PERCORSO MEMORIA NATURA COMUNE DELL’AQUILA Assessorato Alla Cultura Logo Percorso Memoria Natura Di Sara Chiaranzelli (

PERCORSO MEMORIA NATURA COMUNE DELL’AQUILA Assessorato Alla Cultura Logo Percorso Memoria Natura Di Sara Chiaranzelli (

PERCORSO MEMORIA NATURA COMUNE DELL’AQUILA Assessorato alla Cultura Logo Percorso Memoria Natura di Sara Chiaranzelli (www.sarachiaranzelli.com) Ho ideato il logo del Percorso Memoria Natura tenendo conto di alcune carat- teristiche simboliche che meglio possono identificare i sentieri compiuti dai Partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale: la spirale, i papaveri e il filo spinato. La spirale raffigura il percorso, il cammino in progressione verso l’aper- tura della salvezza. Il papavero è il fiore per eccellenza più comunemente usato per ricordare i caduti in battaglia. Il filo spinato è il simbolo della reclusione estrema dei lager. Ho ideato il logo concependo dei fiori di papavero animati dal dolore del filo spinato, uniti nel percorso che da un nodo centrale drammatico riparte verso la salvezza, che procede prima a piccoli passi per poi divenire sempre più grandi e ampi, così come sono le evoluzioni della spirale. Il messaggio che il logo ha intenzione di esprimere è quello della rinascita della libertà dopo i drammi della guerra che tutti amaramente conosciamo. Percorso Memoria Natura Percorso 1 14 DA S.SISTO A COLLEBRINCIONI Percorso 2 19 DA COLLEBRINCIONI AD ARISCHIA Percorso 3 23 DA ARISCHIA A CASALE CAPPELLI Percorso 4 28 DA CASALE CAPPELLI AD ASSERGI Percorso 5 34 DA FILETTO A MONTE ARCHETTO Percorso 6 38 DA FILETTO A ONNA La libertà è come l’aria - diceva Calamandrei - ci si accorge di quan- “ to vale solo quando comincia a mancare”. Troppo spesso diamo per scontati valori come libertà e democrazia. Sono alcuni dei pilastri su cui si fonda la nostra Carta Costituzionale, che è stata definita “la più bella del mondo”. Tuttavia, se oggi possiamo dirci un popolo libero e definirci uno Sta- to pluralista e democratico è grazie al sangue versato da tanti giovani partigiani. La Resistenza e i valori da questa scaturiti non appartengono a una sola parte, ma costituiscono il nostro patrimonio identitario e come tale deve da tutti essere ricordato. Del resto alla Resistenza hanno contribuito moltissimi uomini e donne, con storie diverse e con diverse apparte- nenze, ma tutti animati da un’insaziabile voglia di libertà e di unità. Da quel biennio di lotte è nata l’Italia di oggi, quella che i nostri ragazzi, anche attraverso insegnamenti tanto importanti, devono conoscere ed essere in grado di continuare a costruire. Un paese che non ha memoria non ha neanche futuro. Per questo è importante che le giovani generazioni conoscano e con- servino la memoria di ciò che accadde nel biennio 1943-45, in Italia e anche all’Aquila. È un preciso dovere della nostra generazione, soprat- tutto di chi ricopre un ruolo istituzionale, fare in modo che i giova- ni scoprano la storia di un passato recente, da cui sprigionarono forti energie. Ripartì proprio da queste la ricostruzione dell’Italia nel dopo guerra, così come la ricostruzione dell’Aquila nel post terremoto è figlia delle energie strepitose che la nostra città è stata in grado di sprigiona- re dopo la tragedia. L’inaugurazione del percorso “Memoria Natura” e la pubblicazione di questo opuscolo, voluto dall’ANPI, per rivivere gli avvenimenti storici più importanti della Resistenza aquilana sono un’occasione per mante- nere viva la memoria. Ripercorrere questi sentieri significa dunque fare un viaggio dalla guerra alla pace, dalla dittatura alla libertà, in un percorso ideale dalla distruzione alla ricostruzione dell’Italia e dell’Aquila. Massimo Cialente Sindaco dell’Aquila 3 bbiamo aderito con convinzione alla proposta dell’ANPI di realiz- A zare, in collaborazione con il CAI e l’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, il sentiero “Memoria-na- tura”, nella consapevolezza che avremmo dato vita ad un’iniziativa di grande valore culturale e civile, che rafforzasse la nostra identità e il valore della memoria. Un valore che viene spesso dimenticato o trascurato dai più, persino da chi dovrebbe preservarlo come il bene più prezioso di una collettività. In particolare la memoria della Resistenza è uno dei capisaldi della no- stra democrazia, a cui dovremmo attingere per costruire un futuro di pace. La storia d’Italia nel dopo guerra e la storia dell’Aquila affondano le radici nel tributo di sangue di giovani italiani, che si sacrificarono per affrancarci da una lunga dittatura. Il 25 aprile 2014, il Comune dell’Aquila ha inaugurato il primo tratto del sentiero, da S. Giuliano a Collebrincioni, in ricordo dei Nove Martiri Aquilani, dando seguito ad una deliberazione del Consiglio Comunale. Un omaggio al sacrificio dei giovani figli dell’Aquila, che ci fa toccare con mano quanto sia costato caro il percorso verso la libertà. Un anno fa abbiamo completato il progetto, inaugurando l’intero sen- tiero, che da S. Giuliano conduce ad Onna, passando per Collebrincioni, Arischia, Assergi e Filetto, per ricordare i luoghi che furono scenario degli episodi più rilevanti della Resistenza aquilana, nel biennio, 1943- 44 e che oltre ad avere