Libera Universit¬ Di Bolzano Facolt¬ Di Scienze Della Formazione

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IL MONDO CREATO ............................................................................... 14 1.3 LA QUESTIONE GIOVANILE A CAPO VERDE ..................................................................... 20 1.4 GIOVANI E VIOLENZE NEL CONTESTO CAPOVERDIANO ................................................... 23 1.5 ALLARME VIOLENZA URBANA A PRAIA ......................................................................... 24 1.6 LOTTA CONTRO LA VIOLENZA GIOVANILE ...................................................................... 30 1.7 ACHADA GRANDE FRENTE: LABORATORIO DI PREVENZIONE ALLA VIOLENZA GIOVANILE34 CAPITOLO 2 – LE TEORIE DI RIFERIMENTO ............................................................... 43 2.1 IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA: VIOLENZA ED AGGRESSIVITÀ ................................. 44 2.1.1 Le teorie di riferimento in psicologia sociale ....................................................... 48 2.1.2 La teoria dell’apprendimento sociale (Social learning theory) ........................... 48 2.1.3 Script Theory ........................................................................................................ 50 2.2 IL CONTRIBUTO DELLA SOCIOLOGIA: DEVIANZA E CRIMINALITÀ ................................... 51 2.1.1 Teoria funzionalista ............................................................................................. 51 2.1.2 General Strain Theory .......................................................................................... 53 2.1.1 Le teorie interazioniste ........................................................................................ 54 2.3 IL CONTRIBUTO DELL’ANTROPOLOGIA MEDICA E DELL’ETNOPSICHIATRIA. LA RIFLESSIONE SULLA VIOLENZA STRUTTURALE E SIMBOLICA ................................................ 56 2.1.1 Etnopsichiatria. La questione dell’appartenere .................................................. 59 2.4 STUDI POSTCOLONIALI E LA DECOLONIZZAZIONE DEL SAPERE ....................................... 61 2.5 LA PEDAGOGIA CRITICA E L’APPROCCIO COMUNITARIO ................................................. 63 2.5.1 La Comunità al centro della riflessione pedagogica ........................................... 65 CAPITOLO 3 – QUESTIONI METODOLOGICHE ........................................................... 69 3.1 PREMESSA ..................................................................................................................... 69 3.2 AUTO-ETNOGRAFIA ...................................................................................................... 71 3.3 LA RICERCA-AZIONE ..................................................................................................... 75 3.4 METODO ....................................................................................................................... 77 3.4.1 Partecipazione osservante .................................................................................... 78 3.4.2 Il diario di ricerca ................................................................................................ 78 3.4.3 Narrazione: La pratica del diario ........................................................................ 79 3.4.4 Storie di vita .......................................................................................................... 80 3.4.5 Photovoice ............................................................................................................ 81 3.4.6 Il percorso di ricerca ............................................................................................ 82 3.4.7 La scrittura ........................................................................................................... 86 CAPITOLO 4 – ANALISI DEI DATI .................................................................................. 88 4.1 I GIOVANI SI RACCONTANO. STORIE E TRAIETTORIE DI VITA DEI GIOVANI ATTIVISTI DEL PILORINHU ................................................................................................................... 89 2 4.2 KABRAL JA ENTRA NA ME. CULTURA, EDUCAZIONE E RIVOLUZIONE............. 100 4.2.1 Amilcar Cabral, il pedagogo della rivoluzione .................................................. 101 4.2.2 Attualità di Cabral nell’esperienza dell’AP ....................................................... 108 4.2.3 La bandiera di Cabral: Componente identitaria ed estetica .............................. 109 4.2.4 Nos Realidade, Finka Pè. ................................................................................... 111 4.2.5 Occupazione e riappropriazione degli spazi pubblici ........................................ 113 4.2.6 Intuizione e sapienza popolare ........................................................................... 115 4.3 TERRITORIO: IDENTITÀ ED APPARTENENZE. SOSTARE NELLE FRONTIERE, LA POSSIBILE MEDIAZIONE COMUNITARIA .............................................................................. 116 CONCLUSIONI .................................................................................................................. 132 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................. 143 FILMOGRAFIA ................................................................................................................... 154 ALLEGATI ......................................................................................................................... 155 3 4 INTRODUZIONE “Scrivere la violenza” rappresenta un’operazione rilevante per comprendere la contemporaneità e la globalizzazione, in quanto è negli spazi marginali del panorama mondiale che la violenza diviene a volte, una delle uniche risorse per l’affermazione culturale e l’espressione dell’identità (Whitehead, 2004). L’Africa oltre ad essere il continente con la più rapida urbanizzazione del mondo, è il continente più giovane, registrando un boom demografico senza precedenti. Questi elementi costituiscono un fattore di grande fermento per dei paesi relativamente giovani, che da meno di 50 anni hanno ottenuto l’indipendenza politica, condizionando una rapida trasformazione della società. La grande velocità della crescita urbana, è troppo spesso caratterizzata dalla mancanza di pianificazione. Nell’ ultimo African Economic Outlook (2016) si registra che il 70 % della popolazione urbana dell’Africa subsaraiana vive in bidonville, queste megalopoli sono quindi caratterizzate da una forte polarizzazione che crea informalità, disparità ed esclusione sociale. I giovani, che rappresentano mediamente il 70% della popolazione africana, sono i protagonisti di questo mutamento, passando dalla figura di «combattenti per la libertà» ad «agenti di una crisi politica e sociale» (Martins, 2012) oppure di «criminali violenti» (Kunkeler, Peters, 2011). Comprendere le dinamiche del cambiamento sociale in Africa richiede che ci si interroghi sulle modalità con cui i giovani, si riconfigurano nelle geografie e negli spazi di esclusione ed inclusione della società in uno stato post-coloniale influenzato dalle dinamiche globali, che offre non solo poche opportunità per transitare all’ età adulta (Ukeje, Iwilade, 2012). Negli ultimi dieci anni l’arcipelago di Capo Verde è stato campo di un allarme inatteso riguardante la violenza giovanile urbana organizzata in bande. La comunità internazionale ha incoraggiato il paese a combattere la delinquenza giovanile e la violenza urbana (UNHRC, 2013). Il governo ha reagito con politiche repressive e di criminalizzazione verso i giovani (ZOETTL, 2016); ignorando le motivazioni strutturali sottostanti al fenomeno, non ha saputo contribuire in modo efficace alla promozione di programmi di inclusione e coesione sociale nel contesto urbano. Inoltre, come suggeriscono vari resoconti riguardanti la società civile, la struttura partitaria e le dinamiche elettorali 5 hanno manipolato la comunità locale e le organizzazioni giovanili. Alcuni studi (LIMA, 2014, BORDONARO, 2012) hanno sottolineato come questa dinamica penalizzi la partecipazione di giovani e bambini, aggravando lo stato di esclusione dei giovani, poveri provenienti dai sobborghi e delle loro comunità di appartenenza. La finalità che guida la ricerca è quella di proporre una prospettiva pedagogica sulla violenza giovanile, partendo dal contesto urbano capoverdiano, che superi la questione patologica, considerando la violenza come un “sintomo” di una società sempre più complessa e frammentata. Si cercherà di aprire un orizzonte nel quale i giovani e i quartieri periferici urbani diventino protagonisti (spazi e attori) di una trasformazione sociale del continente mirata alla sostenibilità. Il campo specifico della ricerca è il quartiere di Achada Grande Frente, nella capitale capoverdiana dove è situato

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