IL MESSAGGERO VENETO 19 LUGLIO I vertici sconfessano la presa di posizione delle sociali Il prefetto di Trieste parla di spostamenti fatti con gradualità Via i migranti, esplode lo scontro dentro il mondo delle cooperative Maurizio Cescon udine. Torna a salire la tensione sul tema migranti. Dopo la polemica sul muro tra Italia e Slovenia, e la bufera sul direttore del Mittelfest, ora è la volta dei trasferimenti dei profughi - secondo le indicazioni del ministero dell'Interno dovrebbero essere 2 mila, poco più della metà dei presenti in questo momento - dal Friuli Venezia Giulia verso altre regioni. Se il prefetto di Trieste Valerio Valenti parla di «normale redistribuzione che sarà attuata per gradi», il mondo della cooperazione è in subbuglio. Se le sociali, in un documento, puntano il dito sulle «deportazioni», il presidente regionale di Legacoop Livio Nanino sconfessa tale visione del problema ammonendo che «c'è la necessità di affrontare temi delicati come quello dell'immigrazione con toni più pacati, attingendo ai valori dell'occupazione». Ieri intanto da Pordenone sono partiti per altre destinazioni fuori dalla regione i primi 50 richiedenti asilo.Una spaccatura così plateale nel mondo della cooperazione, in ogni caso, non ha precedenti. A dare manforte alla posizione delle coop sociali, arriva il Consorzio italiano di solidarietà (Ics) di Trieste. «Il piano di trasferimento di richiedenti asilo dal Fvg verso altre regioni italiane, come disposto da una circolare del Viminale, prevede un numero estremamente elevato di spostamenti, circa 2000, che suscita serie preoccupazioni sotto il profilo del rispetto della normativa vigente». «È indubbio che al momento attuale - osserva l'Ics - l'ingresso di richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia abbia assunto una dimensione crescente. Ma la decisione di trasferire più o meno in blocco o comunque in tempi ravvicinati un numero elevato di richiedenti asilo ha un'evidente natura di carattere politico». Secondo il Consorzio, «bisogna inquadrare la questione sul piano giuridico per comprendere se e quali siano i limiti delle iniziative di trasferimento». Sono, ad esempio, «illegittimi trasferimenti di richiedenti asilo da strutture previste dalla programmazione ordinaria, non sovraccaricate». Nella giornata di mercoledì la dura presa di posizione delle coop sociali, firmata dal presidente Gian Luigi Bettoli. «Non possiamo passare sotto silenzio che questa ulteriore violenza - aveva scritto Bettoli - , nei confronti di persone che sono sfuggite alla guerra, alle discriminazioni, alla fame, alla desertificazione prodotta dal riscaldamento industriale del pianeta, passando a rischio della vita attraverso percorsi interminabili, in cui hanno dovuto affrontare ogni forma di privazione, non è l'unica perseguita dal Ministero Salvini. Non possiamo non collegare questa deportazione alla richiesta del presidente Fedriga di costruire una muraglia al confine della nostra regione». Ieri però è arrivato l'altolà del presidente di Legacoop Livio Nanino, che ha replicato con una nota ufficiale. «La posizione espressa dal presidente di Legacoop sociali Gian Luigi Bettoli, è personale e non condivisa da Legacoop - precisa Nanino che si dissocia dai termini usati e dalle dichiarazioni riportate - . Quella del presidente di Legacoop sociali è un'opinione personale non condivisa da Legacoop Fvg - indica Nanino - se pur esiste una preoccupazione per le ricadute che provvedimenti ministeriali possono avere sulle cooperative; va ricordato come la cooperazione in generale e quella di lavoro in particolare gestiscono da tempo esempi di buona integrazione sociale inserendo nelle proprie basi sociali persone extracomunitarie, correttamente retribuite, provenienti da Paesi di mezzo mondo con processi di integrazione vera e di qualità e va altrettanto rimarcato come, la cooperazione sociale anche in Friuli Venezia Giulia sia impegnata e svolge un ruolo straordinario di "buona accoglienza". Ma temi delicati come quello dell'immigrazione devono essere trattati con toni più pacati attingendo ai valori della cooperazione».Intanto ieri la Slovenia ha ribadito il suo "no" alla barriera al confine con l'Italia. Italia, Slovenia e Croazia lavorano comunque a un'intesa per dar vita a una cooperazione trilaterale che consenta un maggior controllo dei migranti che utilizzano la rotta balcanica per raggiungere l'Europa. È quanto emerso al termine del bilaterale tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il collega croato Davor Bozinovic che si è tenuto a margine del vertice informale dei ministri degli interni e della giustizia dell'Ue ad Helsinki. Gli stranieri hanno lasciato ieri l'hub della Comina tra le proteste degli attivisti In 300 allontanati da Udine verso Lombardia e Marche: si svuota la Cavarzerani In 50 partono da