La democrazia, i giovani, il Mediterraneo vol. 3, n° 5 • 2012 FIRENZE issn 2038-3150 PRESSUNIVERSITY SOCIETÀ MUTAMENTOPOLITICA RIVISTA ITALIANA DI SOCIOLOGIA La democrazia, i giovani, il Mediterraneo Firenze University Press SOCIETÀ MUTAMENTOPOLITICA RIVISTA ITALIANA DI SOCIOLOGIA REDAZIONE Gianfranco Bettin Lattes (direttore) Lorenzo Grifone Baglioni Carlo Colloca Stella Milani (segretaria di redazione) Andrea Pirni Luca Raffini Anna Taglioli Lorenzo Viviani (caporedattore) COMItatO SCIENTIFICO Antonio Alaminos, Universidad de Alicante Luigi Bonanate, Università di Torino Marco Bontempi, Università di Firenze Enzo Campelli, Università di Roma “La Sapienza” Enrico Caniglia, Università di Perugia Luciano Cavalli, Università di Firenze Vincenzo Cicchelli, Université de la Sorbonne - Paris Descartes Vittorio Cotesta, Università di Roma III Gerard Delanty, University of Sussex Antonio de Lillo, Università di Milano-Bicocca Klaus Eder, Humboldt Universität, Berlin Livia Garcia Faroldi, Universidad de Malaga Roland Inglehart, University of Michigan Laura Leonardi, Università di Firenze Mauro Magatti, Università Cattolica di Milano Stefano Monti Bragadin, Università di Genova Luigi Muzzetto, Università di Pisa Massimo Pendenza, Università di Salerno Ettore Recchi, Università “G. d’Annunzio” di Chieti Ambrogio Santambrogio, Università di Perugia Riccardo Scartezzini, Università di Trento Roberto Segatori, Università di Perugia Sandro Segre, Università di Genova José Félix Tezanos, Universidad Uned Madrid Paolo Turi, Università di Firenze Claudius Wagemann, Goethe University, Frankfurt Registrato al Tribunale di Firenze al n. 5771 in data 03/05/2010 ISSN 2038-3150 © 2012 Firenze University Press Borgo Albizi 28 50121 Firenze http://www.fupress.com/ – [email protected] Printed in Italy Vol. 3, N. 5 • 2012 La democrazia, i giovani, il Mediterraneo a cura di Claudius Wagemann Indice 5 Editoriale – Il Mediterraneo tra la Primavera Araba e un Autunno Europeo Gianfranco Bettin Lattes 17 La democrazia, i giovani, il Mediterraneo Claudius Wagemann 27 La lunga Primavera Araba: mutamenti e disillusioni Giuseppe Scidà 55 Giovani e democratizzazione in Egitto dopo la Primavera araba: un nuovo paradigma di partecipazione politica? Silvia Colombo 69 “Democrazia marocchina” e Movimento del 20 Febbraio: Primavera si, purché non troppo araba Serida Lucrezia Catalano 89 Superare il regime confessionale: la lunga battaglia dei giovani libanesi Rocco Polin 103 Cipro: le sfide per i giovani in un paese diviso Elena Baracani 121 Giovani, educazione e democrazia in Israele. La prospettiva di «New Outlook» negli anni Sessanta Marcella Simoni 135 I giovani dell’Europa meridionale e gli atteggiamenti verso la democrazia: 1985-2001 Nicola Maggini 157 I giovani italiani, la ‘non politica’ e nuovi cleavages Andrea Pirni SOCIETÀMUTAMENTOPOLITICA, ISSN 2038-3150, vol. 2, n. 3, pp. 3-4, 2011 www.fupress.com/smp – © Firenze University Press 173 “Nobody expects the Spanish Revolution”. L’identità del 15-M in una prospettiva costruttivista Antonina Levatino, Francesca Luppi 191 I giovani e la democrazia in Portogallo: alla ricerca di un nuovo paradigma? Marco Lisi 209 No Country For Old Cleavages: Political attitudes and beliefs amidst the Greek debt crisis Elias Dinas L’intervista 223 La democrazia nel Mediterraneo: il punto di vista di uno scienziato della politica. Intervista a Leonardo Morlino A cura di Claudius Wagemann Il saggio 227 Una falsa democrazia: governabilità vs rappresentatività Giovanni Levi Note critiche 237 Democracy, Global Exchanges, and the Youth. Interview with Ellyn Toscano edited by Claudius Wagemann 243 Conference Report: Democracy and Dissent Cristian Vaccari Editoriale Il Mediterraneo tra la Primavera Araba e un Autunno Europeo Due interrogativi spiccano tra i tanti che hanno motivato la scelta per la co- struzione di questo numero di SocietàMutamentoPolitica: a) la democrazia si sta trasformando mentre sta cercando nuovi percorsi ed una sua nuova geografia? b) i popoli che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo avranno un destino comune, o per lo meno, troveranno significativi punti di convergenza nel terreno della cultura politica democratica? Si tratta, inutile sottolinearlo, di due domande forse troppo ardue per le energie che una rivista può mobilitare, eppure il dibattito intento a scrutare l’evoluzione della democrazia nell’Euro- pa e nel mondo non può fare a meno di porsi questi stessi interrogativi1. Nelle pagine che seguono, grazie all’impegno straordinario di Claudius Wagemann, si è tentato di avviare qualche risposta affidandola ad una serie di studi del caso costruiti su base nazionale oltreché all’opinione di Leonardo Morlino, uno dei massimi studiosi contemporanei della fenomenologia democratica in una chiave comparata. La parte