IL LEGIONARIO COMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANO NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE ANNO VI N.51 – GENNAIO 2019 - Testo e struttura a cura di TETRVS LA GUARNIGIONE DI ROMA Guardia Pretoriana -Arco di Trionfo di Tiberio Claudio - Roma - Museo del Louvre PREMESSA La guarnigione di Roma è stata la forza militare di stanza a Roma a partire dal principato di Ottaviano Augusto (imperatore dal 27 a. C. al 14 d. C.). La sua formazione è stata progressiva, dapprima con l’istituzione formale del corpo dei pretoriani, poi di quello degli urbaniciani (nati da una costola delle coorti pretorie), quindi dei Vigiles e successivamente dell’unità denominata “Equites Singulares Augusti”; in sostanza diverse forze per compiti specifici. Come “guarnigione” (termine moderno usato per definire questo insieme di unità) la loro storia dura circa tre secoli e mezzo, terminando apparentemente nel 312 quando Costantino sciolse sia il corpo dei pretoriani sia quello degli “Equites”. COORTI PRETORIE Le coorti pretorie nascono tra il 26 o il 37 a.C. quando Ottaviano – appena salito al trono imperiale – formalizza delle precedenti uniti che avevano la funzione di guardie personali di comandati, pretori (da cui assumono la denominazione, essendo la forza militare che accompagnavano nelle campagne questi magistrati, durante la Repubblica) e altre cariche di rango. Inizialmente vengono istituite 12 coorti pretorie (di circa 500 uomini) sotto il comando di un prefetto del pretorio (diventeranno due a partire dal 2. a.C.); intorno al 13 a.C. il numero delle coorti sarà ridotto a 9. Questa riduzione risponde a due fattori: 1) Mantenere il numero di coorti al di sotto di quello (10) che avrebbe composto una legione (in quanto una vecchia legge vietava la presenza di legioni dentro le mura di Roma); 2) Creare in contemporanea il corpo delle Coorti Urbane, al servizio del Senato e sotto il controllo del prefetto dell’Urbe), un’operazione dal sapore strategico volta a bilanciare un eventuale ( e di fatto poi dimostratosi concreto) strapotere delle coorti pretorie. La funzione principale delle coorti pretorie era quello della difesa della persona dell’imperatore e del suo entourage e pertanto i pretoriani si presentavano come militari d’elite, scelti sostanzialmente tra gli italici delle regioni centrali. Ma la Guardia pretoriana svolgeva anche altri mansioni come i servizi di polizia (in collaborazione con successive coorti urbane), di ausilio ai vigiles nella lotta agli incendi, di impiego bellico per gli imperatori che andavano in guerra e infine quali “agenti segreti”. In questo modo, le coorti pretorie ebbero occasione di vivere vicino al potere sino a riuscire a gestirlo, decidendo le sorti di imperatori e pretendenti alla porpora. Sarà con Tiberio che le Coorti Pretorie vedranno la loro vera ufficializzazione ed effettiva fondazione. Inizialmente a Roma stazionavano solo tre coorti mentre le rimanenti erano dislocate in altre importanti città della penisola. Tiberio – al fine di togliere il peso militare nelle altre città italiche e per un maggior controllo riunì, su consiglio del potente comandante (præfectus prætorio) Seiano, tutte le coorti insieme e in modo permanente presso i Castra Praetoria (una caserma costruita tra il 20 e il 23 d.C). Per questo motivo, le coorti pretorie adottarono come simbolo il segno zodiacale di Tiberio, ossia lo scorpione (almeno fino al III secolo). Essere un pretoriano era un elemento di prestigio con numerosi vantaggi economici e sociali. Dal punto di vista della durata del servizio, la loro ferma era più breve dei legionari o degli altri corpi militari. Il congedo avveniva ogni due anni il 7 gennaio. Inoltre il trattamento economico era più elevato degli altri soldati a cui si aggiungevano dei “fringe benefits” come premi donativi elargiti dagli imperatori per garantirsi la fedeltà e l’appoggio, una pratica che si diffuse sempre più e divenne abituale soprattutto nel III secolo. Infine anche la liquidazione al congedo (che avveniva ogni due anni il 7 gennaio) era superiore a quella dei legionari. Come si è detto, la Guardia pretoriana - accrescendo il suo potere – divenne spesso arbitro nella successione al potere, eliminando imperatori a loro scomodi e favorendo quelli che a loro promettevano maggiori vantaggi rispetto ad altri. Fu anche per questo che subirono la “riforma” di Settimio Severo con cui gli “italici” furono nella quasi totalità sostituiti da soldati illirici, danubiani o addirittura da elementi provenienti dalle province africane e asiatiche, operazione che sembrò abbassare notevolmente il livello qualitativo dei pretoriani. Nel turbolento III secolo, i pretoriani si trovarono sempre più coinvolti nelle varie lotte finalizzate al raggiungimento del potere. Probabilmente un successivo rimpasto si ebbe con i successivi imperatori (Gallieno, Aureliano, ecc.) i quali – nel riordino militare – provvidero a riqualificare la Guardia pretoriana (che già in questo periodo aveva sostituito lo scorpione con il leone quale simbolo) che sembrò ritornare al tipo di unità riscontrabile alla fine della Repubblica; La Guardia pretoriana