Scotti Grida Al Colpo Di Stato 18 Sono Palermitani, Mentre Sei Sfuggono Alla Cattura

Scotti Grida Al Colpo Di Stato 18 Sono Palermitani, Mentre Sei Sfuggono Alla Cattura

Anno 69°, n 66 Spedizione in abbonamento w postale gr. 1/70 > L 1200/arretratiL 2100 SISTEMA nEOMXOOIC t C0STKJ2I0NI - MOOCNA Giovedì, 19 marzo 1992* IUnitGiornale fondato da Antoniào Gramsc i Criminalità wam Scoperta holding MANI SPORCHE SUL VOTO Rivelato un piano eversivo che prevedeva l'uccisione di esponenti dei tre maggiori partiti delle cosche ————.....___ Il ministro parla solo ora e non ha detto nulla al Quirinale. Perché? Cosa sospetta? Blitz a Palermo, Modena e Milano contro «una vasta or­ ganizzazione criminale dedita ad attività finanziarie ille- ( cite in collusione con mafiosi». La mafia al centro di un , intrigo internazionale per riciclare quantità impressio­ nanti di danaro: 500 miliardi. Compare perfino il nome di Licio Gelli.Finiscono in carcere 26 persone delle quali Scotti grida al colpo di Stato 18 sono palermitani, mentre sei sfuggono alla cattura. »••*, A PAGINA ' 13 Allertate le prefetture. Cossiga: «Faccia i nomi dei golpisti» Il giudice Smitti: È offeso dalla «degenera­ «Sono offeso zione della giustizia», dagli attacchi alla «libertà» del dei toni violenti giudice, dalla • «violenza Preannunciato il rapimento di un candidato al Quirinale di Martelli» dei toni» di Claudio Martel­ li. Negli ultimi tre giorni proprio lui, che con la vi­ Un colpo di Stato minaccia l'Italia? Scotti ha allerta­ cenda degli arresti domici­ to tutte le prefetture. Una circolare parla di un possi­ liari a! killer di due poliziotti non aveva nulla a che fare, Fra eversione bile «piano destabilizzante» che prevedeva, come è diventato il protagonista di un battibecco violentissi­ poi è accaduto, l'uccisione di esponenti della De, Scoppola: «Rischi reali mo col ministro. Parla Remo Smitti, procuratore aggiun­ minacce e ricatti del Psi e del Pds. In programma anche il rapimento to di Venezia, giudice jazzista. ._. A PAGINA'14 di un candidato alla presidenza della Repubblica. ma attenti ai polveroni» Cossiga: «Scotti mi ha tenuto all'oscuro di tutto, ora FABIO INWINKL ' A PAGINA 2 ENZO ROGGI voglio sapere i nomi dei golpisti». Grandi Ettore Gallo: «Possibile; BOI* iassumiamo i messaggi giunti negli ultimi gior­ PASQUALE C ASCELLA GIAMPAOLO TUCCI pittori ni dalle più alte autorità dello Stato e del gover­ J no: possibile -fuoriuscita dalle regole dello Sta­ •i Tutte le prefetture sono rebbe stato messo in program­ una svolta autoritaria» to di diritto», annuncio di nuovi omicidi eccel- state messe in stato di allarme ma anche il rapimento di un ^i-»0U italiani a^_^R^ lenti, dubbio che qualcuno corra per il Quiri­ dal ministro degli intemi. Do­ «futuro presidente della Re­ VITTORIO RAGONE A PAGINA 4 nale seminando cadaveri, e infine segnalazio­ vranno potenziare le misure di pubblica». L'obiettivo era An- ne ai prefetti (ma non al capo dello Stato) di un «piano di tutela dell'ordine pubblico. Si dreottl? L'attuale presidente Lunedì destabilizzazione» che prevederebbe uccisioni di esponenti teme la realizzazione di un • del consiglio aveva in mente politici e perfino il sequestro di un «futuro presidente della «plano di destabilizzazione» questo scenario quando, dopo Occhietto: «I poteri occulti Repubblica-. Il tutto a partire dall'assassinio di Salvo Lima. che la magistratura avrebbe l'omicidio di Lima, ha avanza­ 23 marzo Dunque, un univoco coro di allarme, con il solitario con­ segnalato al Viminale sulla ba­ to l'ipotesi di un complotto? fanno campagna elettorale» trappunto del ministro della Giustizia che si ostina a procla­ se, pare, delle deposizioni di Cossiga, in Sicilia, ha detto di con mare che in Italia le cose vanno meglio che all'estero e se un appartenente ad un gruppo essere stato tenuto all'oscuro MARCELLA CIARNELLI ' A PAGINA 5 qualcosa non funziona è colpa di giudici incompetenti <; eversivo di destra. Il piano pre­ di tutto. «Ho parlato Scotti- ha corporativi. Se volevano allarmarci, ci sono riusciti. Non ab­ vedeva l'omicidio di esponenti biamo alcun motivo per escludere che davvero una minac­ detto visibilmente irritato- e cia grave e sanguinosa penda sull'Italia. Che siano alle viste della De, del Psi e del Pds, omi­ non mi ha detto nulla. Si teme 1 UHI tà nuovi anni di piombo. Ma che cosa sta realmente accaden­ cidi che sono puntualmente un colpo di Stato? Se così vo­ Parla il col: Prouty della Cia do? Tutti quei messaggi messi insieme ci fanno capire poco avvenuti. Successivamente sa­ glio sapere i nomi dei golpisti». o niente e, peggio ancora, seminano interrogativi e dubbi Giornale + libro Lire 3.000 ulteriori. • - - • »„•-,.