Dean Krmac Presenta

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RIFLESSIONI Con questo numero... riparte l’avventura L’avventura riparte, o forse damentalmente grazie al contri- d’Italia, si prosegue segnalando meglio, continua (con l’auspicio buto per la stampa quotidiana e un contributo delle nostre terre Il 150º dell’Italia unita, e la speranza che non debba più periodica che la Nazione Madre al Risorgimento italiano (Gian- interrompersi). “Storia & Ricer- ha stanziato a favore della “Voce franco Miksa sui garibaldini ca” – come pure gli altri inserti del Popolo”. Un riconoscimen- fi umani), per passare quindi a non omettere Istria, “InPiù” della “Voce del Popo- to, anche simbolico, se si vuole, presentare una delle istituzio- lo” – riprende a uscire di questo che queste membra sparse di ita- ni che, nel nostro territorio, si mese, in questo anno in cui noi, lianità in Istria, Quarnero e Dal- occupa di ricerca scientifi ca e Quarnero, Dalmazia italiani tutti, stiamo celebran- mazia, fanno parte di un unico lo fa con successo (Ilaria Roc- iamo praticamente alla vigilia veniva in altri Stati italiani. E non do un grande anniversario: il popolo, di un’unica nazione che chi ha intervistato Dean Krmac del 150.esimo anniversario esitarono ad atteggiarsi come tali 150.esimo dell’Unità d’Italia. va ricomposta idealmente – se sull’attività della Società uma- Sdell’Unità nazionale italiana, società italiane. Lo dimostra, ad È il “compleanno” della no- non politicamente, perché sareb- nistica di storia, arte e cultura ossia della proclamazione del Re- esempio, la guerra d’indipenden- stra Nazione Madre, per noi che be delirante e velleitario perse- “Histria” di Capodistria). Do- gno d’Italia, avvenuta il 17 marzo za greca: istriani – come Pasquale facciamo parte di quella mino- guire qualsiasi disegno in questa veroso rispolverare, visto anche del 1861 a Torino. Le celebrazioni, Besenghi degli Ugi, che dà il nome ranza italiana che, autoctona, direzione – nello spirito di una il periodo, le tradizioni (Danie- al culmine in questi giorni, sono in oggi a una delle due Comunità de- vive da secoli nei territori delle collaborazione costante, concre- la Jugo Superina ha esplorato effetti iniziate un anno fa, accom- gli Italiani di Isola – e dalmati vi odierne Croazia e Slovenia, e ta, sincera, illimitata (come ha quelle carnascialesche fi uma- pagnate da rispolverate storiche, parteciparono personalmente. che, nonostante un certo distac- scritto qualcuno in questi giorni ne), come pure evidenziare pro- rievocazioni, rifl essioni – e qual- Ci sarà poi la primavera del co geografi co-politico, mantiene sulle pagine del nostro quotidia- getti signifi cativi che mirano al che polemica – sulla miriade di 1848, con l’aspirazione dei popoli l’italianità nella parte orienta- no) tra le due sponde del “mare recupero e alla diffusione della eventi, date, fatti, personaggi e fe- delle province adriatiche – Litora- le dell’Adriatico, conservando nostrum”. nostra eredità culturale (Carla nomeni che hanno contraddistino le (Trieste, Istria e Isontino), Regno e promuovendo i valori della In quanto ai contenuti di Rotta ha spulciato tra le pagi- e accompagnato il processo di uni- di Dalmazia e Fiume – ad avere la grande civiltà italiana. Autenti- questo numero, si parte ricor- ne dello Statuto di Dignano del fi cazione nelle sue varie fasi, com- loro autonomia; seguirà la parteci- ca ambasciatrice del Belpaese, dando il 150.esimo dell’Unità 1492). prese quelle successive al 1861 pazione degli istriani e dei dalma- fa in modo che l’Italia, attra- (annessione del Veneto e del Friuli ti alla prima guerra d’indipenden- verso la sua lingua e la sua cul- centro-occidentale nel 1866, annes- za italiana. Centinaia di volontari tura, continui a essere presen- sione di Roma e del Lazio nel 1870 aderirono a difesa della Repubblica te nelle terre abbandonate dopo e “redenzione” del Trentino e della di Venezia e della Repubblica Ro- la Seconda guerra mondiale. E Venezia Giulia nel 1918). mana e nelle fi le dell’esercito pie- considerato che quest’inserto Sarebbe sbagliato omettere, in montese. A Venezia, oltre a Nico- nasce proprio dalla volon- questa circostanza, l’apporto che lò Tommaseo, con Daniele Manin tà di segnalare, divulgare diedero al Risorgimento le gen- alla guida della Repubblica, mol- e far riscoprire al gran- ti dell’Istria, del Quarnero e della ti membri del governo erano dal- de pubblico, l’iden- DDELEL PPOPOLOOPOLO Dalmazia, regioni che le vicende mati e istriani: Antonio Paulucci, tikit e il patrimonio della storia hanno diviso dal terri- Matteo Ballovich, Leone Graziani, culturale e storico torio nazionale, ma che sono – e Vincenzo Solitro, Matteo Petronio; di queste regioni devono essere – a pieno diritto luo- a Roma collabora con i Triumviri di cui la compo- ghi e comunità che appartengono il liberale raguseo Federico Sei- nente italiana alla memoria nazionale italiana. smit-Doda (autore de “la Roma- è un elemento Pur non avendo