
LE MEMORIE DI TRENNO. (raccolte da Silvano Acquani). In epoca romana era consuetudine dare agli agglomerati urbani, che si insediavano lungo le grandi arterie, che congiungevano tra loro centri di importanza strategica, commerciale e/o militare, una denominazione corrispondente alla loro distanza, misurata in miglia, dal “municipium” romano, nel nostro caso Mediolanum – Milano. La distanza incisa su cippi in sasso ( le pietre miliari ) è, quindi, testimonianza, sia della presenza dei romani, che di centri abitati. Nella cintura milanese questo fatto è testimoniato da un gran numero di “miliaria”. La grande arteria consolare, che da Mediolanum conduceva ad “Augusta Taurinorum” (Torino) e che oggi corrisponde grosso modo alla via Novara, rappresentava per i traffici romani una importante via di comunicazione. Su questa strada si trovavano Trenno (Trebennius = 3° miglio); Quarto (quarta lapide = 4° miglio); Quinto romano e Settimo milanese, che forse inizialmente erano solo insediamenti militari, stazioni di posta per il cambio di cavalli. Segmento della Tabula Peutingeriana con Mediolanum. CARTE E PERGAMENE TARDOMEDIOEVALI CHE MENZIONANO TRENNO. La prima memoria storica di Trenno porta la data del 17 marzo 877 e risulta in un rogito fra Leone e Sigifrido, preti officiali della chiesa di S. Ambrogio di Milano per un possesso “ in vico et fundo Triennum” nel villaggio e territorio di Trenno. Nel marzo 1017 i decumani, ufficiali e custodi della Basilica di S. Ambrogio, cedono ad Arivaldo di Baggio un campo nel luogo e fondo di Figino, di proprietà della Basilica, ricevendo in cambio un campo nel luogo e fondo di Trenno. Nelle coerenze del campo è nominata la “ chiesa di S. Giovanni di Trenno”. Il 26 aprile 1160 Pietro detto Venaroni, figlio del fu Manfredo ed Enrico, figlio del fu Guglielmo Venaroni, cugini, entrambi di Garbaniate Marcium e professanti la legge longobarda, vendono per ventitré soldi di buoni denari milanesi d'argento ad Ambrogio detto Guazonus di Milano quattro pezze di campo nel territorio di Garbaniate. Pietro ed Enrico danno inoltre guadia ad Ambrogio che difenderanno le pezze vendute, e pongono come fideiussore Manfredo detto de Vigniale di Trenno. (ASMi, AD, pergg., cart.310). L’11 ottobre 1164 la canonica di S. Ambrogio, rappresentata da Satrapa, preposito della chiesa di S. Ambrogio e della stessa canonica, con il consenso di Guiscardo, avvocato scelto per questo negozio, dà in permuta ad Anradus de Broxano, del borgo di S. Siro, un campo nel territorio di Trenno in località ad “Campum Salicis”, ricevendo da Anradus un altro campo situato nello stesso luogo in località Vineale e inoltre quattro soldi di buoni denari milanesi 1 d'argento. Satrapa e Anradus pongono come fideiussori rispettivamente Nazario de Niguarda e Nazario de Pascuario. (ASA, Perg. Sec. XII, n.114). In una pergamena di S. Giorgio al Palazzo leggiamo che nel febbraio del 1079 Palma, Abbatessa del Monastero di S. Maria di Dateo, livella per 29 anni a Ghirardo dodici iugeri di terreni, parte dei quali erano nel luogo di Trenno. Il 26 aprile 1191 con il consenso di Robaconte Anrochus avvocato eletto per questo negozio e delle monache Fomia, Bellisia, Cecilia e Miriana del monastero Dathei sito in Milano, a seguito stima eseguita da Tardivo de Burgo e da Guglielmo Rovore di Trenno, Alessandra badessa del monastero fa permuta con Obizone del fu Scamozo Grassus di Milano di un appezzamento di terra nel territorio di Trenno con altro sito nello stesso territorio. Promettono e danno guadia scambievolmente di difendere quanto sopra; Obizone in particolare dalla moglie e dalla nuora. (ASMi, FR p.a., cart. 2249, s.n.). L’8 maggio 1197 i fratelli Guglielmo e Robarino detti Rovore di Trenno con le rispettive mogli Imilia e Begevene, di legge longobarda, le mogli con il consenso del marito e per licenza di Pietro Cavania loro fratello e di Tardio de Burgo loro parente e rinunziando a ogni loro diritto, vendono ad Alessandra badessa del monastero detto Dalfei seu Boketi un appezzamento di campo sito nel territorio di Trenno, in località detta “in Caisascha”, campo che i fratelli avevano acquistato da Benza de Moneta. Danno guadia di difendere la vendita e ricevono soldi quaranta di nuova moneta milanese provenienti da un fitto che era stato venduto a Presbitero Brusatore e che Marchisia, ava di detto Presbitero, aveva lasciato con testamento al monastero. (ASMi, FR p.a., cart. 2249, s.n.). Un atto del 24 ottobre 1207 ci presenta un Gualterius di Trenno, “canevarius Communis Mediolani” , cioè un cassiere del Comune di Milano, che riscuote da Albergato, Arciprete di S. Maria al Monte, otto lire di terzuoli pel riscatto di una giumenta e granaglie sequestrate per motivi di dazio (Manaresi – Atti del Comune di Milano). ALTRE CARTE.. Nel 1248, il 6 luglio il Podestà di Milano, Ogerio de Novellini, dovette stendere un decreto per liberare Giraldo da Passara dalle molestie, che gli venivano recate dai Capitanei delle Pievi di Treno e Cizano ( Giulini – Memorie spettanti alla città