VII - FENOMENI DI ACCENTRAMENTO INSEDIATIVO NELLA TOSCANA MERIDIONALE TRA XII E XIII SECOLO: IL ‘SECONDO INCASTELLAMENTO’ IN AREA SENESE* Negli ultimi anni la storiografia italiana ha ma­ loro definizione in termini di ‘secondo incastel­ nifestato un rinnovato interesse per la nascita e lamento’ 2. La nascita di villaggi fortificati di lo sviluppo di villaggi fortificati durante i secoli notevoli dimensioni fu il frutto dell’ampliamen- XII e XIII 1. In particolare, per la Toscana meri­ to di castelli preesistenti – che per chiarezza de­ dionale è stato recentemente rilevato come nel finiremo ‘di prima fase’ – o dell’edificazione ex periodo compreso tra la metà del XII secolo e i novo di grandi castra. In tale contesto si produs­ primi decenni del secolo successivo si siano ve­ sero fenomeni di sinecismo che comportarono rificati fenomeni di accentramento insediativo rilevanti mutamenti nel tessuto insediativo pre­ destinati a mutare il volto delle campagne, assu­ esistente, con l’abbandono o il ridimensionamen­ mendo caratteri così specifici da suggerire una to di numerosi villaggi aperti o castelli di prima fase, e la conseguente determinazione di un as­ setto del popolamento maggiormente accentra­ * Il presente contributo, elaborato nell’ambito del pro- to. In questa sede intendiamo proporre un’in- getto di Atlante dei siti fortificati della Toscana (ASFT), terpretazione del fenomeno alla luce delle fonti prende le mosse da quanto esposto nel convegno di studi Fortilizi e campi di battaglia nel Medioevo attorno a Sie­ scritte e di quelle materiali relative all’area sene­ na, svoltosi a Siena nei giorni 25-26 ottobre 1996 (cfr. se, prendendo come punti di riferimento zone FARINELLI, GIORGI 1998, di cui il presente saggio costitui­ limitrofe meglio conosciute sotto questo aspet­ sce una parziale rielaborazione). È opportuno precisare che per ‘area senese’ abbiamo inteso la realtà geo-politi- to, quali ad esempio l’area amiatina, il Volterra­ ca soggetta alla città di Siena tra la fine del Duecento e no e la Maremma settentrionale 3. l’inizio del Trecento, epoca per la quale disponiamo delle prime ‘fonti di inquadramento’ capaci di restituire un’im- magine complessiva dell’assetto insediativo delle campa­ gne senesi. Per una descrizione del contado senese due­ centesco e un’analisi dei suoi rapporti politico-istituzio- 1. FONTI SCRITTE E FONTI nali con la città cfr. REDON 1994. Sono state adottate le ARCHEOLOGICHE seguenti abbreviazioni: AP = GIORGI 1994; ASFT = At­ lante dei siti fortificati della Toscana, Banca dati coordi­ nata dalla cattedra di Archeologia medievale dell’Univer- sità degli Studi di Siena; ACCO = Archivio Comunale di Il secondo incastellamento in area senese può Castiglione d’Orcia; ACSI = Archivio Comunale di Sina­ essere indagato sulla base di fonti scritte ope­ lunga; ASS = Archivio di Stato di Siena; BSSP = «Bullet­ rando prevalentemente in un’ottica retrospetti­ tino senese di storia patria»; CDA = KURZE 1974-1998; CLG = Archivio di Stato di Grosseto, Catasto toscano va. Infatti, se già per gli ultimi anni del XII seco­ [sec. XIX in.]; CLS = ASS, Catasto toscano [sec. XIX lo sono disponibili fonti utilizzabili a fini demo­ in.]; CP = CAMMAROSANO, PASSERI 1985; CV = CECCHINI et alii 1931-1991; C1262 = ZDEKAUER 1897; DAG = ASS, grafici, ovvero elenchi di giurati apposti ad atti Diplomatico Archivio Generale; DAR = ASS, Diplomati­ di sottomissione al comune cittadino da parte di co Archivio delle Riformagioni; D1208 = DAR 1208 di­ cembre 6, edito in ASCHERI 1993; IRS = PASSERI 1994; LBB = ASS, Diplomatico Legato Bichi-Borghesi; SMS = ASS, Diplomatico Ospedale di S. Maria della Scala; TP = 2. Su tale definizione cfr. FARINELLI, GIORGI 1998. ASS, Estimo. I toponimi che non compaiono nella carto­ 3. Sulla radicale ridefinizione dell’assetto insediativo grafia scala 1:25000 dell’Istituto Geografico Militare sono amiatino che tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo indicati in corsivo. Nel caso in cui tali denominazioni di determinò una forte polarizzazione del popolamento ver­ luogo corrispondano a toponimi moderni, questi ultimi so un limitato numero di centri castrensi cfr. WICKHAM sono indicati tra parentesi, di seguito alla versione più 1989. Sull’area volterrana si vedano i recenti GINATEMPO antica. L’impostazione generale, la schedatura del mate­ 1994 e AUGENTI 1993-1994. Per la Maremma settentrio­ riale e la redazione degli apparati sono state curate colle­ nale le indagini storico-archeologiche coordinate da Ric­ gialmente; la redazione del testo è stata così ripartita, in cardo Francovich nei territori di Scarlino, Campiglia porzioni quantitativamente analoghe: Roberto Farinelli, pa­ Marittima, Suvereto, Massa Marittima e Gavorrano han­ ragrafi 1, 2.1-3, 4; Andrea Giorgi, paragrafi 2, 2.4-6, 3. no messo in luce fenomeni di accentramento insediativo 1 Sull’interesse recentemente dimostrato dagli studiosi nei databili ai secoli XII-XIII in aree interessate da anteriori confronti della nascita di nuovi villaggi connessa ai feno­ fenomeni di incastellamento. Si vedano in proposito FRAN- meni di accentramento insediativo verificatisi tra XII e COVICH 1985a; FRANCOVICH 1985b; CUTERI 1990; FRAN- XIV secolo cfr. COMBA 1991 e i riferimenti bibliografici COVICH 1991; ALBERTI et alii 1997; BIANCHI 1997, nonché in esso contenuti. DALLAI, FARINELLI 1998. 