ANTICHI MAESTRI ITALIANI Fondantico INCONTRO CON LA PITTURA 23 Fondantico di Tiziana Sassoli Via de’ Pepoli, 6/E - 40125 Bologna Tel. e Fax 051.265.980 [email protected] www.fondantico.it Restauro e revisione dei dipinti: Liliana e Rodolfo Giangrossi, Milano; Barbara Morettini, Bologna; Giovanni Pigoni e Davide Tirelli, Reggio Emilia; Licia Tasini, Pieve di Cento (Bologna). Segreteria e ufficio stampa: Maria Cristina Porpora Coordinamento redazionale: Pietro Di Natale © Fondantico - ottobre 2015 Fondantico arte e antiquariato ANTICHI MAESTRI ITALIANI Dipinti e disegni dal XVI al XIX secolo Catalogo a cura di Daniele Benati Testi di Michelangelo Agostini Daniele Benati Donatella Biagi Maino Alessandro Brogi Pietro Di Natale Massimo Francucci Eleonora Frattarolo Federico Giannini Milena Naldi Giulia Palloni Tommaso Pasquali Eugenio Riccòmini Marco Riccòmini Elisabetta Sambo 7 novembre - 23 DICEMBRE 2015 ono quaranta i dipinti e i disegni antichi che Fondantico presenta per il suo ventitreesimo “Incontro con la pittura”. Una scelta che quest’anno con- S templa artisti non soltanto bolognesi, ma anche di altri centri pittorici: di qui il titolo Antichi maestri italiani, che riecheggia il termine di Old Masters usato dalle gallerie inglesi. In questo modo il percorso, che si snoda dal XVI al XIX secolo, può comprendere tra gli altri anche un sorprendente dipinto di grandi dimensioni di Filippo da Verona, un pittore di grande interesse riscoperto solo dagli studi moderni. La parte del leone è giocata tuttavia dagli artisti emiliani, secondo la tradizione ormai più che ventennale della galleria. Ecco allora le presenze cinquecentesche del Garofalo, di Denjs Calvaert (con un prezioso Giove e Semele) e di Francesco Cavazzoni, da qualche anno una costante delle mostre di Fondantico. Ma sarà poi il ricupero di due importanti dipinti dei padri fondatori delle glorie seicentesche di “Felsina pittrice” ad attirare l’attenzione del pubblico e dei media: una piccola pala eseguita da Annibale Carracci intorno al 1588-1589, finora del tutto igno- ta, e un grande Orfeo ed Euridice dipinto da Guido Reni per decorare la cappa di un camino di casa Lambertini: a lungo ritenuta perduta, quest’ultima è rie- mersa da qualche anno sul mercato internazionale ed è con grande soddisfazione che posso presentarla per la prima volta al pubblico bolognese. Il Seicento è ancora documentato attraverso quadri di Faccini, del Mastelletta, di Lorenzo Pasinelli e, venendo alla fine del secolo, da ben due dipinti che si aggiungono al catalogo del raro Giovanni Antonio Burrini: tra essi s’impone uno stupefacente Lot e le figlie, ricordato dalle fonti nella collezione del conte Francesco Ranuzzi in péndant con una Susanna e i vecchi ora pervenuta alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il Settecento è illustrato da opere di Donato Creti, Giuseppe Maria Crespi (autore di un intenso disegno), Ercole Graziani, Gaetano Gandolfi e Vincenzo Martinelli. Il primo Ottocento si affida ai nomi di Felice Giani, di Tommaso Minardi e del “nostro” Antonio Basoli. Non mancano come di consueto le presenze di artisti a torto considerati minori, come Giovanni Maria Tamburini (un precedente di Mitelli nel campo della scena di genere quotidiano), il severo “Pittore di Rodolfo Lodi”, Giuseppe Varotti e Ni- cola Bertuzzi, della cui rivalutazione Fondantico si è fatto da tempo promotore, nell’intento di proporre una visione più articolata e per così dire più chiaroscurata della grande stagione della pittura bolognese sei-settecentesca e di qualificare il pro- prio operato anche sul piano dello studio e della ricerca scientifica. In ciò la mia attività è supportata da un intenso lavoro di équipe coordinato dal Prof. Daniele Benati, che mi affianca dagli inizi della mia avventura nel campo dell’arte antica, garantendo il carattere scientifico dei miei cataloghi; a lui, e a tutti gli studiosi che hanno redatto le schede, va la mia più sentita gratitudine. Voglio ricordare inoltre i restauratori, che con le loro attente cure assicurano una presentazione corretta dei dipinti esposti, e ringraziare di cuore quanti mi aiutano e mi sostengono nell’attuazione di questo appuntamento annuale. Nel luglio scorso, durante la settimana delle aste, ho progettato e realizzato in- sieme a mio figlio Edoardo una mostra sulla pittura emiliana a Londra. Questa nuova esperienza ci ha permesso di avvicinare il mercato internazionale e di farci conoscere da un pubblico più vasto: le numerosissime visite di collezionisti, studio- si, critici e curatori di prestigiosi musei di tutto il mondo hanno confermato l’importanza di questa scelta, che intendiamo ripetere anche il prossimo anno. Ri- volgo infine un particolare ringraziamento ai collezionisti e agli appassionati che mi seguono da anni, alle Istituzioni che apprezzano le mie scelte, ai