e alla campagna di Milano - Vol. IV). Un elenco di nobili “ Matricola Nobilium Familiarum Mediolani”, rogata de anno 1377, sub die 20 Aprilis da Damiano de Ciochis, annovera fra di essi la famiglia Grassellis de Bolate e Treno. Cesare Cantù ricorda ancora alcune ferriate artistiche in S. Maria Podone, fatte eseguire dai fratelli Cristofaro et Jerato di Trenno, che vi apposero l’iscrizione “ Christophorus et Hieratus fratres de Trennis fecerunt fieri istas ferriatas.” Un editto ducale del 17 gennaio 1396 concedeva l’esenzione dai dazi per le vettovaglie dirette all’Ospedale Nuovo di Donna Bona, che provenivano dai possessi di Trenno, donati dagli Arcivescovi Ottone e Giovanni Visconti. Pure nel 1396 fra i Possessori in Milano e territorio, viene annoverata la nobile famiglia Penzana di Trenno. I Regesti Statuti di Milano ricordano il 17 novembre 1419 un Giacobbe di Trenno, Sindaco e già giudice del Podestà di Milano: “Sindicatus d. Iacob de Trenio, olim iudicis potestatis mediolani”. Il Comune di Trenno (sec. XIII - 1757). 2 L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 31 marzo 1257, trascritto negli “Atti del Comune di Milano” in cui Trenno è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987). Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Trenno risulta incluso nella pieve omonima e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Sancto Petro a l’Olmo” come “el locho de Treno” (Compartizione delle fagie 1346). Negli aggiornamenti dei registri dell’estimo del ducato di Milano del XVII secolo Trenno risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 47). Dalle risposte ai 45 quesiti della Giunta del censimento del 1751 emerge che il comune contava 289 anime ed era amministrato dal console, tutore dell’ordine pubblico, eletto a pubblico incanto dall’assemblea di tutti i capi di casa della comunità, convocata in piazza dal console stesso in occasione della pubblicazione dei riparti annuali, con la soprintendenza dei primi estimati della comunità. Ad un cancelliere la comunità infine delegava la compilazione dei riparti annuali e la custodia di tutte le pubbliche scritture. Sempre a quel tempo il comune era direttamente sottoposto alla giurisdizione del podestà di Milano, presso la cui banca criminale il console era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento ed a presentare le eventuali denunce prodotte dalla comunità (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3061). Nel 1753, secondo quanto indicato nell’ “Indice delle Pievi e Comunità dello Stato di Milano”, al comune di Trenno risultava aggregato quello di Torrazza San Leonardo. Tale aggregazione veniva confermata anche nell’“Indice delle mappe territoriali e delle tavole del nuovo estimo sopra di esse formate in ciascheduna città e comunità dello stato di Milano” compilato prima della promulgazione dell’editto teresiano relativo alla compartimentazione territoriale dello stato milanese del 1757 (Indice nuovo estimo Stato di Milano). (1757 - 1797). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757) Trenno, che aveva unite Cassina Chiusa, Fagnarello e Torrazza San Leonardo, si trova designato come capoluogo della pieve omonima compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il comune contava 603 abitanti (Statistica anime Lombardia, 1771). Con il successivo compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786 c) Trenno e la sua pieve furono inseriti nella provincia di Milano. Nel nuovo compartimento territoriale per l’anno 1791 il comune capopieve di Trenno risulta ancora inserito nella provincia di Milano, XXVII “distretto censuario” (Compartimento Lombardia, 1791). (1798 - 1808). In base alla legge 26 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento d’Olona (legge 6 germinale anno VI a) il comune di Trenno, con le frazioni Cassina Chiusa, Fagnarello e Torrazza San Leonardo, venne inserito nel distretto di Baggio. Anche in seguito alla successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII), Trenno rimase nel dipartimento d’Olona, compreso nel distretto di Sedriano. 3 Il comune, in forza della legge 13 maggio 1801 di ripartizione territoriale della Repubblica Cisalpina (legge 23 fiorile anno IX), venne poi incluso nel distretto I del dipartimento d’Olona, con capoluogo Milano. Con l’attivazione del compartimento territoriale del Regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805 a), Trenno restò nel distretto I di Milano, inserito nel cantone VI di Milano: comune di III classe, contava 326 abitanti. Nel 1808 il comune di Trenno venne soppresso e incluso nel Circondario esterno del comune di Milano (decreto 9 febbraio 1808). (1816 - 1859). Con il compartimento territoriale delle province lombarde del regno Lombardo-Veneto (notificazione 12 febbraio 1816) il ricostituito comune di Trenno – che comprendeva le frazioni di Cassina Chiusa, Fagnarello, San Leonardo e Torrazza – venne inserito nella provincia di Milano, distretto III di Bollate.
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