il Giornale CRONACHE 23 Domenica 21 marzo 2010 Dirigeva i 10.000 dipendenti dell’Eni all’estero. Andato in pensione, ha cominciato a pubblicare racconti. Il suo «Luna bavarese» piacque a Mario Luzi: in Germania è nelle antologie dei licei «È così. S’indignava: “I miei compaesani diBagnacavallosonotalmenterossidafin- gere che io non sia nemmeno nato lì”. Nel 1989arrivaronoadarelacittadinanzaono- raria a Maurizio Ferrini, il comico televisi- volanciatodaRenzoArboreinQuellidella notte, solo perchéa Domenica ininterpre- tava il personaggio della signora Emma Coriandoli da Bagnacavallo. Feci il diavo- lo a quattro. Scrissi a Montanelli: ma co- me,ilComunecelebraunguittoesidimen- tica di Leo Longanesi? Ricevetti una lette- ra di scuse dal sindaco Mario Mazzotti. Fu istituita una commissione per onorare la memoriadimiocugino.Mapoi lacerimo- nia saltò». Per quale motivo? «IlPcidiRavennaavevapostoilvetoalsin- daco e allo sponsor, il Credito romagnolo. Solo dopo la caduta del muro di Berlino ripresi i contatti col Comune di Bagnaca- valloe allafine labenedettacommemora- zione si poté tenere». Longanesi ricambiò tanta irricono- scenza facendosi seppellire a Lugo di Romagna e dettando un epitaffio bef- fardo per la sua tomba. «Non è vero che sulla lapide c’è scritto “Tornosubito”.L’avrebbevoluto.Maquel- la scritta non compare». E così il ruolo del Longanesi che scrive dellapropriavitaesifosseconvintodinon ne:“Dicapurechenonlepiacciono!”.Non sta e vendere il sugo bacchetto”, mi rac- lia. “Come la invidio!”, esclamò. Anni do- è passato a lei. averraggiuntorisultatidegnidellesuedo- licapisco,balbettai.Sirasserenò:“Cosìdi- contava,maiofaticavoaimmaginarmelo po stessa scena al check-in di Lisbona: «Percarità!Iorestoundilettante.Melaso- ti straordinarie. “Neppure la salute è mia mostramegliolasuaintelligenza”.Daallo- col bilancino dietro un bancone». “Doveva?”.AZurigo,maestà,epoiaMila- no cavata meglio come guida alpina sul alleata”, si lamentava. Aveva problemi al- rausaisempreunaformuladicortesiache Il sugo bacchetto? no. “Come la invidio!”, sospirò. La terza Biancoe sulRosa.Unavoltaportaiunpre- la schiena, ai denti, al fegato e una sciatica apprezzòmolto:ritengochequestosuodi- «Nonmichiedachecos’è,nonhomaiavu- volta, l’anno prima che Umberto II moris- tino torinese sul Balmenhor, 4.300 metri. che lo tormentava. Al primo incontro osai pinto possa soddisfare i veri intenditori... to il coraggio di domandarglielo. Con Leo se, fu un incontro indimenticabile. In va- Non avevamo neppure la corda: fregam- dirgli che, in fatto d’intelligenza, s’era ac- Disegnava personalmente anche le fonti mi sentivo sempre sotto esame. Poneva di canza avevo conosciuto Giuseppe Quaro- mopertregiorniquelladelcampanilenel- caparrato tutti i cromosomi dei Longane- per i titoli e le rubriche dei suoi giornali. continuo domande all’apparenza svagate ni,generaleariposodellaFolgore,chenel- lachiesettadelbaronePeccoz,amantedel- si. “Lei però ha ereditato l’altezza”, mi ri- Era un maniaco delle arti tipografiche: al per saggiare la consistenza intellettiva dei la prima guerra mondiale era stato giova- la regina Margherita, a Gressoney-La-Tri- batté serio. Lo contrariava il fatto che fossi Resto del Carlino