Tatuus 02 2017 Ita.Qxp Layout 1

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USF2000 Pietra di paragone FORMULA 4 A tutto... mondo PIRELLI Dal talento dei piloti, le risposte per il futuro L'intervista/Gianfranco De Bellis Dallo sbarco in America nella Mazda Road to Indy al successo nei prototipi, dalle soddisfazioni consolidate della Formula 4 e della Formula Renault alle future sfide della Formula 3, la Tatuus ha vissuto un 2017 come al solito intenso e ricco di soddisfazioni. Il segreto è non sentirsi mai arrivati, come ci spiega Gianfranco De Bellis, puntando sempre a coniugare prestazioni, sicurezza e bassi costi Il futuro è adesso 2 3 di Stefano Semeraro Gianfranco De Bellis, il 2017 è stato un altro anno di soddisfazioni per Tatuus. Qual è il suo bilancio? «Un bilancio sicuramente positivo. Tutto è andato bene per noi, con il debutto negli Usa della Usf‐17 che era il passaggio più importante dell’anno. I team sono stati molto contenti del prodotto, ora siamo in attesa della PM‐18, la sorella maggiore che debutterà nel 2018. Per quanto riguarda la Formula 4 la serie italiana si è chiusa con successo a Monza, il campionato arabo a fine dicembre partirà con la sua seconda stagione, e anche le altre serie si sono concluse dopo un'annata più che soddisfacente, come pure la Formula Renault che ha vissuto il suo ultimo appuntamento a Barcellona confermando di essere un campionato di qualità come Renault ha sempre dimostrato di saper offrire in questi anni». Ci può parlare in particolare di come siete stati accolti negli States? «Per noi è una grande soddisfazione fare parte di una filiera prestigiosa come la Road to Indy, e l'accoglienza è stata molto buona. La USF2000 è la prima delle tre categorie preparatorie alla IndyCar e ci ha dato ottimi risultati in termini di affidabilità, prestazioni, contenimento di costi: lo abbiamo riscontrato anche confrontandoci con team e organizzatore. Nel 2018 ci attende un passo ancora più importante, con l'evoluzione della USF‐17 ovvero la con PM‐18. Abbiamo già svolto diversi test, e il fatto che la base della Pro Mazda sia la USF‐17, con più potenza, più carico aerodinamico, gomme più grandi, ma stessa componentistica meccanica, già sperimentata e che non ci ha dato problemi, rappresenta una sicurezza in più. Abbiamo già consegnato 15 vetture ai team che hanno partecipato ai test di inizio ottobre a Indianapolis e anche in questo caso abbiamo avuto risposte più che buone su affidabilità e prestazione. Il fatto che le due vetture che completano la filiera nella Indy Lights e nella IndyCar siano vetture di successo, prodotte da Dallara, ci sprona ulteriormente. Anche noi nel nostro piccolo vogliamo fare bella figura, e credo che ci stiamo riuscendo». Passiamo ai prototipi, dove la macchina che avete costruito in collaborazione con Norma si sta comportando più che bene... «Un'altra esperienza importante. Il fatto che un costruttore con cui abbiamo combattuto in pista da avversari, si sia affidato a noi per costruire una LMP3, una categoria dove altri costruttori di livello come Ligier erano già presenti, ci ha trasmesso grande soddisfazione, ma anche molta responsabilità, spingendoci a dare il massimo. La Norma si è imposta come vettura più veloce già nel primo anno, nonostante l'avventura fosse partita in ritardo e per noi con una sola vettura, quindi con la possibilità di raccogliere meno dati. Ha vinto il campionato Road to Le Mans by Michelin e il campionato Imsa, più alcune gare nell'European Le Mans Series. La bonta del 'pacchetto' ha sorpreso molti e questo credo potrà portarci benefici sotto forma di consulenze, un tipo di commissione che a noi interessa, fra l'altro in un segmento che si può sviluppare in maniera interessante». 4 5 Per la Formula 4, categoria di grande successo, sono in vista novità? Oggi ormai esiste una strada ben precisa tracciata dalla Fia che porta «Per la Formula 4 siamo quasi ai quattro anni di vita, cioè quasi al dal kart. Una strada che funziona? termine del primo ciclo che la Fia ipotizzato in 6 anni, anche se forse ci «La filiera, la piramide che la Fia aveva in mente 4‐5 anni fa si sta sarà una proroga, con nuovi regolamenti Fia in fatto di sicurezza. La completando, ed ormai ben chiara anche nella mente dei piloti. Nel 2019 si Formula 3 e la Formula 3 regional con tutta probabilità avranno un chiuderà il cerchio con la Formula 3 internazionale, che nascerà dall'unione pacchetto sicurezza molto avanzato. L'Halo, che si vede subito, ma anche fra GP3 e Formula 3 europea, mentre la Formula 3 regional dovrà nuovi crash test, una lunghezza maggiore, pannelli anti‐intrusione, coni rappresentare un passaggio più adeguato, ben modulato, fra Formula 4 a laterali di assorbimento, insomma tanti componenti che non si notano di Formula 3 