Tra Fonti E Ricerca Arresto Ed Esecuzione Di Mussolini Nei Rapporti Della Guardia Di Finanza

Tra Fonti E Ricerca Arresto Ed Esecuzione Di Mussolini Nei Rapporti Della Guardia Di Finanza

Tra fonti e ricerca Arresto ed esecuzione di Mussolini nei rapporti della Guardia di finanza Marino Viganò Le vicende dell’arresto e dell’esecuzione di avere però un valore di testimonianza o Mussolini sembrano, dopo cinquant’anni, un interesse per la storiografia. Fra le pub­ sempre di attualità. Decine di libri, opuscoli, blicazioni più attendibili vi sono i resoconti pamphlet polemici, centinaia di articoli e in­ di protagonisti diretti: il libro di Pier Bellini chieste hanno raccontato il suo fermo sulla delle Stelle, “Pedro”, comandante la 52a piazza di Dongo il 27 aprile 1945, la detenzio­ brigata Garibaldi, con testi di Urbano Laz­ ne nella caserma della Guardia di finanza di zaro, “Bill”, vicecommissario politico1; il Germasino, il trasporto verso Moltrasio nel­ diario dello stesso Lazzaro2; la testimonian­ la notte, la riconduzione verso l’alto lago, la za di Michele Moretti, “Pietro Gatti”, com­ “custodia” a Giulino di Mezzegra, la fucila­ missario politico della stessa brigata3; le zione al cancello di villa Belmonte il pomerig­ memorie di Walter Audisio, il “colonnello gio del 28 stesso. Valerio”, membro della segreteria del co­ Sono indagini che riflettono nelle conclu­ mando generale del Corpo volontari della sioni metodi di ricerca in genere molto di­ libertà4. versi: dalle ricostruzioni più attente dei fat­ Anche le ricostruzioni storiche con un ti, a interpretazioni stravaganti, soprattutto buon apparato di documenti si riducono a se di taglio giornalistico e con l’assillo di di­ cinque o sei, e fra queste la più sobria sembra mostrare a tutti i costi la partecipazione di restare quella di Candiano Falaschi, basata “agenti segreti” a quelle vicende. È una in parte su testimonianze5. Le altre, in gene­ produzione continua, che promette ancora re, attribuiscono la fucilazione di Mussolini nuove “rivelazioni” o “verità” inedite su e di Claretta Petacci all’uno o all’altro dei episodi che senza dubbio hanno anche protagonisti (Walter Audisio, Michele Mo­ aspetti controversi. Pochi titoli sembrano retti e Aldo Lampredi, anch’egli membro L’autore desidera ringraziare i testimoni che hanno precisato alcuni particolari di quelle vicende e il comando della Scuola allievi della Guardia di finanza, Roma, per aver consentito la riproduzione dei documenti, riportati in appendice in linea di massima secondo l’ordine cronologico degli avvenimenti e corretti solo negli errori di ortografia. 1 Pier Bellini delle Stelle, Urbano Lazzaro, Dongo ultima azione, Milano, Mondadori, 1962. 2 Urbano Lazzaro, Il compagno Bill. Diario dell’uomo che catturò Mussolini, Torino, Sei, 1989. 3 Giusto Perretta, Dongo, 28 aprile 1945. La verità nel racconto di Michele Moretti "Gatti Pietro", Commissario politico della 52° Brigata Garibaldi "Luigi Clerici" protagonista della esecuzione di Mussolini, Como, Actac, 1990. 4 Walter Audisio, In nome del popolo italiano, Milano, Teti, 1975. 