monografica si arricchisce, poi, di un brillan- te saggio di Giovanni Levi, uno storico raffinato, che individua i fondamenti antropologico-culturali della democrazia italiana esplorata nelle sue difficoltà antiche e contemporanee. I nove case studies, che coprono quasi per intero l’area mediterranea, descriven- done con la metodologia tipica degli studi sociopolitici le dinamiche politiche, innovative o meno che siano, possono farci meglio intravvedere sviluppi o in- voluzioni future. Particolarmente opportuna è sembrata la chiave analitica privilegiata che è quella di mettere al centro di questi processi di trasformazio- ne le nuove generazioni sulla base dell’assunto, tanto semplice quanto fonda- mentale, che la cultura politica democratica e le istituzioni che essa esprime 1 Sono grato a tutti i membri della redazione di SMP ed, in particolare, a Stella Milani, Andrea Pirni, Luca Raffini e Lorenzo Viviani per i loro suggerimenti critici nell’intento generoso di migliorare questo editoriale di cui porto, naturalmente, l’intera ed unica responsabilità. SOCIETÀMUTAMENTOPOLITICA, ISSN 2038-3150, vol. 3, n. 5, pp. 5-16, 2012 www.fupress.com/smp – © Firenze University Press 6 SOCIETÀMUTAMENTOPOLITICA non si possono riprodurre ed adattare ai nuovi tempi se non camminano sulle gambe dei giovani. Così facendo, forse, si corre il rischio di una lettura un po’ romantica della complessa dinamica che riguarda sia la crisi della politica e della democrazia in Europa sia le aspirazioni al cambiamento che mobilitano i giovani specialmente sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Sembra co- munque indiscutibile il fatto che i giovani stiano costruendo un ponte, sia pure virtuale e fragile, tra due mondi così distanti culturalmente eppure così vicini geograficamente. Due mondi che lasciano intravvedere proprio nelle loro gio- vani generazioni delle convergenze importanti al di là delle loro stesse esplicite intenzioni. Le nuove generazioni sono il solo attore collettivo ancora in grado di esprimere un impegno politico contro un potere ottuso e delegittimato sia nel mondo europeo che li ha ingabbiati per molto tempo in uno stato di mora- toria inibente e punitivo sia nel mondo nordafricano dove la disperazione del- la miseria unita alla voglia modernità li ha spinti ad una protesta coraggiosa nelle piazze, a rischio della vita, contro dittature oppressive. Tra questi giovani ci sono delle convergenze suggestive ma ci sono anche delle differenze evidenti ed importanti. I giovani europei protestano perché la democrazia è in crisi ed è in crisi l’economia capitalistica occidentale che sembra negare loro un futuro dignitoso. I “giovani indignati” non propongono delle vie realmente alterna- tive alla democrazia, la vogliono semplicemente rivitalizzare. Le proteste dei giovani tendono soprattutto a delegittimare il potere dei partiti e delle classi dirigenti corrotte e incapaci di affrontare con efficacia i problemi che afflig- gono le società europee. Con la loro protesta, in breve, i “giovani indignati”, preoccupati per la caduta dello Stato del benessere e del consumismo in cui sono nati e cresciuti, vogliono restituire alla democrazia un volto eticamente credibile ed avviare un percorso che possa farli diventare cittadini in un senso compiuto. L’orizzonte che stanno cercando i giovani arabi è in parte analogo, in parte di natura completamente differente. I giovani arabi, anche se forse non sanno bene che cosa sia la democrazia, nel suo nome cercano soprattutto libertà e pluralismo, una nuova dignità. Non a caso i giovani tunisini avevano adottato come loro slogan più popolare: “Investi in democrazia!”. I giovani e le giovani arabe si vogliono affrancare in primo luogo dalla miseria ed anche dalla umiliazione di vivere una condizione crudele di dominati da satrapie anacronistiche. Il loro simbolo è Mohamed Bouazizi, un giovane tunisino co- stretto dalla disoccupazione a fare il venditore ambulante di frutta, che il 17 dicembre del 2010 si dà fuoco nella piazza del municipio di Sidi Bouzid, una piccola città nel centro della Tunisia per protestare contro la prepotenza della polizia che gli aveva sequestrato il carretto2. La Rivoluzione dei Gelsomini parte da 2 Per una ricostruzione di questo episodio cruciale che ha innescato la mobilitazione popo- EDITORIALE 7 questo atto eroico di un giovane disperato che potrebbe anche essere il gesto che apre una nuova epoca per il mondo arabo. Affascinati dalla generosa energia che ha mobilitato e mobiliterà ancora i gio- vani arabi per conquistarsi un mondo nuovo più giusto e più libero, ci è parso opportuno indugiare ad una lettura di questo processo che si spera non ven- ga depotenziato dalle trame ordite nelle segrete stanze dei palazzi del potere dopo aver
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