Partigiani Sul Pastello

Partigiani Sul Pastello

Olinto Domenichini 153 Partigiani sul Pastello l 9 dicembre 944 Pietro Pomari e Remo Bazzica, ti mutamenti in ordine agli assetti politici, militari e Inati a Sant’Ambrogio di Valpolicella, e Bruno Erbi- civili della nazione. sti, originario di Verona, varcarono i cancelli del fu- nesto lager di Mauthausen. Provenivano dal campo di transito di Bolzano, nel quale erano stati trasferi- L’Italia dopo l’8 settembre 1943 ti dopo il loro arresto effettuato da militi nazifascisti durante un’articolata operazione antipartigiana nella L’occupazione del territorio nazionale zona del Monte Pastello. All’atto del loro ingresso nel e la nascita della rsi lager i tre veronesi vennero privati del nome che li in- L’uscita dell’Italia dal conflitto aveva anzitutto dividuava quali esseri umani e trasformati in stücke, scatenato la reazione dei tedeschi i quali, grazie all’ef- ‘pezzi’, rispettivamente identificati dai numeri di ma- ficienza e al pesante armamento delle truppe fatte af- tricola 407, 3890 e 39682. Li attendevano mesi di fluire dai passi alpini dopo il 25 luglio4, erano riusciti indicibili sofferenze, che avrebbero portato alla mor- in pochi giorni ad assumere il controllo del territo- te Pomari ed Erbisti e risparmiato solo Bazzica, il piú rio nazionale non ancora liberato dagli Alleati5. Non giovane. Un mese prima, il 4 novembre, nei pressi vi erano state forze in grado di opporsi all’occupazio- del cimitero monumentale di Verona era stato fucila- ne, dato lo sfacelo dell’esercito i cui comandi dipen- to per diserzione Giovanni Battista Vivaldi, un ex ca- denti, anziché ricevere precise istruzioni in merito rabiniere nato a Sant’Ambrogio di Valpolicella3 che all’eventuale smobilitazione delle armate e all’atteg- aveva fatto parte dello stesso gruppo di resistenti. giamento da assumere nei confronti dell’ex alleato, L’internamento di Pomari, Bazzica ed Erbisti, nelle ore dell’armistizio avevano dovuto affrontare la l’esecuzione di Vivaldi e, come vedremo, la deporta- drammatica crisi sulla base di un’unica e reticente di- zione di altri sei sfortunati patrioti, costituiscono il sposizione operativa contenuta nel radiomessaggio di tragico epilogo di una delle tante vicende persona- Badoglio6, la cui palese ambiguità era stata una del- li e di gruppo la cui genesi comune risale all’armisti- le principali cause del caotico sbandamento di cen- zio dell’8 settembre 943, stipulato dal governo Bado- tinaia di migliaia di militari i quali, ormai stanchi e glio con gli Alleati in un clima di sospetti, incertezze sfiduciati, non avevano generalmente opposto, salvo e sotterfugi, al quale avevano fatto seguito importan- circoscritte e coraggiose reazioni violentemente re- 154 Olinto Domenichini presse, concreta resistenza al disarmo loro imposto contare su una struttura amministrativa sostanzial- dai tedeschi7. L’incruenta resa di intere divisioni an- mente integra e ancora in buona efficienza, compreso cora in armi era stata in parte favorita dalla garan- il fondamentale apparato di polizia dipendente dal- zia nazista di lasciare in libertà i soldati italiani che si le questure3. A questo tradizionale organo di inve- fossero arresi senza combattere8, falsa promessa che stigazione e controllo, appartenente ai ruoli ordinari nascondeva invece il proposito di internare nel ter- del Ministero dell’Interno, si erano in seguito affian- ritorio del Reich la massa dei militari per fornire al- cati i servizi di sicurezza e informazione di piú diret- le industrie belliche germaniche un serbatoio di forza ta emanazione politica dipendenti dalla Guardia na- lavoro coatta da sfruttare liberamente. Un obiettivo, zionale repubblicana4, dalle Brigate nere e dalle varie questo, che i tedeschi avevano raggiunto in un paio formazioni paramilitari, tra le quali la x mas e la Mu- di settimane, riuscendo a catturare e deportare circa ti. L’insieme di queste distinte forze di polizia aveva 800.000 soldati del regio esercito9. Nel territorio na- dato vita a un organismo repressivo eterogeneo e non zionale solo piccoli gruppi di militari avevano evitato sempre affiatato, ma che nel suo complesso si era di- il disarmo e l’internamento trovando rifugio in fami- mostrato in grado di svolgere autonomamente e con glia, sbandandosi o riunendosi in zone poco accessi- sinistra efficacia il quotidiano esercizio di lotta con- bili prevalentemente montane. Alcuni di questi sparsi tro le molteplici espressioni di opposizione politica nuclei si erano ben presto organizzati in bande arma- (quali dissenso, disfattismo, renitenza alla leva, diser- te, andando a costituire le prime formazioni partigia- zione, sabotaggio, sciopero, ribellione e cosí via) che, ne che in parte si erano poste il prioritario obiettivo sia pure con differenti livelli di pericolosità, si erano di opporre “resistenza”, appunto, a eventuali aggres- consolidate e diffuse nel corso del 944, fermo restan- sioni da parte dei tedeschi0, mentre in altri casi ave- do il sistematico ricorso alla potenza militare tede- vano subito optato per una prassi piú aggressiva, po- sca nel caso di operazioni antipartigiane di particola- nendo