archivio comunale di Remanzacco inventario 0 Guarnerio soc.coop. GENNAIO 2019 Introduzione Questo inventario è il frutto del lavoro di riordino effettuato dagli archivisti della ditta Guarnerio soc.coop. tra l’ottobre del 2017 e l’ottobre dell’anno successivo. L’intervento è stato possibile grazie a un contributo erogato dalla Soprintendenza archivistica per il Friuli-Venezia Giulia: l’intento di questi finanziamenti è sostenere gli enti nella salvaguardia del proprio patrimonio documentario - storico, culturale - e quindi garantire la custodia e la trasmissione della memoria alle generazioni future. Diciamo “sostenere” gli enti perché la conservazione della propria documentazione è per gli enti pubblici territoriali un obbligo di legge sancito dalla legislazione fin dalle origini dello stato unitario. Poiché per ragioni diverse le carte dell’archivio non sono liberamente accessibili al pubblico (come quasi sempre lo sono i libri di una biblioteca di pubblica lettura, ad esempio), per la loro consultazione serve uno strumento di mediazione che si chiama Inventario . Esso contiene la descrizione delle buste e dei registri (= unità archivistiche) che compongono l’archivio comunale. Attenzione: gli inventari non contengono quasi mai la descrizione dei singoli documenti, carta per carta. Solitamente la profondità della descrizione si ferma alla busta o al registro, o, in alcuni casi, al fascicolo. L’archivio - così come si presenta alla fine del lavoro di riordino, quando può essere “trascritto” nell’inventario - rappresenta l’ente che lo ha prodotto (= il soggetto produttore) nelle sue principali articolazioni. Si può anche dire che l’inventario dell’ente che ha prodotto l’archivio storico comunale di Remanzacco rappresenta sé stesso (= il Comune nelle sue funzioni amministrative) e rappresenta il suo territorio, nel senso che ci racconta sé stesso (come funziona adesso e come funzionava – poniamo - nel 1910), ma anche il suo territorio e i suoi cittadini, attraverso la traccia delle attività e dei servizi che eroga all’esterno (ad esempio la registrazione dei nati e dei morti, 1 quella delle emigrazioni; ma anche la costruzione di una strada, di un ponte, di una scuola). Il compito dell’archivista è far venire alla luce questa struttura originaria, perché le carte possano parlarci del soggetto che le ha prodotte, del territorio che ha amministrato e - soprattutto - dei suoi abitanti. Nota storica 1 Il comune di Remanzacco sorge a nord della confluenza tra il torrente Torre e il Malina, lungo la strada definita “Regia postale” che da Udine porta a Cividale, realizzata nel 1875 con la costruzione del Ponte sul Torre. In precedenza, il traffico si divideva nei diversi guadi. La località Remanzacum è citata nella bolla papale del 1192. Il Comune di Remanzacco, con la frazione di Orzano, compare nel decreto napoleonico del 1807 come appartenente al distretto di Udine. A quella data Cerneglons è frazione di Pradamano, Ziracco di Faedis. Nel 1815 Remanzacco entra a far parte del regno Lombardo Veneto, distretto di Cividale, con le frazioni di Orzano, Selvis, Ziracco, Bergum e Marsura. All’epoca il comune ha meno di 3000 abitanti. Nel 1866 il territorio di Remanzacco è annesso al Regno d’Italia. Il primo sindaco è Carlo Ferro, medico condotto. Il registro civile viene istituito nel 1871. La popolazione, composta prevalentemente di contadini, è afflitta da povertà, denutrizione, pellagra, analfabetismo. In tutto il Friuli, alla fine del secolo sorgono iniziative di carattere mutualistico e cooperativo, di matrice socialista e cattolica. A Remanzacco nel 1885 viene inaugurato il Forno rurale: questo istituto, la latteria sociale di Collina (1880) e la Cassa rurale di Pravisdomini (1885) rappresentano i primi tentativi di cooperazione in Friuli. 1 Questa breve nota è interamente tratta dal bel saggio di GASTI Stefano, Storia di Remanzacco , Biblioteca dell’immagine, Pordenone 2014 All’inizio del sec. 20. nel territorio di Remanzacco si contano anche 4 latterie turnarie distribuite tra il capoluogo e le frazioni di Orzano, Ziracco, Cerneglons. Al 1886 risale l’inaugurazione della ferrovia Udine-Cividale L’Italia entra in guerra nel 1915: a Remanzacco è sindaco Cesare Richard. Con la ritirata e la successiva occupazione austriaca l’archivio comunale viene dato alle fiamme in piazza insieme ai mobili e alle suppellettili della sede municipale. La documentazione conservata nell’archivio storico infatti parte dal 1918: del periodo precedente si conservano soltanto i registri anagrafici. Testimone di questi eventi è il sindaco Cesare Richard, che in una relazione del 1920 scrive: “Di tutti i documenti, di tutto il carteggio d’ufficio e dell’archivio relativo agli anni dal 1914 al 1917 (ottobre) noi non si può in alcuna maniera dar conto perchè nei primi