SCHEDA SULLA FERROVIA C.C.O. Il presente studio di fattibilità propone la riapertura di una ferrovia del Lazio, la trasversale Civitavecchia-Orte, via Capranica (in seguito, per brevità “CCO”), da destinare a servizio dei traffici portuali, sia merci che passeggeri generati dal Porto o verso di esso, ma anche a corredo dell’offerta di trasporto pubblico locale (Tpl), realizzando, al contempo, un’efficace connessione con il resto della rete ferroviaria ed alleggerendo il nodo di Roma (fig. 1). (fig. 1 – mappa itinerari nazionali con riapertura CCO) 1. Caratteristiche della Ferrovia C.C.O. La linea è totalmente a binario unico e priva di elettrificazione. Per il primo chilometro la linea passa affiancata alla ferrovia Tirrenica fino al deposito delle locomotive di Porta Tarquinia, dove la linee per Pisa e per Civitavecchia Marittima effettuano una curva a sinistra. La linea per Capranica passa sopra al fosso della Fiumaretta: il ponte omonimo è a singola campata di circa 15 m, l'arco è a sesto ribassato. Pile, pulvini e arco sono costituiti da blocchi di arenaria eocenica cristallina. La bordatura dell'arco spessa 30 cm è in mattoni. Dopo pochi chilometri la linea supera il raccordo De.Car e giunge alla stazione di Aurelia posta in curva. Dopo la stazione di Aurelia la ferrovia passa sotto all'autostrada A12 per mezzo di un moderno cavalcavia in cemento armato. Circa cento metri dopo la linea attraversa il Fosso Vite su un viadotto in muratura a sei arcate. La struttura è costituita, come nel caso del ponte sulla Fiumaretta, da blocchi di arenaria eocenica, tranne la bordatura degli archi che è in mattoni. Dopo circa un chilometro la linea attraversa il Fosso dei Veneti su un altro viadotto in muratura molto simile al precedente, ma leggermente più lungo: anziché sei arcate, come sul Fosso Vite, quest'opera ne ha sette. Dopo una curva a destra si giunge davanti alla stazione di Mole del Mignone. Mole del Mignone-Allumiere Subito dopo la stazione di Mole del Mignone la ferrovia attraversa la galleria dell'Asco, lunga circa 100 m ed in curva; la galleria è in salita in direzione di Civitavecchia e la sagoma è ad arco. Dopo la galleria vi è il ponte sul Fosso dell'Asco a 8 archi ripartiti in tre gruppi: abbiamo due gruppi da tre archi vicini alle estremità del ponte e un gruppo da due archi al centro, proprio sopra al torrente. I tre gruppi sono separati da due piloni più spessi. Quest'opera è 1 affine alle precedenti, formata da blocchi di arenaria eocenica e mattoni a formare la parte di intradosso dell'arco. Dopo il ponte vi è la galleria di Centocelle. L'entrata lato Civitavecchia è a sezione quadrata perché edificata nel corso dei lavori 1986-1994. Questo infatti è il luogo dove la notte dell'8 gennaio 1961 si staccò la frana che bloccò per sempre la linea. La parte della galleria preesistente ai lavori del '86 ha un profilo ad arco. All'uscita della galleria vi sono tre chilometri in aperta campagna fino alla galleria posta sotto all'antico abitato di Centumcellae. Questa galleria è a sezione quadrata ed è stata costruita dopo l'86 per sostituire un sovrappasso. Essa non ha ufficialmente un nome anche perché nessun treno vi è mai passato sotto. Per comodità viene chiamata Centocelle II, perché il nome "Centocelle" già indica la galleria precedente. Poco dopo si passa sopra al fosso della Melledra su di un ponticello poco appariscente, ricostruito dopo l'86: prima di tale data il ponte era largo 4 m ed era ad arco, ora è a sezione quadrata e largo 8 m. Esso si trova poco prima della galleria denominata appunto "Melledra". Questa galleria è stata prolungata con una parte ad arco dal lato Capranica: come in altri casi, la parte nuova è più larga della vecchia. Superato questo tunnel si transita su di un viadotto a 9 arcate ed in curva. Pur non scavalcando il Fosso Melledra, esso è chiamato con questo nome. Essendo stato edificato su un terreno in frana, il ponte ha dovuto subire interventi di recupero molto più invasivi degli altri: alcuni archi (gli ultimi tre lato Civitavecchia) sono stati rinforzati con la costruzione di un'altra volta in cemento armato posta sotto alla vecchia. Il ponte quindi ha perso la sua originaria simmetria perché gli ultimi tre archi lato Civitavecchia risultano più stretti di tutti gli altri sei. Dopo il ponte vi è un tratto in trincea dopodiché si giunge davanti alla stazione di Allumiere. Viadotto sul Mignone Questo è il tratto più impervio di tutta la linea. Dopo la stazione di Allumiere vi è la galleria più corta della tratta, detta Acqua Agra e lunga solo 20 m. Dopo circa tre chilometri di discesa la ferrovia spiana e arriva alla galleria più lunga del tracciato: si chiama "Casalone", è lunga 1300 m ed è scavata dritta come un fuso nel ventre della montagna. L'imbocco lato