239 comunità o signori del contado 4, solo con lo scor­ Le indagini archeologiche condotte sino ad oggi cio del XIII secolo e i primi decenni del XIV – e sembrano mostrare come i borghi di case a schie­ quindi per l’epoca immediatamente successiva a ra presenti in alcuni grandi castelli della Tosca­ quella in cui si manifestò il secondo incastella­ na meridionale siano stati realizzati nel corso dei mento – disponiamo di ‘fonti di inquadramen­ secoli XII e XIII a seguito di vere e proprie pia­ to’ che consentono di ricavare il numero, le di­ nificazioni urbanistiche, talvolta impostate sugli mensioni e la distribuzione dei centri abitati, assi viari principali, in altri casi attuate secondo permettendo di definire l’assetto del popolamen­ uno schema concentrico imperniato sulla som­ to e i quadri insediativi presenti nell’intero con­ mità di alture 7. Peraltro, le ridefinizioni urbani­ tado senese 5. Per quanto riguarda la documen­ stiche e gli interventi costruttivi operati nei cen­ tazione più antica, in numerosi casi essa presen­ tri rurali toscani furono assai più consistenti per ta chiari indizi di come un certo numero di ca­ il XII secolo piuttosto che per le epoche prece­ stelli abbia conosciuto fasi di forte sviluppo in­ denti: l’uso della pietra come materiale da co­ sediativo proprio nel periodo compreso tra la struzione conobbe infatti una decisa crescita e metà del XII e i primi decenni del XIII secolo. vennero introdotte e diffuse su larga scala tecni­ Potrebbe tuttavia apparire legittimo domandar­ che murarie romaniche a filaretto, impiegate in si in quale misura la comparsa di queste indica­ edifici realizzati da maestranze specializzate ‘fo­ zioni sia connessa a effettivi mutamenti insedia­ restiere’ 8. In questo contesto cominciarono ad tivi oppure sia da collegare a fenomeni insiti essere costruite in muratura anche le dimore nei meccanismi di produzione e conservazio­ contadine – le cui strutture di norma obliteraro­ ne delle fonti scritte. A nostro giudizio pare no le tracce degli edifici preesistenti – e spesso an­ quindi indispensabile un confronto puntuale che nei borghi extramuranei i lotti abitativi furono del dato documentario con quello desumibile ridisegnati utilizzando criteri di regolarità e ra­ dalle fonti materiali, verificando la possibilità zionalità. Nel corso del secolo XII tale tendenza di attribuire a fasi di XII secolo i casi di ridefini­ non era ancora necessariamente connessa al sor­ zione dell’urbanisme villageois caratterizzati dalla gere di borghi destinati ad aumentare la superfi­ realizzazione di impianti urbanistici pianificati, cie abitativa dei castelli, ma si riscontrava anche operando ad esempio il riconoscimento archeo­ in centri che non avrebbero conosciuto signifi­ logico di strutture realizzate in muratura a fila­ cativi accrescimenti, traducendosi in radicali ri­ retto databili a tale periodo 6. definizioni urbanistiche di aree già abitate. Dal punto di vista esegetico, si osserva innanzitutto come le nuove strutture in pietra realizzate a 4. Tali fonti vennero utilizzate già da Enrico Fiumi (cfr. partire dal XII secolo fossero assai meno deperi­ FIUMI 1977, pp. 98 ss e FIUMI 1983). Per un esame com­ bili rispetto a quelle preesistenti. Di conseguen­ plessivo dei giuramenti di area senese e volterrana cfr. AP e GINATEMPO 1994. Sull’utilizzazione di elenchi di giu­ za, gli impianti urbanistici posteriori alla metà rati a fini demografici si vedano anche le considerazioni del XII secolo risultano da un lato riconoscibili metodologiche contenute in SALVATORI 1994a; SALVATORI piuttosto agevolmente negli insediamenti abban­ 1994b e VARANINI 1994. Più in generale, sull’impiego delle diverse tipologie di fonti documentarie per la storia degli donati, perché caratterizzati da una forte resi­ insediamenti medievali in Toscana, cfr. GINATEMPO, GIOR- stenza al degrado, mentre d’altro canto, nel caso GI 1996. di insediamenti a continuità di vita, tali impianti 5. Ricordiamo in particolare le registrazioni dei pagamenti di imposte calcolate un tanto per fuoco (o massaritia) ef­ mostrano una notevole capacità di sopravvivere fettuati dai comuni del contado nel 1278 (cfr. ASS, alle modifiche da essi subite:
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