partecipò quindi anche alle campagne belliche (ad esempi con Gallieno nel 261) oltre che ad operazioni di repressioni del banditismo. Con la Tetrarchia istituita da Diocleziano (marzo 293), ogni Augusto ed ogni Cesare disponeva di un contingente di pretoriani come scorta personale (alla stregua dei triumviri della tarda Repubblica). Ma la fine di questo corpo era oramai vicina. Schieratisi con Massenzio nella guerra di questi contro Costantino, dopo la battaglia di Ponte Milvio, i pretoriani superstiti furono sciolti come corpo (unitamente agli Equites Singulares Augusti) e di fatto sostituiti come le Scholae Palatinae. Il 28 ottobre 312 è la data finale della Guardia Pretoriana. COORTI URBANE Le coorti urbane nacquero intorno al 13 a.C. scorporando la X, XI e XII coorte pretoriana di cui mantennero la numerazione. La loro fondazione serviva strategicamente a controbilanciare il peso delle coorti pretorie e ad assicurare al Senato e alla città di Roma un corpo militare con funzioni soprattutto di polizia. La loro origine è da ricercarsi nel corpo dei Milites stationarii, piccoli distaccamenti di distribuiti in tutta Italia e le province in cui la presenza militare potrebbe altrimenti essere stata minima. Inquadrate nella cd. “guarnigione di Roma” insieme alle coorti pretorie e al corpo dei vigiles (gli antenati degli odierni vigili del fuoco, con funzioni anche di polizia notturna), le coorti urbane erano un gradino al di sotto di quelle pretorie ma al di sopra delle legioni [cfr. A. Pass.: in (Enciclopedia Italiana Treccani)] Come si è detto, la loro istituzione, oltre a controbilanciare il preso dei pretoriani, era a garanzia dell’ordine pubblico come polizia militare,:come scriveva Svetonio, esse erano “la guardia dell’Urbe” così come le pretorie “la guardia dell’imperatore” [Svetonio, Augustus]. Si può dire che la Coorte Urbana fosse l'unica in qualche modo sotto il controllo del Senato in quanto il suo comando era, per i primi due secoli circa, di spettanza al Prefetto dell’Urbe un senatore, (l'unica carica rimasta di natura civile nell'impero) e furono queste unità che si posero a protezione del Senato. In effetti, nei periodi più turbolenti, soprattutto quando e se causati dalla Guardia pretoriana, furono proprio le coorti urbane che si posero a protezione del Senato. Le Coorti Urbane avevano quindi un triplo ruolo: Guardia d’onore della città di Roma, polizia imperiale permanente e forza militare, in quanto facevano parte dell’esercito romano e costituivano estrema e ultima difesa nel caso di attacco alla città. Inizialmente il comando era di competenza del Prefetto dell’Urbe, dal II secolo il controllo passò al prefetto del pretorio per poi ritornare, dopo Costantino di nuovo al Prefetto dell’Urbe. Le coorti urbane che non risiedevano a Roma erano comunemente dette “coorti cittadine” Le coorti urbane erano organizzate sull’esempio di quelle pretorie e comunque sull’archetipo militare dell’esercito romano. Pertanto, ogni coorte era al comando di un tribuno proveniente di solito dal primipilato nelle legioni. Ogni coorte era suddivisa in sei centurie che pare prendessero il nome dal loro centurione(a titolo di esempio:"centuria Nigrini”) [cfr. fonte: imperium romanum.info/wiki/index.php?title=Cohortes_urbanae] E sempre su modello delle coorti pretorie e’ probabile che fossero equitate, anche se l’unica l’unica testimonianza di un cavaliere è della coorte di stanza a Cartagine. [cfr. Roma Victrix] Per quanto riguarda la composizione etnica, in base alle liste delle missiones, cioè di coloro che erano andati in congedo , e altre iscrizioni col nome e la patria di molti urbaniciani testimoniano che la maggior parte di loro (85-88%) erano reclutati in Italia fra i cittadini; Tacito (Annal., IV, 5) dice che, come i pretoriani, gli urbaniciani fossero scelti nelle zone dell'Etruria, Umbria, Lazio, e dalle antiche colonie romane. La durata del servizio militare era maggiore di quella dei pretoriani arrivando a 20 anni rispetto ai 16. Con i pretoriani, gli urbaniciani divisero (fino al 270 circa) i Castra Praetoria e le stesse aree di esercitazione per oltre due secoli. Fu con Aureliano, che le coorti Urbane trovarono autonoma dislocazione in una propria caserma, i “Castra Urbana”, nella zona nord del Campo Marzio -in prossimità del “campus Agrippae” e del forum Suarium - oggi individuabile nell’area intorno all’odierna Piazza di Spagna. Nel 312 si trovarono a combattere con Massenzio ma dopo la sconfitta subita a Ponte Milvio non subirono la stessa sorte di Pretoriani ed Equites. Pur mantenute in vita, le coorti urbane persero comunque molto del loro potere venendo poi smilitarizzate e incaricate di mansioni più ridotte. La loro storia prosegue anche oltre la caduta dell’impero romano, probabilmente trasformandosi in Militia Municipalis sotto Odoacre e continuando a sopravvivere nel Regno di Italia (da Teodorico in poi) e successivamente nel Ducato di Roma (tra la fine del VI secolo) evolvendosi nella Milizia Urbana di Roma, con funzioni anche di difesa del Pontefice. VIGILES I vigiles urbani vennero istituiti nel 6 d.C.
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