Estratti Dalla Stampa Locale

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ESTRATTI DALLA STAMPA LOCALE IL MESSAGGERO VENETO 2 FEBBRAIO 2021 L'obiettivo resta quello di avviare la campagna per gli over 80 dalla prossima settimana Pressing di Fedriga per ottenere più fiale. Oggi si attendono novità per l'uso di AstraZeneca Preoccupano i vaccini Meno di 90 mila dosi attese entro fine mese Mattia Pertoldi / udine Le incognite sulla fornitura dei vaccini. I dubbi sulle categorie cui destinare il nuovo prodotto targato AstraZeneca - consigliato da parte dell'Aifa soltanto per gli under 55 - e una campagna che doveva essere rapidissima, ma che invece procede a rilento, soprattutto se paragonata a quanto sta accadendo in Gran Bretagna, Israele, ma anche negli Stati Uniti. Le vaccinazioni, insomma, diventano la vera questione da affrontare e la sfida da vincere per l'Italia e per il Friuli Venezia Giulia con Massimiliano Fedriga che ne ha fatto pure il perno centrale del suo intervento in Consiglio regionale in quello che è diventato una sorta di appuntamento fisso per tracciare una sintesi della lotta alla pandemia.numeri e unione europeaIl presidente sta cercando di convincere le altre Regioni e il Governo - in questo senso un nuovo vertice è previsto per oggi - della necessità di tarare le future consegne dei vaccini non in percentuale alla popolazione tout court, bensì in relazione alla presenza in un determinato territorio di più o meno residenti della categoria ritenuta prioritaria. Considerato, pertanto, che la fase due della campagna dovrebbe riguardare innanzitutto gli over 80, Fedriga, assieme al collega Giovanni Toti, ha chiesto un aumento di dosi per il Friuli Venezia Giulia, seconda regione più vecchia d'Italia dopo, non a caso, la Liguria. I numeri, d'altronde, sono chiari e al momento prevedono l'arrivo annunciato, da qui a fine mese, di 49 mila 140 dosi di Pfizer e 13 mila 900 di Moderna. Poi c'è la questione di AstraZeneca che ha ricevuto l'ok dall'Ema venerdì e sabato - consigliandolo esclusivamente per gli under 55 - dall'italiana Aifa. Domenico Arcuri non ha ancora comunicato alle Regioni quante fiale di questo vaccino riceveranno a febbraio, ma, come spiegato da Fedriga ieri, è plausibile che se il metro di paragone diventerà il classico 2,16% della somma utilizzato da tradizione per il Friuli Venezia Giulia, saremo attorno alle 23 mila 500 unità. Complessivamente, dunque, in regione dovrebbero arrivare a febbraio poco meno di 87 mila dosi con le quali immunizzare attorno alle 43 mila persone. Non un granchè, onestamente. «La situazione con il rallentamento delle forniture di vaccini - ha detto Fedriga - mi preoccupa molto sia dal punto di vista della tutela della salute pubblica sia della salvaguardia dell'economia. La responsabilità, voglio essere chiaro, non è del Governo oppure di Arcuri, ma dell'Europa che si è fatta trovare impreparata. La Gran Bretagna ha siglato i primi contratti per il vaccino tra marzo e aprile dello scorso anno, Bruxelles soltanto ad agosto. Avrei preferito pagare il vaccino anche il doppio del costo attuale, ma essere davvero pronto alla campagna. Uscire dalla pandemia un mese o due dopo gli altri Paesi non è indifferente perchè in ballo ci sono milioni di posti di lavoro e centinaia di migliaia di aziende. Ci sono realtà come Israele che hanno già immunizzato oltre il 10% della popolazione, parlando di entrambe le dosi, mentre l'Europa fa fatica a raggiungere il 2%».IL PIANO VACCINALEIl prossimo step, come accennato, dovrebbe riguardare, stando a quando approvato dal Parlamento, le vaccinazioni per gli over 80 non residenti nelle case di riposo, cioè una platea, per il Friuli Venezia Giulia, di oltre 108 mila persone. La volontà della Regione è quella di aprire le prenotazioni a metà settimana per avviarle dall'inizio della prossima, ma è chiaro che in questo senso il vicepresidente Riccardo Riccardi attende indicazioni da Roma su due piani diversi. Il primo riguarda proprio la richiesta, che dovrebbe essere ufficializzata oggi dopo un nuovo incontro tra gli assessori alla Salute, di ancorare le forniture di vaccino Pfizer e Moderna all'età anagrafica media dei territori. La seconda, invece, gira attorno a quali categorie immunizzare con AstraZeneca - si parla di insegnanti, forze dell'ordine e militari - considerato che non si potrà utilizzare per gli over 80, ma con ogni probabilità soltanto per coloro che hanno meno di 55 anni. Le due decisioni sono interconnesse tra di loro sia perchè da una parte consentirebbero al Friuli Venezia Giulia di incrementare la dotazione mensile di vaccini, sia perchè, dall'altra, parliamo di prodotti diversi tra loro da un punto di vista della conservabilità - Pfizer e Moderna necessitano della catena del freddo, AstraZeneca no - e della distanza necessaria per effettuare i richiami compresi in un delta tra due e dodici settimane. Bisogna ritarare le agende vaccinali, in altre parole, dopo una fase uno che si sta lentamente avviando al completamento con un più che discreto successo se consideriamo gli oltre 39 mila prenotati alla prima inoculazione e gli attuali 34 mila per la seconda. Tenuto conto