Un secolo di satira 1820 – 1920 Pubblicazione a cura di Francesca De Ruvo e Alessandramonica Mazzaro coordinamento scientifico Lucio d’Alessandro Piero Craveri Ortensio Zecchino Barbara Jatta Natascia Villani coordinamento organizzativo Michele Affinito Caricature Gabriele de Martino di Montegiordano della Fondazione Pagliara e progetto grafico dell’Istituto Suor Orsola Benincasa Sergio Prozzillo Flavia Soprani produzione Imago sas digitalizzazione Living lab Bacone – Scienza Nuova ringraziamenti Alessia Avallone Barbara Balbi Eugenio Capozzi Stefano De Luca Emma Giammattei Pierluigi Leone de Castris Roberto Montanari Pasquale Rossi Paola Villani Progetto Satira e Rappresentazione del potere Operazione finanziata dal Piano di Azione e Coesione III UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DGRC n. 225 del 12.7.2013 – CUP B69D15004240008 SUOR ORSOLA BENINCASA Istituto Suor Orsola Benincasa 2016 © Tutti i diritti riservati isbn 978-88-96055-76-2 Lucio d’Alessandro Relazioni virtuose La cittadella di Suor Orsola Benincasa rappresenta una realtà decisamente peculiare nel vasto panorama delle Istituzioni formative del nostro Paese anche per quel connubio di organismi che la caratterizza, alimentandone la vitalità culturale secondo una prerogativa che appartie- ne alla migliore tradizione delle più prestigiose accademie d’Europa. Espressione esemplare di questa speciale officina di scienza condivisa è il fruttuoso legame tra l’Università, comunità attiva di for- mazione e di ricerca, l’Ente Morale, diretto dal professor Piero Craveri, dal quale dipende l’intero patrimonio architettonico e culturale in cui si sviluppa la vita universitaria, e la Fondazione Pagliara, presieduta dall’o- norevole Ortensio Zecchino, nata nel 1947 dalla scelta di Maria Antonietta e Adelaide Pagliara di mettere l’ingente patrimonio artistico ereditato dal fratello Rocco a disposizione di docenti e discenti. L’effetto di quella lontana donazione che stabiliva il trasferi- mento di una considerevole e composita collezione privata − un tempo ospitata nella principesca dimora di Villa Belvedere al Vomero − nelle antiche sale della cittadella monastica di Suor Orsola fu di immediata evidenza, in quanto il patrimonio acquisito divenne un ulteriore capitale dell’Ateneo capace di arricchire e dare senso nuovo a sapere e ricerca. È infatti indubbio che l’immersione quasi naturale, perché ambientale, in luoghi ricchi di tracce dell’intelligenza e del genio dell’uomo rappresenta un vantaggio formativo unico per le giovani generazioni che vi crescono. Tra i tesori custoditi dalla Fondazione, entro i quali spicca l’ec- cezionale collezione di opere d’arte e il pregevole fondo musicale, si di- stingue per non minor rilievo lo straordinario patrimonio iconografico formato da un corpus di circa diciannovemila esemplari tra stampe, di- segni e incisioni, che verrà presto reso accessibile agli studiosi grazie all’avanzato programma di catalogazione e digitalizzazione promosso dal Centro interdipartimentale di ricerca e progettazione «Scienza Nuova», Enrico Sacchetti Enrico Caruso in Il Teatro Illustrato primi del ’900 Napoli, Fondazione Pagliara 6 Lucio d’Alessandro Relazioni virtuose ma al quale hanno già garantito visibilità una serie di iniziative (mostre, Ortensio Zecchino convegni e pubblicazioni) che, a partire dagli anni Settanta del Novecento, sono state presentate al pubblico e agli studiosi grazie all’assennata lun- gimiranza di Antonio Villani. In particolare una serie di mostre e relativi cataloghi hanno dato lustro negli anni alle raccolte di incisioni seicentesche e settecentesche, rese note al pubblico per le cure di Maria Teresa Penta insieme ad Anna Caputi e Barbara Jatta. A quest’ultima − che insegna da molti anni Storia delle tecniche e delle arti grafiche alla nostra Facoltà di Lettere, trasferendo Adelaide e Maria Antonietta Pagliara vollero erigere in una Fon- ai giovani la sapienza che le viene anche dall’essere stata a lungo respon- dazione, recante i loro nomi (riconosciuta con Decreto del Capo provvi- sabile del Gabinetto delle stampe della Biblioteca Apostolica Vaticana, sorio dello Stato del 9 gennaio 1947, n. 358), la gran parte dello straordi- prima di essere stata scelta, recentemente, per il prestigioso incarico di nario patrimonio d’arte realizzato, nei suoi cinquantanove anni di vita, dal direttore dei Musei Vaticani − va il merito di aver ideato e indirizzato un fratello Rocco, geniale personaggio poliedrico e avventuroso. Per dispo- lavoro di recupero filologico delle stampe e dei disegni del fondo Pagliara, sizione delle fondatrici il patrimonio è custodito tra le storiche mura del di cui questo catalogo, curato dalle sue allieve, rappresenta un significati- complesso monumentale Suor Orsola Benincasa. vo risultato. Rocco Pagliara (Baronissi 1855 – Napoli 