giorni della deprecata invasione straniera, ogni cosa fu distrutta” 2. Nella relazione del suo successore Commissario prefettizio Raffaello Berghinz si legge anche: “Il prof. Cesare Richard, sindaco del tempo, aveva seguito la via dell’esilio. Non riescì però a passare la Piave (sic). Ricondotto in comune trovò l’archivio ed i mobili del municipio tutti distrutti. I pochi registri di stato civile salvati dovettero essere completati con lungo e paziente lavoro 3.” Alla fine della guerra, dopo un anno di occupazione austriaca, il territorio versa in condizioni di assoluta povertà 4. Alle elezioni dell’ottobre 1920 viene eletto sindaco il progressista Giuseppe Missio, partito popolare, con il principale obiettivo di trovare una soluzione alla disoccupazione che affigge il paese. Ma non c’è posto per le idee socialiste di Giuseppe Missio : l’ostilità della stampa e delle istituzioni si percepisce anche nella scarsa documentazione conservata. Nel 1922 presenta le dimissioni. Al suo posto viene nominato il commissario prefettizio Raffaello Berghinz, al quale succede il sindaco Luigi Feletigh. 2 Il Commissario Berghinz ci ha lasciato una interessante relazione sul suo operato. Vi sono descritte le infrastrutture del territorio comunale (vie di comunicazione, acquedotti, gestione delle acque) ed un breve inquadramento storico. 5 Sono gli anni dell’ascesa del fascismo. Alle elezioni del 1924 si può votare una sola lista, quella del Partito nazionale fascista. Viene eletto Nicola De Rienzo, che rimane in carica fino all’ultima seduta del consiglio comunale (2 maggio 1926). Fino al 1945 tutte le funzioni del comune sono svolte dal Podestà. Dopo il 1943 anche Remanzacco è teatro di alcune azioni partigiane, anche se è assente una formazione permanente. Finita la guerra, con la sua scia di morti (78, di cui 42 militari e 36 civili o partigiani), la prima amministrazione locale è di centro sinistra (sindaco Moreale Terzo). Nel 1948 le prime elezioni politiche. Nota archivistica Oggetto di questo intervento è la schedatura e il riordino dell’archivio storico comunale, ossia della documentazione prodotta dall’ente fino al 1977. L’archivio è conservato nel magazzino comunale; c’è anche un piccolo nucleo di documenti presso la sede municipale. Non è mai stato interessato da interventi di riordino e non si conosce la data di trasferimento delle carte. 2 Relazione al conto consuntivo del 1920 di Cesare Richard (busta 17.006). 3 Relazione al conto consuntivo del 1922 di Raffaello Berghinz (busta 05.30). 4 Nella stessa relazione si legge: “Il 3 [novembre] alcuni camions carichi di soldati austriaci passarono con velocità vertiginosa dal paese, quando la gente usciva dalle funzioni religiose, e i soldati che in essi erano appiattati spararono all’impazzata sulla popolazione inerme, uccidendo Feruglio Fioravante e Noacco Giobatta, e ferendo il vecchio Miani Giuseppe. (…) e m’ingegnai a dirigere l’amministrazione sino al 1 maggio 1919”. 5 Busta 05.30. “Qualche piramide tra i prati a nord della provinciale, una mezzo rovinata presso il casello n. 5 della ferrovia, altre più grandi presso Selvis sono probabilmente le tombe di antichi eroi, senza storia”. I locali adibiti alla conservazione sono idonei, nonostante la scarsa aereazione. Non ci sono problemi impellenti di spazio. Al termine dei lavori sarà consigliabile una spolveratura e una pulizia generale dei ripiani e dei locali. Nella fase di schedatura abbiamo esaminato tutte le unità archivistiche e redatto una scheda inventariale recante i dati essenziali per l’identificazione del pezzo: n. di corda, descrizione (contenuto dell’unità archivistica), estremi cronologici, definizione archivistica (registro, busta, fascicolo, scatola), eventuali note ad integrazione o complemento della descrizione. Per consentire l’inserimento di tali informazioni ogni unità archivistica è stata studiata, verificata la coerenza di contenuto dei documenti all’interno della stessa. I fascicoli sono stati riordinati secondo una successione cronologica. Tale attività ha permesso di ricostruire il nesso archivistico tra i documenti e di ipotizzare le diverse serie. Ad ogni unità archivistica è stato poi apposto un numero progressivo provvisorio. Per l’inserimento dei dati abbiamo utilizzato un software di gestione dati compatibile con MSAccess. Nonostante l’apparente uniformità delle serie, soprattutto la parte più vecchia dell’archivio (sec. XX primo quarto) si trovava in disordine e ha richiesto una schedatura più accurata. Il carteggio degli anni 1919-1929 presentava sporcizia, assenza di fascicolazione, cattiva qualità dei supporti. Per questa sezione non è chiara la modalità di archiviazione delle carte, probabilmente avvenuta a posteriori. Il riordino segue le suddivisioni del
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