Capranica è stato prolungato durante i lavori di ricostruzione. Il tratto nuovo è più largo di quello vecchio. Dopo un ponticello vi è un'altra galleria detta "Mignone" lunga circa 100 m ed in curva. L'imbocco lato Capranica è stato prolungato con una parte a sezione quadrata. Dopo circa un chilometro dalla galleria la ferrovia gira a sinistra e attraversa il fiume Mignone su un alto ponte costituito da due sezioni in ferro di 26 m ciascuna e altre 6 arcate in muratura. Le sezioni in ferro sono a travata reticolare. Il piano del ferro poggia sulle travi inferiori che costituiscono l'impalcato: esso è formato da due travi laterali sulle quali poggiano gli elementi che collegano le due travi tra loro e con le travi alte. I primi hanno un profilo ad X e su di essi insistono altre due travi che sorreggono direttamente i binari, mentre le travi verticali sorreggono le travi alte. Dopo una profonda e piccola gola la ferrovia arriva alla stazione di Monteromano. Monteromano-Le Pozze Il piazzale della stazione demolita delle Pozze (la strada ricalca la posizione del binario principale) In questa sezione la ferrovia segue la valle del fosso Canino, che scavalca quattro volte prima di arrivare alla galleria Caprareccia, in salita ed in curva. Il tunnel è seguito da una trincea che si va via via abbassando man mano che la ferrovia sale, fino ai 130 m della fermata delle Pozze. 2 Le Pozze-Civitella Cesi La pendenza media di questo tratto è la maggiore di tutta la linea, attestandosi intorno al 25 per mille. Questo segmento è caratterizzato da lunghi ed interminabili rettilinei in salita. Poco prima della stazione di Civitella Cesi, la ferrovia scavalca per la quinta ed ultima volta il Fosso Canino. Civitella Cesi-Blera Questo tratto al 17 per mille si snoda tra basse colline, sovente in terrapieno. Poco prima della stazione di Blera il tracciato piega a sud per aggirare una valle. Una volta superata la discontinuità orografica la linea ritorna a nord in direzione dei "Pontoni", che è l'area di Blera posta a sud del Fosso Biedano. La stazione di Blera si trova sulla curva che riporta la ferrovia in direzione sud-est. Blera-Bandita di Barbarano Questo tratto oggi si presenta infestato dalla macchia mediterranea molto più che gli altri tratti, questo perché vi si può accedere solo grazie a biciclette, motocicli o a piedi, per via di alcuni blocchi di cemento. Passaggio a livello zona Barbarano Questo segmento costeggia il vallone del Fosso Biedano arrivando alla Bandita del comune di Barbarano, che sarebbe, come "i Pontoni" di Blera, l'area di paese posta, in questo caso, ad ovest del Fosso e isolata dal comune a causa del vallone scavato dal torrente. Oggi esistono dei ponti che consentono di scavalcare le profonde forre. Poco prima della stazione di Bandita di Barbarano, che è un semplice casello riconvertito, si trova un passaggio a livello sulla strada provinciale che collega Barbarano a Blera. Bandita di Barbarano-Barbarano-Vejano Il tratto tra le due stazioni è di circa quattro km. La stazione di Bandita di Barbarano, letteralmente invasa dalla vegetazione, mostra ancora la tabella ceramica originale, ma con delle modifiche fatte nel corso di alcune riprese cinematografiche. Dopo un lungo rettilineo che costeggia il Parco Regionale Marturanum, il tracciato scavalca la viabilità locale con un viadotto in cemento armato e si inoltra nella galleria San Petricone. Nei pressi della stessa sono state girate alcune scene del film "Straziami ma di baci saziami" con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. Sull'archivolto della galleria in direzione Capranica è ancora presente il simbolo del fascio a testimonianza del periodo in cui fu realizzata la ferrovia. Poco dopo, una seconda galleria in curva (San Quirico) consente di giungere al ponte a tutto sesto (in mattoni di terracotta) su cui passa la SR 493 Braccianese Claudia. Sulla struttura sono ancora presenti i supporti in ferro e ceramica su cui venivano condotti l'elettricità e i collegamenti telefonici tra le stazioni. L'edificio della stazione Barbarano - Veiano è ancora in buone condizioni (il tetto ancora non è crollato), e si presenta ad una quota superiore rispetto al piano ferroviario a seguito dei lavori di rifacimento della linea interrotti negli anni novanta del secolo scorso. Questo tratto è molto frequentato da turisti e sportivi vista la bellezza delle zone attraversate e l'interesse per le strutture ferroviarie in esso visibili. Presso il Centro visite del Parco Regionale Marturanum si organizzano escursioni. Barbarano-Vejano-Capranica Questa parte del percorso, lunga circa 10 km, è di facile percorrenza con biciclette o a cavallo. Si snoda tra campi e prati, lontano da strade carrabili.
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