1914), fu significativa Il progetto di schedatura conservativa delle stampe ha permes- espressione della effervescente vita culturale a cavallo tra XIX e XX secolo. so di riscoprire e di mettere in luce un prezioso giacimento di documenti, Letterato, giornalista, poeta, musicofilo, ma soprattutto vorace incettatore tra i quali emergono anche ottocento caricature di cui questa pubblica- di cose belle, raccolse di tutto, incarnando la ben nota figura del collezioni- zione offre una scelta accuratamente vagliata per rappresentare la storia sta insaziabile: libri, manoscritti, autografi, stampe, dipinti, disegni, sculture, del genere nella produzione artistica ed editoriale europea tra il XIX e il argenti, miniature, ceramiche, porcellane, vetrate, orologi, monete, tessuti, XX secolo. Un racconto qui ritessuto attraverso una varietà di contributi mobili lignei, paramenti sacri, costumi teatrali, strumenti musicali. che letti insieme testimoniano le infinite possibilità espressive di questa Scopo della Fondazione, come è scritto nelle sue tavole fonda- produzione artistica capace di declinare, richiamando epoche, posture tive, è quello «di integrare l’opera culturale ed educativa dell’Istituto di e costumi differenti, una infinità di partiture culturali, dall’antropologia magistero Suor Orsola Benincasa», di cui Maria Antonietta Pagliara fu di- alla storia, dalla filosofia alla politica, dall’arte alla letteratura. rettrice dal 1932 al 1947. Ciò significa che il suo patrimonio non può resta- Si trovano per esempio a dialogare, in queste pagine, le figurine re chiuso e deve essere offerto in primis al godimento ed allo studio della trasfigurate della società napoletana uscite dalla matita di Solatium con comunità suororsolina, intanto molto cresciuta per numero ed ampliata gli sketches politici di John Doyle e le dissacrazioni prodotte dall’artiglio per interessi disciplinari. Ma un tal patrimonio non può essere negato di Daumier capace di far saltare i vincoli della convenzione fino a inflig- neppure al pubblico esterno di amanti di beni culturali che, nel nostro gere un colpo mortale anche agli dei dell’Olimpo. Così queste caricature, tempo, va crescendo sempre più. In aderenza a questo precetto sta per “enfants terribles” della storia dell’arte, che ben corrispondono per il loro essere riaperta al pubblico, rinnovata e in più adeguati ambienti, l’espo- carattere eccentrico, anomalo, sovversivo, alla dirompente, eclettica, in- sizione permanente della gran parte del patrimonio pittorico e scultoreo. stancabile e dispersiva personalità di Rocco Pagliara danno anche conto A questa stessa logica si sono finora ispirate le tante mostre temporanee di come i nostri migliori intellettuali partenopei abbiano saputo e voluto realizzate su vari segmenti del vasto patrimonio della Fondazione. sempre dialogare con l’Europa. In coerenza nasce quindi anche la mostra illustrata da questo catalogo. Originale ne è l’oggetto. Le caricature si fanno ammirare come 8 Ortensio Zecchino immagini d’arte, ma sono ovviamente ancor più documenti che narrano Barbara Jatta – attraverso i tratti caricati – di personaggi e vicende politico-culturali del tempo. La Fondazione vanta un cospicuo fondo di oltre ottocento carica- ture di cui solo sessantadue in mostra. L’esposizione giunge a coronamento e suggello del certosino e complesso lavoro di catalogazione (individuazione della tecnica utilizzata e dei centri di produzione italiani ed europei, attribuzione di paternità ar- tistica, definizione dei generi caricaturali), portato avanti, con intelligenza e diligenza, da Francesca De Ruvo e Alessandramonica Mazzaro sotto la Sono passati quasi venticinque anni dal mio arrivo all’Univer- direzione della professoressa Barbara Jatta. sità Suor Orsola Benincasa come docente di Storia delle Arti e Tecniche Alle dottoresse De Ruvo e Mazzaro, dunque, il ringraziamento Grafiche e l’Istituto e i suoi studenti sono evoluti con il passo dei tempi, e della Fondazione per aver reso godibile e fruibile questo originale seg- se da una parte la flessione delle presenze va interpretata con un inevita- mento del suo patrimonio d’arte. bile ridimensionamento generazionale, dall’altra va vista come la volontà di distillare le energie verso quella “qualità” che ogni grande istituzione e ateneo dovrebbero porsi come obiettivo. Questa iniziativa sulle caricature del Pagliara va analizzata in questi termini e Suor Orsola ne esce vincitrice sotto diversi aspetti che mi piace sottolineare in queste poche righe. Arrivata a Napoli come insegnante ho trovato che il modello an- glosassone-statunitense della presenza di un museo e di collezioni artisti- che all’interno dell’istituzione (penso al Courtauld di Londra, a Oxford, a Cambridge, ma anche a Yale, Harvard etc...)
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