ria degli Angeli si stava ordinando una mostra d'arte cristiana: pavimenti di musaico bianco e nero, simili a quelli, che abbiamo visto in alcune parti delle terme di Caracalla. Negli appartamenti inferiori, sono state l'a. deplora di dover ripartire da Roma, senza poter attenderne riportate alla luce belle pitture e musaici del tempo di Traiano. Si spera, l'inaugurazione. proseguendo gli scavi, di trovare parecchie altre fabbriche importanti. Il Ca­ Il 17 gennaio egli visita la via Appia ed i suoi monumenti valiere Guidi, con gentilezza grande, si mise a nostra disposizione, per mo­ strarci quelle sue ricchezze. Soltanto a Roma si trova quella urbanità squisita pagani e cristiani: una malattia di G. B. de Rossi ha privato l'a. e quell'amabile zelo. Difatti, i ricchi proprietari non tengono per sé soli i della guida di lui nel cimitero di Callisto. tesori delle loro gallerie e dei loro musei, con gelosa cura, ma sono lieti di Il 18 gennaio, nella mattinata, assiste alla cappella papale e farne approfittare il pubblico, mettendoli a sua disposizione ». nel pomeriggio assiste ai vespri in S. Pietro; nella serata, va a vedere le luminarie per le strade di Roma. L'amico A. M. Colini, che qui ringrazio, mi ha indicato, per Il 19 gennaio, a Sant'Andrea delle Fratte, sua parrocchia, l'a. l'argomento, The ruins and excavations of ancient Rome di Ro­ interviene al triduo in onore della «Madonna del Miracolo», DOLFO LANCIANI (Macmillan and Co., London 1897), dove, alle durante il quale il padre generale dei Minimi parla della conver­ pp. 535-536 si trovano due illustrazioni degli scavi Guidi ed utili sione del « povero » Alfonso Ratisbonne. rimandi bibliografici. Sotto la data del 20 gennaio, troviamo la descrizione di una Il 21 gennaio, l'abbé Rolland, nella mattinata, va a Sant'Agnese visita agli scavi diretti da Pietro Rosa, nei giardini Farnese sul fuori le mura, assiste alla benedizione degli agnelli, destinati a Palatino, che Napoleone III aveva comprato dai Borboni di Na­ fornire la lana per i pallii arcivescovili e visita il cimitero sotter­ poli: visita fatta nel giorno di S. Sebastiano, venerato su quel raneo; nel pomeriggio, si reca alla chiesa della Santa a piazza colle. Si passa, poi, alle terme di Caracalla e si menziona il Circo Navona. Massimo, del quale, ancora, non sono visibili, che pochi mattoni, Il 25 gennaio, l'a. va a S. Paolo fuori le mura, per la festa presso il cimitero ebraico. della Conversione dell'Apostolo; poi, si spinge fino alle Tre Fon­ Traduco il passo seguente (pp. 111-112) che mi sembra possa tane, dove sono in corso i restauri e si sta collocando, nel pavi­ destare qualche interesse: mento della chiesa di S. Paolo, il musaico delle quattro Stagioni, proveniente dagli scavi d'Ostia. «Mons. Nogret [vescovo di Saint-Claude] ci spinse fortemente a far visita al cavaliere Guidi. Questo dotto, ispettore onorario dei Monumenti « Il papa ha insediato, nel 1868, nel contiguo monastero, dei Trappisti antichi di Roma, possiede una vigna, che, in passato, dipendeva dalle terme francesi, con la missione di bonificare la· zona, funestata dalle febbri. I primi di Caracalla, ed egli vi fece eseguire alcuni scavi. Egli sapeva che, prima religiosi furono ben presto vittime della malaria; ma altri loro confratelli ( ... d'essere occupato dalle terme, quel terreno era stato occupato dai famosi presero tl loro posto. Il buon monaco, che ci faceva da guida ci disse, che l giardini del celebre oratore Asinio Pollione, al tempo d'Augusto, ed egli la febbre mieteva già meno vittime, grazie ai lavori importanti, che essi {· sperava di ritrovare qualcuno dei monumenti o delle statue che lo avevano hanno eseguito. Pio IX, da vero padre, ha messo a loro disposizione una decorato. Non s'ingannò nelle sue congetture e ben presto scoprì i resti d'un proprietà, sulla via per S. Giovanni in Laterano ed essi, nella estate, ven­ bell'edificio: resti, che si trovano molto sotto il livello delle terme. Quando gono a respirare l'aria pura e fortificante. Prima di rientrare in città, ho 't Caracalla estese le proprie terme fino a quei giardini, fece demolire gli splen­ voluto visitare l'Emporium, antico deposito di marmi, la cui scoperta si deve didi edifici, che Asinio Pollione vi aveva fatto costruire, ma non si ritenne al dotto archeologo Pietro Ercole Visconti. Da Tito Livio sapevamo, che neces.sario asportarne ogni avanzo: ci si contentò di spianarli al livello della l'antico arsenale marittimo di Roma si trovava sulla sponda sinistra del Te­ nuova fabbrica e di riempire i vani con i materiali delle demolizioni. Difatti, vere, ai piedi dell'Aventino. Bastò che il Visconti indirizzasse le esplorazioni tutte le camere scoperte finora, sono completamente piene di rottami, fra i lungo la sponda del fiume e, nello sp~io di quaranta-cinquanta metri dal­ quali si sono trovati i bei frammenti degli stucchi, che avevano ornato le l'acqua, fin dai primi giorni, mise in luce centoventi grandi blocchi di marmo pareti e le volte. Sopra le volte, sfondate, per lo più, si notano i resti dei africano, caristio, milesio e di porta santa, cinquecento frammenti di giallo '.