COMUNE DI LORO CIUFFENNA Provincia di Arezzo PIANO STRUTTURALE RELAZIONE GENERALE QUADRO CONOSCITIVO Giugno 2003 2 INDICE Cap. I - I contenuti, gli obiettivi e le procedure di formazione del Piano Strutturale di Loro Ciuffenna 1.1 - Identificazione del contesto geografico e insediativo: scheda di presentazione dell’area 1.2 - La sostenibilità di una politica di sviluppo locale e la connessione infrastrutturale di Loro Ciuffenna nel sistema ambientale del Valdarno 1.3 - Gli obiettivi di tutela dei valori antropici e paesistici del territorio comunale e la promozione dell’offerta turistica 1.4 - La riorganizzazione qualitativa dei centri e dei nuclei insediativi minori nelle scelte strategiche del Piano Strutturale 1.5 - La L.R. 5/95 e il quadro propositivo del Piano Strutturale Cap. II - Piani/programmi di area vasta e gli strumenti della pianificazione sovraordinata 2.1 - Il P.I.T. – Piano di Indirizzo Territoriale regionale 2.2 - Il P.T.C.P. (Piano Territoriale di Coordinamento provinciale) e l’ambito territoriale del Comune di Loro Ciuffenna 2.3 - Il P.L.S. del Valdarno. Gli indirizzi strategici del Piano Locale di Sviluppo e la consistenza delle attività economiche nel territorio comunale Cap. III - Il profilo storico insediativo del territorio aperto e dei centri urbani 3.1 - Le permanenze storiche e i valori antropici del territorio comunale 3.2 - Individuazione delle aree di interesse archeologico a Loro Ciuffenna Cap. IV - Le risorse naturali e i caratteri del paesaggio: le dinamiche ambientali che hanno strutturato il territorio comunale 4.1 - Quadro conoscitivo sull’influenza degli aspetti climatici, orografici e pedologici 4.2 - Le trasformazioni storiche dell’uso del suolo e le dinamiche intervenute negli ultimi decenni. 4.3 - L’uso attuale del suolo e gli ecosistemi vegetazionali e forestali 4.4 - Criteri metodologici adottati e l’individuazione delle unità di paesaggio del Piano Strutturale di Loro Ciuffenna 4.5 - Le emergenze e siti di interesse naturalistico 4.6 - Indicatori faunistici e tutela di habitat naturali e seminaturali Cap. V - Dinamiche della popolazione e stima del fabbisogno abitativo 5.1 - Movimento anagrafico e consistenza della popolazione residente nei diversi ambiti del territorio comunale 5.2 - Previsioni demografiche e consistenza del fabbisogno abitativo 5.3 - Quantificazione dello stock edilizio esistente e articolazione del fabbisogno abitativo nei vari sistemi territoriali e U.T.O.E. del Piano Strutturale 3 ALLEGATI N. 1 - Modalità di aggregazione delle sezioni di censimento 2001 nell’articolazione dei sistemi, sottosistemi ambientali del Piano Strutturale N. 2 - Sezioni del censimento generale della popolazione 2001: consistenza dello stock abitativo e dei residenti nelle abitazioni occupate all’interno dei sistemi e sottosistemi ambientali del territorio comunale N. 3 - Loro Ciuffenna, modificazioni aziendali agricole e forestali nei risultati censimentari N. 4 - Consistenza e distribuzione delle imprese per classe di addetti e tipologia di attività nel 2001 all’interno dei singoli sistemi e sottosistemi ambientali del territorio comunale 4 Cap. I - I contenuti, gli obiettivi e le procedure di formazione del Piano Strutturale di Loro Ciuffenna 1.1 - Identificazione del contesto geografico e insediativo: scheda di presentazione dell’area Il territorio di Loro Ciuffenna, morfologicamente segnato da un ambiente collinare e montano, si estende in gran parte sul versante valdarnese del massiccio appenninico del Patromagno. Nonostante le recenti e accelerate trasformazioni del sistema insediativo del Valdarno e la radicale modificazione della struttura economica agraria, il territorio comunale presenta ancora elementi riconoscibili della sua identità storico-culturale e conserva negli aspetti del paesaggio agrario antropizzato forti valenze e valori ambientali. Come vengono tradizionalmente presentati, i confini comunali disegnano sulla carta geografica un grande triangolo irregolare, la cui base, che rappresenta anche uno dei lati maggiori, ricalca, lungo il fondovalle valdarnese a confine con il Comune di Terranuova Bracciolini, l’antica Via dei Sette Ponti (che faceva parte in epoca etrusca di un percorso di comunicazione tra gli insediamenti aretini e quelli del valdarno fiesolano). Un altro lato percorre il crinale della montagna appenninica: raggiunge una massima quota, di quasi 1.600 metri slm, al confine con il Comune di Castel San Niccolò, prosegue lungo il crinale a contatto con i Comuni di Castel Focognano e di Talla e, degradando, raggiunge il Comune di Castiglion Fibocchi fino a scendere alla frazione del Borro, oltre la strada dei Sette Ponti, dove a quota 275 metri slm si misura il livello più basso di tutto il territorio comunale. A nord est, il terzo lato, quello minore del triangolo, segue il confine con Castelfranco di Sopra