5 Candiano Falaschi, Gli ultimi giorni del fascismo. Come furono giustiziati Mussolini e i gerarchi. Le testimonianze dei protagonisti dell’ultimo atto della Resistenza, Roma, Editori Riuniti, 1973, pp. 73-97, con un’appendice di testimonianze di Emilio Sereni, Renato Scionti, Giovanni Aglietto, Michele Moretti, Mario Ferro. Italia contemporanea”, marzo 1996, n. 202 114 Marino Viganò del comando generale Cvl)6, o ancora — ma Alcuni degli ultimi titoli sono esemplari di in modo non convincente — ad altri perso­ questa tendenza, e possono soltanto disorien­ naggi chiamati in causa per dare spessore alla tare il lettore che certo non può verificare fat­ tesi della “doppia fucilazione” del capo del ti e interpretazioni di quel momento tanto fascismo e della sua amante7. concitato della storia della Resistenza. Un C’è poi una massa di scritti di valore tra­ momento, vale ricordarlo, nel quale l’esecu­ scurabile, per lo più di carattere nostalgico zione di Mussolini — decretata e sanzionata e con conclusioni forzate il cui intento è met­ in piena legalità dalle disposizioni del gover­ tere in evidenza l’autore più che le vicende ri­ no luogotenenziale e del Clnai — non è stato costruite. Scritti falsati di solito da tre fattori che un episodio rispetto a questioni più ur­ fra loro connessi: carenza di indagine sulle genti quali organizzare il “governo del popo­ fonti orali o archivistiche e sull’esatta geogra­ lo” dei Cln e preparare in una situazione ec­ fia e cronologia degli avvenimenti; manipola­ cezionale il ritorno alla normalità8. Sui “fatti zione o distorsione delle fonti consultate per di Dongo” esistono invece fonti di prima ma­ dimostrare una tesi prefabbricata; interpola­ no ancora in tutto o in parte inedite, utili a zione disinvolta di fonti controllate e autenti­ confermare o puntualizzare quanto accadu­ che con altre di provenienza dubbia. to. Un caso esemplare è dato dai rapporti È abbastanza significativo che le “rivelazio­ dei sottufficiali della Guardia di finanza che ni” più suggestive seguano quasi sempre la sono stati protagonisti o testimoni diretti del­ scomparsa dei protagonisti: ad esempio, dopo l’arresto e della detenzione di Mussolini, e la morte nel 1969 di Alfredo Mordini, “Ric­ cronisti indiretti della sua fucilazione per cardo”, comandante del plotone d’esecuzione aver ascoltato i racconti immediati (per lo di Dongo; di quella di Walter Audisio e Aldo più in dialetto) dei partigiani del luogo in Lampredi nel 1973; di Luigi Longo, coman­ quelle stesse giornate, prima cioè dell’avvio dante generale delle brigate “Garibaldi”, nel della saga tuttora inconclusa sulla esecuzione 1980. Deceduto lo scorso anno Michele Mo­ di Mussolini9. retti, c’è da aspettarsi qualche altra novità: i Sono sette le relazioni che trattano di que­ morti non possono replicare alle “inchieste”... sti episodi, redatte fra il 2 maggio e l’8 agosto 6 Cfr. per esempio Franco Bandini, Le ultime 95 ore di Mussolini, Milano, Mondadori, 1968 (ed. orig. Milano, Sugar, 1959); Giulio Guderzo, Missione a Dongo, “Annali di Storia Pavese” 1982/83, n. 8/9; Gianfranco Bianchi, Fernando Mezzetti, Mussolini aprile '45: l’epilogo, Milano, Editoriale Nuova, 1985 (ed. orig. 1979); Fabio Andriola, Appuntamen­ to sul lago. L'ultimo piano di Benito Mussolini, Milano, SugarCo, 1990; Franco Giannantoni, "Gianna" e "Neri": vita e morte di due partigiani comunisti. Storia di un "tradimento" tra la fucilazione di Mussolini e l’oro di Dongo, Milano, Mur­ sia, 1992. 7 In questo senso, molto carente come impianto e deduzioni è Franco Bandini, Vita e morte segreta di Mussolini, Mi­ lano, Mondadori, 1978, mentre “scivola” di nuovo sulla fucilazione di Mussolini la buona e ben documentata ricostru­ zione di Alessandro Zanella, L ’ora di Dongo, Milano, Rusconi, 1993. 