si conserva una cassa di suoi interlocutori». nepilotanellasquadrigliadiFrancescoBa- nité.Un’altravoltaguidailafamigliaScara- molto più alto di lui». caratteri Bodoni riservati esclusivamente Dicono che fosse molto avaro. racca. Saputo che mi recavo in Portogallo vaggi di Piacenza. Fu definita “la cordata E le dava del lei per questo? agli elzeviri scritti da Leo». «Mamoltogenerosoneldissipareilsuoin- perlavoro, Quaronimi suggerì diandare a dei geometri” perché erano cinque fratel- «Quello della statura era un vero e proprio Gli attribuiscono l’idea iperbolica del gegno in consigli agli amici. A Giovanni trovare il re a Cascais: “Gli dica solo que- li,tuttidiplomatigeometri,conpadregeo- complesso.“Sonopiccolo,mapursempre cane a sei zampe, emblema dell’Agip, Spadolinipredisse:“Seleismettediscrive- sto:leportoisalutidelvecchioparacaduti- metraedetàdanoncredere:25,24,23,22e uncentimetropiùaltodelre”,sigiustifica- poi stilizzato da Bob Noorda. rees’interessadipolitica,diventeràpresi- sta”. L’hotel De Paris, dove alloggiavo, 21anni.Un’altravoltafecidaguidaaStefa- va. Era un metro e 55. Comunque ha sem- «È probabile che l’idea fosse sua, visto che dente del Consiglio”. Aveva un intuito in- non era lontano da Villa Italia, residenza no, poliomielitico». pre dato del lei a tutti. Tranne che a Indro nel 1952 aveva ideato il logo per la carta fallibile. Quando entrava in una libreria, delsovranoinesilio.Telefonaiperchiede- Un poliomielitico che scala le Alpi? MontanellieaBenitoMussolini,aiqualisi intestata del presidente dell’Eni. E pare sfogliavadecinedivolumiesapevadistin- re un appuntamento: il segretario prese «Mi aspettava sempre al ritorno dalle mie rivolgeva col tu». che avesse anche guere subito i mi- nota.Amezzodì,di spedizioni. Veder- Come mai queste due eccezioni? suggerito a Mattei gliori. Era come se ritorno in albergo, loognivoltaarram- «Giudicava le persone in senso verticale e ilprogettodelGior- ne penetrasse il trovai una lettera: picarsi sulle vette diMontanellidicevachenonapparteneva no. Ma ben presto i contenuto, sbir- “Sua Maestà la at- congliocchimida- al mondo animale: “Non è un uomo, è un due litigarono per ciandoli appena. tende alle ore 19”. va una pena infini- pezzo di legno trasformato in pertica”. Di via delle statalizza- “Liscelgodall’odo- Andai. Le finestre ta. Alla fine decisi qui il tu, trattandosi di un vegetale. Quan- zioni. Saputo dove re”, mi spiegava. di Villa Italia erano cheselomeritasse: toaMussolini,sisachepretendevatassati- lavoravo, Leo mi Dopo due aggetti- illuminate. Pensai domanitiportosul- vamente il voi. Ma il giorno che Leandro suggerì:“Cambico- IL COMPLESSO DELLA STATURA vi t’interrompeva: checifosseunrice- UN PITTORE IN TIPOGRAFIA la Piramide Vin- Arpinati, federale di Bologna, gli presentò gnome, si presenti “Basta così!”». vimento, invece cent. Mi guardò per la prima volta Leo,all’epoca diciasset- con quello di sua Mio cugino era 1,55: «Sono alto Con lei fu prodi- avevano acceso le Mi esibì i suoi disegni: «Dica pure stralunato: “E co- tenne, questi si rivolse al Duce col tu, qua- madre, è più pru- godiconsigliper luci per me. Nella me?”