Michelangelo Florio : Un Esule Religioso Attraverso L'europa Del Cinquecento

Michelangelo Florio : Un Esule Religioso Attraverso L'europa Del Cinquecento

Michelangelo Florio : un esule religioso attraverso l'Europa del Cinquecento Autor(en): Campi, Emidio Objekttyp: Article Zeitschrift: Quaderni grigionitaliani Band (Jahr): 85 (2016) Heft 2 PDF erstellt am: 03.10.2021 Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-632367 Nutzungsbedingungen Die ETH-Bibliothek ist Anbieterin der digitalisierten Zeitschriften. Sie besitzt keine Urheberrechte an den Inhalten der Zeitschriften. Die Rechte liegen in der Regel bei den Herausgebern. Die auf der Plattform e-periodica veröffentlichten Dokumente stehen für nicht-kommerzielle Zwecke in Lehre und Forschung sowie für die private Nutzung frei zur Verfügung. Einzelne Dateien oder Ausdrucke aus diesem Angebot können zusammen mit diesen Nutzungsbedingungen und den korrekten Herkunftsbezeichnungen weitergegeben werden. Das Veröffentlichen von Bildern in Print- und Online-Publikationen ist nur mit vorheriger Genehmigung der Rechteinhaber erlaubt. 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Ein Dienst der ETH-Bibliothek ETH Zürich, Rämistrasse 101, 8092 Zürich, Schweiz, www.library.ethz.ch http://www.e-periodica.ch 41 Emidio Campi Michelangelo Florio: un esule religioso attraverso l'Europa del Cinquecento Da qualche anno è sempre più frequente negli studi sul Cinquecento religioso l'uso dell'espressione "Riforma dei rifugiati" per indicare una fase délia Riforma succès- siva rispetto a quella inaugurata da Lutero e Zwingli, caratterizzata da un intreccio di culture e di personaggi a volte anche assai diversi tra loro ma accomunati dall'e- sperienza dell'esilio, e di cui Giovanni Calvino rappresenta storicamente la figura di maggiore spiccod L'utilità di questo concetto è di offrire un'ipotesi interpretativa délia cosiddetta "seconda generazione" dei Riformatori evitando un'eccessiva con- centrazione sulla figura di Calvino o Bullinger e il loro ruolo nello sviluppo della confessione riformata, mentre ne valuta la rilevanza in relazione agli effetti pratici. Questo concetto favorisce indubbiamente una migliore comprensione della perso- na e del mondo spirituale cui appartenne Michelangelo Florio. Si tratta di esaminare un caso specifico di un fenomeno di dimensione continentale quale fu appunto la "Riforma dei rifugiati". Essa coinvolse, per citare soltanto alcuni nomi, il fiorentino Pietro Martire Vermigli, il senese Bernardino Ochino, il bergamasco Girolamo Zan- chi, il marchese napoletano Galeazzo Caracciolo, Celio Secondo Curione, il filosofo francese Pierre de la Ramée e il suo più célébré connazionale Théodore de Bèze, il grecista spagnolo Francisco de Enzinas, detto anche Dryander, l'umanista slove- no Primoz Trubar, il nobile polacco Jan Laski, il teologo puritano inglese Thomas Cartwright. Anche Florio, alla fine dei conti, rientra in gran parte nel novero di coloro che, raggiunti dal messaggio della Riforma, furono costretti ad espatriare per professare la loro fede e peregrinando di paese in paese, vagando di chiesa in chiesa o di università in università, contribuirono in maniera significativa alla crescita del protestantesimo riformato. Tuttavia l'impresa puô anche rivelarsi abbastanza ardua, perché molti aspetti della vita di Michelangelo Florio e addirittura della sua morte sono avvolti nel mistero e, per giunta, egli era notoriamente ben poco incline ad effusioni autobiografiche. Inol- tre, la natura stessa dei pochi suoi scritti che ci sono pervenuti racchiude bensî una varietà di tradizioni culturali e dénota un buon profilo intellettuale, ma lascia traspa- rire ben poco delle convinzioni teologiche dell'autore. Senza illudermi di apportare alcuna novità a quanto è già stato cosï bene messo in luce da Delio Cantimori e Fran- Heiko A. Oberman, Europa a/jîz'cta. Re/orrazttzozz o/" rte Re/zzgees, in "Anrtrt /«r Re/brrazz- fz'oMsgesrtzrtte" 83 (1992), pp. 91-111; Heinz Schilling, Peregrizzz zzzzd Srtzy/irtezz Gottes. E/ürtf- /mgser/îz&rttwg zmd des /rw/mettzeidic/7e« Gz/i/imsmws, in Gz/idmsmws. Die Re/bmzzerfezz m DetztscWzzzzd zzzzJ Ezzropa, Azzsste//zzKg-K4fata/og, a cura di Ansgar Reiss, Sabine Witt, Dresden 2009, pp. 160-168; Wolf-Friedrich Schäufele, 77?eo/ogew im Exi/. Ko«/essiowe//e ZwAZttgsmigratfiow Mwd die ctf/fims£isc^e Umi/ersifii£sd?eo/ogie m Ewoptz. in Gz/fm zmd Gz/fira- smws, a cura di Irene Dingel, Herman J. Selderhuis, Göttingen, 2011, pp. 243-261. Quaderni grigionitaliani 85 (2016/2), pp. 73-83 Emidio Campi ces Amelia Yates, e più recentemente da Lukas Vischer, Gianna Martinoli ed altri* mi sembra che una riflessione sulle peregrinazioni