
City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 2-2016 Il dilemma del prigioniero. Luciano Bianciardi e il disincanto del moderno Ilaria Muzzi Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/674 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO. LUCIANO BIANCIARDI E IL DISINCANTO DEL MODERNO By Ilaria Muzzi A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Comparative Literature in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2016 © 2016 ILARIA MUZZI All rights reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Comparative Literature in satisfaction of the dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy. Professor Giancarlo Lombardi_ ___________ _____________________ Date Chair of Examining Committee Professor Giancarlo Lombardi ___________ ______________________ Date Executive Officer, Comparative Literature Professor Giancarlo Lombardi__________________ Professor Monica Calabritto___________________ Professor Paolo Fasoli_______________________ iii ABSTRACT Il dilemma del prigioniero. Luciano Bianciardi e il disincanto del moderno By Ilaria Muzzi Adviser: Professor Giancarlo Lombardi The aim of my study on the works of Luciano Bianciardi is to expand upon his complex and conflicted relationship with the modernity of the new mass communication society emerging in Italy during the 1950s and 1960s, focusing on his career and several important areas of his work in particular. Bianciardi’s confrontation with modernity is ambiguous and challenged because it originates from the result of a dialectic between his intense, innate and conflicted roots in his hometown area of Maremma, his traditions and values and his fatal attraction to the new society and new mass culture. This can be compared to the movement of a moth attracted to a flame, an oscillation between the country and the city, between tradition and innovation, and between the old values of a prewar and agricultural Italy and the new values of a post-industrial and consumerist civilization. He also oscillated between the political and civil commitment of secular scholars and engagé intellectuals and a retreat to the mere technical functions of cultural professionals and unskilled workers in publishing, providing his specialized and fragmented knowledge at the service of a technical-production system that transcends and subsumes it. This dialectic appears to be characterized by a feeling of failure and defeat that, in a certain sense, precedes and in some dimension generates and contains his intellectual activities and his work as a writer. When leaving Maremma for Milan, he was excited by the desire to respond to and repudiate the Ribolla tragedy, his life’s great spiritual and moral watershed. Later, when surrendering to the city’s moral and intellectual licentiousness, he made the painful realization that his vocation was that of a polished interpreter and critic of the dawning modernity, viewed through the privileged field of observation of the cultural sector. He experienced this as a betrayal of the values of provincial civilization in his spiritual, intellectual iv and moral standard, an escape and retraction from his home in Maremma, his family and his friends and companions. The privileged field of observation focusing on this dichotomy, which is the source of Bianciardi’s poetics and the origin of the value of his more engaging and intense works, full of critical and cultural depth, can be recognized in his passion for modernity’s quintessential industry, that of the cinema. It is also evident in the trilogy of anger, which represents not only the most successful and prolific part of his writing, but also an explicate confrontation and conflict with the contemporary world. The analytical force of Bianciardi’s inquiry into Italian society of that time does not cease to amaze and draws its particular style from this existential experience that was both painful and resigned, both combative and disillusioned. v Ai miei genitori, che hanno sempre creduto in me vi ACKNOWLEDGMENTS I would like to thank Professor Giancarlo Lombardi. His support helped me; his wisdom and guidance enriched my knowledge, and made this dissertation possible. I also want to thank my doctoral committee, Professor Monica Calabritto and Professor Paolo Fasoli. My deepest gratitude goes to my parents, for their love and patience. Last but not least, a heartfelt thank you to my best reader, Gian Marco. vii TABLE OF CONTENTS Abstract..............................................................................................................................iv Introduzione........................................................................................................................ 1 Capitolo uno.......................................................................................................................16 L’apprendistato cinematografico e narrativo di Luciano Bianciardi Capitolo due.......................................................................................................................49 Da Grosseto a Milano. Dalla tragedia di Ribolla alla genesi della trilogia della rabbia Capitolo tre.......................................................................................................................115 La Vita agra. L’opera sperimentale di uno scrittore atipico Capitolo quattro................................................................................................................159 Dalla pagina allo schermo, la vita è sempre agra Conclusioni......................................................................................................................198 Bibliografia.......................................................................................................................209 viii INTRODUZIONE Il mio avvicinamento all’opera di Luciano Bianciardi avviene molto presto e ha un valore autobiografico. Mio padre è maremmano per parte paterna, così ho trascorso buona parte della mia infanzia e tutta la mia fanciullezza nei luoghi di Maremma narrati da Bianciardi. I parenti di quel ramo della mia famiglia paterna hanno vissuto -e coloro che ci sono ancora, vivono- proprio a Grosseto. Mio nonno Elesvan lasciò Grosseto per trasferirsi a Milano, fu chiamato a lavorare nella sede del Comando della 1ª Regione Aerea dell’Aeronautica militare di Piazza Novelli, a città Studi. Mio padre è un milanese solo anagraficamente ma è maremmano nel cuore e mi ha tramandato questo senso di nostalgia per una terra idealizzata e perduta per sempre nei ricordi del nonno, che scoloravano negli anni e confondevano la memoria, i suoni e gli odori del tempo. Il mio lavoro di ricerca prende le mosse, quindi, da un legame affettivo e viscerale con questa terra etrusca intrisa di sudore, lacrime e fango, con cui nel corso degli anni ho sviluppato una relazione antinomica, a tratti sofferta ma che mi costituisce profondamente come individuo. La storia personale di Luciano Bianciardi, il suo avere vissuto momenti importanti della Storia (il secondo conflitto mondiale, il Boom economico e il Sessantotto), l’originalità e la complessità della sua scrittura sono stati ulteriori fattori che mi hanno portata ad approfondire il mio processo di identificazione con questo scrittore. Questo studio ambisce ad aprire una prospettiva diversa di analisi: mettere a fuoco il rapporto contrastato, complesso e conflittuale di Luciano Bianciardi, scrittore e intellettuale, con la modernità della nuova società di comunicazione di massa che sorge nell’Italia di quegli anni, rapporto che si può intendere solo alla luce del legame viscerale e anche questo conflittuale e difficile, con la propria terra di Maremma, le sue tradizioni e i suoi valori, la sua cultura e la sua gente. Questi due elementi sono come i poli della sua personalità, due pianeti gemelli che si attirano e si influenzano reciprocamente nelle loro apparentemente divergenti orbite o, forse e meglio, come le due facce della luna, quella in piena luce, ammaliante, che rappresenta il Bianciardi intellettuale moderno e consapevole delle nuove sfide cui la scrittura e la riflessione 1 critica sono chiamate negli anni nei quali ha vissuto e operato, e la faccia oscura del nostro satellite, che ci rende invece lo scrittore che vive come un tradimento della propria terra, il suo essere partito ed essersi “convertito” ai nuovi valori nella grande metropoli industriale del nord, intraprendendo una vita libertina, moderna e troppo lontana da quella della tradizione per poter essere accettata, in primis da se stesso. Mi pare che qui stia uno dei nodi fondamentali della personalità dello scrittore, un binomio inscindibile che costituisce un grumo di ossessioni e allo stesso tempo una fonte di riflessioni, di passioni, di scrittura e di vita. Per questo la mia prospettiva di analisi si concentrerà sui due punti fondamentali, per mezzo dei quali si è dispiegato questo confronto e scontro di un intellettuale di provincia con la società culturale dell’Italia del dopoguerra. Il primo punto parte dalla constatazione che Bianciardi dà la sua massima prova nel
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