RASSEGNA STAMPA mercoledì 22 ottobre 2014 ESTERI INTERNI LEGALITA’DEMOCRATICA RAZZISMO E IMMIGRAZIONE SOCIETA’ BENI COMUNI/AMBIENTE INFORMAZIONE CULTURA E SCUOLA INTERESSE ASSOCIAZIONE ECONOMIA E LAVORO PANORAMA CORRIERE DELLA SERA IL MANIFESTO L’ESPRESSO LA REPUBBLICA AVVENIRE VITA LA STAMPA IL FATTO LEFT IL SOLE 24 ORE IL SALVAGENTE IL MESSAGGERO INTERNAZIONALE L’ARCI SUI MEDIA Da Asca del 21/10/14 Cgil: Arci aderisce a manifestazione di sabato a Roma Presidente Chiavacci: "Sbagliato ridurre tutele lavoratori" (ASCA) Poggibonsi (Si), 21 ott 2014 - "Le forme della rappresentanza sociale sono essenziali per la costruzione della democrazia del nostro paese, agenti di sviluppo e non fattori di immobilismo". Questo il motivo che porta l'Arci Nazionale ad aderire alla manifestazione indetta dalla Cgil per il prossimo 25 ottobre a Roma. "Il nostro - ha spiegato la presidente di Arci Francesca Chiavacci a margine di un convegno della Cgil a Poggibonsi (Si)- vuole essere anche un appello alla riflessione per chiunque, ricoprendo responsabilita' di governo nazionale o locale, pensi che il confronto ed il dialogo sui temi fondamentali del vivere comune possono essere derubricati a passerelle o sbrigativi teatrini". Secondo l'Arci "e' sbagliato partire dalla riduzione di tutele gia' previste dal nostro ordinamento indicandola come possibile soluzione della crisi. Si tratta per altro di una ricetta che ha gia' fallito in tutti i paesi in cui e' stata applicata". Inoltre ha spiegato Francesca Chiavacci,"e' del tutto strumentale utilizzare la disciplina dei licenziamenti come una clava per definire i confini fra cio' che vecchio e cio' che e' nuovo, fra immobilisti e innovatori". Afe Da TmNews del 21/10/14 Cgil: Arci aderisce a manifestazione di sabato a Roma Poggibonsi (Si), 21 ott. (TMNews) - "Le forme della rappresentanza sociale sono essenziali per la costruzione della democrazia del nostro paese, agenti di sviluppo e non fattori di immobilismo". Questo il motivo che porta l'Arci Nazionale ad aderire alla manifestazione indetta dalla Cgil per il prossimo 25 ottobre a Roma. "Il nostro - ha spiegato la presidente di Arci Francesca Chiavacci a margine di un convegno della Cgil a Poggibonsi (Si)- vuole essere anche un appello alla riflessione per chiunque, ricoprendo responsabilità di governo nazionale o locale, pensi che il confronto ed il dialogo sui temi fondamentali del vivere comune possono essere derubricati a passerelle o sbrigativi teatrini". Secondo l'Arci "è sbagliato partire dalla riduzione di tutele già previste dal nostro ordinamento indicandola come possibile soluzione della crisi. Si tratta per altro di una ricetta che ha già fallito in tutti i paesi in cui è stata applicata". Inoltre ha spiegato Francesca Chiavacci,"è del tutto strumentale utilizzare la disciplina dei licenziamenti come una clava per definire i confini fra ciò che vecchio e ciò che è nuovo, fra immobilisti e innovatori". del 21/10/2014 – pag. 9 Cittadino chi nasce qui a studi finiti ROMA Nella girandola di nuove iniziative parlamentari, Matteo Renzi annuncia anche 2 l’adozione dello ius soli : il diritto di cittadinanza per i ragazzi stranieri nati, ma anche giunti, sul suolo italiano. Attualmente lo si ottiene solo dopo aver presentato richiesta al compimento del diciottesimo anno di età. Di proposte di legge per allargare o restringere le maglie di questa norma in Parlamento ce ne sono molte. Neanche una, invece, sta attualmente impegnando gli uffici tecnici del Viminale. Il premier ha fatto riferimento ad uno « ius soli temperato». Cosa intende? Che i ragazzi diventino cittadini italiani al completamento di un ciclo di studi. Se sono nati qui, al termine della scuola dell’obbligo. Se sono arrivati quando erano già adolescenti, alla fine della licenza di scuola superiore. Potrebbero essere 50 mila l’anno i nuovi italiani, se passasse questa norma. Ora il 47,2% degli stranieri iscritti nelle nostre scuole nel 2013 è nato in Italia. Soddisfatto il garante dell’Infanzia Vincenzo Spadafora: «Lo chiediamo da tempo. Sono 4 milioni gli stranieri che vivono in Italia e più di un milione di loro è minorenne». Per Filippo Miraglia dell’Arci la proposta è un bluff: «Dalla nascita a 16 anni continuerebbero a essere considerati stranieri nella terra di nascita». Mentre, secondo il governatore leghista Luca Zaia, è «solo un’iniziativa per distrarre i cittadini dai problemi reali». V.Pic. Da Ansa del 21/10/14 Carovana antimafia fa tappa a Bucarest Incontro su mafia, droghe, tratta esseri umani (ANSA) - BUCAREST - La carovana antimafia, promossa da Arci, Libera, Avviso pubblico, Cgil Cisl e Uil, ha fatto tappa a Bucarest dove, nella sala 'Costantin Stoicescu' della facoltà di diritto, si è tenuta una conferenza dal titolo: 'Mafia, droghe e tratta di persone: una panoramica sul disagio legato alla strada in Romania ed alcuni possibili antidoti'. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con l'associazione Parada, che da anni si occupa dell'emergenza legata ai bambini di strada, ed ha visto, tra gli altri, la partecipazione dell'Ambasciatore italiano a Bucarest, Diego Brasioli, del direttore dell'ufficio regionale di coordinamento per l'est Europa dell'Interpol, Paolo Sartori, e del presidente del Ciao (Comitato italiano associazioni ed ong in Romania), Franco Aloisio. Tra il pubblico, anche gli alunni di una scuola italiana. (ANSA). del 22/10/14, pag. 5 Immigrazione L’Europa condanna l’Italia Luca Fazio Non tutti i migranti che in questi anni sono sbarcati sulle nostre coste hanno avuto la fortuna, si fa per dire, di essere trattati come dovrebbe esserlo ogni essere umano quando subisce un torto. Con giustizia, secondo il rispetto delle leggi internazionali. E’ arrivata ieri la sentenza pronunciata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che condanna il governo italiano — allora faceva danni Berlusconi — e quello greco per aver eseguito «espulsioni collettive indiscriminate» ai danni di migranti afghani rispediti in Grecia. Col rischio che, una volta in Grecia, i migranti avrebbero potuto essere 3 nuovamente espulsi verso il paese di provenienza, «dove avrebbero rischiato la morte, la tortura o altri trattamenti inumani e degradanti». La vicenda non è recente, risale a sei anni fa, ma è significativa perché segnala l’approccio prevalente con cui le autorità italiane affrontano la cosiddetta «emergenza» immigrazione, che emergenza non è. Trentadue profughi afghani, due sudanesi e un eritreo sbarcarono in Italia tra il gennaio 2008 e il febbraio 2009 dopo essere partiti da Patrasso. La Corte europea, in particolare, si è soffermata sui casi di casi di quattro persone che almeno oggi hanno un nome. Si tratta di Reza Karimi, Yasir Zaidi, Mozamil Azimi e Najeeb Heideri. La Corte, oltre ad aver condannato l’Italia per il respingimento collettivo e per l’assenza di accesso alle procedure di asilo nel porto di Ancona, ha sottolineato «l’inquietudine di molti osservatori per le espulsioni automatiche operate dalle autorità frontaliere italiane nei porti del mare Adriatico nei confronti di persone che molto spesso vengono affidate immediatamente ai capitani delle navi in vista di essere ricondotti in Grecia, privandoli così di tutti i diritti procedurali e materiali». Sono passati cinque anni eppure oggi caos e violazione dei diritti umani sono aumentati esponenzialmente, se non altro per il fatto che quasi la metà di tutti gli sbarchi avvenuti in questo lasso di tempo è avvenuta nel 2014. E continuano: ieri pomeriggio a Vibo Valentia è arrivata una nave con 700 migranti a bordo, mentre a Lampedusa sono stati sorpresi quattro tunisini appena sbarcati. Ma se la cronaca non impressiona più, in attesa del prossimo eclatante naufragio, è il livello del dibattito politico che lascia esterrefatti. Siamo arrivati al punto che con accenti più o meno razzisti in parlamento di fatto esiste un solo enorme partito trasversale schierato contro gli immigrati. Larghissime intese, piuttosto lugubri, tra chi predica bene e razzola male e chi ormai fomenta o cede alle peggiori pulsioni xenofobe. Della Lega sapevamo, e il peggio deve ancora venire dopo l’enorme manifestazione razzista che ha colto di sorpresa solo gli antirazzisti di professione che hanno sottovalutato il «lavoro» di Matteo Salvini. Ma in queste ore tiene banco la «svolta» di Beppe Grillo che si è scagliato contro i «clandestini» (potenziali portatori di malattie) utilizzando argomenti avvilenti per molti elettori che gli avevano dato fiducia. Ma ancora più avvilente è la replica, una specie di arrampicata sui vetri, di Luigi Di Maio che cerca di smarcarsi dalla Lega — «strumentalizza questi temi fino all’inverosimile» — balbettando «noi non vogliamo esasperarlo, stiamo semplicemente sottolineando un problema che ci viene proposto da decine di migliaia di cittadini, addirittura di poliziotti che vengono mandati a soccorrere i migranti». Sembra un leghista a modo per dire che la pensa come Grillo. Niente di più. Una non reazione all’anatema del capo che gli costa una lezione da parte di Paolo Beni, deputato Pd, secondo cui Lega e Cinque Stelle pari sono. Beni ha ragione quando afferma che il fenomeno immigrazione «è ormai diventato strutturale e l’esodo dal continente africano continuerà per i prossimi decenni, come ci insegnano i demografi. Chi non ha chiara questa situazione, non ha chiaro il problema e non può nemmeno permettersi di dare ricette». Ma per tornare alla drammatica realtà Paolo Beni dovrebbe anche aggiungere che il «suo» governo Renzi-Alfano (Pd-Ncd) il primo novembre sospenderà l’operazione Mare Nostrum, proprio come chiedono Salvini e La Russa, e probabilmente anche Grillo. Questa non è una opinione, è un fatto molto grave che potrebbe provocare la morte di migliaia di persone. E non ci sarà consolazione, in futuro, nemmeno di fronte a una dura condanna della Corte europea dei diritti umani. 4 Da Repubblica.it (Bologna) del 22/10/14 "Basta violenza": Cgil e Cisl pronte a scendere in piazza con Merola Il sindaco aveva chiesto una manifestazione pacifica dopo i fatti di sabato.
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