DOTTORATO DI RICERCA INTERNAZIONALE IN ITALIANISTICA CICLO XXV COORDINATORE Prof. Gino Tellini Canone e Anticanone. Per la poesia negli anni Novanta Settore Scientifico Disciplinare L-FIL-LET/11 Dottorando Tutor Marco Corsi Prof. Maria Carla Papini ___________________________ ___________________________ Anni 2010/2012 a chi mi è stato accanto nonostante il vento a mio fratello, ai suoi anni alla mia famiglia Ringrazio senza distinzioni di merito, ma per le dovute e implicite ragioni: Cristina Annino, Mariella Bettarini, Enza Biagini, Piero Cademartori, Anna Cascella Luciani, Alberto Casiraghy, Giuseppe Conte, Milo De Angelis, Adele Dei, Anna Dolfi, Mario Domenichelli, Federico Fastelli, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Biancamaria Frabotta, Marcello Frixione, Giuliano Ladolfi, Gabriella Maleti, Agnese Manni, Marco Marchi, Marco Merlin, Maria Carla Papini, Elio Pecora, Antonio Riccardi, Gabriella Sica, Teresa Spignoli, Cesare Pietro Spinelli, Patrizia Valduga, Fabio Zinelli. A questi aggiungo il ricordo di alcuni maestri mai conosciuti: Giovanni Raboni, Giovanni Giudici, Amelia Rosselli, Vittorio Sereni. Non posso dimenticare il personale della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Se in certi momenti è cresciuto il senso di questo lavoro, ogni significato porta anche il vostro nome. Indice Introduzione. Canone, Anticanone, Poesia , p. IX I. Tra corrispondenze e analisi: alcuni studi sulle riviste 1. Dieci anni di «Poesia» come paradigma. 1988-1998 , p. 3 1.1 Introibo: la direzione Valduga , p. 3; 1.2 Un breve interregno e il cerchio intorno a Maurizio Cucchi , p. 12 ; 1.3 Il lascito, il demanio del poeta, ancora i rapporti tra la rivista e gli editori , p. 23 ; 1.4 Appendice interna: il caso Cacciatore (con un paragrafo su Villa) , p. 33 ; 1.5 Per chiudere un punto sul 1998: “Donne e poesia” , p. 38 2. Sul senso della poesia in rivista. Appunti e repertori , p. 49 3. Controriforme. «l’immaginazione», «Allegoria», «Baldus», «Altri luoghi» , p. 77 3.1 Ipotesi preliminari: materialismo e poesia , p. 77 ; 3.2 Scende in campo «l’immaginazione» , p. 88 ; 3.3 L’impresa nel postmoderno: «L’ombra d’Argo» si fa «Allegoria» , p. 101 ; 3.4 Genova-Napoli, con uscita a Milano. Il Gruppo 93 , p. 112 II. Questioni di poesia e bilanci sull’editoria 1. Dall’editore alla collana al libro di poesia , p. 129 1.1 Editoria come genere “romanzo” , p. 129 ; 1.2 Note per il lettore. Sul Fondo Forti dell’Archivio Mondadori , p. 149 ; 1.3 Strutture di veicolazione e di raccordo , p. 167 2. Nella fabbrica del libro. Rapporti di poesia , p. 179 2.1 Per un quadro con al centro Mondadori , p. 179 ; 2.2 Poeti di poeti. Mondadori e “Il Nuovo Specchio”, p. 191 ; 2.3 Per altri “Oscar” , p. 204 ; 2.4 La “bianca” di Einaudi tra collezione e poesia , p. 211 ; 2.4.1 La formula dei “Nuovi poeti italiani” , p. 213 ; 2.4.2 Volumi complessivi, presenze e durate , p. 219 ; 2.5 I Garzanti “Poesia”, p. 230 3. Ancora postille, ultimi preliminari. Due dibattiti e i premi di poesia , p. 247 3.1 Prove di Novecento: funzioni critiche e genealogie , p. 247 ; 3.2 Un canone per i premi di poesia? , p. 261 Bibliografia , p. 271 Introduzione. Canone, Anticanone, Poesia La scelta di rappresentare un decennio, o forse l’intera metà di un secolo di poesia, attraverso la logica oppositiva di “Canone” e “Anticanone”, nasce dal bisogno di stabilire dei caratteri determinanti all’interno della storiografia critica e letteraria dell’ultimo Novecento. La prospettiva che si apre attraverso l’indagine sullo stato della poesia negli anni Novanta, infatti, raccorda varie questioni legate alle genealogie poetiche dell’intero secolo, alle tendenze e ai movimenti che le hanno caratterizzate, mettendo in evidenza gli aspetti che consentono di storicizzarne il valore e le relative e reciproche influenze. In avvio, bisogna forse partire dalla definizione di alcuni presupposti teorici che hanno guidato la ricerca e che coincidono, almeno in parte, con l’intenzione di non assecondare alcuna tendenza, né di proporne delle nuove, cercando invece di investigare, nella maniera più oggettiva possibile, gli argomenti specifici del dibattito sulla poesia contemporanea fino ad indicarne alcune possibilità di senso, sia in termini di poetica che relativamente alle varie questioni riguardanti la critica. * Fin dalle prime ricerche effettuate, è stato per lo più inevitabile imbattersi nei due termini paralleli e contigui di “Canone” e “Anticanone”: due termini che sembrano non corrispondere nell’immediato alle esigenze legate allo studio del presente della letteratura, ma che rivelano un assoluto stato di necessità per chi intenda mettere piede in un sentiero così battuto e dissestato come quello della poesia. A chi scrive, per il suo lettore, sembra ancora opportuno citare alcuni fra i momenti più