Joyce Lussu E “Noi Donne”

Joyce Lussu E “Noi Donne”

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI ROMA TRE Corso di Laurea in Lettere Moderne: letteratura e linguistica italiana Joyce Lussu e «Noi donne» (1949-1953) Candidata: Giada Iman Ferru Matr. 520238 Relatrice: Prof.ssa Laura Fortini Anno Accademico 2019/2020 2 Indice Introduzione p. 4 1. La vita e l’opera di Joyce Lussu p. 5 1.1. Portrait: come Joyce Lussu si rappresenta p. 7 1.2. Joyce L.: Una vita per p. 12 1.3. Joyce Lussu e la costruzione del mondo a partire da sé p. 15 1.4. Joyce Lussu protagonista femminile del Novecento p. 17 2. Joyce Lussu e la collaborazione con «Noi donne» p. 22 2.1. Contributi del 1949 p. 26 2.2. Contributi del 1950 p. 30 2.3. Contribuiti del 1951 p. 34 2.4. Contributi del 1952 p. 37 2.5. Contributi del 1953 p. 40 Materiale fotografico p. 42 Bibliografia p. 43 3 Introduzione Questa tesi di laurea è dedicata alla vita e all’opera di Joyce Lussu: partigiana, scrittrice, poeta, dirigente dell’UDI, attiva nel movimento delle donne in Sardegna, nei movimenti della pace, nella difesa della memoria della storia locale marchigiana, nella difesa delle minoranze, nella lotta per l’istruzione, per i diritti delle donne. La mia attenzione, in particolare, si è soffermata sulla collaborazione che la scrittrice intraprende nel 1949 con la rivista “Noi donne”, organo ufficiale di stampa dell’Unione Donne Italiane, che lascia bruscamente nel 1953. I soli quattro anni di pubblicazione nella rivista risultano un’importante testimonianza dell’attenzione che Lussu pone a varie tematiche volte alla tutela dei diritti umani. La mia curiosità nei confronti di Joyce Lussu nasce sicuramente dai molteplici campi di interesse di cui si è occupata la scrittrice, ma sono state le origini sarde comuni, le mie di sangue, le sue acquisite, che hanno permesso un approccio sempre più approfondito della sua vita e del suo operato. La lotta per l’autonomia della Sardegna e per l’autonomia delle donne sarde occupa un’importante parte nella vita di Joyce Lussu: il legame, invisibile ma tenace, con l’isola le aprirà la strada verso il Terzo Mondo, impegnandosi negli anni successivi nei movimenti della pace. Recandomi questa estate in Sardegna ho potuto passeggiare per le vie di Armungia, paese che si trova nella subregione del Gerrei, paese natio di Emilio Lussu, dove attualmente vive il nipote della coppia, Tommaso Lussu, uno dei fautori dell’Associazione Casa Lussu, volta a favorire il mantenimento della memoria della figura di Emilio e di Joyce Lussu. In un caldo 12 agosto ho potuto visitare il Museo Storico “Emilio e Joyce Lussu”, che ha sede all’interno della Casa del Segretario, da cui emerge l’attenzione al rapporto di Joyce Lussu con l’isola ma soprattutto con Armungia, che ha visitato l’ultima volta nel maggio del 1998, circa sei mesi prima della sua morte, avvenuta il 4 novembre dello stesso anno. L’attenzione che la scrittrice riservava alla Sardegna si può riscontrare in alcuni articoli della rivista «Noi donne», schedati nel secondo capitolo, che testimoniano l’impegno della scrittrice per l’autonomia delle donne sarde e l’intenso lavoro che compì all’interno della rivista, pubblicando attivamente per quattro anni. La tesi è composta da due capitoli: il primo capitolo tratta della biografia di Joyce Lussu, ripercorsa attraverso quattro opere di fondamentale importanza: Portrait, il volume autobiografico della scrittrice; Joyce L. Una vita contro, volume di Silvia Ballestra che contiene diciannove conversazioni incise su nastro, tenute con Lussu dal 1994 al 1996; Il Novecento di Joyce Salvadori Lussu, di Federica Trenti che nasce da una tesi di laurea per poi svilupparsi in un analisi ampia e puntuale della vita e dell’opera della scrittrice; Joyce Lussu, Una donna nella storia a cura di Luisa Maria Plaisant, volume miscellaneo in quattordici studi e profili. Il secondo capitolo tratta della collaborazione di Joyce Lussu con la rivista «Noi donne», su cui pubblica attivamente dal 1949 al 1953, e vi sono riportati in forma di scheda descrittiva articoli a firma della scrittrice che evidenziano l’attenzione che Lussu ebbe verso varie tematiche come l’infanzia, le donne, la cultura, impegnandosi nella difesa delle categorie più deboli della società. La mia ricerca ha mostrato come Joyce Lussu ai primi anni del Novecento abbia sfidato una società a misura d’uomo, per portare avanti la sua lotta in favore della salvaguardia dei diritti umani, della diffusione della cultura e della parità uomo-donna. La partecipazione attiva in molti ambiti ha reso Joyce Lussu una protagonista del Novecento, in tutti i cambiamenti che il secolo ha prodotto, donando sempre un proprio e personale contributo volto all’incontro con l’altro. 