2. Analisi Della Situazione Territoriale, Ambientale E Faunistico-Venatoria Provinciale

2. Analisi Della Situazione Territoriale, Ambientale E Faunistico-Venatoria Provinciale

Analisi del territorio 2. ANALISI DELLA SITUAZIONE TERRITORIALE, AMBIENTALE E FAUNISTICO-VENATORIA PROVINCIALE Di seguito viene presentata una caratterizzazione della situazione territoriale, ambientale e faunistico-venatoria del territorio provinciale. Tale caratterizzazione è desunta, per quanto in particolare concerne la descrizione degli aspetti territoriali e ambientali dagli elaborati dei precedenti Piani Faunistico-Venatori (Zilio, 1993; Piano Faunistico Venatorio 1999- 2003; Piano Faunistico Venatorio 2004-2008), sino, in particolare, ai contenuti del lavoro di Tosi e Zilio (2002) “Conoscenza delle risorse ambientali della Provincia di Varese”, frutto di un progetto sviluppato mediante la collaborazione tra la Provincia di Varese e l’Università degli Studi dell’Insubria, che ha visto la realizzazione di un archivio, denominato SIT- FAUNA, dei principali valori riguardanti la fauna, la flora e la vegetazione del territorio provinciale. Apporti sono stati forniti anche dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dalle indagini realizzate per la redazione dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000 presenti sul territorio provinciale. Per quanto concerne le conoscenze sul popolamento di Ungulati presente sul territorio provinciale, si è fatto riferimento ai risultati del progetto promosso dalla Provincia di Varese “Conoscenza, gestione e valorizzazione del popolamento di Ungulati selvatici in provincia di Varese”, sviluppato in due fasi (Tosi et al., 2008 e 2010), e basato sull’avvio di un processo conoscitivo di medio-lungo termine finalizzato migliorare a ad incrementare le conoscenze sul popolamento di Ungulati, indispensabile per una corretta gestione faunistico venatoria di tale patrimonio del territorio provinciale. Le informazioni relative alla componente avifaunistica del territorio provinciale sono state desunte dall’Atlante Ornitologico Georeferenziato della provincia di Varese (Gagliardi et al., 2007), un progetto di monitoraggio faunistico delle specie di uccelli nidificanti realizzato nel triennio 2003-2005 e di archiviazione informatica di dati georeferenziati. Integrazioni ed aggiornamenti hanno riguardato soprattutto l’analisi del quadro faunistico, realizzato sia in base alle sopracitate fonti sia in base all’acquisizione di nuovi dati, sia primari sia secondari, condotta nell’ambito della redazione del presente Piano. Del tutto originale risulta la definizione del Territorio Agro Silvo Pastorale (TASP) così come il quadro dell’organizzazione faunistico–venatoria del 9 Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Varese territorio provinciale, degli interventi di riqualificazione faunistica e ambientale e dei danni causati dalla fauna. Le informazioni, i dati e le cartografie fanno riferimento all’assetto attualmente in corso nel territorio provinciale, per quanto riguarda la gestione faunistico-venatoria. 2.1. ASPETTI TERRITORIALI E AMBIENTALI 2.1.1 GEOGRAFIA La Provincia di Varese è situata nella porzione nord-occidentale della Regione Lombardia e si estende su una superficie di 1200 km 2. A nord-est confina con il Canton Ticino (Svizzera), a est con la Provincia di Como, a sud con la Provincia di Milano e a ovest con il Fiume Ticino e con il Lago Maggiore, che la separano dalla Regione Piemonte, in particolare dalle province di Novara e di Verbania Cusio-Ossola. Nel territorio provinciale sono individuabili tre fasce altimetriche che si susseguono procedendo da nord verso sud: • la porzione montana, formata da rilievi superiori ai 600 m s.l.m., si estende tra Varese e Laveno fino al confine svizzero; occupa il 32% del territorio; • la fascia collinare (altitudine compresa tra i 200 m s.l.m. e i 600 m s.l.m.), che occupa la zona centrale della provincia e costituisce il 46% del territorio; • la zona pianeggiante (altitudine inferiore ai 200 m s.l.m.), che si estende dall'estremo sud della provincia terminando approssimativamente all'altezza dei comuni di Lonate Pozzolo, Gallarate e Saronno; rappresenta il 22% del territorio provinciale. 2.1.2 CLIMA Il clima lombardo mostra caratteristiche tipicamente continentali con ampie escursioni termiche, limitate precipitazioni e scarsa umidità, nonostante le varie zone presentino marcate differenze locali. Nella Provincia di Varese, il clima risulta principalmente influenzato da due fattori identificabili nella disposizione trasversale della catena alpina a nord, che agisce da barriera per le correnti fredde provenienti dalle regioni settentrionali e che trattiene le correnti calde meridionali, e nella presenza dei numerosi bacini lacustri che rilasciano energia termica. Questi due fattori concorrono a determinare un clima caratterizzato da temperature relativamente miti, piovosità media e basse escursioni termiche. Il clima varia gradualmente procedendo da sud verso nord. La zona montana è caratterizzata da temperature medie annuali più basse (8-9°C) e da 10 Analisi del territorio precipitazioni più abbondanti, con una media annua di 2000 mm. La zona pianeggiante presenta elevate escursioni termiche annuali e diurne, temperature annuali più elevate (11-12°C), estati calde e asciutte e numerosi giorni di nebbia. In tutta la provincia il mese più caldo è luglio, mentre quello più freddo è gennaio. La zona caratterizzata da maggiori precipitazioni risulta il versante settentrionale del Monte del Campo dei Fiori. 