Democrazia E Cattolicesimo Negli Stati Uniti

Democrazia E Cattolicesimo Negli Stati Uniti

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna DOTTORATO DI RICERCA IN Europa e Americhe: Costituzioni, Dottrine e Istituzioni Politiche "Nicola Matteucci" Ciclo XXV Settore Concorsuale di afferenza: 14/B1 Settore Scientifico disciplinare: SPS/02 Democrazia e cattolicesimo negli Stati Uniti. La libertà di religione e il pensiero di John Courtney Murray Presentata da: Francesca Cadeddu Coordinatore Dottorato Relatore Prof.ssa Raffaella Gherardi Prof. Tiziano Bonazzi Esame finale anno 2013 1 Sigle e abbreviazioni p. 4 CAPITOLO I. I cattolici negli Stati Uniti. Diventare cittadini. p. 5 1.1. Cultura predominante e culture migranti. I cattolici e il pluralismo culturale. 1.2. La partecipazione alla vita politica. Tammany Hall, Al Smith e la presidenza Roosevelt. 1.3. L’adattamento giuridico-istituzionale. Il trusteeism, le chiese nazionali e la National Catholic Welfare Conference. 1.4. If the Pope were President. Le radici dell’anticattolicesimo. 1.5. I cattolici statunitensi e la chiesa di Roma. La questione sociale. Dalla Rerum Novarum alla Quadragesimo Anno. 1.6. La questione politica. L’amministrazione decentrata della National Catholic Welfare Conference. 1.7. Americanismo e modernismo. La condanna all’emancipazione intellettuale. 1.8. If I were the Pope in Rome. L’antiamericanismo di Roma. CAPITOLO II. Tra Europa e Stati Uniti. p. 51 2.1. L’educazione dei cattolici. Clero e laicato a confronto. 2.2. Il balzo in avanti: la creazione di una classe intellettuale. 2.3. Le riviste. Identità è dibattito. 2.4. Il cattolicesimo liberal. 2.5. Il dialogo interreligioso. Un fenomeno transatlantico. 2.6. Extra ecclesiam nulla salus. Il Boston Heresy Case e i nuovi segnali di apertura. 2.7. Il rapporto tra Chiesa e Stato. 2.8. La Commission on American Citizenship. 2.9. Never forget that you are a Catholic. L’anticattolicesimo negli anni Quaranta. 2.10. Dall’Europa agli Stati Uniti, tra cattolicesimo e americanismo. 2.11. The power of thoughts. John C. Murray, le riviste e il dialogo interreligioso. 2.12. The power of freedom. La libertà di religione. 2.13. Poteri a confronto: il ruolo dei vescovi. 2.14. L’enciclica mancata e la censura. CAPITOLO III. Murray l’americano. p. 132 3.1. Soluzioni per una crisi. 2 3.2. Prospettive sulla storia. 3.3. Strumenti di lettura della storia. 3.4. I cattolici e il Primo emendamento. 3.5. Americani al Concilio. 3.6. Per una chiave di lettura del pensiero politico di John Courtney Murray. Appendice I p. 180 Bibliografia p. 200 3 Sigle e abbreviazioni AANY Archives of the Archdiocese of New York AAS Atti della Sede Apostolica ACUA American Catholic History Research Center and University Archives ADA Archdiocese of Detroit Archives APA American Protective Association CAC Commission on American Citizenship CPA Catholic Press Association CSDI Center for the Study of Democratic Institutions FDRL Franklyn D. Roosevelt Library and Museum JCMP John Courtney Murray Papers, Special Collections Research Center JRP John A. Ryan Papers, Catholic NCCJ National Conference of Christians and Jews NCWC National Catholic Welfare Conference WHTT We Hold These Truths 4 CAPITOLO I I cattolici e gli Stati Uniti. Diventare cittadini 5 1.1. Cultura predominante e culture migranti. I cattolici e il pluralismo culturale. Michael John Courtney Murray nacque ultimo di tre figli il 12 settembre 1904 e fu battezzato pochi giorni dopo nella chiesa cattolica degli Angeli Guardiani a New York, alla presenza dei genitori Margaret Courtney e Michael Murray1. Precursori di una tendenza generale che si manifesterà a partire dagli anni Trenta, quando l‘emancipazione economica indurrà gli immigrati cattolici a spostarsi dai quartieri etnici alle suburbs, e i matrimoni misti non saranno più sconsigliati2, i Murray si sposarono nel 1901 a Manhattan, New York, nella chiesa di St. Francis Xavier. La famiglia si trasferì dopo pochi anni dalla modaiola 21esima strada di Manhattan a Jamaica, quartiere rurale del Queens e terreno di missione per la Chiesa cattolica sin dal 1838. Jamaica Village fu originariamente punto di raccolta per famiglie di agricoltori, operai e negozianti irlandesi; negli ultimi anni dell‘Ottocento si popolò prima di tedeschi (la parrocchia della famiglia Murray, Presentation of Blessed Virgin Mary, fu fondata nel 1886 proprio da immigrati tedeschi) e poi di italiani e polacchi3 grazie alle linee ferroviarie costruite sul finire del secolo che collegavano l‘area con Manhattan e Brooklyn4. La comunità cattolica statunitense degli inizi del Novecento rispecchiava in larga parte l‘evoluzione e la composizione del piccolo villaggio di Jamaica: era caratterizzata da un‘ampia varietà di etnie, giunte negli Stati Uniti in due ondate migratorie (una prima nel periodo 1780-1860, originaria dell‘Europa settentrionale e occidentale; la seconda tra il 1860 e il 1920, dall‘Italia e dall‘Europa orientale) che ne determinarono la compagine dei gruppi e del clero5. Nonostante le diversità nell‘esercizio del culto e nella gestione degli affari ecclesiastici tra le varie etnie che la costituivano, la comunità preservò una forte identità cattolica, che contribuì a mantenere il gruppo coeso e per alcuni aspetti monolitico. 