Demanio 1803-1860 (Bb.2436-2464)

Demanio 1803-1860 (Bb.2436-2464)

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO A R C H I V I O D I S T A T O S A L E R N O I N T E N D E N Z A DEMANIO 1803-1860 (BB.2436-2464) INVENTARIO A CURA DELLA DOTT.SSA CATERINA ALIBERTI LABORAZIONE DATI FRANCESCO GIORDANO DEMANIO Nel 1836 i notevoli e numerosi cambiamenti che si ebbero nelle finanze, portarono all’ emanazione del decreto del 27 Giugno con cui si stabilì una Amministrazione generale di tutti i beni appartenenti allo Stato in qualunque parte del reame si trovassero e sotto qualunque denominazione e si nominò direttore Giovan Battista Cavaignac. La successiva legge del 2 Luglio, mise in vendita tutti i beni allodiali, dei luoghi laicali e dei benefici e delle badie devolute e di regio padronato per un valore di dieci milioni di ducati da eseguirsi al cinque per cento sulla rendita lorda con il sistema della subasta. Infine con 1' atto sovrano del 31 Luglio, si organizzò 1' Amministrazione generale del demanio che comprendeva i beni allodiali, il Monte Borbonico che si era formato nel 1780 per servire di appannaggio alla Casa Reale, tutti benefici di regio padronato; i vescovadi e altri benefici vacanti; le abazie devolute, lo stato di Sora, i Boschi e foreste ed in generale tutti gli altri beni che per qualsiasi titolo appartenessero al sovrano e definisce i compiti del Direttore generale. Egli doveva formare, ogni trimestre, uno stato generale delle riscossioni e doveva rendere conto dello stato, andamento, particolarità e risultati dell' Amministrazione. Il decreto stabiliva, inoltre, che in ogni Provincia vi fosse un Direttore che nei mesi di Ottobre e Novembre faceva visita al distretto per assicurarsi dell' esattezza dei rapporti dei verificatori, della loro capacità e della loro attività; esaminare la contabilità degli economi e rendersi conto dello stato dei beni e delle rendite. Ma la maggior parte dei beni pervennero al demanio dall' abolizione degli ordini monastici. Essendo notevole il debito pubblico e non potendo colmarlo attraverso la sola imposizione di nuovi tributi, il governo si valse della vendita di beni appartenenti ai monasteri che dal Febbraio 1807 all’ Agosto 1809 furono soppressi , iniziando con i conventi dell' ordine di San Benedetto e di San Bernardo, poi, quelli delle monache ed infine tutti quelli che possedevano beni. La legge del 4 Settembre 1806 regolò la vendita di tali beni che doveva essere fatta in presenza dell' Intendente e con 1' intervento del Direttore dei demani della provincia nella quale i beni erano situati, in due sessioni d' incanto ad otto giorni d' intervallo I' una dall' altra. Ma, per la cattiva amministrazione e per lo stato di degrado in cui si trovavano questi beni, la loro rendita fu inferiore alle aspettative, per cui il 20 Gennaio 1811, fu emanato un nuovo decreto con cui si stabilì in ogni provincia una Commissione per scoprire eventuali usurpazioni. Compito della Commissione era formare la descrizione dei beni che al primo Luglio 1810 dovevano far parte del regio demanio, ricercare i titoli di proprietà, esaminare le usurpazioni, verificare se le rendite dei beni su cui gravava la contribuzione erano interamente riscosse dai ricevitori e fissarne la rendita presumibile. Ogni Commissione era composta dall' Intendente, da due magistrati, dal direttore delle contribuzioni dirette, da quello dei demani e dal consigliere dell' Intendenza ed era permanente nel capoluogo della provincia. Ad ogni Commissione erano aggiunti un commissario revisore per ogni distretto che verificava l’ esattezza degli stati esecutivi dei beni demaniali e, se 1' importanza o 1' estensione del travaglio lo esigeva, un verificatore dei demani e un controloro. Sul modo come i creditori dovessero liquidare i loro crediti, per i quali la Tesoreria rilasciava delle cedole del valore corrispondente al credito, fu emanato un altro decreto il 4 Maggio 1810 che, all' articolo 11 stabiliva che le cedole potevano essere utilizzate nella compera dei censi, rendite, canoni ed altre prestazioni nella ragione del 2 per cento o, secondo 1' articolo 15, nell' affrancazione. Ogni debitore che voleva affrancare un censo, doveva farne dichiarazione al Direttore della cassa di Ammortizzazione, rimettergli la somma delle cedole necessarie e domandare una reiscrizione per la ricompera. La Cassa di Ammortizzazione era stata istituita con regio decreto il 5 Ottobre 1807 con le finalità tipiche di un' epoca in cui gli amministratori erano assillati dal pareggio del bilancio e dall' estinzione di tutte le rendite iscritte nel libro del debito pubblico. Le entrate della Cassa erano costituite principalmente dalle rendite dei beni demaniali, da quelle del debito pubblico non reclamato entro due anni, dall' importo delle pensioni ecclesiastiche e dalla metà di quelle di grazia estinte per morte dei titolari o mai riscosse dai medesimi. La Cassa fu ordinata su nuove basi con R.D. del 1 Gennaio 1817 e, di poi, con il successivo del 26 Novembre 1821 le fu riunita la Direzione generale del Demanio. La serie Demanio