8 Si veda, per tutti, sugli aspetti giuridici dei provvedimenti contro i gerarchi fascisti, Romano Canosa, Le sanzioni con­ tro il fascismo, Milano, Mazzotta, 1978, e, per i decreti del Clnai, a partire dal manifesto “Arrendersi o perire!” del 19 aprile 1945 sino al decreto sui poteri giurisdizionali del Clnai del 25 aprile e alla dichiarazione sulla fucilazione di Mus­ solini e dei suoi complici del 29 aprile, Gaetano Grassi (a cura di), "Verso il governo del popolo". Atti e documenti del Clnai 1943/1946. Milano, Feltrinelli, 1977, pp. 309-311, 324-328 e 334-335. 9 II ruolo fondamentale della Gdf nei “fatti di Dongo” è stato cosi riassunto: “Meno noto è che il partigiano Urbano Lazzaro, l’uomo che materialmente catturò Mussolini, era un finanziere della Legione di Milano, espatriato l’8 settem­ bre e quindi rientrato in Italia per partecipare alla lotta partigiana. [...] La stessa mattina del 27 aprile, il comandante della 52a Brigata, Bellini delle Stelle, non potendo affrontare con i suoi uomini (26 in tutto) l’autocolonna ferma a Mus­ so, ritiene di entrare in trattative allo scopo di temporeggiare per preparare una difesa. Infatti, il comandante ‘Pedro’ con un ufficiale tedesco va a parlamentare a Morbegno con il Comando dei patrioti. Quando essi tornano verso le ore Arresto ed esecuzione di Mussolini 115 1945. Segnalate la prima volta nel 1959 da fra Musso e Dongo in località “Puncett”, ot­ Franco Bandini (che peraltro ne trascriveva tiene il “via libera” solo a patto di abbando­ una sola, e da una versione che presentava di­ nare quegli italiani. Ricordava alcuni anni fa scordanze rispetto aH’originale)10, hanno le uno dei protagonisti dell’arresto di Mussoli­ caratteristiche dei rapporti di servizio delle ni, il partigiano ed ex finanziere Urbano forze armate con compiti d’istituto quali ap­ Lazzaro: punto i carabinieri e la Guardia di finanza: stile burocratico, sforzo di precisione e so­ A Dongo, ho chiamato una decina di garibaldini brietà e indicazione di più fonti sulla dinami­ ed ho spiegato cosa dovessero fare. Mentre la co­ ca dei fatti riportati. lonna scendeva, ho avvisato gli uomini al ponte Gli autori di questi rappòrti — qui propo­ della Vallorba pronti con le micce a far volare le mine: “Guardate sempre me, in piazza a Dongo: sti secondo l’ordine cronologico dei fatti — se do l’ordine, fate saltare”. Ho istruito, dunque, sono il maresciallo capo Francesco Di Paola, una decina di garibaldini su ciò che dovessero fare, della brigata di Dongo, il tenente colonnello e cioè il controllo dei documenti militari dei tede­ Luciano Bosisio (per Urbano Lazzaro, già schi che si trovavano sui camion. Arrivato Fall- brigadiere della Gdf), il brigadiere Antonio meyer, si è posto in testa, quasi alla fine della piaz­ Scappin, della brigata di Gera Lario, il briga­ za in direzione Gravedona ma sempre sul lato via diere Antonio Spadea, comandante la briga­ Regina: poi, ad uno ad uno, sono scesi i camion. ta di Germasino, il maresciallo capo France­ Sono salito sul primo. Ad un certo momento, mi sco Nanci, della stessa brigata, il brigadiere sento chiamare, scendo ed è un garibaldino: lo Giorgio Buffelli, della brigata di Dongo. manda “Pedro” per avvisarmi che gli è stato rife­ rito che c’è Mussolini nella colonna. Rispondo: Quattro i momenti sui quali contribuiscono “Va bene”, ridendo naturalmente, perché non ci a dare una testimonianza più attendibile: a) credo.

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