nuovi clienti e ai numerosi giovani che vengono a visitare la galleria con curiosità e interesse. Tiziana Sassoli 5 Elenco delle opere Benvenuto Tisi, detto il Garofalo (Ferrara, circa 1476 - 1559) 1. La Madonna col Bambino Filippo da Verona (documentato nel primo quarto del XVI secolo) 2. San Girolamo in preghiera Giuseppe Mazzuoli, detto il Bastarolo (Ferrara, circa 1536 - 1589) 3. L’adorazione dei magi Felice Brusasorzi (Verona, circa 1540 - 1605) 4. Il martirio di Santa Giustina Denjs Calvaert (Anversa, circa 1540 - Bologna, 1619) 5. Giove e Semele Francesco Cavazzoni (Bologna, circa 1545 - post 1616) 6. Il Crocifisso con i dolenti Annibale Carracci (Bologna, 1560 - Roma, 1609) 7. La Madonna con Santa Maria Maddalena e una santa monaca Guido Reni (Bologna, 1575 - 1642) 8. Orfeo ed Euridice Pietro Faccini (Bologna, circa 1575 - 1602) 9. La sacra famiglia con i Santi Caterina da Siena, Domenico e Francesco Giovanni Andrea Donducci, detto il Mastelletta (Bologna, 1575 - 1655) 10. L’assunzione della Vergine Giovanni Maria Tamburini (Bologna, circa 1575 - circa 1660) 11. La morte amministra la giustizia Lorenzo Pasinelli (Bologna, 1629 - 1700) 12. Fanciulla con turbante Pittore di Rodolfo Lodi (attivo a Bologna alla fine del XVII secolo) 13-18. Sei nature morte di soggetto rustico Elisabetta Marchioni (attiva a Rovigo tra il XVII e il XVIII secolo) 19. Natura morta con piatto di fiori, frutta e un pappagallo 20. Natura morta con vasi e ceste di fiori e frutta Giovanni Antonio Burrini (Bologna, 1656 - 1727) 21. Gesù tra i dottori 22. Lot e le figlie Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo (Bologna, 1665 - 1747) 23. San Giuseppe Donato Creti (Cremona, 1671 - Bologna, 1749) 24. Testa di giovane donna Ercole Graziani (Bologna, 1688 - 1765) 25. Cristo incoronato di spine Nicola Bertuzzi, detto l’Anconitano (Ancona, circa 1715 - Bologna, 1777) 26. Salomone incensa gli idoli 27. Il sacrificio della figlia di Jefte Giuseppe Varotti (Bologna, 1715 - 1780) 28. Volumnia davanti a Coriolano Gaetano Gandolfi (San Matteo della Decima, 1734 - Bologna, 1802) 29. Due amorini in concerto e un putto 30. Zuffa tra Amore e due putti Vincenzo Martinelli (Bologna, 1737 - 1807) 31. Paesaggio con rovine Felice Giani (San Sebastiano Curone, Alessandria, 1758 - Roma, 1823) 32. Due Vittorie alate 33. Figura allegorica (Flora) 34. Susanna e i vecchi Antonio Basoli (Castel Guelfo, 1774 - Bologna, 1848) 35. Interno della chiesa di Santa Maria dei Servi in Bologna 36. Interno della chiesa di San Giacomo in Bologna 37. Sotterraneo sepolcrale Tommaso Minardi (Faenza, 1787 - Roma, 1871) 38. Episodio di storia antica Romolo Liverani (Faenza, 1809 - 1872) 39. Veduta di San Michele in Bosco a Bologna 40. Veduta del cortile di Santo Stefano a Bologna Nell’intestazione delle schede le dimensioni sono fornite, come di consueto, altezza per base. Ove non diversamente specificato, la stesura dei profili biografici premessi alle schede è redazionale. Tra le abbreviazioni usate più frequentemente, ABABo si scioglie come Accademia di Belle Arti, Bologna; BCABo come Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Bologna; ASBo come Archivio di Stato, Bologna. Benvenuto Tisi, detto il Garofalo Ferrara, circa 1476 - 1559 ondamentale per la sua formazione è la presenza a Ferrara negli ultimi anni del XV secolo di Boccaccio Boccaccino, F dal quale assume una marcata componente veneta e una peculiare e luminosa dolcezza che contempererà alla conoscenza del precoce classicismo bolognese di Francia e di Costa. L’accertata assenza da Ferrara nel 1508 si spiega con un viaggio a Venezia, poiché entro la fine del primo decennio del secolo il Garofalo risulta già aggiornato sulla poetica giorgionesca, evidente nel- la pittura pura dei paesaggi (Sacra famiglia, Roma, Galleria Doria Pamphilj; Natività, Ferrara, Pinacoteca Nazionale). A pochi anni di distanza deve cadere un viaggio a Roma con la conseguente frequentazione delle opere di Raffaello, prontamente riflesse nei suoi dipinti a partire dalla metà del secondo decennio. A documentazione di tale svolta, è emblematico il caso della pala Suxena, datata dicembre 1514 (Ferrara, Pinacoteca Nazionale), che rappresenta l’accordo fra classicismo romanista e poetica gior- gionesca. Negli anni seguenti l’adesione ai canoni del dettato raf- faellesco si arricchisce di una valenza cromatica intensa e vigorosa, che prevede la conoscenza del Dosso e di Tiziano (La strage degli innocenti, 1519; La Madonna del riposo, 1525, entrambe a Ferrara, Pinacoteca Nazionale). A partire dal quarto decennio si aggiorna su Giulio Romano, adottando composizioni via via più complesse e affollate (La resurrezione di Lazzaro, 1534, Ferrara, Pinacoteca Nazionale). Operoso non solo per gli ordini religiosi, è in più occasioni
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