Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Siena La qualità del paesaggio La qualità del paesaggio: definizione Il paesaggio senese è risultato di processi storici di relazione fra le strutture sociali e le risorse del territorio. La qualità del paesaggio è legata alla possibilità di riconoscere questi processi nelle forme degli insediamenti e del paesaggio agrario, in ciascuna delle diverse condizioni che caratterizzano le componenti del territorio. Nelle condizioni attuali operano due fattori che mettono in crisi la leggibilità del paesaggio: da un lato i processi legati allo sviluppo urbano e alla riconversione produttiva, dall'altro i processi di abbandono delle aree marginali. Occorrono in sostanza nuove regole per conciliare: - ambiente e valori culturali - esigenze produttive e morfologia - patrimonio edilizio e qualità del paesaggio (Relazione: cap.I paragrafo 1) per il sistema urbano provinciale La Provincia di Siena ha conosciuto sinora in maniera molto limitata questi processi degenerativi, ed il suo sistema urbano si presenta ancora fondamentalmente incentrato sulla rete e sulla identità delle sue città storiche. […] Nello stesso tempo, non c'è dubbio che nuove polarità si sono costituite al di fuori del sistema urbano consolidato; insieme e accanto al permanere di una fittissima serie di micropolarità di matrice storica le quali continuano a costituire, in quanto abitate, sia un fondamentale valore di integrazione, anche a livello produttivo, dell'armatura urbana, sia una componente decisiva della struttura territoriale e della qualità paesistica. Tuttavia appare evidente come in rapporto ai livelli di qualità della vita urbana che si intendono promuovere e garantire, non si può assumere la serie pressochè infinita delle micropolarità come agenti di localizzazione di nuove quantità edilizie. Si ritiene infatti che, a meno di sancire una condizione di mobilità permanente per l'accesso ai servizi che non sembra auspicabile, sia necessario e opportuno definire una soglia minima, dimensionale e funzionale, tale da garantire l'accessibilità diretta ai servizi di base (servizi commerciali del quotidiano, centro di aggregazione sociale, verde sportivo elementare). (Relazione: cap.L paragrafo 1.1) per il paesaggio agrario La disciplina contenuta nel Capo M del PTCP ha come obiettivo fondamentale quello di assicurare la permanenza delle forme tradizionali del paesaggio agrario, che costituiscono uno dei perni fondamentali della qualità paesistica della provincia di Siena. Le ragioni della tutela della tessitura agraria sono di varia natura: - i valori estetico-formali inerenti alla forma e al disegno dei campi, alla permanenza delle colture arboree, della densità e varietà colturale, tipici dei paesaggi toscani e condizione anche, nell'intreccio virtuoso di luoghi e produzioni, del loro valore economico; - la stabilità del suolo e la difesa idraulica dovute alle sistemazioni fondiarie tradizionali, alla loro specifica capacità di invaso, a una rete scolante articolata e diffusa che comporta tempi di corrivazione lunghi, coefficenti di evapotraspirazione più alti dovuti alla permanenza delle colture arboree e a varietà di seminativi con tempi di semina differenziati; - condizioni favorevoli alla biodiversità e alla difesa biologica dai parassiti, dovute alla presenza di vegetazione arborea e arbustiva; - presenza significativa di forme di conduzione "non professionali", ma ricche di significato sul piano sociale e insediativo (ex mezzadri, pensionati, residenzialità rurale, ecc.); - valori etici inerenti al paesaggio come patrimonio collettivo, alla sua permanenza, riconoscibilità e identificazione, che devono accompagnare gli aspetti produttivistico-aziendali, evitando tuttavia i conflitti tramite possibili mediazioni in un quadro di politiche di sostegno. Nell'ambito delle più generali problematiche di gestione del paesaggio (la problematica principale è che, di fatto, non vi è attualmente un soggetto con responsabilità decisive di manutenzione del paesaggio), è evidente che la tutela delle emergenze del paesaggio agrario deve coniugarsi con le esigenze della agricoltura come attività produttiva; in tal senso appare utile e praticabile la via tracciata dalla L.R. 64/95, in quanto le indicazioni contenute nella disciplina del PTCP divengono strumenti per individuare, nell'ambito dei programmi di miglioramento agricolo ed ambientale (PMAA) gli interventi inerenti la tutela ambientale. (Relazione: capitolo M, paragrafo 1) 1 Le unità di paesaggio Criteri per Le procedure di individuazione dei Tipi e delle Unità di paesaggio l’identificazione (Unità di paesaggio e Per l'individuazione dei Tipi e delle Unità di paesaggio si è proceduto alla mappatura Tipi di paesaggio) dell'intera provincia di Siena sulla base di indicatori