E Venne Il Giorno Del Giullare a Corte Fo Riceve Il Nobel Dalle Mani Del Re

E Venne Il Giorno Del Giullare a Corte Fo Riceve Il Nobel Dalle Mani Del Re

11CUL01A1112 ZALLCALL 12 22:29:43 12/10/97 Giovedì 11 dicembre 1997 2 l’Unità2 LA CULTURA Ieri pomeriggio la cerimonia di Stoccolma: l’unica recita in cui Dario non ha potuto improvvisare Dalla Prima 11CUL01AF03 E venne il giorno del giullare a corte Io, veramente, non capisco 1.0 perché si parli della letteratura 7.0 del Novecento e non, più pro- priamente, della letteratura del- Fo riceve il Nobel dalle mani del re l’ultimo secolo (potendosi usare solo con qualche difficoltà l’e- La consegna del premio è stata semplice, sobria e ha rispettato il protocollo. Ma in seguito, alla cena, il nostro attore-autore spressione «letteratura della contemporaneità», nozione ha raccontato la storia della regina di Svezia che a Roma scontentò il Papa, chiedendo di allestire il «Tartufo» di Molière... ambigua e di difficile definizio- ne). È chiaro che «ultimo seco- lo»èasuavoltanozionemobi- Il cielo era coperto, nuvoloso e gri- tato CharlotteHellekant,unsoprano le, in perenne movimento: og- gio, a Stoccolma, faceva freddo ma degno dell’occasione e molto scolla- gi esso corrisponderà ad una neppure tanto: la temperatura era al ta e mai censurata negli inchini verso certa fase storica, che so, 1870- di sopra della media stagionale. Stoc- il pubblico. S’erano ascoltate musi- 1970, ad esempio, fra due o colma può essere accesa dall’azzurro che di Berlioz, di Stravinsky e di Bee- trecento anni, la fase storica in- del mare e dal verde dei boschi che la thoven. Poi, lette le motivazioni, i dividuata sarà diversa. cerchiano, abetaie che si distendono Nobel si erano presentati al centro, Contemporaneamente, sic- dai confini della città e poi per centi- stretta di mano, scambiodeidoni,un come il cammino della storia naia e centinaia di chilometri.Ilcolo- paio di inchini e via. Alle 17,30 in non si ferma, la cosiddetta «let- re era tutto dentro, nella Sala dei con- punto scoccava l’ora di Dario Fo, ot- teratura del passato» inghiotti- certi, grande, elegante, gremita di si- tavo nell’ordine. Sture Alen, esimio rà fette sempre più rilevanti di gnori e disignore altrettanto eleganti professore e segretario permanente quello che per noi è il nostro e soprattutto molto seri, abiti scuri e dell’Accademia che assegna il Nobel, presente, e persino di quello pizzi, fiocchi, nastri, gioielli e sorrisi leggeva: i giullari furono perseguitati che è il nostro futuro. Nel XXV secolo, quando il passato sarà contenuti, consapevoli di partecipa- nel Medioevo, non era considerato cresciuto di altri 500 anni e re alla cerimonia per la consegna dei reato picchiarli, insultarli e persino Montale sarà uno scrittore anti- Nobel, forse una delle più sentite glo- ucciderli,maigiullariresistetteroalla co come oggi Angelo Poliziano, riesvedesi,conlaVolvoelaSaab. loro cattiva sorte e continuarono a è evidente che la massa di in- Dario Fo sedeva da un lato del se- bersagliare il potere, dando vita a una formazione da trasmettere ed micerchiorialzatochedisolitoospita tradizionechesispecchieràsecolipiù 11CUL01AF01 elaborare agli studenti italiani l’orchestra: di qui i Nobel, rigorosa- tardi nella Commedia dell’arte: Da- 4.0 ed europei di quel tempo sarà mente in frac, dieci Nobel tutti assie- rio Fo si era collocato lungo questa enormemente superiore a quel- me, di là il re Carlo Gustavo, accanto storia risollevando le sorti della 21.55 la di oggi, restando fermo inve- la regina Silvia trapuntata di blu a drammaturgia comica. Sture Alen ci- ce, presumibilmente, lo spazio scacchi con paillettes fluorescenti, tava due opere in particolare di Fo: scolastico a ciò dedicato: i tre- accanto ancora la principessa Vitto- Mistero Buffo e Morte accidentale di quattro anni della scuola media ria, tutta in azzurro acceso, la ragazza un anarchico, il primo come rivisi- superiore. Le lamentele nella ri- anoressica che fa tremarei cuoridegli tazione di quei moduli giullare- partizione eventuale di questi svedesi, al suo esordio, all’estremità schi, il secondo come esempio di spazi mi sembrano dunque la principessaLilian, in bianco,vedo- teatro politico. L’accademico cita- quantomeno fuori luogo. Per lo sviluppo del ragiona- va Terenzio e Plauto, Brecht e Ma- va dello zio (deceduto pochi mesi fa) mento, occorre innanzitutto ri- di Gustavo. Tutti commossi. Il re se- jakovskij, George Bernard Shaw. spondere a questa domanda: è guiva con attenzione i discorsi dei Citava la forte intensità e l’energia giusto, è opportuno, che l’ulti- presentatori, rileggendoli da alcuni artistica, la grande indipendenza e mo anno scolastico sia dedica- fogli staccati. Attorno ai Nobel, al re, la perspicacia, l’idealismo, l’uma- to interamente alla letteratura alla regina e alle principesse, il coro nità e la provocante satira. Un dell’ultimo secolo? La mia ri- taciturno degli accademici. Era an- pensiero e un omaggio Sture Alen sposta è: sì. Intendiamoci: Dan- che il giorno della loro festa. Qualcu- riservava anche a Franca Rame. te è per me altrettanto contem- no, colto di sorpresa da una certa pe- Sture Alen insomma riprendeva gli poraneo di Sanguineti. Ma per santezza postprandiale, abbassava le argomenti della motivazione uffi- arrivare a questa nozione matu- palpebre pesanti. Alle spalle di tutti, ciale letta e riletta in questi giorni, ra e completa della contempo- saliva al cielo con le sue canne, come ripeteva che in tutte le sue opere il Dario Fo mentre riceve il premio Nobel per la Letteratura dal Re Gustavo di Svezia; in alto con la moglie Franca Rame Reuters raneità, bisogna passare attra- fosse davvero in trono, l’organo del- nostro autore-attore s’ispirava ai verso gradi diversi dell’appren- l’orchestra. Ogni cordolo di palco o problemi della vita quotidiana. Fo dimento e della formazione cul- di tribuna era ornato da fiori rossi e era commosso, il sorriso non im- detto poi Fo che impiegherà i soldi dal suo arrivo a Stoccolma, Fo ave- Dalla Prima turale. Inutile nascondersi che gialli, garofani, lilium e gerbere. Ve- pediva agli occhi di luccicare. Alla ricevuti in parte per la battaglia a va parlato moltissimo in pubblico, per la formazione del giovane gli appigli presentati da una nivano da Sanremo, dove Alfred No- fine l’accademico invitava in ita- sostegno della revisione del pro- davanti ai professori e davanti alla nozione anche più rozza ma bel, l’industriale svedese che amava liano Dario al centro, accanto alla cesso a Sofri, Bompressi e Pietro- gente. Ma durante la cerimonia più immediata e percepibile di gliesplosivieinventòladinamite,ac- grande N, e Dario si alzava e si av- stefani e parte per aiutare i bambi- nella sala dei concerti Dario era contemporaneità non possono cumulando una consistente fortuna, vicinava con bella camminata, fisi- ni. Non si sa per ora quali. stato costretto a star zitto. Non essere sottovalutati, anzi, van- per poi inventare il premio omoni- co ben dritto nel frac che gli aveva Tutto era durato pochi minuti, aveva potuto neppure improvvisa- no utilizzati opportunamente al mo, trascorsegli ultimi anni della sua confezionato Gianfranco Ferrè, in neppure dieci per salutare il re, ri- re un mimo. Finalmente, dopo il gnava lui e la sua commozione e il critici italiani avevano bersagliato Fo prima, subito dopo l’annuncio: fine di suscitare interessi e sti- non lunga esistenza. Morì nel 1896 a palco anche lui arrivato apposta cevere i doni pattuiti, inchinarsi e caffè, aveva potuto riprendere la suo sguardo raggiante. Fo, nel frac che gli aveva confezionato Ferrè, ha chi lo accusava per il suo teatro tan- molare alla lettura. sessantatrè anni. Intorno all’organo dall’America. La suspense era gran- ritirarsi, mentre risuonava la melo- parola per raccontare la storia di rubato la scena agli altri Nobel, sen- to poco «letterario», chi lo attacca- Io resto però convinto che la pendevanodrappiazzurri. de, come non aspettarsi uno scher- dia di una polka di Stravinsky. Cristina di Svezia e del Tartufo,la za ricorrere però ai trucchi del tea- va per le posizioni politiche. L’ulti- contemporaneità non sia dav- Tra i re e le regine e i premiati uno zo da comico. Il re stringeva la ma- La cerimonia era continuata per storia della regina di Svezia che era trante, senza eccessi, con sobrietà, mo scherzo a Fo lo ha giocato la te- vero che l’ultima fase della sto- spazio di pochi metri. Sul tappeto no a Dario Fo e gli consegnava la gli altri Nobel, per il re e la regina, emigrata a Roma e che chiedeva con la dolcezza espressa da un can- levisione italiana: dieci minuti stri- ria. Si può capire bene l’ultimo sabbia campeggiava una grande N, busta e la scatola della medaglia, per il pubblico, per Franca Rame fosse rappresentata la commedia dido sorriso. Sembrava Dario con- minziti di telecronaca imbarazzan- secolo, solo se ci si arriva pas- inscritta in un cerchio. Come fosse il ampio sorriso ed ecco il colpo di (che era giunta la mattina con un di Moliére e non trovò il favore del scio della solennità di quel momen- te, interruzioni di linea che quasi ta- sando attraverso quelli prece- gliavano il momento decisivo, com- bersaglio di un tiro a segno. Attorno teatro: lui che aveva dichiarato che aereo privato costato venticinque Papa, preoccupato di scontentare i to,dell’importanzadiunpremio denti. Ogni stacco tra questi che in Italia non giungeva da ventu- menti fastidiosi, sonoro inqualifica- due fondamentali segmenti al cerchio sostavano il re e il premia- mai si sarebbe piegato, ecco che si milioni) e Jacopo Fo, moglie e fi- «tartufi» di casa sua. Sull’ultima, no anni (nella letteratura l’ultima bile, inquadrature da brivido fisse to. Sulla N avveniva lo scambio: me- inchinava davanti al re, alle regi- glio in quinta o sesta fila ad ammi- per ora, recita svedese di Dario Fo dell’insegnamento sarebbe volta di un italiano fu nel 1975, il sulle gambe della conduttrice e di gravemente nocivo.

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