice di Wahl, interlocutrice privilegiata di pensatori cattolici, come Padre Gaston Fessard, apprezzata e valorizzata da coloro che saranno pro- tagonisti del dibattito filosofico europeo del secondo dopoguerra, Rachel Bespaloff è certamente una figura di primissimo piano nell’e- suberante stagione filosofica francese degli anni trenta e quaranta. A Laura Sanò – già autrice fra l’altro di importanti studi sul pen- siero di Andrea Emo1, oltre che di un monumentale lavoro sul pen- siero tragico italiano fra Otto e Novecento2 – va riconosciuto il 1 L. SANÒ, Un daimon solitario. Il pensiero di Andrea Emo, prefaz. di U. Curi, La Città del Sole, Napoli 2002; Il monoteismo democratico. Religione, politica e filosofia nei Quaderni del 1953, prefaz. di M. Donà, Bruno Mondadori Editore, Milano 2003. 2 L. SANÒ, Le ragioni del nulla. Il pensiero tragico italiano fra Otto e Nove- cento, prefaz. di S. Givone, Città aperta Editrice, Troina (En) 2004. 10 grande merito di aver sviluppato la sua indagine raccordando orga- nicamente due piani distinti. Da un lato, l’analisi rigorosa dei testi ai quali è consegnato il pensiero di Rachel, cosí strappata al pressoché totale oblio nel quale permane ormai da piú di mezzo secolo il suo “pensiero nomade”.

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