una funzione storico-culturale svolgono un’im- portante valenza naturalistica. L’intero percorso, infatti, attraversa il Parco Gran Sasso e Monti della Laga, con i suoi scenari mozzafiato. Con il volume che pubblichiamo quest’anno intendiamo diffondere il più possibile la conoscenza del nostro territorio, dei luoghi di maggiore pregio ambientale, a cui siamo anche legati da una memoria personale e collettiva, affinchè la natura, il ricordo e la storia siano valorizzati come elementi imprescindibili della nostra ricostruzione. Elisabetta Leone Assessora alla Cultura Comune dell’Aquila 4 Il percorso “Memoria Natura 1943-44” nell’area meridionale del Gran Sasso d’Italia idea di realizzare questo percorso nasce in occasione del 70° anniver- L’ sario della Liberazione della città dell’Aquila nell’intento di riconnet- tere, mediante un sentiero informato, i luoghi degli episodi più rilevanti del breve ma significativo periodo storico dell’occupazione nazifascista, a partire dal primo tragico episodio dello scontro armato tra giovanissimi aquilani e le prime truppe d’occupazione nel settembre 1943. Il tornante storico della guerra di Liberazione ha lasciato, anche nelle nostre zone, i segni fondativi per una nuova convivenza civile e, per evi- tarne la dispersione e l’oblio, è indispensabile la conservazione collettiva della memoria degli avvenimenti. La realizzazione di un percorso della memoria, che ricostruisca gli eventi drammatici che vi sono accaduti, non disgiunto dalla descrizione naturalistica dei luoghi, può costituire strumento di ricordo, conoscenza, consapevolezza e approfondimento di identità e valori che hanno animato e caratterizzato il nostro territorio. Il superamento di intenti puramente commemorativi può realizzarsi a patto che i cittadini e la società intera, attraverso le sue varie articola- zioni - amministrazioni, associazioni, enti di cultura storica- si prendano cura dei luoghi per renderne manifesto il senso di memoria collettiva in un’ipotesi più ampia di educazione alla pace. È quanto ci si propone di fare con la strutturazione di questo percor- so dedicato ai luoghi che hanno visto episodi di resistenza armata o di stragi efferate. Ciò affinché il ricordo possa emotivamente parlare a chi frequenta il sentiero, stimolando riflessioni ricollegabili alla nostra diffi- cile contemporaneità e attualizzando quei valori di pace e libertà costati morti e sacrifici oltre settant’anni fa e che è ancora indispensabile con- tinuare a praticare. Riccardo Lolli e Paolo Muzi ANPI-L’Aquila er la Sezione di L’Aquila del Club Alpino Italiano (CAI) la partecipazio- P ne al progetto vuole essere l’espressione della volontà di indirizzare i giovani ad amare il territorio che si pone loro come un libro aperto e che sa offrire spunti di riflessione per costruire e mantenere la pace. Salvatore Perinetti CAI-L’Aquila 5 La Resistenza nel territorio aquilano area aquilana del Gran Sasso nel ventennio del fascismo era con- L’ siderata relativamente tranquilla e venne usata per il confino dei dissidenti. La situazione cominciò a cambiare nell’estate 1943 dopo lo sbarco alleato in Sicilia (9 luglio), il voto del Gran Consiglio (25 luglio) ed il susseguente soggiorno coatto di Mussolini a Campo Imperatore (dal 27 agosto alla liberazione ad opera dei paracadutisti tedeschi il 12 settem- bre). Come per il resto d’Italia la svolta drammatica vi fu all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre e della conseguente fuga del re Vittorio Emanuele III , imbarcatosi ad Ortona il 9. Da quel mese fino al giugno 1944 anche l’Aquilano sarebbe stato investito direttamente dalla guerra. Immediatamente dopo l’armistizio si organizzarono più o meno sponta- neamente gruppi, in particolare di giovani di diversa provenienza (anche ex militari) e formazione ideologica, animati dalla voglia di impegnarsi contro il nemico o mossi dal desiderio di sfuggire all’arruolamento nella nascente R.S.I. Vi furono quindi i primi episodi violenti, come quello del 23 settembre che vide tragicamente coinvolti i “Nove martiri” in uno dei primi scontri a fuoco della resistenza nel Paese, e la battaglia di Bosco Martese, nel Gran Sasso Teramano del 25 settembre. Fino al giugno 1944 anche l’Aquilano sarebbe stato investito direttamente dalla guerra. Come avvenuto pressoché in tutta l’Italia, anche in Abruzzo la lotta re- sistenziale fu portata avanti con formazioni che agivano indipendente- mente dalle altre in zone più o meno limitate, generalmente con scarso coordinamento. Nella zona dell’Aquila fu nevralgica l’area del Gran Sas- so, tra Arischia, Collebrincioni, Aragno, dove agivano gruppi formati da ex militari o da civili politicizzati, integrati anche da fuggiaschi dai campi di prigionia (slavi, anglo-americani). Il 5 maggio 1944 nella zona del Vasto, presso il casale Cappelli, in uno scontro a fuoco venne ucciso Giovanni Vicenzo (cognome in seguito storpiato in Di Vincenzo), in onore del quale venne battezzata una for- mazione partigiana. La “Di Vincenzo” era formata da vari nuclei (Collebrincioni, Caporciano, Fontecchio, L’Aquila, Arischia), in collegamento con il Comando Rag- gruppamento Bande Patrioti “Gran Sasso”.

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