«Ma Il Potere Lo Ha Avuto Il Nord» Le Risorse MONICA BETTONI (*)

«Ma Il Potere Lo Ha Avuto Il Nord» Le Risorse MONICA BETTONI (*)

13COM01A1309 ZALLCALL 13 09:41:16 09/13/96 K IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Venerdì 13 settembre 1996 2 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIntervisteIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII & CommentiIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII L’INTERVISTA L’INTERVENTO Mario Luzi Sanità e risparmi poeta Ecco dove trovare «Ma il potere lo ha avuto il Nord» le risorse MONICA BETTONI (*) La secessione? «È una manifestazione delle forze dell’incul- NCHE NELLA manovra finanziaria sulla sanità un go- verno di centro-sinistra deve qualificarsi per una forte tura rispetto ad un processo unitario del paese che affonda discontinuità con il passato. Negli anni precedenti le le radici nella cultura». Il poeta Mario Luzi usa una parola leggi finanziarie si sono limitate da una parte a effet- durissima per definire la secessione: diserzione. «È l’abban- A tuare operazioni di mero risparmio o di aumento di dono del campo, il rifiuto di ogni solidarietà, il ritirarsi nel entrate tramite varie e diverse imposizioni di ticket. Con ciò senza rimettere in discussione la struttura complessiva recinto dei propri egoismi», dice osservando che si preferi- della spesa e soprattutto i fenomeni di improduttività e di sprechi sce rinnegare piuttosto che intervenire per correggere uno che sono la caratteristica del nostro sistema sanitario. Oppure, Stato che ha bisogno di riavvicinarsi ai cittadini. dall’altra le leggi di bilancio hanno travalicato i propri confini as- sumendo compiti di vera e propria programmazione per di più centralistica. Oggi la finanziaria deve riappropriarsi interamente di quello che le è proprio che è appunto il governo della spesa, RENZO CASSIGOLI adottando provvedimenti di tipo finanziario ma le cui ricadute FIRENZE. Cosa direbbe Simone c’è già una unità di fatto: questa lin- siano anche di ordine strutturale, avendo cura di collegarli agli —Martini se rientrando da Avignone, gua che esprime tutto. altri strumenti di politica sanitaria da usare a livello regionale e per tornare a Siena scoprisse che la Il nostro è un Paese dai tanti dia- locale. sua città è la Toscana non sono più letti, altra ricchezza della cultura, Quali sono i punti «finanziari» che possono avviare un cambia- in Italia, ma in Padania? che oggi viene contrapposta alla mento del sistema sanitario?Il primo riguarda il reperimento delle La domanda fa sorridere Mario lingua nazionale. Ancora segno di risorse: fiscalizzazione, autonomia impositiva, mutualità integrati- Luzi, che di Simone Martini ha scrit- rottura? va, Copayment, sono il mix di modalità di finanziamento della to il «Viaggio terrestre e celeste», im- Certo. Un altro modo per attaccare sanità che vanno diversamente modulati e rapportati fra loro, in maginandone il ritorno in Italia in i fondamenti della cultura e quindi maniera da ristabilire maggiore equità sostanziale fra cittadini. tarda età. Scuote la testa, il grande della unità nazionale. Siamo in una 13COM01AF01 poeta, di fronte a quella che ritiene fase di grande confusione, nella Il secondo attiene alla distribuzione delle risorse: la quota ca- una pagliacciata frutto di rozzezza. quale si preferisce ignorare il con- pitaria indifferenziata alle Regioni risulta oggi anziché un criterio Per lui la secessione «è una mani- cetto di «correzione». giusto di universalismo, un fattore di disequilibrio, per evidenti festazione delle forze dell’incultura Si preferisce rompere tutto, buttar differenze che esistono da Regione a Regione rispetto a dati de- rispetto ad un processo unitario del all’aria, rinnegare, invece di correg- mografici, epidemiologici, di sistema. Paese che affonda le radici nella gere, che è la condizione per prose- Il terzo È l’allocazione delle risorse e cioè a dire, come, per- cultura su cui si fonda la nostra guire il cammino verso la costruzio- ché, erogare le risorse. Ciò significa superare la loro allocazione identità». Usa una parola molto du- ne della Stato unitario. Ci si tira fuo- su base «storica», collegata alla semplice esistenza in vita di servi- ra per definire la secessione: diser- ri, si diserta. Così penso avrebbe zi e introdurre flessibilità rispetto a obiettivi prefissati, risultati zione. «È l’abbandono del campo, detto Simone Martini, interpretan- conseguiti e scelte dei cittadini (budget per obiettivi, budget