significativi delle condizioni originarie delle relazioni fra risorse e paesaggi umani e del grado di trasformazione. Il territorio è stato suddiviso in cellule elementari aventi una base geolitologica omogenea, per poi verificare le strutture paesistiche considerando le forme d'uso del suolo (bosco, seminativo, colture arboree, incolto) e la maglia dell'insediamento poderale ereditata dalla fase mezzadrile. Con questa procedura si assicura una sistematica possibilità di confronto con le procedure di analisi delle unità ambientali e degli ecosistemi (capo E), in quanto fondate sulle stesse categorie geolitologiche (piani alluvionali, ripiani e depositi eluviali, colline argillose, colline sabbiose e ciottolose, strutture dei rilievi a diversa composizione litologica come calcari, arenarie, rocce silicee, vulcaniche, ofiolitiche), che corrispondono alle fondamentali suddivisioni dei caratteri strutturali del paesaggio senese e ne mettono in rilievo la complessità e le articolazioni. Le cellule elementari sono quindi raggruppate per Unità di paesaggio e per Tipi di paesaggio. Le Unità sono ambiti territoriali complessi e articolati per morfologia, forme d'uso del suolo e maglia insediativa, dotati di una specifica identità storico-culturale e caratterizzati da specifiche problematiche in ordine alle risorse naturali e antropiche e ai temi della riqualificazione del sistema insediativo e delle sviluppo sostenibile. In sede di quadro conoscitivo si è operata una suddivisione più analitica possibile, con il risultato di ottenere 59 Unità di paesaggio (denominate "di studio" e successivamente ricondotte a 16 Unità di piano), ciascuna delle quali è caratterizzata da un carattere prevalente e da un relativo grado di omogeneità o di coerenza delle combinazioni morfologiche. L'articolazione per Unità di paesaggio consente invece di verificare la particolare combinazione tipologica di ciascun insieme territoriale riconoscibile come individuo, semplice o complesso; ciascuna Unità è definita con un nome che ne caratterizza anche la l'individualità storica. Ai fini della disciplina delle dinamiche evolutive del paesaggio, le 16 Unità di paesaggio corrispondono a insiemi complessi all'interno dei quali è possibile verificare la compatibilità fra la gestione degli ecosistemi, dei sistemi urbani, delle reti e delle aree agricole in coerenza con gli obiettivi del governo del paesaggio. In questo senso sono state individuate le 16 Unità di piano, descritte nella tavola P04 e nel capo I delle norme. Ciascuna Unità paesistica di piano interessa più comuni, comprende più centri urbani, aree protette, un determinato sistema viario, e si articola in sistemi ambientali e in Tipi di paesaggio. In particolare è all'interno di ciascuna Unità di piano che si possono coerentemente disciplinare le emergenze storico-architettoniche, centri storici, gli aggregati, agli edifici specialistici, in coerenza con le norme di cui ai capi L ed M. Le Unità paesistiche di piano, per il loro carattere sovracomunale (che prescinde dai limiti amministrativi di ciascun Comune) costituiscono inoltre l'ambito di riferimento per il coordinamento delle politiche comunali nel quadro dei Sistemi Locali cui si riferisce il disegno di governo del PTCP. I Tipi di paesaggio corrispondono a sezioni del territorio provinciale relativamente omogenee dal punto di vista della relazione fra la conformazione geolitologica e le forme del paesaggio. I sedici tipi litologici di partenza sono stati raggruppati in cinque categorie corrispondenti alle condizioni morfologiche più facilmente riconoscibili (piani, ripiani, colline – argillose o sabbiose – e rilievi), mentre per le forme di paesaggio sono state individuate cinque classi, valutando la combinazione dei parametri dell'uso del suolo e della maglia insediativa: paesaggi del bosco e dell'incolto, paesaggi dei seminativi a maglia poderale larga, paesaggi dei seminativi a maglia poderale fitta, paesaggi delle colture agrarie della montagna, paesaggi delle colture arboree con maglia poderale fitta. Nessuna delle categorie morfologiche presenta l'intera gamma delle forme di paesaggio, per cui risultano in definitiva 18 Tipi di paesaggio, descritti nella tavola P03 (1:100.000) e negli articoli I.20-I.24 delle norme. In ciascuno dei Tipi individuati a partire dai dati e dagli indicatori disponibili per l'intera superficie provinciale, corrispondono in modo caratteristico una o più emergenze del paesaggio agrario (dovute alla permanenza o all'alterazione della tessitura e degli assetti 2 colturali), individuate a scala di dettaglio sulla base della fotointerpretazione e di sopraluoghi, descritte nella cartografia P05-P08 (1:50.000) e nelle norme al capo M. L'articolazione in Tipi di paesaggio consente di
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