n. 154 31 ottobre 2011 VETTEL COME SCHUMI GP INDIA Imbattibile, affidabile, e per giunta in continuo miglioramento. Il Vettel che quest’anno non smette di voler dominare il Mondiale ricorda sempre più l’asso tedesco. Con un vantaggio: Seb è anche simpatico Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Valerio Faccini Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Produzione: Marco Marelli Fotografie: Photo4 Actualfoto Studio Mazzi Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 FISICHELLA SHOW ALLE CASCINE FIORENTINE Una splendida giornata di sole, inaspettata per essere a fine ottobre, i colori autunnali de Le Cascine, il parco di Firenze trasformato per un giorno in un circuito, questi gli ingredienti che hanno fatto da scenario all’esibizione Ferrari che si è svolta domenica 30 ottobre a mezzogiorno, proprio nel cuore del capoluogo toscano, di fronte a diecimila persone. I fiorentini hanno accolto con grande entusiasmo la passerella di Ferrari culminata con l’esibizione di una F10, la monoposto che ha partecipato al Mondiale di Formula 1 nel 2010, guidata dal pilota della Scuderia Giancarlo Fisichella GP INDIA RED BULL IL PRELUDIO DI UN DOMINIO 4 5 GP INDIA RED BULL Massimo Costa Non ci stanchiamo di dirlo. Cosa sarebbe oggi la Red Bull senza Sebastian Vettel? Vincerebbe tut- to, senza alcuna differenza, o faticherebbe? Il confine è piuttosto evidente: da una parte il tede- sco che domina undici gare, segna tredici pole, dall’altra Mark Webber che non sempre riesce a salire sul podio, non conquista neanche un Gran Premio, realizza soltanto tre pole. Vettel è il valo- re aggiunto. Soltanto un anno fa le sue presta- zioni erano simili a quelle di Webber. Da Mel- bourne, Sebastian ha cambiato passo e soprat- tutto forza mentale. La sua crescita è stata paz- zesca. E lo ha dimostrato anche a New Delhi. Tranquillamente in prima posizione, guidando senza cedimenti, con la consueta perizia, nono- stante avesse cinque secondi di vantaggio su Jenson Button e dai box gli avessero detto di prendersela calma, lui ha compiuto gli ultimi due giri a tutta birra. Dal 53° al 55° giro aveva prodotto un forcing notevolissimo: 1’27”922, 1’27”801, 1’27”782. Poi, tre tornate tranquille, sopra l’1’28”. In vista del traguardo però, ha voluto stupire se stesso. Al penultimo passaggio, 1’27”457, sotto la bandiera a scacchi 1’27”249. Disarmante per gli avversari. Vettel sa essere sempre gioviale, allegro, intelli- gente nelle interviste che rilascia, mai banale. E cosa rara in F.1, è dotato di un senso umoristico che soltanto Robert Kubica possiede nel circus. Dopo il GP di Corea, che ha incoronato per il secondo anno consecutivo Vettel campione del mondo, ci eravamo chiesti quanto potesse dura- re il suo dominio, non quest’anno, ma nel futu- ro della F.1. In India, Vettel poteva viaggiare di conserva. Addirittura in Red Bull avevano chia- ramente detto che ora l’obiettivo è quello di aiu- tare Webber a conquistare il titolo di vice cam- pione. Per confermare il dominio. Ma Webber, nonostante partisse dalla prima fila, si è perso ed è stato impossibile sia per Vettel sia per il team poter regalare la vittoria all’australiano. La sensazione è che siamo davanti a un lungo perio- do di dominio del binomio Vettel-Red Bull, con la ovvia direzione del genio tecnico di Adrian Newey. Proprio come accaduto nei primi anni 2000 con Michael Schumacher e la Ferrari, con la partecipazione di Ross Brawn. Anche se Seba- stian è nettamente più giovane del sette volte iri- dato e la Red Bull è una squadra più fresca, aper- ta, simpatica di quella di Maranello dei tempi di Jean Todt. E costruisce lattine e non auto. 6 7 GP INDIA GLI OUTSIDER La volata per il 2. posto 50 i punti in palio Jenson Button 240 Fernando Alonso 227 Mark Webber 221 Lewis Hamilton 202 L’ORO DEI S Stefano Semeraro fronti delle blasonatissime avversarie futuro alle spalle, e che invece si è scoper- sarebbe completo. Uno-due, come sul ring, to rivelazione dell’anno. La lotta all’interno I secondi sono i primi degli ultimi, lo ha McLaren e Ferrari al tappeto. Il problema della McLaren pare averla definitivamente detto Ayrton Senna e lo hanno detto altri è che Webber sembra renitente alla chia- vinta lui, anche grazie agli autogol di Lewis prima e dopo di lui. E’ un traguardo che mata: domenica il suo compagno di squa- Hamilton, e corre che è un piacere: rilassa- vale per le statistiche, e che serve a portare dra ha provato per un po’ ad aspettarlo – to, ma grintoso, intelligente e veloce come punti anche per la classifica