.Aspalle.Allo- le atto di deferenza dovuto ai grandi con- dente”. Gli confi- un centimetro più del re». Dava la scrittura? Sala del Risorgi- che non le piacciono!». Balbettai: ra avevo una forza dottieri romani. Mussolini fu subito con- dai che all’Eni ave- del tu solo““ a Montanelli, ritenuto «Che cosa sta di- mentoeranoespo- non li capisco. «Così dimostra mostruosa.Fecico- quistatodallasfrontatezzadiquelragazzo vo già rinnegato cendo? Allora era stelebandierelace- struire una specie prodigio, romagnolo come lui, e da allora due volte d’essere un vegetale: «Indro è una pertica» al di là di ogni mia re di tutte le batta- meglio la sua intelligenza», sorrise dibarellaemeloca- lo prese a benvolere. Longanesi gli faceva suo parente. “San immaginazione. glie delle guerre ricai sul groppone. lafrondasuisuoigiornali.Finìperesagera- Pietroharinnegato Gli capitò d’inter- d’indipendenza. Arrivati in cima, gli reeilcapodelfascismoloconvocòaPalaz- Gesù Cristo tre vol- rogarmi in propo- Eroemozionatissi- ordinai: “Chiudi zoVenezia,richiamandoloall’ordine.Leo te e ha fatto carrie- sito: “Ha mai pen- mo. Conversam- gli occhi e riaprili scattò sull’attenti: “Mussolini ha sempre ra lo stesso”, rispo- sato di scrivere?”. moperun’ora.Sco- solo quando te lo ragione”.IlDucenoncolseilsensoironico se,menocorruccia- Gli risposi: se mi priicosìcheQuaro- dirò io”. Giunto della frase, che da quel giorno finì dipinta to del solito». presta la sua pen- ni era stato l’istrut- quel momento, a caratteri cubitali sui muri di tutta Italia». Ma era sempre na...Larispostagli tore del giovane nondisseunaparo- CertocheLonganesinetenneabattesi- arrabbiato? piacque. Ma subi- Umberto. Alla fine la.Credettichefos- mo, di antifascisti, sui propri rotocal- «Non abbondava to mi dissuase: il sovrano mi pose se rimasto deluso. chi. in sorrisi. Si defini- “No, meglio di no. la solita domanda: Maseleisalealrifu- «Fascisti e antifascisti, tutti comunque va “il carciofino Come i Savoia go- “Quando rientrerà gio Col d’Olen, sul grandiscrittori:oltreaMontanelli,Giusep- sott’odio”, e sog- vernano uno alla in Italia?”. E io an- registro degli ospi- pe Ungaretti, Vitaliano Brancati, Vincen- giungeva: “Cerco volta, così anche i cora una volta do- ti, in data 16 luglio zo Cardarelli, Elio Vittorini, Giovanni Co- amicidaconsuma- Longanesi devo- vetti rispondere: 1959, leggerà que- misso, Mino Maccari, Ardengo Soffici, re”. Con i parenti noscrivereunoal- domani, maestà. sta frase firmata da Emilio Cecchi, Riccardo Bacchelli, Ennio avevalostessorap- lavolta”.Hoaspet- Mistrinselamano: Stefano: “Dio, per Flaiano, Giuseppe Berto, Arrigo Benedet- porto che si ha con Da sinistra, Leo Longanesi e Alberto Moraviatato trent’anni. E “Sapessequantola Una xilografia di Longanesi per «Il Borghese» un solo giorno, mi ti, Enzo Biagi, Cesare Zavattini, Goffredo le scarpe: più sono purtroppo non ho invidio!”. In quel- ha prestato le Sue Parise, Luciano Bianciardi, Alberto Savi- strette e più fanno UNO SCOPRITORE DI TALENTI la sua penna. A l’uomo parlava NEMO PROPHETA IN PATRIA gambe”.Mezzose- nio,AldoPalazzeschi. AdAlberto Moravia male. Ma io gli ri- proposito dei Sa- l’amor patrio. Già colo dopo non ho riscrivevagliarticolicominciandodallafi- sultai simpatico
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