Carate Urio, in Provincia Di Como

Carate Urio, in Provincia Di Como

RELAZIONE ILLUSTRATIVA FUSIONE DEI COMUNI DI CERNOBBIO, MOLTRASIO E CARATE URIO, IN PROVINCIA DI COMO La presente relazione è stata predisposta sulla base degli elementi forniti dai tre Comuni. 1 Cernobbio ha 6745 abitanti (al 31 12 2015) ed è il primo centro della sponda occidentale del Lario, confinante con i Comuni di Moltrasio, Maslianico, Como e Blevio, nonché con la Confederazione Elvetica. Moltrasio, che conta 1607 abitanti al 31 12 2015 e segue a Cernobbio proseguendo verso il centro- Lario, confina con i Comuni di Cernobbio, Carate Urio, Schignano, Blevio, Torno, nonché con la Confederazione Elvetica. Carate Urio, 1171 abitanti al 31 12 2015, ultimo comune a nord di Moltrasio che partecipa alla fusione, confina con: Torno, Moltrasio, Laglio, Faggeto Lario, Brienno e Schignano, nonché con la Confederazione Elvetica. ----------------------------------- I tre comuni ritengono la fusione un’opzione da perseguire per semplificare il quadro istituzionale e i processi decisionali degli enti. Le finalità che si intendono conseguire sono legate alla valorizzazione del territorio, sul quale è presente un patrimonio naturalistico ed artistico di elevato pregio ed unicità e per acquistare maggiore forza rappresentativa presso gli enti sovraordinati. Ulteriori obiettivi a più breve periodo sono la riduzione dei costi di gestione, il miglioramento dell’efficienza complessiva al fine di rendere i servizi più adeguati ai cittadini, la specializzazione del personale. Tutto questo mantenendo adeguate forme di partecipazione e rappresentanza dei cittadini attraverso i municipi, che possono coincidere con gli attuali tre Comuni, e la figura dei Prosindaci. Le tre Amministrazioni segnalano come l’iniziativa della fusione sia partita dal Comune di Cernobbio, l’unico tra i tre enti a non dover obbligatoriamente gestire in forma associata servizi e funzioni, in quanto consapevole del valore aggiunto portato dalla costituzione di un nuovo e più grande comune, che arriverebbe a superare di poco i 9500 abitanti. Nel seguito del presente lavoro vengono presentati una serie di elementi elencati dalle tre Amministrazioni a supporto della scelta della fusione e, a seguire, vengono illustrati alcuni aspetti delle realtà territoriali, paesaggistiche, demografiche, sociali ed economiche dei tre comuni. Una seconda sezione è invece dedicata ad un approfondimento, presentato dai comuni stessi, della fattibilità tecnica della fusione. 2 Punti di forza e di possibile attenzione relativi alla proposta di fusione Sono punti di forza della creazione di un unico ente locale: la possibilità di fornire servizi più qualificati per gli utenti, utilizzando al meglio le professionalità dei dipendenti dei comuni la realizzazione di economie di scala, sia a breve termine (si pensi alla riorganizzazione dei settori dell’ente e di conseguenza alla riduzione complessiva delle posizioni organizzative), sia a lungo termine (si pensi alla maggiore forza contrattuale nelle procedure di appalto) la possibilità di assolvere all’obbligo normativo della gestione associata dei servizi in modo semplificato (rispetto alla gestione di 10 convenzioni diverse o con enti diversi e con conseguenti ricadute sui bilanci interni) una maggiore flessibilità nella gestione e nell’utilizzo del personale, che farebbe capo ad un unico datore di lavoro la possibilità di sfruttare le sinergie in atto rispetto ai servizi già unificati e con riferimento agli ambiti sovra comunali di riferimento Inoltre, la creazione di un unico ente comporterebbe una contribuzione straordinaria statale per un periodo di dieci anni. Opportunità Si segnalano: la specializzazione professionale che i dipendenti potrebbero raggiungere, limitando il proprio lavoro ad un settore più specifico e meno ampio la migliore organizzazione funzionale del personale la possibilità di accedere a maggiori finanziamenti esterni, nonché il conseguimento di punteggi di favore nel caso di partecipazione a bandi regionali (ai sensi dell’art. 20, co. 4 della L.R. 19/2008) una pianificazione urbanistica maggiormente omogenea sul territorio, che faciliti il rapporto con i professionisti, le imprese ed i cittadini. Possibili aspetti di attenzione Un processo di fusione può comportare, soprattutto in una prima fase, difficoltà gestionali, quali: la gestione dei trasferimenti di personale e risorse, con contrattazione decentrata e ridefinizione dei ruoli di responsabilità apicale l’omogeneizzazione dei procedimenti nonché dei processi informatici degli enti Occorrerà altresì tenere in considerazione: armonizzazione regolamentare e tributaria diversa dislocazione degli uffici comunali costi relativi all’attivazione di un nuovo ente, collegati anche alla redazione di un nuovo strumento urbanistico e di tutti gli strumenti attuativi