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! L’Archivio storico del Comune di Illorai 1828-1992 INVENTARIO DEGLI ATTI DEL COMUNE E DEGLI ENTI AGGREGATI !1 !2 SCHEDATURA A CURA DI: Mariangela Deidda Floriana Me DIREZIONE DI PROGETTO: Dott.ssa Mariangela Deidda - Archivista !3 !4 1. Premessa L'archivio storico del Comune di Illorai (SS), rappresenta un importante patrimonio per la comunità del centro del Goceano in quanto testimonia la vasta attività dell'Ente nello svolgimento delle sue funzioni amministrative. L’archivio è conservato in un apposito locale al piano terra del palazzo comunale in Piazza IV Novembre. La società Taulara srl di Nuoro, nello specifico l’Archivista, dott.ssa Mariangela Deidda coadiuvata dall’Archivista dott.ssa Floriana Me, grazie alla sensibilità degli amministratori e al finanziamento della Regione Autonoma della Sardegna ha portato avanti durante l’ultimo mese del 2014 e parte del 2015 il censimento, l'ordinamento e l'inventariazione dell’archivio storico e di deposito. L’archivio storico risulta organizzato in documentazione afferente al periodo post-unitario, con una consistenza di 1929 unità archivistiche prodotte e ricevute dall'Ente dal 1848 al 1975, e 19 unità archivistiche risalenti al periodo pre-unitario (1928-1848). Sono inoltre presenti documenti relativi agli Enti aggregati; nello specifico si tratta dei fondi: - Compagnia Barracellare - Ente Comunale di Assistenza - Ufficio del Conciliatore - Consorzio veterinario di Illorai, Burgos e Esporlatu. Il Progetto è stato finanziato in parte con fondi messi a disposizione della Regione Autonoma della Sardegna e la restante con fondi messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale. !5 !6 2. Nota Storica Detto anche Illortay nelle fonti di età medioevale, il toponimo è di probabile origine pre-romana ma di etimologia oscura. Il sito forse era già frequentato in epoca antica. Il paese medioevale appartenne alla curadoria di Goceano, nel Regno giudicale di Torres, sino al 1272. Finito in questa data lo Stato giudicale, Illorai fu diviso fra i Doria e gli Arborea che lo incorporarono nel proprio Regno. Nel 1324, quando fu istituito il Regno di Sardegna e aggregato alla Corona d'Aragona, venne infeudato nominalmente da re Giacomo il Giusto ai Doria; ma, nel 1339, fu riconosciuto dal re Alfonso il Benigno al "donzello" Mariano d'Arborea. Quindi, fu poi unito al Regno d'Arborea. Nel 1378, durante la guerra tra il Regno catalano-aragonese di Sardegna e il Regno di Arborea, scoppiata nel 1353, il paese fu infeudato a Valore de Ligia; ma si trattò solo di un’infeudazione nominale, perché - di fatto - continuò ad appartenere allo Stato arborense. I rappresentanti di Illorai parteciparono alla corona de curadoria per l'effimera pace del 1388. Nel 1420, finito lo Stato giudicale, il villaggio passò al regno di Sardegna. Nel 1421 fu infeudato more italie a Bernardo Centelles; appartenne quindi, dal 1422 al 1470 a Leonardo de Alagon al quale venne però, requisito sette anni più tardi per ribellione. Divenne così un feudo direttamente dipendente dalla Corona d'Aragona, per il quale fu istituita la carica di "ricevitore del marchesato di Oristano e contado di Goceano" (1481-1560). !7 !8 3. L’ente In seguito alla riforma amministrativa (R.D. 7/10/1848, n. 295) nasce il Comune moderno. Tale importante riforma istituzionale trasformò profondamente la normativa vigente in materia di amministrazione locale; vennero abolite le provincie e contestualmente furono istituiti i Comuni con natura di enti morali, dotati di organi rappresentativi eleggibili, con capacità di possedere, contrarre, stare in giudizio, e di potestà regolamentare, investiti dell’esercizio di funzioni da assolvere nell’interesse della collettività, utilizzando le risorse tratte dall’imposizione di tributi e dallo sfruttamento dei propri beni. Successivamente, il R.D. 23/10/1859, n. 3702 riformò la materia amministrativa, suddividendo il territorio del Regno in Provincie, Circondari, Mandamenti e Comuni, ma lasciò sostanzialmente invariata la configurazione del Comune e le sue competenze, limitandosi a modificare la denominazione degli organi e la loro composizione: la giunta diventò l’organo esecutivo e scomparve la figura del vicesindaco. Si deve però ricordare che benché l'unità politica del Regno fosse già compiuta nel 1861, quella amministrativa fu definita, solo qualche anno dopo, con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia alla quale era allegata la prima Legge comunale e provinciale, che stabiliva le nuove forme di amministrazione periferica e precisava le funzioni e i compiti del comune moderno. Le attribuzioni fondamentali del nuovo ente riguardarono il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione e l'organizzazione di alcuni servizi indispensabili. A questi si aggiungevano per delega dello