di coloro che hanno avuto il Covid e che dunque in questa fase non verranno immunizzati, infatti, la platea di potenziali beneficiari si muoveva attorno alle 48 mila unità. Con le adesioni che hanno sfiorato quota 40 mila, quindi, il totale di personale socio-sanitario e di coloro che lavorano oppure sono ospitati nelle case di riposo del Friuli Venezia Giulia aderente supera l'83% del totale: una quota che in pochi si sarebbero aspettati di raggiungere a inizio campagna.l'andamento della pandemiaQuella di ieri a piazza Oberdan è stata anche l'occasione per Fedriga di analizzare lo stato dell'arte della pandemia che, rispetto a qualche settimana fa, pare essere leggermente migliorata. «Nel corso della seconda ondata - ha detto il presidente - abbiamo registrato un notevole aumento delle ospedalizzazioni in area medica che hanno toccato la quota più alta il 10 gennaio con 703 pazienti ricoverati. Negli ultimi sei giorni, invece, si è assistito a una notevole diminuzione dei ricoveri pari a oltre 100 unità. Lo stress, inoltre, ha riguardato anche le Terapie intensive per quanto su dati simili alla prima ondata visto che siamo passati da un picco di 61 ricoveri in primavera ai 69 del 13 gennaio». Fedriga, poi, ricordando come «l'età media dei decessi sia pari a 84 anni nelle case di riposo e a 82 in linea generale» ha anche voluto evidenziare il lavoro svolto a livello di test. «Siamo tra le Regioni che hanno testato più persone, intese come nuovi soggetti, sulla popolazione, cioè il 34,55% dei residenti, Meglio di noi hanno fatto soltanto Lazio, il cui dato però è influenzato dalla presenza dello Spallanzani, e il Molise. Siamo anche al secondo posto, dopo Trento, come tamponi molecolari effettuati con 921 tamponi ogni mille abitanti. A preoccupare molto, invece, è il dato sulla mortalità dove, purtroppo, occupiamo il settimo posto in Italia come incidenza media». partito democratico Moretti: riconosciute le difficoltà del Fvg udine «L'intervento di Massimiliano Fedriga, più istituzionale rispetto i toni manifestati qualche tempo fa, non ha nascosto le difficoltà che la nostra regione sta vivendo e, soprattutto, le condizioni estreme in cui versa da tempo il nostro sistema sanitario, il numero di decessi e di contagi». Così il capogruppo del Pd, Diego Moretti.«La serietà della situazione - aggiunge - è sotto gli occhi di tutti e oggi la preoccupazione per la salute dei cittadini, che si riflette in maniera drammatica anche sull'economia, è emersa con tutta la sua evidenza, riconosciuta finalmente anche dal presidente Fedriga». Cgil, Cisl e Uil sollecitano l'immunizzazione del personale I limiti di AstraZeneca impongono la ridefinizione del piano «Rientro in classe senza problemi Vaccinate anche professori e bidelli» Giacomina Pellizzari / udine Se l'obiettivo è permettere ad alunni e studenti di concludere l'anno in presenza, così come assicura il presidente Massimiliano Fedriga, il personale della scuola deve essere vaccinato in tempi rapidissimi. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil scuola insistono sull'immunizzazione di insegnanti e collaboratori scolastici proprio per evitare di dover interrompere il percorso riavviato ieri, nelle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia.Nonostante il ritorno in classe del 50 per cento degli allievi sia avvenuto in modo ordinato, Adriano Zonta (Cgil), Concettina Cupani (Cisl) e Ugo Previti (Uil) temono possibili ricadute a seguito dei limiti imposti dall'Ema ad AstraZeneca autorizzando il vaccino per le persone fino a 55 anni. «Un buon numero di insegnanti e collaboratori scolastici ha più di 55 anni» fa notare Cupani auspicando che il piano vaccini venga rimodulato al più presto sulla base delle disponibilità delle dose e delle tipologie di vaccino. «A livello di consapevolezza - insiste la segretaria regionale della Cisl scuola - tutti hanno compreso che il personale della scuola deve far parte delle categorie a rischio, ma noi continuiamo a chiederlo perché non abbiamo certezze sulla disponibilità delle dosi». Le rappresentanze sindacali prendono a esempio la campagna vaccinale in corso in Israele dove tutto il personale della scuola è già stato vaccinato. Che il tema sia centrale lo conferma il mancato ritorno in classe nei licei di Cividale dopo aver riscontrato la positività al Sars-CoV2 di alcuni docenti. Nella città ducale la didattica in presenza riprenderà non appena il quadro epidemiologico sarà più chiaro.Ribadito questo punto, Zonta richiama l'attenzione su alcuni particolari che potrebbero essere migliorati. «Molti genitori accompagnano i figli a scuola per evitare di sottoporli al rischio assembramenti sugli autobus. Peccato che poi quando vanno a prenderli si ammassano davanti agli ingressi. Basterebbe, per evitare tutto questo, scaglionare ogni cinque minuti le entrate e le uscite. Zonta apprezza comunque il lavoro fatto dai dirigenti e come i colleghi spera che questo sia solo l'inizio del percorso che riporta tutti i ragazzi a scuola.Dello stesso avviso Previti, il quale non manca di soffermarsi sui problemi vecchi e nuovi dell'Istruzione.

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