in essere azioni di guerriglia e sabotaggio che re complessità. avevano immediatamente impegnato l’apparato mili- tare e repressivo nazifascista. I bandi di Salò e gli inizi del movimento partigiano Inoltre, nei primi giorni dell’occupazione truppe Il controllo dell’ordine pubblico e l’attività vol- aviotrasportate tedesche avevano liberato dalla sua ta a contrastare e reprimere gli emergenti gruppi del- prigionia sul Gran Sasso Benito Mussolini il quale, la Resistenza non costituivano peraltro elementi suf- con il determinante sostegno nazista e l’appoggio di ficienti a dotare di credibilità la nuova Repubblica irriducibili camerati, aveva dato vita alla Repubblica fascista e a legittimarla agli occhi dell’alleato ger- sociale italiana, collocandosi a capo di un nuovo go- manico. Mussolini e i suoi piú diretti collaboratori, verno fascista collaborazionista il quale, pur nella sua pertanto, avevano subito giudicato irrinunciabile la limitata autonomia decisionale essendo l’autorità ef- costituzione di un esercito repubblicano da impiega- fettiva in mani tedesche2, aveva sin dall’inizio potuto re al fronte contro le avanzanti forze alleate. L’inizia- Partigiani sul Pastello 155 le proposito del Duce di costituire le prime divisio- ne dal fascismo, quanto dalla volontà di sottrarsi ai ni con volontari tratti dai soldati italiani internati nei bandi di Salò e al connesso rischio di dover prendere, lager tedeschi si era scontrato con la ferma opposizio- o riprendere, le armi per continuare una guerra or- ne di Hitler che non si fidava delle “Badogliotruppen” mai diffusamente percepita come sciagurata avven- e aveva imposto la coscrizione obbligatoria delle clas- tura che aveva provocato immensi lutti e distruzioni, si piú giovani. Nel novembre del 943 era stato quin- e che si era sperata conclusa nel momento stesso del- di emanato il primo bando di coscrizione per le clas- l’armistizio. Nel corso dei mesi, ovviamente, il quoti- si 923, 924 e 925, cui nei mesi successivi avrebbero diano confronto con le fatiche, i rischi e le paure, ma fatto seguito gli ordini di chiamata alle armi per le anche la progressiva maturazione politica che la mili- classi 922, 94, 96, 97, 98, 920, 92 e primo se- tanza partigiana comportava, avevano favorito evolu- mestre 926. La nuova e vasta mobilitazione, integra- zioni e cambiamenti nel comportamento e nelle scel- ta nel febbraio del 944 dalla minaccia di morte per te dei singoli patrioti, accentuando la determinazione renitenti e disertori contenuta nel cosiddetto Bando di alcuni e ridimensionando gli ardori dei meno con- Graziani, aveva però dovuto fare i conti con il diffuso vinti e decisi. Ne era sortito un fronte resistenziale rifiuto dei giovani richiamati di vestire il grigio-verde molto variegato e complesso, costituito da formazio- e di riprendere le armi al fianco dei tedeschi5. Un ri- ni differenti, tra gli altri aspetti, per dimensioni, ar- levante numero di fuggiaschi dai bandi di Salò si era mamento, reali potenzialità operative, matrice ideo- cosí aggregato ai nuclei della Resistenza da poco co- logica, autorevolezza e tempra morale, attenzione nei stituiti e dislocati, come si è detto, soprattutto in aree confronti dei civili, collegamenti con i cln locali. montane. Le due componenti resistenziali costituite da ex militari del regio esercito e da coscritti renitenti ave- I ribelli del Monte Pastello vano recato un contributo numerico non indifferen- te alle sparute formazioni di antifascisti militanti che Le prime formazioni nel Veronese all’indomani dell’occupazione nazista si erano mo- e il gruppo del Pastello bilitate in armi per dare inizio alla lotta clandesti- Con le modalità e caratteristiche sopra descritte, na. Ma ben diverse erano le motivazioni ideali che tra la fine del 943 e l’estate del 944, anche nel territo- animavano la minoranza di oppositori storici, dota- rio veronese erano sorti nuclei di partigiani e patrioti, ti di una solida formazione politica, rispetto ai moti- alcuni dei quali avevano raggiunto la forza della bri- vi che avevano indotto gruppi di ex soldati e reniten- gata o della divisione, come la Pasubio di Marozin e ti a prendere la via dei monti, molti dei quali erano la Avesani del Baldo6. confluiti nel movimento partigiano mossi non tan- In Valpolicella, nel marzo del 944, si era formato to dal sincero anelito di partecipare a uno scontro, il battaglione Aquila guidato da Tarcisio Benetti (no- anche civile, finalizzato al riscatto e alla liberazio- me di battaglia: Rostro), che aveva inizialmente ope- 156 Olinto Domenichini rato in modo autonomo e poi, tramite il colonnello sciuto, ma importante organo della rsi: l’Ispettorato Umberto Ricca (Rito), era entrato in contatto con la regionale veneto della Guardia nazionale repubbli- missione militare Rye, alle cui dipendenze sarebbe ri- cana, comandato dal generale Dino Zauli2, con se- masta sino all’autunno-inverno; verso la fine del 944 de principale in via Leoncino 3. Dall’Ufficio politi- l’Aquila verrà infatti incorporata nella divisione gari- co investigativo dell’Ispettorato, guidato dall’inizio baldina Avesani7.

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