di il rifiuto di ogni solidarietà, il ritirarsi do il pensiero del Petrarca con cui distretto, budget che segue l’utente). Ecco perché è riduttiva la nel recinto dei propri egoismi». aveva parlato a lungo. discussione intorno ai ticket in questi giorni. Solo abbinando Poi, pacatamente, spiega. «Vede, Per lei, insomma, le radici dell’u- strettamente risparmio e riordino riusciremo ad affrontare il vero l’unità d’Italia è sempre stata un nità del Paese affondano prima di nodo del nostro Sistema sanitario nazionale: il miglioramento progetto in cima ai pensieri degli tutto nella cultura, piuttosto che dell’efficienza dei servizi, l’ottimizzazione del rapporto tra risorse uomini più evoluti e responsabili nelle battaglie per l’indipenden- impiegate e qualità delle prestazioni attraverso l’eliminazione del dell’intellettualità italiana, a comin- za? fenomeno di fondo principale: l’improduttività strutturale del si- ciare dal Duecento. Il suo fascino Sicuramente. È il fatto che da un stema a fronte di buone capacità professionali diffusamente pre- era proprio questo suo essere con- millennio ci determina come na- senti. tinuamente tesa a questo punto di zione. Fin da quando l’impero Ca- Dove le improduttività e gli sprechi? fusione, di elevazione collettiva. rolingio si è disfatto. È una peculia- L’Italia, quindi, non come risulta- rietà umana inconfondibile. Preesi- Prima di tutto nell’area ospedaliera pubblica e privata, che to di operazioni politiche e militari, ste alla Nazione, che è poi un con- rappresenta il più alto costo sostenuto dal Servizio sanitario per il ma espressione prima di tutto di cetto molto tardo. La nazione italia- Giovanni Giovannetti/Effigie personale e le tecnologie impiegate e dove esiste una bassa uti- questo convergere di culture verso na, la sua realtà preesisteva nella lizzazione dei posti e un’ organizzazione che ruota troppo intor- un riconoscimento reciproco». cultura, nella forma mentis, nei no al posto letto più che a funzioni e domande assistenziali di al- Luzi si ferma un attimo a pensa- comportamenti. La realtà statuale ingiusta. In fondo chi ha avuto il po- ne ci sono voluti due anni di con- pone una riforma che snellisca e ta specialità ed intensità. re: «Non si può disertare da questo italiana è quella che è. È nata attra- tere in Italia? La facciata è Roma, fronti, di studi, di commissioni si renda più efficiente lo Stato, che av- cammino. Ecco, questo potrebbe verso patteggiamenti, manovre po- ma il, vero potere è stato loro, an- rende conto di cosa voglio dire. vivicini la cosa pubblica ai cittadini. ELL’AREA della diagnostica e della specialistica perché dire Simone Martini guardando a litiche, dalla abilità di personalità che se poi lo hanno delegato ai po- Due anni preceduti da vent’anni di Per me, comunque, il problema è oggetto di improprietà, inutilità, duplicazioni inutili ma quel che accade in questi giorni in come Cavour, piuttosto che da un litici. Gli squilibri di cui si parla, fascismo, di silenzio coatto, di pen- etico, prima che politico. Etico, cul- anche di ingiustizie. Italia». empito popolare, che non c’è stato. quindi, sono principalmente loro siero introflesso che hanno matura- turale e civile, nel senso di risalire a Si pensi ad aree sempre meno implementate ma indi- Ma l’inquietudine di questo Paese, È un cammino di cui avverto le diffi- responsabilità. to le ragioni fondanti della nostra quelle radici culturali di cui parla- N spensabili ai fini del mantenimento della salute e del ri- professor Luzi, è una realtà. coltà, ma che vedo in positivo. Cer- Uno scontro solo di interessi, Costituzione. Oggi invece se ne par- vamo. In politica la proposta fede- sparmio di risorse come la prevenzione, la diagnosi pre- L’inquietudine che si manifesta, il to questa non è l’epoca delle Na- quindi, visto che in Italia non ci so- la con tanta leggerezza, ogni giorno ralista è sul tappeto, mi sembra pe- coce, la riabilitazione a fronte di aree che passano indenni attraverso contrastato percorso statuale e civi- zioni. Ma anche l’Europa ha biso- no certo problemi di etnie. Non le si improvvisa una idea, una soluzio- rò che ognuno la intende a modo qualsiasi «ristrutturazione» che va al di là dei criteri scientifici, come le è proprio l’effetto di un processo gno di realtà statuali certe, di identi- sembra abbastanza artificioso? ne. Se diamo ascolto alle baggiana- suo. ad esempio le cure termali. di formazione non terminato e che,

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