Stato, compiti di interesse nazionale quali la tenuta dei registri di Stato Civile e l'espletamento di funzioni relative ai censimenti, alle elezioni e alla leva militare. La nuova legge prevedeva che i comuni fossero amministrati da un Sindaco, al quale erano affidati compiti di capo del comune e di ufficiale di governo, da un Consiglio Comunale e da una Giunta Municipale. I consiglieri erano eletti dalla popolazione avente diritto al voto ed il Consiglio sceglieva al suo interno i membri della Giunta, eleggendoli con votazione che prevedeva la maggioranza assoluta. Il Sindaco era eletto con nomina regia tra i consiglieri eletti e rimaneva in carica per un triennio, la sua nomina veniva comunicata alla Prefettura. La legge precisava inoltre che ogni comune era tenuto ad avere un Ufficio e un Segretario comunale che doveva sovrintendere alla trattazione di tutti gli affari e sotto la cui responsabilità ricadeva la conservazione degli atti. Con la riforma delle amministrazioni locali del 1889, la nomina regia del sindaco fu sostituita con l'elezione da parte del consiglio comunale che lo designava tra i suoi membri con votazione a maggioranza assoluta. Nel 1926, con la legge n. 237 del 4 febbraio 1926, venne abolito il sistema elettivo e le competenze degli organi rappresentativi furono trasferite ad un podestà di nomina governativa. Con l'entrata in vigore del R.D.L. 4 aprile 1944 n. 11 venne ripristinata la figura del sindaco e fu attribuito ai prefetti il compito di provvedere alla nomina temporanea dei sindaci e degli assessori, nell'attesa di poter indire le elezioni amministrative per la ricostituzione degli organi rappresentativi locali. Successivamente, con il T.U. del 1951, modificato nel 1952 e nel 1956, venne definito il sistema di elezione del Sindaco e dei Consiglieri. !9 Secondo la legge n. 142 del 1990, il Comune rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi, è investito di funzioni proprie riguardanti la popolazione e il territorio comunale (servizi sociali, assetto del territorio, sviluppo economico), esercita le funzioni delegate dallo Stato o dalla Regione ed è dotato di autonomia, oltre che finanziaria, anche statutaria. !10 4. Notizie Archivistiche All’avvio dei lavori la documentazione si trovava conservata locale archivio, al piano terra del palazzo comunale, in locali abbastanza adeguati alla funzione preposta, dotati di sufficiente aerazione e illuminazione, nonché dei dispositivi minimi di sicurezza. Le unità archivistiche risultavano quasi tutte collocate su scaffali metallici aperti, all’interno di faldoni, anche se parte di esse, a causa della evidente mancanza di spazio, erano ammucchiate sul pavimento, presentando evidenti tracce di disordine; insieme alle carte, sul pavimento è stato rinvenuto materiale non archivistico, come vecchie pubblicazioni, attrezzature hardware e software, materiale relativo all’allestimento dei seggi elettorali, ecc. che si è provveduto a far rimuovere prima dell’inizio delle attività. Parecchio materiale archivistico si trova, inoltre, anche all’interno dei vari uffici comunali, dove, ormai, la carta ha preso la maggior parte dello spazio disponile. Nel complesso, all’interno dell’archivio, lo stato di conservazione della documentazione è buono; gli atti sono contenuti in faldoni nuovi, presentanti sul dorso segnature archivistiche che si rifanno al Titolario Astengo, questo anche grazie alla meticolosità e attenzione di un impiegato Archivista che è stato per decenni nell’organico del comune. Talvolta, malgrado questo apparente ordine, quando si è iniziato ad aprire qualche faldone, è stato subito evidente che a una buona condizionatura esterna, spesso, non corrispondeva un ordine interno delle carte, le quali, non conservano la suddivisione per affare e quindi per fascicolo come dall’esterno poteva apparire. Per quanto riguarda notizie di interventi precedenti sappiamo ben poco; solo dal sito del SIUSA siamo riusciti a sapere che l’unico intervento di scarto fu autorizzato nel 1976 e che nel 1994 è stata istituita la sezione separata dell'archivio storico, anche se della stessa non è rimasta traccia nella disposizione delle carte, che si trovano sempre frammiste con quelle dell’archivio di deposito. La prima attività eseguita dalle archiviste preposte è stato il Censimento di tutto il materiale di natura archivistica presente sia in archivio che negli uffici comunali, per un totale di circa 400 metri lineari. Grazie a questo è stato possibile fare una selezione del materiale da ordinare, tenendo conto: - delle prescrizioni di legge riguardo al periodo di giacenza delle carte nell’archivio storico (40, 50, per taluni documenti, 70 anni); - della tipologia di documentazione. Una volta fatto ciò le carte che si trovavano sul pavimento sono state sistemate
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