―Il mondo è fuor di sesto. Sorte maledetta, Dover esser io proprio nato per rimetterlo a posto”. “The time is out of joint. O cursed spite, That ever I was born to set it right” Amleto, Atto I, Scena v, 196-197 Il caso Shakespeare: l‟influenza dei dipinti di Tiziano e degli scritti di Pietro Aretino (amico di Michelangelo Florio) sulle opere shakespeariane Venere e Adone e Amleto Nell‘anno delle celebrazioni del Cinquecentenario della Riforma luterana (31 ottobre 2017), nell‘ambito delle quali Venezia è stata insignita, con altre città europee, del titolo di ―Città Europea della Riforma‖1 Abstract: Il presente studio, dopo un‟ampia premessa sul “Caso Shakespeare” e la c.d. “Tesi Floriana” di Santi Paladino, contiene alcune osservazioni sui rapporti fra il teatro Shakespeariano e le arti visive, in generale, alla luce del canone della “complementarietà” fra le arti visive (in particolare, i ritratti del Tiziano) e i sonetti dall‟Aretino composti a corredo di tali ritratti, per spiegare, con le parole, l‟“invisibile concetto” in essi contenuto. Successivamente si sottolinea la possibile influenza di due dipinti del Tiziano su due opere del Drammaturgo: 1) il dipinto di Tiziano Venere e Adone e l‟omonimo poemetto del Drammaturgo; 2) il ritratto tizianesco del Duca di Urbino - il “Gonzago” dell‟Amleto - e la rappresentazione shakespeariana del fantasma del Re Amleto, tutto armato e accigliato. Nella premessa e nelle conclusioni, si propone il ruolo fondamentale di Michelangelo Florio (amico di Aretino) e di John Florio, nella vicenda dell‟attribuzione delle opere shakespeariane, sulla scia della c.d. “Tesi Floriana” di Santi Paladino. Una particolare attenzione è dedicata al metodo, utilizzato a Venezia per far circolare opere luterane, attribuendone la paternità a un cardinale cattolico; metodo che potrebbe essere stato replicato anche per le opere di Shakespeare, sotto il regno di Elisabetta, la regina “mere English”, “inglese puro-sangue”. **** ________ 1 Si veda, fra gli altri, l‟articolo di Paola Zampieri, A Venezia, città europea della Riforma, due teologi, uno cattolico e uno protestante, a confronto, nell‟ambito del progetto “A 500 anni dalla Riforma protestante. Ripensare l‘evento, viverlo ecumenicamente”, leggibile in http://www.difesapopolo.it/Chiesa/A-Venezia-citta-europea-della-Riforma-due-teologi-uno- cattolico-e-uno-protestante-a-confronto Si ricorda, inoltre, la dichiarazione congiunta del 31 ottobre 2016, nella Cattedrale Luterana di Lund, sottoscritta da Papa Francesco e dal Vescovo Munib Yunan, Presidente della LWF (Lutheran World Federation), nella quale le parti si danno reciprocamente atto che “abbiamo imparato che ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide…Rifiutiamo categoricamente ogni odio e ogni violenza, passati e presenti, specialmente quelli attuati in nome della religione”; inoltre, “Dal conflitto alla comunione” è il titolo del documento della “Commissione Luterana–Cattolica Romana”, istituita in vista della “commemorazione comune del quinto centenario dell‘inizio della Riforma di Lutero,” che ricorre il 31 ottobre 2017; in merito a tali documenti, si vedano i seguenti link: http://it.radiovaticana.va/news/2016/10/31/firmata_a_lund_la_dichiarazione_congiunta_testo_integrale/1269137 https://www.ilcattolico.it/catechesi/catechesi-del-santo-padre/udienza-ai-partecipanti-al-convegno-internazionale-di-studio-sul- tema-lutero-500-anni-dopo.html “Il caso Shakespeare: l‟influenza dei dipinti di Tiziano e degli scritti di Pietro Aretino (amico di Michelangelo Florio) sulle opere shakespeariane Venere e Adone e Amleto” by Massimo Oro Nobili, Copyright © December 2017 by Massimo Oro Nobili. All rights Reserved 1 INDICE Premessa Il “Caso Shakespeare”. i. Brevi cenni alla c.d. "tesi Floriana" di Santi Paladino ii. Le fondamentali esperienze di vita e il bagaglio di cultura di Michelangelo Florio. La sua cultura teologica. Michelangelo prima “dubbioso” e, poi (Apologia, f. A5r), “risoluto di rispondere a tutti i dispregiatori del vero per insegnare agli ignoranti”, per la loro salvezza - Vero “manifesto” di tutta l‟opera di Michelangelo. La carcerazione e le meditazioni sull‟esistenza e sull‟aldilà – Il Drammaturgo come “Filosofo dell‘essere”- I tormenti elencati da Amleto nel monologo e quelli elencati da Michelangelo Florio nella sua Apologia - L‟atto di fornicazione - L‟insegnamento a Lady Jane Grey, Regina per nove giorni e poi decapitata – Il capolavoro della lettera latina del 23 gennaio 1552: la lettera del “perdono”, che anticipa le parole e i contenuti del discorso sulla “misericordia” nel Mercante di Venezia – Shakespeare come il “vero Drammaturgo del perdono” (Von Balthasar) - L‟amicizia di Michelangelo Florio con Aretino e il suo entourage (Tiziano compreso): la penna di Aretino usata come un “flagello”, in