-. il mister X del film «JFK» Di certo, di assolutamente certo c'è che l'Italia dei mi­ ALLE PAGINE 3,4* S Vincenzo Scotti ANTONIO CIPRIANI A PAGINA 8 steri e dei poteri occulti s'è lanciata nella campagna eletto­ rale. E sarebbe meglio dire: s'è messa a costruire il suo sce­ nario postelettorale, la sua ipotesi di governo, la sua ipotesi di Stato, forse la sua ipotesi di presidente della Repubblica (avrete notato che nei messaggi sopra riferiti la parola Qui­ il 68% della comunità «white» ha detto sì alle riforme che mettono fine all'apartheid e alla lunga esclusione dei neri dal paese rinale ricorre tre volte). Si potrebbe parlare di storia che si ripete. Ogni qualvolta si profila un mutamento rilevante de­ L'opera del presidente de Klerk, «Gorbaciov» dell'Africa, e lo scardinamento dei privilegi dei discendenti dei boeri gli equilibri politico-sociali, entra in scena la strategia della destabilizzazione, del timore, dei ricatto, del sangue eccel­ lente e del sangue comune. E si badi bene, quanto più la posta è alta (e questo è il caso dell'Italia 1992), tanto più la trama della tensione s'Involge direttamente nella lotta poli­ tica Immediata. Infatti il campo delle forze politiche domi­ Il Sudafrica non è più dei bianchi nanti ne è penetrato e tende a edificare la propria immagi­ ne e la propria benemerenza elettorale nel diretto antago­ nismo con l'oscura minaccia. Toma cosi, e diviene tema «Si è chiuso il capitolo dell'apartheid». Il 68,7 per per il voto, l'idea che occorre, ancora una volta, una «diga». Solo che la diga cui si allude è un colabrodo: la situazione cento dei bianchi chiamati ad esprimersi sul refe­ odierna è tutta da mettere in conto a chi ha governato que­ rendum voluto da de Klerk ha detto sì alla prosecu­ Si volta pagina sto paese e che ne custodisce i segreti. zione dei negoziati con i neri. Un successo che va al di là delle migliori aspettative e che regala al presi­ % unica diga che possiamo riconoscer!.' o lo Sta- dente sudafricano un largo margine per proseguire LUIGI PEORAZZI . to democratico e di dintto disegnato nella Co­ il processo di riforme. Il governo danese per primo stituzione. Uno Stato che, propno grazie a quel a politica deH'«apartheid» si affermò con le elezioni carattere, sia in grado di esprimere tutta la po- revoca le sanzioni contro il Sudafrica. L del 28 maggio 1948 che posero fine al lungo governo / Lm^^^^^ tenza della legge e di raccogliere il consenso attivo delle persone pulite. Chi semina altre Smuts e proposero una interpretazione radicale e conse- '. ipotesi si colloca, lo voglia o no, in un gioco le cui regole so­ guente di ciò che era già stata la realtà della storia sudafri- r no dettate dal nemico. È proprio la mafia - in questo suo MARCELLA EMILIANI cana, e cioè la rigida separazione di bianchi e neri con il « progetto politico-criminale - a chiedere uno Stato che non dominio dei primi sui secondi; ma a lungo vi era stata pure . sappia più essere sé stesso e che accetti una condizione di M «Un st travolgente signifi­ va per il presidente sudafrica­ una certa oscillazione tra interessi inglesi (commerciali) e ". guerra per costruirvi poi il «suo- armistizio, cioè una nuova ca che il processo democrati­ no, regalandogli un largo mar­ interessi dei coloni (boeri o afrikaners) agricoltori e alle­ coesistenza, nuove compromissioni, nuovi equilibri. Non co è definitivamente avviato». ' gine per proseguire nel proces­ vatori. Dal 1948 la mano inglese diminuì, e il neonazionali- ' esiste uno Stato democratico che non sia anche Stato di di­ Nelson Mandela, leader dell'A- so di riforme avviato. «Si 6 smo sudafricano elaborò una sua specifica espressione, • ritto; la Costituzione ammette «leggi speciali» in un solo ca­ frican National Congress ha sa­ chiuso il capitolo dell'apar­ un vero e proprio «modello». Ai neri (e agli indiani e ai me- • so: quando si tratti di violare il domicilio per ragioni sanita- lutato cosi quel 68,7 per cento theid», ha detto de Klerk, men­ ticci) si proibiva ogni concorrenza economica e culturale • ne. d'incolumità, economiche e fiscali. E prevede una sola di pareri favorevoli che hanno tre a Johannesburg. Pretona e con i bianchi, mentre venivano «incoraggiati» a progredire ; ipotesi di stato eccezionale: la dichiarazione di guerra. seppellito definitivamente l'a­ Citta del Capo sfilavano cortei al massimo delle loro capacità nel proprio campo d'azio­ Qualcuno vuol dichiarare lo stato di guerra intema? E per partheid in Sudafrica. Il refe­ di neri per ricordare che da ne tradizionale. " • • <— »,--.• ..„,.•. -• fare che cosa? Per combattere in modo deciso, coordinato, rendum voluto da de Klerk, per altamente professionale la criminalità organizzata' Ma per sapere dai bianchi se dovesse troppo tempo sono attese libe­ Ora la grande maggioranza della minoranza bianca ha ', fare tutto questo non c'è bisogno di uscire dall'ordinamen­ o meno continuare a negozia­ re elezioni e che i tempi del voltato le spalle a questi assunti ideologici. Quali fattori "" to. C'è bisogno di tanta volontà politica e di tanta credibili­ re con i neri, si e concluso con negoziato dovranno essere cultuiali, economici e politici hanno prodotto un rovescia­ tà, questo si.

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