Ferdinand Gregorovius Passeggiate per l'Italia, vol. 1 www.liberliber.it Questo e-book è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Editoria, Web design, Multimedia http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Passeggiate per l'Italia, vol. 1 AUTORE: Gregorovius, Ferdinand TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito The Internet Archive (http://www.archive.org/). Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.net/) tramite Distributed proofreaders (http://www.pgdp.net/). DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/ TRATTO DA: La campagna romana, I Monti Ernici, I Monti Volsci, Idilli delle spiagge romane, Il Circeo, Le sponde del Liri, Il castello degli Orsini in Bracciano / Ferdinando Gregorovius - Roma : U. Carboni, 1906 - VI, 362 p. ; 19 cm. CODICE ISBN: mancante 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 4 novembre 2009 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Distributed proofreaders, http://www.pgdp.net/ REVISIONE: Emanuela Piasentini, [email protected] Barbara Magni, [email protected] PUBBLICAZIONE: Claudio Paganelli, [email protected] Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradimento, o se condividi le finalità del "progetto Manuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/sostieni/ FERDINANDO GREGOROVIUS Passeggiate per l'Italia La Campagna romana I Monti Ernici — I Monti Volsci Idilli delle spiagge romane — Il Circeo Le sponde del Liri — Il Castello degli Orsini in Bracciano. Versione dal tedesco ULISSE CARBONI — LIBRAIO EDITORE ROMA Via delle Muratte, 77 1906 I diritti sulla presente traduzione sono riservati Stab. Tip. della Società Poligrafica Editrice Roma, Piazza Pigna, 53. [iii] PREFAZIONE Questo volume, al quale altri faranno seguito, fa parte di un'opera geniale, ma poco nota fra noi, del Gregorovius, «Wanderjahre in Italien», che nel testo tedesco comprende ben cinque volumi, editi dal Brockhaus di Lipsia. Di essa apparvero già in Italia, molto tempo addietro, frammenti, capitoli isolati, ma — non sappiamo veramente per quale motivo — mai se ne tentò l'intera traduzione. Ingiusto essendoci sembrato l'oblio, cui si erano condannate queste bellissime pagine, abbiamo pensato di presentarle al pubblico italiano in una fedele ed integra versione. Questo primo volume comprende le escursioni del grande storico della Roma medioevale per la [iv]terra latina, per la campagna romana, la marittima e per il Lazio fino alle sponde del Liri, escursioni fatte, per la maggior parte, fra il 1858 ed il 1860. Non sono fuggevoli impressioni alla Stendhal, non sono note modeste o superficiali da touriste e tanto meno vuote e patetiche chiacchierate: se in Gregorovius il sentimento del bello era profondo, se, dinanzi all'opera d'arte creata dall'uomo od a quella plasmata dalla natura, egli si entusiasmava e diveniva spontaneamente poeta, innanzi tutto e soprattutto, egli era uno storico ed in ogni cosa vedeva quindi e sentiva il passato. Anche in un'opera di personali impressioni non poteva perciò spogliarsi del suo abito di ricercatore e ricostruttore di epoche trascorse: e in queste pagine, infatti, è tutto il Gregorovius della «Storia del medio evo», è il Gregorovius che fruga fra le rovine e fra i vecchi manoscritti che raccoglie, riunisce, esamina e ricostruisce. Leggendo queste pagine si sente che Gregorovius è nel suo dominio: egli conosceva infatti Roma ed i suoi dintorni, come pochi anche oggi la conoscono e l'amava con affetto sconfinato e ammirazione profonda di figlio: ne conosceva i monumenti, i ruderi, gli abitanti, le abitudini, il linguaggio, la vita comune, la storia grande e tragica, la politica, le leggende, la fede. Le sue osservazioni, di un'esattezza severa, scrupolosa, sono quindi spontanee e pensate insieme, costanti e continue. [v]La vita di mezzo secolo fa, sotto il dominio papale, molto diversa invero da quella di oggi, ma forse più caratteristica, rivive nelle pagine di questo bel libro e vi rivive intera, in tutta la sua bellezza, ricordando, più di quello che oggi ricordi, tutto un passato di lotte, di guerre, di gesta e di tragedie. Accanto al Lazio della metà del secolo XIX si leva, in questo libro mirabile, per quanto non scevro di difetti e d'ingenuità, il Lazio del medio evo. Libro di rievocazione storica potrebbe dunque chiamarsi questo: sia che l'Autore ci presenti il pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge solitudini dei monti Ernici e Volsci, la poesia profonda delle rovine infiorate di Ninfa, o il pauroso squallore di Astura dinanzi al limpido Tirreno