Repertorio A, Allegato Al Piano, Che Identifica Le Informazioni Rappresentate Sulla Tavola

Repertorio A, Allegato Al Piano, Che Identifica Le Informazioni Rappresentate Sulla Tavola

100 100 95 95 75 75 25 25 5 5 0 0 100 100 95 95 75 75 25 25 5 5 0 0 Allegati PTCP – Provincia di Milano Introduzione La necessità di disporre di una base conoscitiva del sistema dei limiti alle trasformazioni territoriali si è tradotta nella predisposizione di due elaborati ricognitivi di supporto per la gestione del PTCP: una tavola del "Sistema dei vincoli paesistici e ambientali" in scala 1:60.000 (Tavola 5) in cui sono individuate le aree e gli elementi soggetti a specifiche previsioni di legge di tipo paesistico–ambientale e il presente Repertorio A, allegato al Piano, che identifica le informazioni rappresentate sulla tavola. I vincoli individuati in cartografia, Tav.5 e Tav.5bis, e nel presente allegato sono da considerarsi ricognitivi. E’ necessario pertanto, ai fini della puntuale verifica della loro cogenza, riferirsi agli specifici atti amministrativi emanati dalle Autorità competenti. Il Repertorio A nasce come risposta a quanto previsto dalle norme regionali in merito ai contenuti paesistici del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: L.R. 1/2000, L.R. 18/1997, D.G.R. n. VI/47670 del 29 dicembre 1999 "Criteri relativi ai contenuti di natura paesistico-ambientale del PTCP". Ogni oggetto è stato georeferenziato cartograficamente (ovvero localizzato sulla carta tecnica regionale, come previsto dalla Regione Lombardia, in scala 1:10.000). I dati presi in esame costituiscono il repertorio conoscitivo necessario a definire in prima battuta il sistema delle precondizioni alla trasformazione del territorio. La metodologia seguita per individuare i beni oggetto di vincolo è di seguito illustrata. Elementi ed ambiti vincolati ex D.Lgs. 490/1999 Vincoli ex art. 2 del D.Lgs 490/1999 (già L. 1089/1939) BENI DI INTERESSE ARTISTICO E STORICO Nel presente elenco sono segnalati gli immobili vincolati specificamente dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano. In sede di redazione degli elenchi di cui all’art.5 del D. Lgs. 490/99, le competenti Amministrazioni Comunali dovranno verificare l’effettivo interesse artistico, storico o demo-etno-antropologico delle cose immobili e mobili in essi comprese. A partire dalla catalogazione dei beni storico-monumentali vincolati, contenuti nel Censimento dei Beni Architettonici e Ambientali della Provincia, è stata operata una verifica allo scopo di costruire una banca-dati in formato digitale completa e aggiornata dei beni vincolati, attraverso il confronto con la lista ufficiale dei vincoli della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano, in modo da verificare la corrispondenza e la congruenza tra i due elenchi. Ad eccezione dei beni presenti all’interno del Comune di Milano, si è proceduto ad una riunificazione di tutti i decreti di vincolo riferiti ad un unico bene immobile. I dati forniti dalla Soprintendenza risultavano infatti di difficile interpretazione, in quanto negli anni si 7 Allegati PTCP – Provincia di Milano sono prodotti decreti di vincolo tra loro non immediatamente confrontabili nella forma, prima ancora che nella sostanza. In particolare non sempre risultava chiaro quale dovesse essere l’oggetto puntuale del vincolo (il complesso di immobili, l’edificio, la porzione di edificio) nonché l’eventuale estensione del vincolo stesso a pertinenze o adiacenze. Verificati i beni da assoggettare a vincolo si è proceduto alla loro precisa localizzazione, attraverso la georeferenziazione cartografica. Tali beni sono riportati con apposito simbolo grafico sulla Tavola 5. Sono state poi predisposte delle schede per ciascun elemento, riportanti gli estremi del decreto di vincolo ed i dati catastali disponibili, riferiti al periodo in cui è stato emanato il provvedimento di vincolo. Tale riferimento quindi può a volte risultare impreciso a causa delle variazioni nell'organizzazione del catasto degli edifici. I beni localizzati sul territorio di Milano sono identificati in uno specifico elenco, per la cui redazione si è fatto riferimento ad uno studio elaborato dal CNR dove i beni contenuti nel Censimento dei Beni Architettonici e Ambientali della Provincia sono stati verificati con gli elenchi ufficiali dei vincoli della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano. La verifica, per ciascun elemento, con gli estremi del decreto di vincolo e con i dati catastali verrà realizzata successivamente. Vincoli ex art. 139 del D.Lgs 490/1999 (già L. 1497/1939) Anche in questo caso si è operato un aggiornamento dei dati già in possesso dell’Amministrazione Provinciale attraverso la creazione di una banca-dati in formato digitale in cui ciascun bene vincolato è posto in relazione in maniera univoca con il proprio decreto di vincolo, attraverso la georeferenziazione cartografica di tutti i dati identificabili con apposita simbologia grafica. Per ciascun elemento (Parte I), sono state poi predisposte delle schede riportanti la descrizione, gli estremi del decreto di vincolo e della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Vincoli ex art. 146 del D.Lgs. 490/1999 (già L. 431/1985) Al fine della definizione dell'ambito di applicazione si rimanda a quanto disposto dall'art. 146 del D.Lgs. 490/1999 comma 2. Vincoli relativi a fiumi, torrenti e corsi d'acqua di cui all'art. 146 del D.Lgs. 490/1999 (già L. 431/1985, art 1, lett c) Con la Sentenza del Consiglio di Stato, Sez. VI 4 febbraio 2002 n. 657 sull'edificabilità dei suoli in prossimità dei fiumi, si chiarisce che tutte le acque con denominazione "fiume o torrente" indipendentemente dalla loro iscrizione nell'elenco delle acque pubbliche, R.D. 11 dicembre 1933 n. 1775, sono soggette al vincolo paesistico ai sensi dell'art. 146 del D.Lgs. 490/1999. Per tutte le altre acque comunque denominate, che hanno minore importanza, sono pubbliche se hanno attitudine all'uso pubblico di interesse generale, e sono vincolate se ricomprese nel citato elenco delle acque pubbliche di cui la Regione Lombardia evidenziò le motivazioni di assoggettabilità al vincolo paesistico con D.G.R. n. IV/12028 del 25 luglio 1986 e s.m. derubricando dal vincolo alcuni fiumi o torrenti o parte di essi. Con tale sentenza tali fiumi e torrenti tornano, a pieno titolo, ad essere assoggettati all'art. 146 del D.Lgs. 490/1999. I corsi d'acqua ed il relativo vincolo sono stati codificati (codice fiume) e rappresentati nel rispetto delle indicazioni della D.G.R. n. VI/47670 del 29 dicembre 1999 e della metodologia di acquisizione ed informatizzazione in essa contenuta, ai fini 8 Allegati PTCP – Provincia di Milano dell'implementazione dei dati nel SIBA regionale. In particolare partendo dall'elenco dei corsi d'acqua della D.G.R. n. IV/12028 del 25 luglio 1986 e successive modificazioni, sono stati individuati cartograficamente quei tratti fluviali che generano il vincolo, utilizzando la base CTR vettorializzata relativa al volo 1994. Al fine di rendere il più rappresentativa possibile l'area fluviale, è stato scelto il livello poligonale per i Fiumi Ticino, Lambro e Adda, quello lineare per i rimanenti. Sono state inoltre utilizzate le ortofoto dell'anno 1999 per il controllo dei tratti tombinati. La determinazione dell'area a vincolo di estensione 150 m da entrambe le sponde è stata generata in automatico con un'operazione di buffer. E' opportuno sottolineare il limite di tale operazione che comporta la rappresentazione del tutto indicativa del vincolo stesso, con un margine di approssimazione che dipende dalla reale dimensione del corso d'acqua. Si rimanda quindi alla scala comunale per l'esatta individuazione delle aree vincolate tenendo conto delle esclusioni di cui al comma 2 art. 146 del D.Lgs. 490/99. Inoltre per la natura stessa del vincolo si ricorda che il vincolo Galasso è direttamente correlato alle caratteristiche del bene; ne consegue che gli spostamenti naturali o artificiali delle masse d'acqua modificano l'estensione del vincolo, determinandone ampliamenti o riduzioni. A livello generale l'elenco dei Comuni attraversati dai vari corsi d’acqua presenta alcune inesattezze con quanto riscontrato sulle basi consultate e questo ha reso talvolta difficile l'individuazione dei corsi d'acqua e dei rispettivi tratti vincolati. Rispetto al reticolo idrografico minore le incongruenze più significative riguardano tratti ormai tombinati per i quali continua a vigere il vincolo. In particolare si segnala il Torrente Seveso al suo ingresso in Milano e i torrenti che solcano il terrazzo delle Groane, come il Nirone e Pudiga. Il T. Bozzente e il T. Lura hanno subito nel tempo pesanti artificializzazioni, per cui il vincolo paesaggistico andrebbe letto non nello spirito di conservazione e tutela, quanto in quello di recupero. Ciò anche alla luce di alcune considerazioni derivate dalla citata sentenza del Consiglio di Stato ove, difatti, si evidenzia che " la circostanza che la zona vincolata sia prevalentemente, o addirittura già paesisticamente degradata, non fa venire meno l'esigenza di evitare che una zona soggetta per legge a vincolo sia preservata da ulteriori interventi deturpanti" di conseguenza è necessario che vi sia "... un maggior rigore per il futuro, onde prevenire ulteriori danni all'ambiente e salvaguardare quel poco di integro che ancora residua". Vincoli relativi a boschi e foreste di cui di cui all'art. 146 del D.Lgs. 490/1999 (già L. 431/1985, art. 1, lett g) Relativamente al vincolo "boschi" si è proceduto a identificare quelli che rispondono ai requisiti definiti dalla Legge Regionale 8/1976 e quindi, per logica deduzione, da considerarsi sottoposti al vincolo. Si precisa che dei boschi non fanno parte gli arboreti da legno e comunque tutte quelle strutture arboree non comprese nella definizione di bosco ai sensi di legge1. Sulla Tavola 5 sono riportate le aree boscate che, in base alla lettura del fotovolo del 1994, presentano superfici maggiori di 2.000 mq. Da questa prima lettura sono state poi 1 A tale proposito è stata prodotta una prima carta numerica dei boschi vincolati in cui sono state segnalate anche le superfici boscate di tipo lineare con larghezza inferiore a 25 m e superficie comunque superiore a 2.000 mq, le quali però necessitano, per essere considerate aree vincolate, di ulteriori verifiche.

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