1 »State of New York, Certificate and Record of Birth of John Courtney Murray», folder 1208, box 25, Murray, John Courtney, S.J., Papers: Georgetown University Library, Special Collections Research Center [JCMP]. 2 Entrambi cattolici, lui nacque negli Stati Uniti da una famiglia scozzese, mentre lei era irlandese di nascita. Finke, Roger, Stark, Rodney, The Churching of America, 1776-2005, New Brunswick, NJ, London, Rutgers University Press, 2005, p. 138. 3 Negli annali successivi al 1920 non viene più indicato «German» di seguito al nome della parrocchia. Cfr. Catholic Directory. Ecclesiastical Register and Almanac for the Year of our Lord, London, Burns Oates and Washbourne, 1904, p. 224 e 1920, p. 241. 4 Brooklyn fu definita la ―diocesi degli immigrati‖. Cfr. Sharp, John K., History of the Diocese of Brooklyn. 1853-1953, I-II, New York, NY, Fordham University Press, 1954. 5 Sull‘istituzione del clero cfr. Ellis, John T. (ed. by), Documents of American Catholic History, Milwakee, The Bruce Publishing Company, 1956, pp. 147-149, 151-154, 167-171; Hennesey, James, S.J., American Catholics. A History of the Roman Catholic Community in the United States, New York, Oxford, Oxford University Press, 1981, pp. 69-115; Queen, Edward L. II, Prothero, Stephen R., Shattuck, Gardiner H. Jr. (ed. by), Encyclopedia of American Religious History, Boston, MA, Marie A. Cantlon Proseworks, 20093, pp. 853-856; Byrnes, Timothy, Catholic Bishops in American Politics, Princeton, NJ, Princeton University Press, 1991, pp. 11-34. 6 Inserita nel contesto plurale statunitense subiva però un deficit di legittimazione dato dal suo legame con Roma e dal suo status di migrante, che innescarono nella cultura WASP un meccanismo di costruzione dell‘ ―altro‖ diverso e nemico che verrà scardinato soltanto nella seconda metà del Novecento. Il confronto e lo scontro tra la cultura cattolica e quella protestante dominante fu inoltre esacerbato dalle dinamiche dello sviluppo urbano e dell‘industrializzazione: nonostante i cattolici tendessero a riunirsi in quartieri omogenei secondo la nazionalità di provenienza, l‘incremento dei tassi di mobilità, la collocazione delle industrie nelle periferie urbane e, in parte, le migliori condizioni economiche li portarono a spostarsi dai quartieri cittadini ai sobborghi periferici, tra cui, appunto, quello di Jamaica. I più alti livelli di educazione, inoltre, furono causa e stimolo di una più partecipata vita sociale e politica, di cui i partiti politici furono il naturale bacino da cui avanzare istanze di tutela della propria comunità, della propria lingua, della propria storia di origine. Per parte protestante, all‘inizio del XX secolo la preoccupazione per l‘impatto che le nuove ondate migratorie avrebbero potuto avere sull‘impianto democratico, soprattutto in termini di assimilazione dei grandi numeri di immigrati, provocarono un ampio dibattito sull‘influenza della cultura predominante sulle culture di origine, ma anche e soprattutto sull‘influsso di queste ultime sulla cultura protestante statunitense6. I flussi migratori precedenti erano considerati simili per ―sangue e ideali politici, educazione civica e impostazione economica‖: l‘assimilazione di inglesi, tedeschi, danesi e svedesi fu più semplice e rapida. I nuovi flussi erano invece il problema del tempo, concomitanti ai profondi cambiamenti della società legati al processo di urbanizzazione, alle manifestazioni di corruzione politica e al conflitto di classe. Non solo: l‘incremento dei matrimoni etnicamente misti infransero il vincolo di appartenenza nazionale, creando nuove sfide per i cattolici, il cui legame tra cultura di origine e esperienza religiosa era particolarmente saldo7. Il primo passo per una ridefinizione dell‘identità etnica8, come 6 Sui flussi migratori e la loro portata cfr. Sanfilippo, Matteo, L’affermazione del cattolicesimo nel nord America. Elite, Emigranti e Chiesa cattolica negli stati Uniti e Canada, 1750-1920, Viterbo, Sette Città, 2003; Hennesey, American Catholics, cit., pp.167-168. Lo studio si rifà, nel capitolo dedicato ai cattolici, al precedente realizzato da Gerald Shaughnessy, Has the Immigrant Kept the Faith? A study of Immigration and Catholic Growth in the United States, 1790-1920, New York, The MacMillan Company, 1925. 7 Reeves Kennedy, Ruby Jo, «Single or Triple Melting-Pot? Intermarriage Trends in New Haven, 1870-

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