e le ville sepolte nelle paludi pontine, l'omerico Circeo, o il cupo maniero degli Orsini, il passato ritorna sempre in queste pagine e vi ritorna nella sua vera luce, maestoso, terribile, in tutto il suo profumo di cosa lontana. Chi seguirà oggi lo storico tedesco nelle sue dotte escursioni, troverà probabilmente i dintorni di Roma molto diversi da quello che presentemente sono: Gregorovius visitò la nostra terra in un tempo che è, per gli avvenimenti accaduti, già lontano da noi, per quanto neppur mezzo secolo ce ne separi. Egli percorse questa regione in un momento di fermentazione e quando ancora tante barbarie non erano state commesse sotto il vano e pomposo pretesto di progresso, di miglioramento.[vi] Oggi molto, per opera della nuova gente e per le nuove necessità della vita, è mutato e ciò conferisce al libro un interesse ed un sapore ancora maggiore. Ciò, anzi, ci ha indotti soprattutto a tentare questa nuova e completa edizione delle «Escursioni per l'Italia» di Ferdinando Gregorovius cui non dubitiamo che il pubblico sarà per far lieta accoglienza. Luglio 1906. L'EDITORE. [vii] LA CAMPAGNA ROMANA (1856) [1] La campagna romana. (1856). La regione nota sotto il nome di Campagna romana varia di estensione a seconda del modo come ne vengono tracciati i confini. Nel senso più preciso della parola, si chiama Campagna di Roma la regione deserta e grandiosa che si stende intorno alle mura della città de' Cesari e che è bagnata dal Tevere e dall'Aniene. Il suo perimetro si può tracciare ad un dipresso con i punti seguenti: Civitavecchia, Tolfa, Ronciglione, monte Soratte, Tivoli, Palestrina, Albano e Ostia. In senso più vasto, la campagna si stende sino al regno di Napoli, avendo per confini il Liri o Garigliano; di là da questo fiume sino al Sarno, che si getta nel mare presso Pompei, vi è l'altra campagna, la quale forma la bella provincia (Campania) che ha per capoluogo Capua.[2] La campagna di Roma non è dunque altro che l'antico Lazio, separato dal paese dei Tusci per mezzo del Tevere. Dopo Costantino il Grande cessò di esser chiamata Lazio ed assunse il nome di Campagna, comprendendo nel medio-evo una buona parte del così detto «Ducatus Romanus». Sin dai tempi feudali questa regione era divisa in due parti, la Campagna propriamente detta nell'interno e la Marittima, che si spingeva lungo il mare sino a Terracina. La natura l'ha del pari distinta in due parti, in pianure e montagne. Le pianure sono tre, quella intorno alla città, solcata dall'Aniene e dal Tevere e coronata dai monti della Sabina, di Albano e di Ronciglione e bagnata dal mare; quella più vasta, circoscritta da una parte dai monti Volsci e Albani, e dall'altra dal mare, la quale comprende le paludi Pontine; ed infine quella interna, formata dalla valle del Sacco, che fiancheggiato dai monti Volsci, dagli Equi e dagli Ernici, dopo breve tragitto sbocca nel Liri, presso Isoletta, sotto Ceprano. Di questa stupenda regione del Lazio voglio intrattenere i miei lettori, fra cui alcuno conoscerà certo e ricorderà (se per recarsi da Roma a Napoli avrà preso la strada per Frosinone e S. Germano in luogo dell'altra per Terracina) le bellezze della[3] valle del Sacco e delle montagne che la circondano. Nella mia descrizione moverò da queste due città, da Genazzano cioè, luogo di pellegrinaggio ben noto, situato all'ingresso della valle, e da Anagni, antica residenza di più papi nel medio evo. Ho vissuto tranquillamente a Genazzano alcune settimane, e ne ho approfittato per conoscere la Campagna latina e per visitare le sue città ed i luoghi più importanti, di cui la conoscenza poteva servirmi per la mia storia di Roma nel medio evo. Mi trovavo nel campo preciso di quella storia, nel paese d'origine di quella grande famiglia Colonna, la quale di là sorse così imponente e, come già ho detto, in una delle residenze dei papi medioevali, tra i quali basterà nominare Bonifacio VIII, per eccitare un sentimento più vivace per quella località. Non si spaventi il lettore, io non ho intenzione di opprimerlo con nomi e con eccessive ricerche, per quanto questo paese meriterebbe una nuova e più chiara descrizione di quelle del Nibby e del Gell, come la meriterebbero pure Anticoli, Alatri, Veroli, Soni ed Arpino, patria questa di Cicerone e di Mario, e tutti quei monti e quelle valli, belle e selvagge, colà situate, note sotto il nome di Ciociaria. Si va da Roma a Genazzano per la via Labicana, uscendo da Porta Maggiore,[4] dove in altri tempi cominciavano la via Labicana e la via Prenestina.
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