di Florio presso numerose chiese europee durante il suo esilio e sul suo ministero in Val Bregaglia possa ugualmente offrire più di uno spunto interessante alio studio non soltanto di questo singolare umanista teologo, ma anche délia stessa storia della Riforma italiana e svizzera. La mia disamina si appunterà specialmente sui luoghi di là delle Alpi in cui egli ando a portare la propria opera, ossia l'Inghilterra, la Francia, Strasburgo, e soprattutto la Val Bregaglia. Non posso naturalmente non farla precedere da alcune brevi conside- razioni sul suo periodo italiano, quello meno conosciuto. II periodo italiano Michelangelo Florio è il padre di un celebre figlio, John Florio (1553-1625) su cui siamo ampiamente informativ Erudito letterato, John Florio visse fin da giovinetto in Inghilterra e fu instancabile propagatore del Rinascimento italiano alia corte della regina Elisabetta I durante il suo lungo regno. Si lego d'amicizia con Giordano Bruno durante il suo soggiorno inglese e fu tra l'altro l'autore di un dizionario italiano- inglese intitolato Wor/d o/^ Words, assai pregevole per i tempi (1611, cioè un anno prima che nascesse l'accademia della Crusca) con oltre 70 mila lemmi, ricavati da opere che vanno da Dante a Giordano Bruno. Tradusse inoltre in inglese (1603) gli Essays di Montaigne in un'ottima prosa che ebbe notevole influenza sulla lettera- * Delio Cantimori, Erefzcz zta/zJzzz Je/ Czzzgttecezzto (1939), Torino 1992, pp. 280-82, 285-86, 202, 301, 303; R. Simonini, Jfahan scho/arsh/p m Renaissance Eng/and (195z), New York-London 1969, pp. 7, 19, Z3, 37, 57, 59, 105; Giuliano Pellegrini, M. R e /e sne Rego/e de /a k'ngna tho- scana, in "Sîndi di /i/o/ogia ita/iana" n. s., XXVIII (1954), pp. 77-Z04; Luigi Firpo, La Ch/esa da- /zJzztf dz Lozzdra zze/ CzzzgzzgcezzJo e z szzoz rapporta cozz Gmwra, in Gzzzei/ra e /'/tadzd, Firenze 1959, pp. 317-323, 335; Spartaco Gamberini, Lo stazdzo de/Z'/ta/zdzzo zzz izzg/zz/terra zze/ '500 e zze/ '600, Messina-Firenze 1970, pp. 64, 68-71, 88, 98, 165; Mervin.W. Anderson, Peter Martyr, a re/orraer zzz exz/e (T542-1562,). A c/zrozzo/ogy o^ Zzz7?/z<ra/ razzta'zzgs zzz EzzgLzzzd #zzd Ezzrope, Nieuwkoop 1975, pp. 87, izo, zzz s.; Giampaolo Zucchini, Ri/orma e soc/efà nei Grigioni, Coira 1978, pp. 14-Z5; Frances A. Yates, /ohn F/orio's /ather (1955), in Co//ected Essays, London 1983, vol. I, pp. 161- 164; Michael G. Brennan, literary pateozzzzge z>z dze Ezzg/zs/z Eezzzzzsszzzzee: dze Pezzz/zro&e /dzzzz/y, Londra-New York 1988, pp. II s., z8; Lukas Vischer, M/che/ange/o E/or/o tra /ta/ia, i>zgh//ferra e Va/ Bregtfg/zd, in // protestazzteszzzzo dz /zzzgzra zta7zdzz<z zzg/Lz Sfzzzera, a cura di Emidio Campi e Giuseppe La Torre, Torino 2000, pp. 67-76: Gianna Martinoli, Mzc/zeLzzzge/o F/orzo: L/zz zzzzz^zzzsta "^retaco" de/ Cinijnecenfo tra Ingkdferra e Grigioni, tesi di laurea, Université di Milano 1997/1998 (http:// www.florio-soglio.chA7ita_M_Florio.pdf). 3 Santi Paladino, SBtf&espeare sareBBe z7 psezzdozzzzzzo dz zzzz poetaz zta/zdzzof, Reggio Calabria 1929; Santi Paladino, Uzz Jta/zdzzo zzzztezre Je//e opere s/zzz&espezzrzdzze, Milano 1955; Roberta Ro- mani e Irene Bellini, 1/ segrefo di Shakespeare, Milano zoiz; Corrado Panzieri, Miche/ Agno/o F/orzo. Bzogm/z/3 dz zzzzo scozzosczzzte), s.l. 2013. Lamberto Tassinari,/o/zzz F/orzo: T/ze Mzzzz W/zo Wds SF^^es/zezzre, Montreal 2009. La tesi di questi autori è che (1) Michelangelo e John si ritrovarono in Inghilterra, dove già il padre era stato e dove il figlio era nato, e a Londra, accanto alla loro attività di insegnanti nella famiglia reale, si dedicarono alia scrittura. (2) la produzione letteraria attribuita a Shakespeare fu il frutto di un lavoro d'équipe nel quale i due Florio ebbero un ruolo déterminante sia per l'impareggiabile conoscenza che Michelangelo aveva dei luoghi e della cultura italiana, sia per le competenze linguistiche di John Florio. Di recente, un sostanzioso contributo a questa tesi ha dato Laura Orsi, // "Caso Shakespeare", trad. it. di Carlo Maria Monti di Adria, pref. di Maria Rita Polato, Padova, 2016. Michelangelo Florio: tura saggistica inglese. Si fa il suo nome tra i possibili autori delle opere di William Shakespeare con riferimenti a tematiche italiane, secondo alcune teorie affascinanti ma che al momento sono ancora in cerca di dimostrazione storica. La battaglia su Shakespeare è in pieno svolgimento. Viceversa, la vita di Michelangelo Florio fino alla sua fuga dall'Italia è awolta nell'ombra. Tutto quello che sappiamo alio stato attuale delle nostre conoscenze è che deve essere nato in Toscana nella prima decade del Cinquecento

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