collegati ad esso 3 SEZIONE PRIMA: IL CONTESTO DEI TRE COMUNI INTERESSATI ALLA FUSIONE Elementi geografici Le tre Amministrazioni pongono in evidenza come i territori dei tre Comuni stessi siano ricompresi nel piano territoriale di coordinamento provinciale nell’ambito territoriale n. 3 “Lario Intelvese”, che comprende Argegno, Blessagno, Brienno, Carate Urio, Casasco d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi, Cerano d’Intelvi, Cernobbio, Claino con Osteno, Colonno, Dizzasco, Laglio, Laino, Lanzo d’Intelvi, Lenno, Mezzegra, Moltrasio, Ossuccio, Pellio Intelvi, Pigra, Ponna, Ramponio Verna, Sala Comacina, San Fedele Intelvi, Schignano e Tremezzo all’interno dei quali un ruolo di comuni “polo attrattore” viene attribuito a Cernobbio, Lanzo d’Intelvi, Lenno e San Fedele Intelvi. Gli ambiti sono connotati da elementi di omogeneità socio-economica e geografica e di sviluppo urbanistico-territoriale; all’interno di ogni ambito sono individuati i centri urbani di rilevanza sovracomunale - poli attrattori, corrispondenti a quei Comuni che, per il loro ruolo di “centralità” storica, per condizioni di accessibilità e dotazione di funzioni e servizi esistenti e potenziali, rappresentano una “polarità” rispetto ad un ambito territoriale di riferimento. Brevi cenni sugli aspetti paesaggistici I tre comuni appartengono a quella parte del territorio lariano che si caratterizza con particolare evidenza per gli aspetti naturalistici ed artistici, che richiamano turisti da tutto il mondo e che hanno ispirato personalità come (e solo per citarne alcuni) Goethe, Stendhal, Vincenzo Bellini e Manzoni. Il ramo occidentale del lago, in particolare, è costellato di splendide dimore. L’ambito in cui si posizionano i tre comuni appartiene al “basso Lario”, porzione di territorio esteso da Argegno fino a Cernobbio, compresi i versanti sovrastanti i paesi e i versanti che scendono verso il confine svizzero. Le parti montuose sono costituite prevalentemente da boschi, ad esclusione di piccoli alpeggi ancora utilizzati e rifugi sulla cresta. Solo la zona del Monte Bisbino presenta una maggiore antropizzazione con baite con funzione turistica, così come i nuclei rurali sopra Moltrasio e Carate Urio. I paesi veri e propri si sviluppano prevalentemente lungo le rive del lago e lungo la Nuova Regina. Queste zone presentano una forte connotazione turistica. Le aree urbanizzate si concentrano principalmente lungo le rive del lago di Como e la marcata vocazione turistica ha consentito una espansione di questi centri a partire dal XIX secolo Accanto a borghi rivieraschi sviluppatisi a partire dagli antichi insediamenti di pescatori e barcaioli che ora sono diventati fulcro di una fiorente attività turistica e recettiva, le parti alte dei tre territori hanno visto lo sviluppo di centri abitativi dedicati storicamente alle attività dell’agricoltura e dell’allevamento, ora per lo più caratterizzate da zone residenziali ad alta antropizzazione. Anche il territorio montano, interessato da baite e sporadici nuclei abitativi, rappresenta un continuum che riflette lo sviluppo parallelo dei tre Comuni. Il territorio dei tre enti si colloca in un ambito geografico tipicamente pedemontano, che si sviluppa, da nord a sud, lungo un gradiente altimetrico ed ecosistemico diversificato, racchiuso dal lago da una parte e dalla montagna dall’altro. Attraversati dall’asse stradale della ex Strada Statale 340 “Regina” (ora SP340), i tre Comuni condividono questa importante e strategica via di comunicazione, che ha segnato lo sviluppo del territorio, trasformato nel tempo da luogo rurale a centro produttivo e turistico. 4 Breve descrizione generale e paesaggistica, aspetti storici e patrimonio culturale Cernobbio Il comune di Cernobbio si estende su una superficie di 11,72 Kmq, posta ad una quota sul livello del mare variabile tra 199 e i 1.325 m (con un escursione altimetrica complessiva pari a 1.126 m). Il comune ha una densità di 584,4 abitanti per Kmq. Il territorio è suddiviso in diversi nuclei abitati, tra cui: Garzegallo, Madrona, Scarone, Piazzola, Pievenello, Duello, Alpetto Gombèe, Casnedo con Stimianico, Piazza Santo Stefano (Olzino, Gentrino, Nolcino, La Valle), Rovenna (Toldino, Stomaino, Porgino, Stravalle), Garotto, S. Andrea, Vergello, S. Giuseppe e Mornello. L’economia di Cernobbio si fondava un tempo sulla filatura della lana, della seta e sulla produzione della carta, oggi soprattutto sul turismo, grazie anche alla presenza del lago e delle sue ville. La più celebre è Villa D'Este, progettata secondo una tradizione non documentata da Pellegrino Tibaldi (1569), più volte modificata fino ad assumere l’attuale conformazione, all’epoca della trasformazione in albergo (1873). Altre ville di particolare rilievo sono: Villa Pizzo, la più antica, formata

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