dell' Intendenza comprende le buste dalla 2436 ala 2459 che affrontano la vendita dei beni demaniali per cui il carteggio è ricco delle copie dei vari decreti che regolarono la materia, di circolare e regolamenti che il Ministero delle Finanze inviava all' Intendente a chiarimento o in applicazione della ricca normativa che si susseguì nel decennio francese e negli anni seguenti. Le buste dalla 2460 alla 2465 trattano dei beni degli emigrati e di quelli donati e reintegrati allo Stato. Il R.D. del 29 Giugno 1809 confiscava e metteva in vendita i beni di tutti i sudditi assenti e che non avevano prestato giuramento di fedeltà al nuovo governo mentre i successivo decreto del 29 Giugno stabiliva che " una metà dei beni degli emigrati presso il passato governo in Sicilia, si distribuiscono in vari .lotti per indennizzare tutti coloro che o han sofferto dei danni o han combattuto contro il nemico o hanno perseguitato i briganti ". Una parte di questi beni però venne riservata per indennizzare i creditori ipotecari e a tale scopo fu, con decreto del 3 Luglio dello stesso anno, nominata una Commissione di tre membri che doveva esaminare i titoli di ciascun creditore e formare una mappa di tutte le somme dovute. Durante il decennio francese sia Giuseppe Bonaparte che Gioacchino Murat si riservarono, mettendola a loro disposizione una parte di beni demaniali che costituirono oggetto di donazioni ed assegnazioni in libera proprietà o a titolo di maggiorato a sudditi esteri. Tutte queste donazioni furono revocate con regio decreto del 14 Agosto 1815 con il quale il re Ferdinando si considerava sciolto da ogni promessa nei confronti dei donatari o assegnatari e disciplina tutta la materia affinché questi ultimi non " soffrano alcuna molestia pei frutti da essi già percepiti " e affinché i beni ritornino agli antichi proprietari. Salerno,1997 Caterina Aliberti BB. F.LO OGGETTO LOCALI TA DATA 2436 l Sui danni causati dalle nevi Acerno 1808-14 del signor Morese al bosco della Mensa Vescovile. 2 Nomina della commissione Agerola 1814 incaricata dell'Amministrazione dei fondi demaniali inaffittati. 3 Rapporto del Ricevitore della Agropoli 1815 Registratura e dei Demani sulla abusiva riscossione di crediti da parte del Sindaco. 4 Sul terraggio di grano e biada Albanella 1812 dovuto dai coloni Polito, Chianito e Colangelo, sui prodotti seminatoi nel fondo denomimato San Cesaro proveniente dalla Commenda di Malta. 5 Subasta per l' affitto dei beni Altavilla 1846 del Maggiorato di S.A.R. il Conte di Aquila. 6 Delibera decurioniale sulla Amalfi 1815 formazione della Commissione Amministrativa dei beni demaniali. 7 Sul possesso dellla carica dei Angri 1813-16 membri della commissione Amministrativa dei beni demaniali. Sul ricorso contro gli eredi di Lucio Tortora circa la regolarizzazione dell ' affrancazione di un censo enfiteutico della decima parte dei prodotti che Etc ... 8 Nomina della Commissione. Atrani 1814 9 Nomina della Commissione Baronissi 1814 10 Nomina della Commissione Bosco 1814 11 Nomina della Commissione. Bracigliano 1814 12 Nomina della Commissione. Caggiano 1814-23 Escomputo chiesto da Nicola Strafella per il fitto di una porzione di fondo denominato Salice. 3 BB. F.LO OGGETTO LOCALI TA DATA 2436 13 Sul rifiuto di Francescantonio Calabritto 1810-14 del Plato della carica di membro della Commissione. Sulla verifica dei vani del soppresso Monastero. 14 Nomina della Commissione. Sulla Camerota 1814-15 presentazione da parte dei funzionari comunali dei conti della rendita dell' ex feudo di Torre Orsaia. 15 Sulla nomina di Antonio Onesti Campagna 1811-20 come sostituto Percettore; nuova terna per la sostituzione di Rosario Capo, membro della Commissione. Sui beni appartenenti a San Nicola del Bosco in Bellosguardo. 16 Nomina della Commissione Campora 1814 17 Nomina della Commissione. Cannalonga 1814 18 Nomina della Commissione. Casalicchio 1814 19 Stato nominativo dei membri che Caselle 1814 compongono la Commissione dell' Amministrazione dei beni rimasti inaffittati. 20 Sulla nomina della Commissione. Castellabate 1815 21 Nomina della Commissione. Castel Ruggiero 1814 22 Sulla terna proposta per la Castel S. Lorenzo. 1814 Commissione. 23 Nomina della Commissione. Castglione 1814 24 Nomina della Commissione e 1812-22 sulle annualità e canoni dovuti al Real Stabilimento della S.S. Trinita. 25 Nomina della Commissione. Celle 1815 26 Nomina della Commissione. Cicerale 1814 27 Sulle cause tra il Comune e gli Conca 1810-14 ex baroni presso la Commissione feudale. 28 Si richiede un notamento di Contursi 1814 tutti i beni demaniali. 4 BB. F.LO OGGETTO LOCALI TA DATA 2436 29 Si richiede l' autorizzazione Corbara 1813-22 alla forza armata per costringere i debitori morosi al pagamento degli arretrati. 30 Sulla supplica di Francesco Corleto 1812 Melillo circa una calcara che intende costruire nella difesa di Siricella. 31 Sul compenso dovuto all' Eboli 1814 agrimensore Cuocolo per la formazione delle piante , confini ed altro nei fondi del soppresso Monastero di San Francesco di Paola.

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