fatto parte a lungo na”, l’inno dei difensori di Roma), imprescindi- dello Stato italiano. Una prima par- che più tardi sarà ministro nel Go- bile, è dun- ticolare esperienza in questo senso verno Crispi. que un motivo risale al 1805, al periodo napo- Al bienno rivoluzionario del aggiuntivo di leonico e all’annessione al Regno 1848-1849 seguirà le censu- soddisfazione d’Italia: sebbene si trattò di una ra un’assidua sorveglianza sul- il fatto di po- “parentesi”, gettò indubbiamente i le persone che appartenevano al ter tornare a semi del futuro movimento patriot- cosiddetto partito italiano. E pri- uscire proprio tico italiano, tanto che qualche de- ma della seconda guerra d’indi- in circostanza cennio dopo, tra il 1820 e il 1840, pendenza, intere aree dell’Istria e di questo im- nacquero società segrete (una si della Dalmazia verranno poste in portante anni- chiamava “Esperia”, formata da- stato d’assedio allo scopo di pre- versario. gli uffi ciali veneti, istriani e dal- venire manifestazioni fi lo-italia- E non solo: w w mati dell’Imperial-Regia Marina ne, l’ammutinamento degli equi- la gratifi cazione w Austro-Veneta, e nella quale mili- paggi e la fuga di informazioni per questo nostro .e d tarono pure i fratelli Emilio e At- sulle difese navali austriache. ritorno nelle edicole it .h tilio Bandiera, la cui madre era di è ancora maggiore in r Segue a pagina 2 / storia origine dalmata), un po’ come av- quanto ciò avviene fon- la vo ce e ricerca A nn o VII 1 • n. 201 52 • Sabato, 5 marzo 2 storia e ricerca Sabato, 5 marzo 2011 Dalla prima pagina 1882, peggiorò la posizione degli garica, istriani, fi umani e dalmati Anche in questo periodo affl ui- italiani nelle province adriatiche seguivano con interesse gli even- INTERVISTA Dean Krmac presenta rononell’esercito piemontese e nel- dell’Impero, non avendo il governo ti italiani e la solidarietà delle cit- le formazioni garibaldine, tanti vo- di Roma l’interesse politico di pro- tà e della popolazione italiana del- lontari istriani, dalmati e fi umani. A teggere la minoranza italiana, per l’Adriatico orientale cominciò a Zara, Sebenico e Spalato, le signo- non turbare i rapporti con il gover- manifestarsi sempre più apertamen- Nata con la vog re usavano reggicalze bianco-ros- no di Vienna. La difesa del caratte- te, sfi dando la tolleranza delle auto- so-verde e confezionavano camice re italiano e la continuità nell’uso rità di polizia. Le vie e le piazze si rosse per accogliere uno sbarco di della lingua italiana nelle scuole e riempivano di tricolori italiani ad garibaldini. E la proclamazione del nei pubblici uffi ci restò quindi af- ogni occasione e le società ginnasti- Regno d’Italia venne salutata con fi data alle autorità locali quando i che, fi larmoniche, come le società di frontiera, co manifestazioni di entusiasmo nelle comuni erano retti da partiti italia- operaie di mutuo soccorso, furono città del litorale austriaco. Alla gioia, ni, come in gran parte dell’Istria e a focolai costanti di un patriottismo di Ilaria Rocchi però, seguirono tensioni e un muta- Fiume, o all’iniziativa privata della sofferto, ma ostentato con dignità mento nell’atteggiamento del gover- componente italiana della popola- e orgoglio. stria: un nome, un program- la laurea (1998) e il dottorato (2002) no di Vienna, sempre più favorevole zione. Determinante fu il ruolo del- E venne la Grande Guerra, con ma, una terra che è stata defi - in storia all’Università di Trieste, all’elemento sloveno e croato. A que- la Lega Nazionale, con sede cen- i “volontari irredenti” nella marina Inita sì complessa, eterogenea, dopo gli studi ha continuato a colla- sti ultimi, che cominciavano a recla- trale a Trieste e sovvenzionata da e nell’esercito italiano che diede- multiforme, composita e forse an- borare con l’Ateneo giuliano come mare l’annessione dell’Istria, di Fiu- contributi privati raccolti prevalen- ro un alto tributo di eroismo e di che complicata per chi non la vive giovane ricercatore, e in alcuni pro- me e della Dalmazia alla Croazia, si temente nelle stesse province defi - sangue. Sono rimasti nell’imma- e sente intimamente, ma anche “ma- getti; poi ha collaborato con il Cen- contrapposero i partiti “autonomi”, il nite “irredente”. L’irredentismo fu ginario collettivo gli istriani Fabio gica” e “nobilissima”, con un baga- tro di Ricerche scientifi che di Capo- cui primo scopo era quello difendere una mutazione spontanea del mo- Filzi, Nazario Sauro, Giani e Car- glio culturale ricco e vario, antico di distria, per conto del quale è stato l’identità italiana dell’intera regione vimento autonomista nel momen- lo Stuparich, il dalmata Francesco secoli, segno inequivocabile di un curatore redattore di “Acta Histriae” e l’uso uffi ciale della lingua italiana to in cui le élites politiche italiane Rismondo. Ed esultarono, istriani, territorio con una sua specifi ca fi sio- e “Annales” e più recentemente con nelle scuole e negli atti pubblici.

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