< 242 243 ~·~ .,r ....l ~:r antico e di serpentino, ed una considerevole quantità di pezzi di rosso antico, SCAMPAGNATE POPOLARI, VERSI D'OCCASIONE, d'alabastro, di brecce, di verde antico. Gli scavi, che ancora continuano, rivelano, una dopo l'altra, le banchine di sbarco, molto ben conservate, DEDICHE SIGNIFICATIVE, POLEMICHE EPIGRAFI ognuna munita d'un grosso blocco di travertino, forato per ormeggiare le navi. Altri blocchi di maggiori dimensioni e di marmi più pregiati, alcuni rifiniti, persino una colonna del diametro di un metro e mezzo e della lun­ Esultanza laica per la «Breccia» ghezza di venti metri, sono stati trovati. Pio IX ha già potuto ornarne gran parte delle chiese di Roma e tutto fa supporre che questa cava sia inesauri­ bile. Il commendatore Visconti pensa, che forse se ne troveranno anche ad Ostia. Come mai una così grande quantità di marmi si è potuta raccogliere in questo luogo e come mai se ne è potuta ignorare l'esistenza fino al regno di Pio IX? Ecco la spiegazione, caro amico, molto semplice e molto esatta, Nell'immediato dopoguerra, i partiti politici in continua oppo­ raccolta da me sul luogo stesso. Una legge fiscale di Roma esigeva, che ogni nave di commercio che partisse per un lungo corso, dovesse riportare, come sta tensione, la ricorrenza della «presa» di Roma diede spesso zavorra, esclusivamente dei marmi preziosi, i blocchi dei quali, per cura dei origine, proprio come era accaduto in periodo di Legge delle gua­ governatori romani, si trovavano pronti in anticipo, nei porti dell'Africa e rentigie, a violente polemiche giornalistiche, e a qualcosa di peggio. dell'Asia. All'epoca della decadenza, non avendo più gli imperatori l'agio Eravamo con la folla sotto il monumento del Morbiducci, nei giorni o il gusto d'impiegarli in costruzioni monumentali, i blocchi si ammontic­ chiarono così, lungo le sponde del fiume, dove li si sbarcava. Le ricchezze critici che avevano visto la maggioranza parlamentare dare voto oggi riunite in questo luogo ammontano a parecchi milioni. La popolazione contrario alla proclamazione del XX Settembre festa nazionale, e di Roma diminuì notevolmente, a causa delle ripetute incursioni dei barbari l'amarezza ci riempi l'animo, confrontando quella giornata con i, e non si contavano più che una decina di migliaia d'abitanti nei quartieri vicino alla "Marmorata ". Le inondazioni del Tevere si succedettero e copri­ 20 settembre della nostra infanzia, allorché i genitori, di buon mat­ rono quei marmi di spesso fango, che, in breve tempo, li nascose comple­ tino, ci destavano per condurci alla breccia e farci assistere al tamente. Poiché erano diventati inutilizzabili, se ne dimenticò l'esistenza: « passo di corsa » dei bersaglieri che sfilavano tra gli applausi non era rimasto che un vago ricordo della "Marmorata" dei Romani e ci volle l'impulso dato da Pio IX a tutti i lavori artistici ed archeologici per affettuosi della folla entusiasta. Nulla di sacrilego: nient'altro che farla uscire dall'oblio. Il papa va spesso a visitare quei lavori e si compiace un doveroso, sentito omaggio patriottico. Eppure il fascismo d'incoraggiare il dotto archeologo che li ha intrapresi e di rallegrarsi con lui. Ho potuto portar via alcuni di quei preziosi frammenti: uno di essi è del proibl, soprattutto in conseguenza del Concordato. marmo che Pio IX ha scelto per erigere la colonna del Concilio sul Gianicolo, Divennero tempi perduti quelli, e favolosi addirittura dovettero presso la chiesa di S. Pietro in Montorio » (pp. 116-118).1 sembrarci gli altri ancor più remoti di cui ci avevano parlato i nonni. Anni felici, che videro i romani recarsi in massa presso la Bisogna dire che l'abbé Rolland avesse una resistenza straor­ Porta e passarvi quasi l'intera giornata. Si era in aperta campagna, dinaria alla fatica, perché egli volle recarsi ancora, prima del tra­ allora, e nei pressi della villa Patrizi si ballava, si cantava, le canzoni monto, al Pincio, per salutare dall'alto la città, che egli si pre­ d'ogni specie si cantavano. Gli osti, i porchettari, i cocomerari parava a lasciare prossimamente. facevano affari d'oro, e non mancavano i palloni aerostatici di carta, tanto in voga, che compivano il loro primo ed ultimo volo GIOVANNI INCISA DELLA ROCCHETTA portando paciosamente su nel cielo le scritte più ingenue, le alle­ gorie più innocenti. Ma la spinosa questione era tutt'altro che defi­ nita e qualcuno o qualcosa finiva sempre per intorbidare le acque. 1 Filippo Magi ha scritto su Il monumento commemorativo del Con­ cilio Vaticano I, nel numero di gennaio-febbraio 1962 di «Studi Romani» Chi aveva dovuto sgombrare il campo non si rassegnava alla (pp.
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