4 1. La vita e l’opera di Joyce Lussu La vita di Joyce Lussu ed il suo operato vengono analizzati nel capitolo che segue tramite l’analisi di quattro contributi, uno autobiografico, due biografici ed uno miscellaneo che termina analizzando tematiche centrali nella vita della scrittrice. Portrait è il volume autobiografico di Joyce Lussu dove la scrittrice ricorda gli avvenimenti fondamentali del suo vissuto, evidenziando il rapporto tra Emilio Lussu e scrivendo «Emilio era l’unico che approvasse completamente il mio sdegno e le mie rivendicazioni. Il rapporto di coppia era per lui un rapporto di parità, e mai gli sarebbe venuto in mente di propormi un ruolo subalterno o di considerarmi incapace di affrontare rischi e iniziative autonome».1Se in Portrait l’attenzione della scrittrice è posta spesso sull’analisi del proprio rapporto di coppia, in Joyce L. Una vita contro,2 volume di Silvia Ballestra che consiste in diciannove conversazioni che la scrittrice ebbe con Joyce Lussu, l’accento è posto sulle opinioni che Lussu aveva su svariati argomenti come la religione, la storia, l’istruzione, la guerra. Il contributo a firma di Federica Trenti,3 invece, offre un’analisi delle tappe fondamentali della vita della scrittrice soffermandosi sul ruolo di Joyce Lussu nella storia, durante la guerra, nei movimenti per la pace, essendo un volume nato da una tesi di laurea in Discipline Storiche presso l’Università di Bologna. La miscellanea,4 infine, si propone di analizzare gli ambiti in cui la scrittrice fu di fondamentale importanza, come nella questione femminile, nell’autonomia della Sardegna, nei movimenti di pace, nella rivalutazione della storia locale marchigiana. Joyce Lussu presenta nella sua vita delle tappe fondamentali ripercorse dalla maggior parte dei volumi, che hanno contribuito a fondare l’immagine di una donna anticonvenzionale e totalmente libera da ogni costrizione imposta dalla società. Il primo elemento da analizzare nella vita della scrittrice, che fu la base per la costruzione di una vita di lotta, fu l’educazione ricevuta dai genitori, Giacinta Galletti e Guglielmo Salvadori, antifascisti, amanti della cultura, che insegnarono ai figli il valore della giustizia, del libero pensiero, della conoscenza come unico mezzo per non avere padroni. Spesso sono ricordate le origini inglesi della scrittrice, alle quali Lussu fa risalire la lotta per l’emancipazione femminile, lotta perseguita dalle nonne inglesi che sposarono uomini marchigiani. Il 1924 fu un anno importante per la scrittrice per l’aggressione da parte dei fascisti a Guglielmo Salvadori, padre di Joyce Lussu, dichiaratamente antifascista; da quell’episodio si decise il trasferimento in Svizzera. In Svizzera Lussu frequentò la Fellowship School, scuola istituita da pacifisti dopo le stragi della prima guerra mondiale, basata sui principi di non violenza e fratellanza tra i popoli. Il 1929 fu l’anno di fondazione di Giustizia e Libertà, movimento fondato da esuli antifascisti, tra cui Emilio Lussu, a cui prese subito parte anche Joyce Lussu. Nel 1932 fu impegnata in una missione di collegamento tra i prigionieri dell’isola di Ponza, tra cui il fratello Max, e i compagni di Giustizia e Libertà, che consisteva nel consegnare un piano di fuga dei prigionieri a Mister Mill, nome in codice di Emilio Lussu. 1 Joyce Lussu, Portrait, Ancona, Transeuropa, 1988, Roma, L’Asino d’oro edizioni, 2012, prefazione di Giulia Ingrao, p. 78. 2 Silvia Ballestra, Joyce L.: Una vita contro, Milano, Baldini&Castoldi, 1996, Baldini Castoldi Dalai editore, 2012 3 Federica Trenti, Il Novecento di Joyce Salvadori Lussu. Vita e opera di una donna antifascista, Sasso Marconi (BO), Le Voci della Luna, 2009. 4 Joyce Lussu: Una donna nella storia, a cura di Luisa Maria Plaisant, Cagliari, CUEC editrice, 2003. 5 Il 1932 fu anche l’anno del comizio di Hitler ad Heidelberg, città in cui Lussu frequentava la facoltà di filosofia, dopo il quale la scrittrice decise di abbandonare la Germania e riprendere i contatti con i compagni di Giustizia e Libertà. Gli anni dal 1932 al 1938 furono gli anni africani, oscurati volutamente da Lussu, in cui la scrittrice sposò Aldo Belluigi, un giovane “possidente di condotta regolare”, ed insieme al fratello Max e la nuora si recarono in Kenya con il progetto di avviare un’azienda agricola, che si rivelò fallimentare. La separazione tra i due coniugi avvenne poco tempo dopo la partenza in Africa, probabilmente per la grande distanza di idee soprattutto politiche, Lussu lasciò l’Africa nel 1938. Nel 1940 Joyce Lussu ed Emilio Lussu furono tra la folla di profughi in fuga da Parigi, appena occupata dai tedeschi; giunsero a Marsiglia dove Lussu si dedicò alla contraffazione di documenti per molti ebrei ed antifascisti desiderosi di imbarcarsi per raggiungere Casablanca e poi l’America. Nel 1942 Emilio Lussu era a Londra impegnato nelle trattative per la progettazione di uno sbarco in Sardegna da parte degli alleati, mentre Joyce Lussu era la sola donna nel campo di addestramento militare. Nel 1943 Joyce Lussu assistette all’occupazione di Roma, poco dopo fu impegnata nella missione per mettere in comunicazione il Comitato di liberazione nazionale (Cln) con il Sud Italia, progressivamente abbandonato dai tedeschi ed occupato dagli alleati.

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