costruttori, e c’erano indicazioni bene precise al propo- non mai. Forse anche più veloce di quando quindi bei dollaroni, ma che non entusia- sito – ma lo stagionato Crocodile non si è vinse il Mondiale nel 2009. Un mega con- sma i piloti. Specie se si tratta di tre ex-cam- presentato all’appuntamento. Al momento, tratto con la McLaren l’ha già firmato, ma pioni del mondo e di uno che, in teoria, con 50 punti ancora in palio - è quarto con non sembra per niente disposto a tirare i aspirerebbe a diventarlo l’anno prossimo. sei punti di distacco da Jenson Button e ben remi in barca, anche perché la classifica Però, è tutto quello che lo strapotere di 19 da Fernando Alonso, e anche se dispone parla a suo favore e un secondo posto Sebastian Vettel ha lasciato ai concorrenti, del mezzo più performante pare scarsa- sarebbe la conferma che i soldi spesi per lui in questo finale di stagione reso un po’ pal- mente papabile nella corsa alla titolo da a Woking sono stati spesi proprio bene: lido dal titolo già messo in cassaforte deal “vice”. In conto vanno messe anche le moti- “Il secondo posto non conta tantissimo”, tedesco. Briciole di gloria. Alla Red Bull vazioni, le aspirazioni, la voglia di fare. In ha ammesso. “Ma non ho la minima idea di stanno cercando con convinzione di piaz- questo senso il favorito è sicuramente But- risparmiarmi, ad Abu Dhabi e specialmen- zare al secondo posto Mark Webber, per- ton, l’ultratrentenne dal sorriso inossidabi- te in Brasile voglio vincere”. ché così il k.o. tecnico e agonistico nei con- le che pensava ormai di avere un grande Chi dovrebbe sbavare per redimersi invece 8 SECONDI è proprio il suo team-mate Hamilton, che l’ennesima stagione deludente e un futuro dopo l’inizio di stagione promettente è promettente, ma incerto, Fernando è più affondato dentro se stesso, dentro i malu- realista che estremista.“Ok, finire secondo mori e le depressioni del campioncino trop- è sempre meglio che finire quinto”, ha det- po viziato, che non sopporta di perdere e to in India. “Siamo in quattro in corsa per non ha la pazienza necessaria a tentare di farcela, ma non credo che sia una priorità vincere con l’astuzia, aspettando l’occasio- né per me, né per Lewis né per Jenson né ne propizia. Arrivare secondo non gli è pia- per Mark. Se arriverò secondo bene, se arri- ciuto, non lo attira, e onestamente 38 pun- verò quarto, bene lo stesso. Rimangono due ti da recuperare in due gare a Jenson sono gare e noi della Ferrari proveremo a salire davvero tanti. Resta Alonso, l’uomo nel sul podio come abbiamo fatto qui, perché mezzo, in tutti i sensi. Di punti fra lui e But- gustare il sapore dello champagne è sem- ton ce ne sono solo 13, né troppi né troppo pre bello. Di questa stagione ricorderò la pochi per sognare di infilarsi dietro a vittoria a Silverstone, un paio di belle par- SuperSeb. Il problema però, è che a Mara- tenze e un paio di belle gare, ma non credo nello tutti stanno già pensando al 2012, e che arrivare secondi conti qualcosa, ora che che anche la proverbiale tigna, la “gana”, la la lotta per il titolo si è chiusa. Non credo vocazione a non darsi mai per vinto di Fer- che in futuro mi ricorderò se nel 2011 sono nando appare sbiadita. In equilibrio fra arrivato secondo o terzo”. 9 GP INDIA IL FATTO BOCCIATI MA PROMOSSI Stefano Semeraro Se Felipe Massa da una parte è l’acerrimo nemico di Lewis Hamilton, dall’altra ormai è diventato l’alleato virtuale di Mark Webber. I due, invisibilmente, si tengono per mano, si sostengono, si giustificano a vicenda: inutile tu, inutile io. Ferrari e Red Bull, nonostante un anna- ta grigia, nella quale hanno fallito i loro obiettivi – per Massa avvicina- re Alonso e dare un valido sostegno alla Ferrari nella corsa al titolo costruttori, per Webber impensierire Sebastian Vettel e puntare al tito- lo piloti – li hanno confermati anche per il 2012. E non si capisce benis- simo perché. Webber, che pure guida come Vettel la migliore vettura del Mondiale, non è riuscito a vincere nemmeno una volta, a differen- za di Jenson Button, Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Sempre basto- nato da superSeb, sempre incerto in partenza, costretto a inseguire, e spesso vittima o complice di tattiche di gara non sempre valide, come quella che in India gli ha fatto perdere il podio. ì J 10 11 GP INDIA IL FATTO 12 Continua a ripetere che c’erano altre scuderie interessate a lui, ma che restare in Red Bull era l’opzione migliore per puntare a vincere il titolo l’anno prossimo.
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