significativi della riflessione teorica che fanno capo al dibattito sul Canone e alla relativa e continua trasformazione del senso della Tradizione, entrambi partecipi della mediazione tra passato e presente della scrittura. Quando nel 1996 venne pubblicata da Bompiani la traduzione de Il Canone occidentale di Harold Bloom, l’intento selettivo e la verticalità delle scelte da lui operate non potevano che rinfocolare alcune questioni critiche che dalla metà degli anni Settanta avevano tenuto banco in ambito teorico e nella prassi interpretativa dei critici nostrani. Nel dossier Sul canone promosso dalla rivista «Allegoria» (n. 29-30, 1998) , in particolare, troviamo esplicitati i modelli di riferimento utili per una indagine preliminare su tali questioni, che si sostanziano delle diverse impostazioni critiche di Remo Ceserani, Giulio Ferroni e Romano Luperini. Critici che riflettono circa il valore e il concetto di Canone, basandosi anche sulla loro precedente o concomitante esperienza di autori di manuali o storie della letteratura italiana. Nell’occasione appena citata, Ceserani propone alcuni Appunti sul problema del canone in base ai quali è possibile rilevare la stretta dipendenza che sussiste tra i IX Canone e Anticanone. Per la poesia negli anni Novanta concetti di avanguardia e tradizione rispetto alla costituzione del canone contemporaneo, oltre ad indicare il senso restrittivo che deriva da un’analisi oppositiva di poetiche e tendenze rispetto alla possibilità concreta di mettere a fuoco una identità letteraria nazionale, specie in un periodo convulso come quello del Postmoderno 1. La posizione di Ceserani, del resto, fa da specchio al lavoro da lui svolto assieme a Lidia De Federicis nell’allestimento de Il materiale e l’immaginario (Loescher 1991) , in cui, adottando una visuale e un’ipotesi interpretativa eclettica sui fenomeni letterari presi in esame, Ceserani confronta implicitamente le due opposte visioni – ma sarebbe meglio dire complementari – di Luperini e Ferroni intorno al Canone e alla storicizzazione degli autori e dei loro testi, di cui si cercherà brevemente di ricordare almeno i punti salienti. Luperini, già col volume dedicato al Novecento (Loescher 1981) 2, aveva dato prova delle sue ascendenze marxiste e della sua aderenza ad un modello teorico d’impronta materialistica, secondo cui ogni ricognizione sulla letteratura del presente appare irrimediabilmente legata alla revisione dei codici linguistici ed ermeneutici operata dal dialogo tra scrittura e società: criteri dai quali discende, a sua volta, un concetto di Canone la cui valenza, nei confronti del presente, non può che essere storica pragmatica e relativa, alla pari del modello ermeneutico sul quale si innesta – come Luperini stesso ribadisce nell’introduzione a Il dialogo e il conflitto (Laterza 1999) 3. Ferroni, invece, in maniera tangenziale rispetto a Luperini, e virando forse nella direzione operata da Ceserani, afferma il «bisogno di concepire in modo davvero nuovo l’intreccio tra la tradizione che abbiamo alle spalle e i valori comuni e civili, i progetti di futuro di cui la letteratura può garantire la possibilità e la sopravvivenza»4, senza tuttavia indicare una ipostasi interpretativa utile alla formulazione dei giudizi di valore sulle opere. La necessità di un Canone per la contemporaneità, quindi, viene istituita sulla base di variabili quali «possibilità» e possibilità di «sopravvivenza» della 1 R. Ceserani, Appunti sul problema del canone , «Allegoria», n. 29-30, 1998, p. 68. 2 Cfr. R. Luperini, Prefazione , in ID., Il Novecento. Apparati ideologici, ceto intellettuale, sistemi formali nella letteratura italiana contemporanea , Loescher, Torino 1981, pp. IX-X: «Non l’unità va ricercata, ma la divisione; non la continuità o lo sviluppo ma l’interruzione e la rottura. È certo necessario ricostruire dei ‘sistemi’ in cui inserire i fenomeni culturali e studiare poi le relazioni fra questi e quelli e dei vari sistemi fra loro, perché solo attraverso questa capacità ordinatrice possiamo ancora cercare di interpretare la realtà. Ricondurre il molteplice all’unità, il disordine all’ordine appare dunque indispensabile; ma a un patto: che non si perda la tensione fra fenomeni e sistema e dei sistemi fra loro, non si dimentichi che l’uno è inscindibile in due, che l’equilibrio nasconde lo squilibrio». 3 Cfr. R. Luperini, Introduzione , in ID., Il dialogo e il conflitto. Per un’estetica materialistica , Laterza, Roma-Bari 1999, p. VII: «Un’ermeneutica materialistica sa che il sistema a spirale domanda-risposta- nuova domanda sposta di continuo in avanti, all’infinito, il processo di ricerca della verità; ma sa anche che ciò non comporta affatto la caduta nel baratro della deriva ontologica dei significati, ma
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