Le Pitture Di Bologna : Che Nelle Pretesa, E Rimostrata Fin' Ora Da Altri

Le Pitture Di Bologna : Che Nelle Pretesa, E Rimostrata Fin' Ora Da Altri

l--' ^ \ ;'ù L E PITTURE D I BOLOGNA. LE PITTURE DI BOLOGNA Che nella pretefaje rimoflrata (in' ora da altri maggiore antichità , e impa- reggiabile ecce] cnza nella Pittu^ ra 3 con manifefìa evidenza di fatto, rendono IL PASSEGGIERE Difingannato, ed Inftiutto DEIV ASCOSO Accademico Gelato. Terza Edizione Con nuova ^ e (opiofet aggiunta ^ m BOLOGNA, MDCCXXXIT. Nella Stamperìa del Lcnghi Con licenzft de\ Superiori» * ^DA^iShf.ja AGLI ACCADEMICI CLEMENTINA t^^F^W^Fm^^Kf L Conte Cariò ' Ce fare Malvajta . benemerito dell Arti vofìre quanto fapete^ e tutto ti Mondo fa , ejlinw , che la dedi* caztone di queììo fuo Libretto non potefse ad alcuno meglio convenire^ che ad un fommo Ftttore , e perciò^ /otto il nome di Afcofo Accademia* co Gelato , il dedicò a Carlo le Brun principale Vittore del magno Re La^ dovico X / F. Io che dt nuovo lo fiampo e pubblico a Voi lo dedico^ à 3 egregi egregi e predanti Accademie! y né meglto pnjjo fare , ed anzi ejitmo di avtre tn pù alto onore locata quc^ fla operetta ; conctojìachè non ad un folo eccellente <^ e raro Pittore la tn* t dirizzo y ma a molti y quali j yi_> com' ejjì il meritano y vi Jojjero L^rin^ cipi y che come il già nominato Re alle beir arti intendcJìerOy farebbono pojit in più alto grado dt fortuna y né tnvidterebbono ta forte de^ lora antichi predecefjrri , Francefco Vri^ maticto 3 e Pellegrino Tibaldi : ma. perchè il mento non Ji mifura dal favore de'* Grandi y ma dalle opere- degli Artefici yl^oi egregi e preflan* ti Accademici y dovete ejjer paghi di Voi m e defimi y da che fenza al- cuna lufinga non v ha oggi pittore-- fca Accademia piti chiara y e cele.» bre della vjira » Los) erefca ella. Jempre ^e s' avanzi , come par che^ prometta e veramente Voi ; y fé fen^ za ttn sì grand ' ajuto divenire quag- li fiete y che non dovrà fperarfiy mei ce la diligenza voflra y e gli ammaeflramenti y dt que"" giovani foU lesiti d' apparare yi quali t pubbli* ci et fludj frequentano di que(la ìnjt^ gne Accademia ? S' affetta pereto quejla tatrta ài non rimanere efau^ jia gfumnìtit d egregi maejirt , t^ non nella. Pittura folamente ^ m;t mila ^coltura ancora , e nella Ar* chitettura ^ arti tutte , che da Voi dottamente s^ infegnano ^ perchè {t fanno perfettamente » Io ho intefo da un vofiro Accademico ( quel niedefimo , che ha quejio Libretto ajjettato y e ridotto fecondo lo fi a- to delle co fé prefenti ) che Voi [ia^ te per ricevere con umanità y e gra^»- din.ento quejia mia offerta , fegno del mio rtfpettOy e della mia ejìi^ maztone verfo Voi;, e perà ^Jj e come con tutto il cuore ^ così con fiducia, e ardire ve la porgo ^ Il bignor- Dio vi confervi y e fempre in con'* ccrdia^ e tranquillità y per avan^* zamento delle vojìre belV Arti , e gloria di quefta Faina •, Kejìa Vofiro DìvotOy ed obbligato ^e^vìctore Lo Stampatore. a 4 GIAM- y^ , GIAMPIETRO ZANOTTI ALLO STAMPATORE A che voi per opera di un Amico noltro comune rri* in- CJrricarte della correzione del prefenie libretto ,*chs_» avete in animo di riftampa- re, cccjio di nuovo corretto , e acconcio fecondo Io ftato prefente. Sono ventifei anni, che il medelimo feci ad inftanzia_* dello flampatore Pier Maria Monti, che Dio abbia in Cielo, il quale volle farne la feconda ftampa, e come al lora il feci di buona voglia , così ora ho fatto , nonfo- lamente per foddisfar voi , chedifoddif- fare grandemente desidero , ma ancora per far piacere agli amatori dell'arte.* dei difegno, lignificando loro ciò che no- vcIlaEnentc è itato in Boicgna pinto fcolpito, e fabbricato; quello però che in qualche parte meriti la cura , e la in- comodità del Pafleggiere , the intenda a tali cofe ; e fé troppe ne avrò riferite, e più che al altrui vaghezza non biiogna, r ho htto per procedere coi mcdeiimo Iti- le del Gante Carlo Malvalla , primo au- tore di quefta operetta , e per d'moftrare attenzione, e diligenza. Certo che pref- fo al Malvafuio hoquefto difavvantag. a 5 gio» gio , che in fcarfo numero lecofe buone mi fi fono parate davanti , e non così a-, lui , che trattando di opere prodotte per lo più m que'due fortunatiifimi fecoli, in cui quelV arti altamente fiorirono, potè cole riferire la maggior parte di- gniffime, e sfogare il defiderio di ono- rare, e iempre più magnificare la Patria, lodando quegli artefici, che la poferoin tanta eftimazione, e gloria ; ma chi ha fano intelletto , me però non giudiche- rà meno di lui ver la Patria amorevo» l€, quantunque le Iodi fparfe in quefte mie aggiunte fieiìo fceme , e mancanti preffo le fue , coiiciolìachè lo fcarfo ri- colto non è difetto della mano» che lo raccoUe, ma del terreno, che ne fu ava- ro. Grazie al '.'ieio però, fé ora noiL* fìamo ricchi di melTe, come per lopalTa- togià fummo, iliiamoìn modo ancora, che prcicnremente altri non l'è più di noi. Ultiwìamente avemmo, e abbiamo ora maeitri tali , che i' opere loro fi polTono con lieto animo lignificare al Paffeggiere» Non fo già fc fia per toccare hi medeiima forte, a cui converrà dì nuovo quello libretto alfettare , e fé il terreno a lui darà da raccogliere quanto ho raccolto; certo, che non mutandoli le influenze.