internazionale. Rispetto a qualche tempo fa, quando c'erano più primo acchito. Anche la Formula 4 dovrà seguire questo nuovo categorie allo stesso livello, con una struttura orizzontale, oggi il panorama regolamento, e come sappiamo spesso partire da zero con un nuovo sta diventando più verticale». regolamento è più facile che adattarsi partendo da regole già esistenti. Vedremo. Per ora la Fia ci ha chiesto una analisi per sapere cosa si può Che impressione le ha fatto il mondo delle corse americane? Che cosa fare realmente, e a che costi». l'ha sorpresa di più? «E' un ambiente meno esasperato, soprattutto dal punto di vista umano. Dal punto di vista sportivo siete soddisfatti del 2017 della Nelle diverse gare a cui sono stato ho visto meno isterie da parte di team e Formula 4? piloti. Negli USA il pilota accetta il risultato, sa che deve crescere. L'obiettivo «I campionati hanno subito una flessione per quanto riguarda i numeri, è raggiungere la IndyCar, dove non c'è la frenesia, come in Formula 1, di ma è anche vero che oggi ci sono più campionati, dodici in totale, e non essere campioni già a 18 anni. I piloti in America sanno che con la giusta tutti possono avere un successo travolgente come quelli italiano o preparazione possono arrivare anche a 23‐24 anni, quindi vivono in maniera tedesco, ci sono aree più difficili da penetrare. Quello che abbiamo visto più soft la carriera. Ovviamente tutti vogliono vincere, ma se uno da noi non però è un innalzamento enorme delle prestazioni di team e piloti. Nel vince subito pensa inevitabilmente: «non posso perdere un anno, devo campionato italiano quest'anno si potevano contare più di venti vetture cambiare team». Lì è tutto più equilibrato. Tantissimi anni fa in Europa in meno di un secondo. E questo ha portato alcuni team minori o sapevi che ti attendevano 2‐3 anni di apprendistato, oggi se non sei addirittura amatoriali, a non reggere più il confronto con le strutture immediatamente nei primi tre è una tragedia. Mi ha sorpreso grande importanti e con il tipo di preparazione che i piloti oggi richiedono alle supporto da parte dei media e degli sponsor che ha la Road to Indy. squadre. Paradossalmente, se si bloccasse tutto, limitando test e Nell'ultima gara a Watkins Glen, con la festa finale delle tre categorie, sono chilometraggio, la serie non raccoglierebbe lo interesse da parte di piloti stati distribuiti 3,3 milioni di dollari di premi ai piloti. I team sono abituati a che arrivano dal kart con una preparazione già seria. Sono in tanti ormai osservare da vicino il kart, e da lì prendono i migliori. Durante il party ero al che chiedono soprattutto di accumulare chilometri. E nell'automobilismo tavolo con il presidente della Mazda, mi ha detto che per loro il motorsport la preparazione ha un costo». è fondamentale per veicolare messaggi commerciali. Ci tengono veramente 6 a far vedere che sono al fianco dei giovani, ma sostengono anche i Gianfranco De Bellis traccia un gentleman driver con un entusiasmo sincero che mi ha lasciato allibito». bilancio della stagione Tatuus La grande popolarità della Formula Renault non sembra conoscere flessioni. Che ne pensa? «Fa sempre piacere. La Formula Renault ha vissuto un altro fatto anno importante, con numeri validi. Merito di Renault che ha capito esigenze di piloti e team adattando di conseguenza il formato. Prima con tre campionati guardavi i calendari e non capivi mai bene chi correva e quando. Alcuni piloti si trovavano costretti a fare due campionati. Oggi è stato creato un campionato europeo con 10 eventi, tutti su piste da Formula 1 o quasi, con la ciliegina della gara a Monte‐ Carlo. Finita la Formula 4 il passaggio verso la Formula 3 comportava un salto notevole, e richiedeva un budget anche 3 o 4 volte più alto. Renault si è posizionata in una fascia ottimale. Ha capito ciò che serviva, ottenendo un successo enorme, infatti è uno uno dei pochi Alcuni dei ricordi più belli... campionati con una grande stabilità di team e piloti; anche chi non ha ottenuto risultati straordinari continua a frequentare il campionato. Del resto sono tutti i team di primo livello, vince magari chi azzecca i piloti ma tutti hanno una possibilità. Questa è forza del campionato». Fondamentale oggi è il contenimento dei costi, che però deve unirsi a buone prestazioni e grande sicurezza. La strada giusta? «E' giusto che la Fia spinga in questa direzione. Intendiamoci, la Fia non ti obbliga a fare la Formula 4, non ti punta una pistola alla tempia. Però sta alzando l'asticella, e fa bene, perché i costi devono essere ridimensionati. La Formula 3 era arrivata a costare 800 mila euro, quasi un milione, mentre è possibile fare macchine formative veloci, sicure, e con costi molto minori».

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