fino ad incontrare ad oltre 1.500 metri slm il Comune di Castel San Niccolò. L’ossatura del massiccio del Patromagno è costituito per la maggior parte da zone sedimentarie stratificate, dello stesso tipo di quelle della catena appenninica e che attualmente si osservano anche al fondo della conca valdarnese colmata anticamente da depositi fluvio-lacustri. Queste zone, formate da strati alterni di arenarie, siltiti e argilliti, sono disposte generalmente a “reggipoggio”, cioè immergenti nel verso opposto a quello del pendio (e per questo abbastanza stabili) presentandosi con uno spessore di pochi centimetri a qualche metro. Da queste formazioni si sono ricavate per secoli la “pietra serena” e la “pietra forte”, utilizzate nelle strutture edilizie e negli arredi esterni non soltanto del contesto territoriale locale. Nel periodo in cui l’intero bacino interno montano dell’attuale Valdarno, tra le catene del Patromagno e dei Monti del Chianti, era colmato da un grande lago (oltre un milione di anni fa, durante il Pleistorene inferiore) l’abbondante e grossolano materiale alluvionale dovuto all’erosione meteorica, trascinato a valle dall’impeto dei torrenti in piena che fendevano le pendici dei due massicci producendo strette valle di evacuazione, si depositò ai margini dello stesso lago, dando origine a vaste conoidi di deiezione, mentre solo 5 il materiale più fine riusciva a raggiungere il centro. Proprio all’apice di una di queste grandi conoidi, solcata in seguito dallo stesso torrente che l’aveva creata, si trova il nucleo storico del capoluogo comunale di Loro Ciuffenna, mentre su un’altra di esse, formatasi con detriti trascinati a valle dal torrente Agna, poggia l’abitato della frazione di San Giustino Valdarno. Le trasformazioni edilizie più vistose e le modifiche più incisive nel tessuto insediativo locale si sono realizzate proprio nei due centri principali del Capoluogo e di San Giustino. Soprattutto San Giustino ha subìto una radicale trasformazione che, nonostante la sua ubicazione al centro di un’area di pregio ambientale, non consente più di cogliere con immediatezza le sue identità nel rapporto tra centro e territorio circostante. L’esigua struttura del nucleo storico è stata sopraffatta da una espansione edilizia diffusa, e in parte priva di assi e poli di riferimento. L’abitato si è allargato sulle colline allontanandosi dalla sua naturale ubicazione e dagli elementi strutturali, storici e naturali, sui quali si era formato. Differentemente, i caratteri emergenti del centro storico di Loro (con la posizione orografica e la presenza del torrente Ciuffenna) hanno fatto sì che non si disperdessero i caratteri identificativi del luogo. Ciò nonostante, anche nel caso del Capoluogo, le nuove espansioni che si sono attestate nelle zone attraversate a sud della strada provinciale Sette Ponti e nelle colline, aggredendo da nord il centro storico, hanno creato un forte allentamento di quel rapporto/equilibrio fra insediamenti storici e campagna. L’elemento più marcato, in ambedue i centri, è quindi la mancanza di un corretto rapporto fra le nuove zone residenziali e le parti storiche del paese, pur mantenendo funzionalmente un ruolo di servizio e di forte aggregazione. Nel “territorio aperto” viceversa, i caratteri distintivi delle diverse località insediative (nel territorio che è stato definito del “sistema dei castelli e dei borghi”) non sono stati alterati dai processi di trasformazione dei contesti agricoli e dalla diffusione di un uso parcellizzato delle strutture abitative delle seconde case. Le diverse arterie viarie comunali che collegano i nuclei insediativi minori (con i percorsi viari tra Loro e le frazioni di Modine, Rocca Ricciarda; la strada per Trappola, quella per Trevane, Chiassiaia e l’Anciolina, ma anche quella per Faeto e Pratovalle, oppure quella che dal Capoluogo sale verso Oliveto, Querceto e Odina per ridiscendere a Malva) inerpicandosi lungo i crinali della montagna, si sviluppano in un territorio nel quale mutano gli aspetti ambientali/vegetazionali via via che dai terrazzamenti coltivati a vite e olivo e intervallati da piccole macchie di pineta, si passa a quote altimetriche più elevate, prima con il bosco misto di querce e macchia mediterranea; poi sopra i 600 metri slm appare il castagno che si innerva tra radure non più coltivate fino oltre i 1100 metri per lasciare il posto alle aree di rimboschimento a conifere e, più in alto, alle faggete. Queste ultime sono visibili nell’ultimo tratto della “strada panoramica”. Questa arteria viaria costruita negli anni ’60 corre in quota quasi parallela alla Via dei Sette Ponti, fino a giungere salendo alla galleria nel varco di Castelfranco, poco sotto la croce di Patromagno,
Details
-
File Typepdf
-
Upload Time-
-
Content LanguagesEnglish
-
Upload UserAnonymous/Not logged-in
-
File Pages152 Page
-
File Size-