* molto s' ha a temer del contrario . So, che voi deiideravate , che fui prin- cipio di quelio volumetto io avefli polio alcuna mia fcrittura intorno alla mare- ria, che in elfo è trattata jper rendere, di- dicevate voi, l'opera più defìderabile^e pregievole; m?. quale fcrittiira , òras;io. namento vorreftemai chequi face (fi "fe^ quello, che v' ha del Contee sì dotto, e v*è meifo tanto a propofito , che bafta egli foiOjC però ogni altro farebbe fovver- chio ? 11 levarlo, e uno, che avelli fatto in cambio locarvi, farebbe cofa temera- ria , e un fraudare il libro del fuo mi- gliore ^ e troppo vi rimetterebbe dell' la onor fuo noitra Scuola , perdendo tan- ti validi argomenti , quanti fono quelli , che il Conte adduce a prò dell'antichità della iiollra Pittura centra quello, che ne fcriffe da principio Giorgio Vafari, e quindi Filippo BaJdinucci, ed altri» Egli è vero che rende fcemo d* alcune.» ragionili difcorfo del Conte l'aver noi fcoperto, e palefato una pittura di Giot- to polla nella Sagretlia di fanta Maria degli Angeli, fuori di San Mammolo, rellando per ella convinta di vanità V alTerzione del Conte, ove per provare, che Bologna tali Maeftri s * avelfe, nel tempo ancora del tanto celebrato fioren- tino , onde non mai defìderio le venilTe non che b i fogno , di ricorrere all' opera di coflui per ornar di pitture le noftre Chiefe, aft'erifle , che in Bologna né pu- re un tratto di pennello fi troverà di quella mano; ma noi, che una fua ta- vola abbìam ritrovata non 1 * abbiamo voluto tacere , comechè, il riferirla fìa wn dar arme al nemico, perchè ne piace a 6 di. dlmoflrare quale ftlma faci'amo degli al- trui maeftri , e che niuno interede pro- prio 5 ne fa tacere quello che paitfato ne può eflere in qualche modo molelto; co- sì facendo abbiamo fecondo la verità a- dopei-ato, e ce ne fapranno buon grado coloro, cui piace vedere opere di talian* tichi celebrati Pittori . Al Malvada final- mente altri , e ben più forti argomenti non mancano, onde il iuo fuggetto fo- itenere, e perciò non s ' ha a dubita- re né purech'egli maliziofameniequefta Pittura tacefse , ma dee crederai , che mai non l'abbia veduta, ne da crederli è dif- iìcile, dachè ad ogni altro nortrofcrit- tore è accaduto il medefimo , e allo fìef^ fo Giorgio Vafari , che pur diligente- mente fcride di Giotto, e quella tavola avrebbe dovuto vedere, non folamente perchè abitalTe egli in Bologna molto tempo, ma in fan Michele in bofco , ai pie del cui colle ila la Chiefa ove con. f'ervafi quella Pittura, e allora non nel- la nmota fagreftia, ma fullo aitare mag- giore; A me poi molti anni fono fa li- gnificata dal mio caniTìmo compare figr Euftachio Manfredi, il quale nel tempo delia rtate fuole abitar fuori di città , e io la lua mercè fpeifillìme fiate con lui, e foggiornando allora , come più di vent* anni ha fatto nella cafa annelfa alla fud- deita Chiefa , che anticamente era con- vento di Monaci , avea potuto fcoprirla cafualmente ai nome che in ietteie'd'oro vi Vi fla fcrittofotfo ; efenaa qucflochiTa che altri fecoli ancora non folfe rimaila ignota a qualunque . In mancanza del predetto argomento quante opere fatte da' noltri Pittori in quei tempi nota egli il Mai vaila, le quali dimofìrano che poco, ò nulla avevamo da invidiare a Firenze , veggendofi elleno non inferiori a quelle de'fuoi Pitiori ? e folo ci mancò un dot- to , ed eleganit fcrittore (intanto che laTofcgna più d'uno u* avea.) il quale in pari fama , e credito ponefle alcuno de'noftri, li peggior male fi èdiquefto difufo, e lungo ragfonamento dei Mal- valla , che oramai poche fi poifono vedere di quelle moltirtime antichilfìme Parure da lui addotte in prova del primo fuo fuggetto, a cagione delle fabbriche, che giornalmente s'innalzano fui disfacimen- to delle antiche, ò s'acconciano all' ufo moderno, perchè non palTa ftagione che alcun monumento di antichità nons'ef- tingua ; tuttavia per dimoilrare come la Piìtura femprc in Bologna fìorilfe al pa- ri che in altro luogo ballano quelli che ci fono rimaiii; e quando dal proceder qtgiianni , e prima forfè ancora che da- gli anni [ come tante volte è accaduto] tìalla cupidigia della novità,.

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