Pordenone Martedì altri trasferimenti Christian Seu udine. I primi cinquanta migranti sono partiti ieri mattina di buonora da Pordenone, destinati alle strutture di accoglienza del Veneto. Altri duecento lasceranno Udine a partire dall'inizio della prossima settimana, alleggerendo l'overbooking all'ex caserma Cavarzerani, che dovrebbe accogliere al massimo 270 richiedenti asilo e ne ospita ora invece quasi quattrocento. Sono i primi effetti pratici del piano di redistribuzione territoriale voluto dal Viminale, che prevede la partenza dal Friuli Venezia Giulia di 2 mila stranieri che hanno richiesto la protezione internazionale, arrivati perlopiù attraverso la rotta balcanica. a pordenoneIl primo pullman è partito ieri mattina dall'hub della Comina, dove sono stati fatti confluire nei giorni scorsi cinquanta richiedenti asilo, «tutti maschi e di nazionalità afghana e pakistana», conferma il prefetto di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino. Scortati da una volante della poliza, hanno raggiunto già in mattinata le strutture di destinazione in Veneto. «Abbiamo utilizzato un criterio selettivo rigido: nessuno è stato strappato da percorsi formativi avviati, ma abbiamo individuato le persone tra quelle arrivate più di recente sul nostro territorio». Nella serata di mercoledì i gestori dei centri di accoglienza straordinaria sono stati informati dalla Prefettura che il giorno successivo gli stranieri indicati negli elenchi (35: gli altri erano già alla Comina) avrebbero dovuto firmare la presenza all'ex caserma Monti. Il trasferimento di ieri mattina, completato prima delle 8, è stato contestato dagli attivisti della Rete sociale, che hanno parlato di «deportazione», riferendo di soggetti pescati nell'accoglienza diffusa «che si trovavano da ormai un anno in zona. Un ragazzo sperava in un provino per una squadra di calcio, un altro era in attesa a giorni del parere della commissione territoriale: la scelta sa tanto di contentino politico dato da Salvini a Fedriga». Altre partenze sono previste nelle prossime settimane, «ma al momento non abbiamo un calendario definito», aggiunge il prefetto.a udineNel capoluogo friulano si interverrà a partire dalla prossima settimana, come conferma il vicario del prefetto, Gloria Allegretto. Da Udine partiranno, in due tranche, trecento richiedenti asilo «due terzi dei quali attualmente ospitati all'ex caserma Cavarzerani», indica Allegretto. Gli uffici del Palazzo del governo stanno definendo in queste ore l'elenco dei soggetti destinati a lasciare il Friuli, pianificando anche la logistica dei trasferimenti. I migranti accolti nella struttura militare di via Cividale saranno destinati alla Lombardia, mentre gli stranieri ospitati nel resto della provincia, negli appartamenti inseriti nel sistema dell'accoglienza diffusa, troveranno spazio in strutture ad hoc già individuate nelle Marche. Questo perché, chiarisce il viceprefetto, «esistono realtà attrezzate per ospitare nuclei familiari». Le prime partenze, come detto, entro martedì: come specificato anche dai vertici della cooperativa Matrix, che gestisce l'accoglienza all'ex Cavarzerani, i trasferimenti permetteranno di alleviare lo stato di sovraffollamento che la caserma vive in queste settimane, in particolar e dopo la ripresa massiccia dei flussi dalla rotta balcanica: a Udine, dall'inizio del mese, sono arrivati parecchi migranti afghani e pakistani intercettati sul Carso triestino.i criteriAllegretto specifica che «i nomi dei partenti vengono in ogni caso concordati con le questure e gli enti gestori. Seguiamo prassi ormai consolidate: si privilegiano gli ultimi arrivati, che magari non si sono ancora sottoposti all'intervista C3 all'ufficio immigrazione, propedeutica all'avvio della pratica per il riconoscimento della protezione internazionale». Il presidente contrariato per il botta e risposta che si è creato all'interno «Avrei consigliato di mettere l'accento sui problemi occupazionali» Nanino: toni sbagliati e di quel comunicato sono rimasto all'oscuro L'intervista / 1Eletto da pochi mesi al vertice della cooperazione regionale, Livio Nanino si è trovato subito tra le mani una patata bollente, quella dei migranti. E la sua nota ufficiale di ieri mattina ha fatto emergere una frattura tra le varie anime della lega che adesso dovrà essere, con pazienza, ricomposta. Presidente Nanino è arrabbiato? «Tengo a precisare che non ho preso le distanze dalla Legacoop sociale, ma non condivido i toni utilizzati dal presidente Bettoli, toni che non corrispondono al pensiero di Legacoop sulla questione». Era stato avvertito del comunicato con quelle dichiarazioni così forti? «No, ho letto tutto dai giornali. Non ne sapevo niente, non ho ricevuto telefonate, nulla». Lei cosa avrebbe fatto? «Nel caso specifico avrei
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