nome della “Veritas”, non è poi così dissimile dalla penna del Drammaturgo, usata come una “lancia brandita negli occhi dell‘Ignoranza”. – La conoscenza, da parte di Michelangelo, dell‟Italia, della sua storia e dei suoi proverbi – L‟esilio – La biblioteca dei Florio, ove si trovano i testi necessari per la predisposizione delle opere del Drammaturgo. iii. La candidatura dei Florio come unica candidatura attuale - La demolizione delle candidature di Sir Francis Bacon e del Conte di Oxford a opera di James Shapiro, 2011 - William Shakespeare e John Florio: una prima analisi comparata linguistico-stilistica a opera della Prof. Laura Orsi, 2016 - “La perfetta compatibilità della creatività linguistica di Shakespeare con quella di John Florio: la loro osmosi” - La finalità ultima degli studi sui due Florio, a carattere fortemente interdisciplinare: conoscere meglio le opere del Drammaturgo. iv. I tre elementi indefettibili della “tesi Floriana”: 1) La centralità della Riforma Luterana; 2) Il concepimento di John Florio, tramite il famoso “atto di fornicazione” di Michelangelo; 3) Lo “scampato pericolo”, a seguito del fallimento della spedizione di Filippo II, Campione del Cattolicesimo, volta a invadere l‟Inghilterra di Elisabetta, la regina “mere English”, “inglese puro-sangue” e anglicana (la sconfitta dell‟Armada -1588). v. Chi fu più grande, Michelangelo (che ancora aveva come riferimento la lingua universale latina) o John Florio (che fu un importante “contributore” della nascente lingua universale inglese, agli albori dell‟impero coloniale inglese)? “Ai posteri l‟ardua sentenza”! Secondo noi, fu una “staffetta generazionale”, in cui entrambi tali grandissimi umanisti meritano di “salire sul podio” per ricevere il meritato riconoscimento. vi. Una vera e propria “svolta” nella “tesi Floriana” di Paladino: la recentemente scoperta e documentata amicizia fra Michelangelo Florio e Pietro Aretino; Aretino scrisse, nell‟aprile del 1548 un‟affettuosa lettera a Fra‟ Paolo Antonio Fiorentino (il nome che Michelangelo aveva come predicatore francescano), incarcerato a Roma dall‟Inquisizione in Tor di Nona; già nell‟ottobre 1545 Aretino aveva, in una sua lettera, evidenziato la sua amicizia e stima per Fra‟ Paolo Antonio Fiorentino, auspicando una sua predica a Venezia; la biblioteca dei Florio (secondo l‟elenco dei volumi menzionati da John per la predisposizione dei suoi dizionari) conteneva grandissima parte delle opere di Aretino; tale documentato rapporto di stima e amicizia apre (come il presente studio cerca di dimostrare) imperscrutabili nuove prospettive di rinnovati studi e approfondimenti circa l‟influenza di Aretino sulle opere di Shakespeare, in aggiunta alla cospicua “concentrazione di studi” già esistenti al riguardo. La possibile soluzione del più delicato profilo: quello della conoscenza dell‟italiano da parte di Shakespeare. L‟inverosimile leggenda di un John Florio che interpreta, traduce dall‟italiano per Shakespeare. L‟epistolario fra Michelangelo e Cosimo I de‟ Medici. L‟influenza sul Drammaturgo anche delle opere di Giulio Romano in Mantova. Il periodo “nicodemitico” di Michelangelo Florio (1541-1550). vii. A Venezia, Michelangelo Florio, Pietro Aretino, e Tiziano erano parte di un “entourage tizianesco- aretiniano”, su cui tanta influenza ebbero le predicazioni veneziane di Bernardino Ochino del 1539: il telero tizianesco “Ecce Homo” del 1543, ove sono ritratti sia Ochino che Aretino. La testimonianza di Michelangelo Florio, nella primavera del 1541, contro Fra Giulio da Milano, nel relativo processo inquisitoriale veneziano. viii. Le esigenze di massima diffusione commerciale delle opere letterarie, in modo da raggiungere il più vasto bacino di fruitori, nella concezione di Michelangelo Florio. ix. Le opere firmate da John Florio (manuali dialogici, dizionari, traduzioni), come opere tutte riconducibili al suo essere esperto di lingue. L‟autorevole e attento studio di Manfred Pfister. L‟inesistenza di opere di John Florio, da lui firmate, che siano creazioni “originali” di letteratura inglese “in senso proprio” (anche se i manuali dialogici con la loro teatralità erano già ben più di manuali di insegnamento e una traduzione come “Il caso Shakespeare: l‟influenza dei dipinti di Tiziano e degli scritti di Pietro Aretino (amico di Michelangelo Florio) sulle opere shakespeariane Venere e Adone e Amleto” by Massimo Oro Nobili, Copyright © December 2017 by Massimo Oro Nobili. All rights Reserved 2 quella degli Essais di Montaigne sarà ben più di una semplice traduzione). L‟esordio di John come autore “originale”, a tutti gli effetti, nella letteratura inglese non poteva avere uno sbocco commerciale in Inghilterra (e nel nuovo mondo), se non tramite la mediazione dell‟attribuzione
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