2.1.3 GEOMORFOLOGIA Il territorio provinciale è costituito da un basamento cristallino, con copertura vulcanosedimentaria, modellatosi durante l'era Quaternaria ad opera di quattro eventi glaciali (Gunz, Mindel, Riss, Würm), che crearono paesaggi differenti nelle tre fasce altimetriche della provincia. La porzione montana risulta caratterizzata da vulcaniti formatesi durante i processi orogenetici alpini e da formazioni calcaree di scogliera. In particolare, all'interno di questa porzione, i solchi della Valle del Tresa, della Valcuvia e della Val Ceresio delimitano quattro aree diverse sotto il profilo geologico: • una zolla micascistosa dell' Alto Luinese, situata tra Pino Lago Maggiore e la Valle del Tresa; • una zolla cristallino-calcarea-dolomitica in Valtravaglia, affacciata sul Lago Maggiore, delimitata a sud dal Torrente Boesio e a nord dal Torrente Margorabbia; • una zolla cristallino-porfirico-calcarea-dolomitica, compresa tra la Valcuvia, la Valle del Tresa, il Lago di Lugano, la Valle di Arcisate e il Lago di Varese; • una zolla porfirico-calcareo-dolomitica tipica dell'Orsa di Pravello, nella parte orientale. Dal punto di vista morfologico, la parte più settentrionale della zona montana è rappresentata dal gruppo dei monti Paglione e Cadrigna; il solco della Val Veddasca, sul cui fondo scorre il Torrente Giona, separa questo gruppo montuoso dal Monte Lema (1622 m s.l.m.), che costituisce la cima più elevata della provincia. A sud del gruppo del Monte Lema scorre il Fiume Tresa, che divide la zolla cristallina dalle porfiriti e dai calcari che compongono i restanti gruppi montuosi. In particolare, nella restante zona montuosa si distingue il solco della Valtravaglia, così denominata sino a Cassano, ma che da qui prende il nome di Valcuvia sino a Laveno. Tale solco è percorso in direzione sud-nord dal Torrente Margorabbia, mentre in direzione nord-sud dal Torrente Boesio. Il solco della Valtravaglia-Valcuvia separa nettamente un triangolo montuoso formato dai Pizzoni di Laveno 11 Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Varese (1203 m s.l.m.), Sasso del Ferro (1062 m s.l.m.), Monte Nudo (1235 m s.l.m.), Monte della Colonna (1203 m s.l.m.), Monte Pian Nave (1037 m s.l.m.) e Monte San Martino (1087 m s.l.m.). In destra orografica della Valcuvia sorge il massiccio del Campo dei Fiori (1227 m s.l.m.) che, allungato in senso est-ovest, definisce il confine tra la zona montana della provincia e la zona collinare dei laghi; alle spalle di esso si estende la Valle del Brinzio, in cui scorre il Torrente Rancina il quale, giunto in Valcuvia, si unisce al Margorabbia, percorrendo quindi la Valtravaglia. A est della Valle del Brinzio sorge il massiccio del Monte Chiusarella (912 m s.l.m.) e del Monte Martica (1032 m s.l.m.). Le pendici di quest'ultimo gruppo formano in parte la sinistra orografica della Valganna; questa valle si estende verso sud, percorsa da un ramo del Fiume Olona (l'altro ramo nasce a sud della Valle del Brinzio, poco sopra La Rasa), mentre nella porzione settentrionale, dove scorre il Margorabbia, si divide verso ovest, all'altezza di Ghirla e in direzione est nella Val Marchirolo; infine il Torrente Margorabbia, nei pressi di Cunardo, procedendo verso Ferrera, si infiltra in subalveo per un tratto di circa un chilometro, dando luogo alla formazione di due caverne. La Valtravaglia e la Val Marchirolo, con la Valle del Tresa, isolano il gruppo montuoso dei Sette Termini (972 m s.l.m.), Monte Mezzano (922 m s.l.m.) e Monte La Nave (988 m s.l.m.). La catena dei monti Monarco (858 m s.l.m.), Rho di Arcisate (938 m s.l.m.), Minisfreddo (1042 m s.l.m.), Piambello (1129 m s.l.m.) e Marzio (880 m s.l.m.), divide infine la Valganna dalla Valceresio, la valle più occidentale della provincia, che comprende il lago omonimo (Ceresio) e il gruppo del Monte Orsa (998 m s.l.m.), Poncione d'Arzo (1015 m s.l.m.) e Monte S. Elia (678 m s.l.m.). A sud della zona montuosa è rinvenibile un'estesa fascia costituita da terrazzi fluvioglaciali e da colline di origine morenica. Tale fascia, che rappresenta la regione collinare, risulta geologicamente costituita da due strisce longitudinali: • una zona occidentale modificata dagli ultimi ghiacciai,

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